Testa grossa e grande cervello
Avviando il gioco la prima volta viene in mente uno di quei cartoni animati di ultima generazione che hanno nel cinismo l'unico elemento di comunanza. Personaggi piccoli con teste enormi che vivono in un ambiente in cui allucinazione e realtà si mischiano continuamente (e non solo sul piano metaforico, visto che i diversi livelli sono ambientati dentro la testa dei vari personaggi, tra cui quella del protagonista), questa la fauna che popola il campo d'addestramento degli Psychonauts.
Lì dove gli schemi rodati sembrano più evidenti si riesce a scorgere una capacità compositiva difficilmente riscontrabile in altri titoli
Testa grossa e grande cervello
Il gioco si presenta strutturalmente come un normale platform game, che tenta di proporre temi più adulti rispetto alla concorrenza, calandoli comunque in una cornice leggera e adatta a tutti. Il sistema di controllo è piuttosto classico con un tasto per saltare, uno per attaccare con i pugni psichici e tre per utilizzare i poteri che Raz acquisirà lungo la sua avventura (ci sono anche altri tasti da utilizzare, ma quelli descritti sono i fondamentali). La struttura di gioco è divisa fra una sezione ambientata nelle varie aree del campo d'addestramento (l'area con i dormitori degli studenti, il parcheggio, l'area per i picnic, il molo, il laboratorio segreto e varie altre) e dei livelli dallo schema più classico ambientati nella mente dei personaggi (come già detto sopra). Soprattutto questi ultimi presentano ambientazioni varie e piuttosto folli determinate dal vissuto dei protagonisti e sono la parte meglio realizzata del gioco. Ci troveremo così a viaggiare attraverso un mondo psichico che sembra un campo di battaglia o sopra un cubo rotante da cui emergono alcuni ricordi d'infanzia (giusto per fare due esempi). Le bizzarrie si sprecheranno lungo tutta l'avventura.
Visioni
Ma non è solo con l'eccentricità che Psychonauts riesce a catturare il giocatore. È stato già detto che si tratta sostanzialmente di un platform 3D piuttosto classico. È però proprio da questa classicità che riescono ad emergere le sue qualità maggiori. Lì dove gli schemi rodati sembrano più evidenti si riesce a scorgere una capacità compositiva difficilmente riscontrabile in altri titoli. Lo stesso Rayman 3, il maggiore rappresentante del genere platform su PC, non raggiunge certi picchi di visionarietà ed eccellenza nel combinare in modo così disinvolto e accurato singole parti distinte.
Girando per il campo d'addestramento e per i vari livelli dovremo fare attenzione a raccogliere alcuni oggetti. In primo luogo le punte di freccia che fungeranno da moneta di scambio. Queste sono di due tipi: quelle che si trovano più in superficie (individuabili facilmente grazie al luccichio viola che emettono) e quelle che si trovano più in profondità (valgono molto più delle altre ma sono rintracciabili solo utilizzando uno strumento acquistabile al negozio del campo che quando utilizzato attiva una specie di sottogioco). In secondo luogo potrete raccogliere delle carte che, combinate con dei nuclei acquistabili sempre nel negozio, vi permetteranno di salire di livello. All'interno dei mondi psichici potrete invece raccogliere dei ricordi cristallizzati che fluttuano in giro per la mappa. Anche questi servono per far salire il vostro livello.
Temi e problemi
Salire di livello serve per poter utilizzare alcuni oggetti altrimenti bloccati e per ottenere poteri psichici più potenti. Questi ultimi vanno da un attacco psichico alla possibilità di diventare completamente invisibili. I poteri non andranno utilizzati solo in combattimento ma saranno una parte piuttosto attiva del gameplay, permettendovi di raggiungere locazioni prima inaccessibili o di raccogliere oggetti speciali altrimenti inarrivabili.
Il sistema di controllo è molto preciso e non sono stati notati difetti particolari. Le inquadrature svolgono il loro lavoro in modo ottimale e non causano mai confusione come spesso accade in titoli di questo genere, nonostante ci si trovi a volte in luoghi piuttosto angusti o talmente strani da richiedere qualche momento di assestamento percettivo per essere affrontati.
A livello di trama siamo messi incredibilmente bene. La narrazione è condotta in modo perfetto grazie a filmati frequenti ma non invasivi e a dialoghi con i personaggi che riescono a strappare più di qualche ghigno. I temi portanti vanno dall'introspezione ai rapporti che si instaurano in una comunità, passando per una critica piuttosto marcata dei sistemi di controllo della mente (poteva mancare la televisione?).
La narrazione è condotta in modo perfetto grazie a filmati frequenti ma non invasivi
Ciò che si vede e si sente
Dal punto di vista tecnico Psychonauts se la cava egregiamente con la sua grafica colorata e piena di stile (seppur non ricchissima a livello poligonale… ma sinceramente non è un grosso problema visto il resto). Le texture sono molto buone così come i modelli dei personaggi risultano ben fatti e ottimamente caratterizzati (basta osservare qualche screenshot per rendersene conto). Oltretutto alcuni livelli trasudano fascino da tutti i pori pur non presentando effetti speciali particolari (dimostrando oltretutto che mettere lucette colorate ovunque serve solo a manifestare la propria incapacità nel disegnare livelli di gioco… ma lasciamo scorrere questa polemica) ma puntando a creare situazioni originali e inedite che non siano, comunque, totalmente fuori contesto. Anche dal punto di vista sonoro non si può che plaudire al lavoro svolto dai ragazzi di Double Fine: le musiche sono ottime così come gli effetti. Peccato che ci sia qualche bug di troppo che, ogni tanto, si fa sentire con prepotenza gracchiando nelle nostre casse.
Peccati veniali
Qualche difetto, purtroppo, c'è. In primo luogo la durata del gioco non è molto lunga (si parla di poco più di 12 ore) anche in virtù della difficoltà generale che si assesta su livelli piuttosto bassi. Se si vuole raccogliere tutto il raccoglibile la situazione cambia, ma ovviamente stiamo parlando di un caso limite. Altro grosso difetto è il fattore rigiocabilità praticamente nullo. Durante l'avventura capiterà di prendere parte ad alcuni sottogiochi ma è tutto qui. Finendolo non si sbloccherà nessuna modalità extra o qualche altra caratteristica segreta che possa stimolare il desiderio di rigiocare. Qualcosa di più, da questo punto di vista, la si sarebbe certamente potuta fare.
Box Hardware
Psychonauts non è molto esoso in termini di richieste hardware per girare decentemente. Con un processore a 1 GHz, 256 MB di RAM e una scheda grafica con 64 MB dovreste riuscire a farlo girare. Noi vi consigliamo di portare il processore almeno a 2 GHz, la RAM a 512 MB e acquistare una scheda grafica di ultima o penultima generazione. Il gioco è stato testato su un P4 a 3,4 GHz con 2 GB di RAM e una scheda grafica GeForce 7800 GT non mostrando problemi di sorta. Per la cronaca riportiamo di seguito le schede grafiche non supportate dal gioco (questa lista è stata tratta dal sito ufficiale del gioco): NVIDIA Geforce4 MX/MX420/MX440/MX460/MX4000, NVIDIA Geforce4 Go, NVIDIA Quadro2 Go, NVIDIA Quadro4 500 Go, NVIDIA Quadro, NVIDIA Quadro2 Pro, NVIDIA Quadro NVS, NVIDIA Quadro4 280XGL/380XGL/550XGL, Intel 82865G Graphics Controller, Intel 82852/82855 Graphics Controller, Intel 82845G Graphics Controller, Intel 82830M Graphics Controller, Intel 82815 Graphics Controller, Intel 82815 Graphics Controller, Intel 82810 Graphics Controller, Matrox G450, Matrox G550, Matrox Parhelia.
Commento finale
Psychonauts è un gioco fresco che non passa inosservato. La ricerca del realismo a tutti i costi sta portando i videogiochi verso un'aridità visiva e stilistica (soprattutto su PC) che è francamente preoccupante. Lo stile è l'unico antidoto all'appiattimento e l'ultima fatica di Schafer e soci ne ha da vendere. Oltretutto è anche molto divertente e appagante. Possiamo, tirando le somme, affermare di trovarci di fronte al miglior platform (insieme a Rayman 3 che ha dalla sua una maggiore lunghezza) esistente su PC. Non fatevelo scappare!
Pro
- Stilisticamente eccellente
- Un platform equilibrato in tutte le sue componenti
- Divertente e appassionante anche grazie ad una storia ben narrata
- Non lunghissimo
- Qualche bug sonoro
- Nessuna modalità extra
Erano anni ormai che il PC non poteva godere di un platform game di ottimo livello. L’utilizzo del passato è d’obbligo visto che è arrivato Psychonauts. Tim Schafer, ex LucasArts per cui ha realizzato capolavori del calibro di Grim Fandango, Full Throttle e metà Sam & Max Hit the Road, è riuscito ad imprimere a questa produzione uno stile visivo sopra le righe che riesce a discostarsi in modo marcato dalle stantie produzioni medie semi-realistiche che infestano il mercato.
La storia si svolge in un campo d’addestramento per ragazzini dotati di poteri psichici. Nel ruolo di Raz (abbreviativo di Razputin), ragazzino dalla testa grossa scappato da poco dal circo in cui viveva, dovremo cercare, inizialmente, di diventare uno Psychonauts (una specie di agente segreto) per poi dipanare un intricato mistero che coinvolgerà l’intero campo.