Xbox Game Pass ha l'innegabile capacità di (ri)portare a galla piccoli e grandi titoli che altrimenti resterebbero oscurati dai soliti noti, da produzioni di tripla A, da giochi che, semplicemente, hanno potuto beneficiare dei servigi di un'abile e scaltra agenzia di marketing e comunicazione.
Gratis è bello, si dice, e sebbene il servizio di Microsoft si paghi, come è giusto che sia, è innegabile che poter scaricare con estrema libertà ogni produzione presente nel catalogo, senza mai mettere ulteriormente mano al portafogli, incentivi e non poco il desiderio di sperimentare e di dare una chance a proposte che altrimenti non avremmo mai e poi mai considerato.
La recensione di Rainbow Billy: The Course of the Leviathan vi farà capire che questo gioco rientra perfettamente in questa casistica, essendo un RPG con sezioni platform pubblicato nell'ormai lontano 2021, riscoperto recentemente proprio grazie all'inclusione nel catalogo di Xbox Game Pass, evento che ha donato la giusta visibilità ad un titolo innegabilmente intrigante e dotato di carisma.
Proprio per questo abbiamo voluto giocarlo affondo, così da darvi un parere sul tipo di esperienza offerto per mettere in guardia tutti gli amanti del genere ed in cerca di qualcosa di bizzarro, coloratissimo, a suo modo originale.
Creature felici e drammi esistenziali
Billy vive su un'isola dalle tonalità sgargianti, abitata da simpatici e dolcissimi animaletti sempre entusiasti di scambiare quattro chiacchiere e di organizzare qualche festa che preveda il lancio di fuochi d'artificio. Dopo l'ennesima ricorrenza festante, tuttavia, il temuto Leviatano, che giaceva sopito sul fondo dell'oceano, si risveglia bruscamente, decidendo che è arrivato il momento di rubare i colori di questo mondo onirico, autentico guscio protettivo fino a quel momento immacolato in cui il protagonista e i suoi amici si erano riparati da un mondo esterno e dannatamente reale. Un mondo che, stando a sentire le minacciose parole del Leviatano, da qualche parte esiste e soffoca chi ci vive con problemi ed incombenze di ogni genere.
Perseguendo la sua indole escapista, Billy si impegna sin da subito nel riportare ordine e vivacità al suo mondo, viaggiando di isola in isola, a bordo di una barca parlante, per liberare gli animaletti soggiogati dal prepotente Leviatano e riportare gioia e felicità un po' ovunque.
Sebbene sia chiaro sin da subito che sotto la scorza di quella che sembra la trama di un prodotto per giovanissimi, si celi in realtà qualcosa di molto più profondo, e a tratti inquietante, Rainbow Billy: The Course of the Leviathan regge la sceneggiatura per la quasi totalità dell'avventura, lasciando intravedere un secondo livello di lettura solo di tanto in tanto.
Sebbene i giocatori più smaliziati, a caccia di qualcosa di più maturo, potrebbero non apprezzare l'approccio narrativo globale, alla prova dei fatti vanno riconosciute le indiscutibili abilità degli sceneggiatori di ManaVoid Entertainment capaci di confezionare un'epopea che offre due chiavi interpretative completamente autosufficienti e perfettamente indirizzate a due target specifici, uno più ingenuo ed interessato alle peripezie di Billy e della sua squadra, l'altro più smaliziato e capace di comprendere e carpire il dramma di fondo che si consuma realmente.
Battaglie di retorica
Del resto, il dramma, gli shock emotivi, i blocchi psicologici e i traumi di ogni genere, sono la linfa di cui si alimenta il gameplay di Rainbow Billy: The Course of the Leviathan, che si basa su battaglie non violente sulla falsariga di quelle a cui era possibile prendere parte nel mai troppo lodato Undertale, bizzarro RPG che vi permetteva di combattere a suon di osservazioni ben piazzate e complimenti calibrati al millimetro.
Le deboli fasi esplorative a bordo della nave parlate di cui sopra, difatti, rappresentano una piccola parte del tutto. Raggiunta l'isola di turno, si tratterà per lo più di risolvere qualche semplice enigma ambientale per liberarsi la strada sino alla cassa del tesoro, al collezionabile, alla creatura da "combattere" di turno. Niente di particolarmente complesso, né originale, anche qui, eppure questi puzzle hanno comunque il grande pregio di tenere vivo l'interesse e di stimolare la progressione sia per scoprire l'ennesima sfida concepita dagli sviluppatori, sia per ottenere l'immancabile ricompensa.
Quando lo scontro diventa inevitabile, tuttavia, Rainbow Billy: The Course of the Leviathan si tramuta in un bizzarro gioco di ruolo. Al posto di attacchi speciali, mosse coreografiche, potenti incantesimi, il nostro, innanzitutto, dovrà comprendere il problema, il disagio, la paranoia che attanaglia l'avversario semplicemente, e letteralmente, parlandoci. Incoraggiandolo e spronandolo, scegliendo la risposta più opportuna in base al carattere del mostriciattolo, scoprirete a mano a mano i colori necessari per "batterlo", cioè per ricondurlo alla ragione, strappandolo dal grigiore in cui è stato costretto dal potente Leviatano.
Per restituire i colori, passando così all'attacco dopo l'inevitabile fase di studio, dovrete schierare le stesse creature che, una volta liberate dal giogo del nemico, decideranno di seguire Billy nella sua epopea. Ad ognuna di essere sono abbinati almeno tre colori e per sprigionare il massimo del loro potere, ad ogni turno, ad ogni mossa, dovrete superare uno specifico minigioco. La maggior parte delle volte dovrete premere una combinazione di pulsanti con il giusto tempismo, altre vi affiderete alla prontezza di riflessi per vincere alla slot machine. Sebbene l'idea sulle prime possa apparire innovativa ed interessante, la ripetitività di queste piccole prove sul lungo periodo finisce per appesantire ogni battaglia, altrimenti piuttosto godibili tra dialoghi inziali, contromosse per rimpinzare la barra del morale di Billy, ovvero la sua "vita", e moltiplicatori da attivare giocando in combinazione uno o più creaturine al proprio soldo.
Gli appassionati del genere, in ogni caso, saranno attratti più dallo stile del sistema di combattimento che dalle effettive ripercussioni in termini di profondità e potenzialità. Anche durante i ben più impegnativi e prolungati scontri con i boss, non si è testimoni di chissà quali variazioni al gameplay, sebbene la maggior attenzione e dedizione richiesta in queste fasi motivino sufficientemente per farsi cogliere dal desiderio di raggiungere l'ennesimo super cattivo da sconfiggere a suon di lusinghe e colori da lanciare.
In definitiva, insomma, il gameplay regge piuttosto bene per tutte le quindici ore necessarie per giungere ai titoli di coda, grazie alla somma delle parti. Le fasi platform impensieriscono di tanto in tanto a causa di una telecamera non perfetta, ma gli enigmi che dovrete affrontare sono sufficientemente stimolanti. I combattimenti si basano su minigiochi ripetitivi, ma è comunque intrigante dialogare con i nemici per sconfiggerli, nonché ideare controffensive efficaci per contrastare l'abbassamento progressivo del morale di Billy. Allo stesso modo, è divertente ritornare all'imbarcazione parlante per potenziare a poco a poco la propria squadra, regalando ad ogni creaturina i collezionabili raccolti in giro, pratica che sbloccherà nuovi colori e quindi nuove tecniche utilizzabili in battaglia.
Come se non bastasse, Rainbow Billy: The Course of the Leviatan sfoggia un comparto artistico peculiare e curatissimo. Colori vivaci, forme arrotondate e campiture separate da tratti netti concorrono a creare una sorta di cartone animato interattivo. Non piacerà a tutti lo stile adottato, ma di sicuro non si può negare che abbia carattere, né che il comparto grafico non sia curato in ogni dettaglio.
Conclusioni
Rainbow Billy: The Curse of the Leviathan è un gioco di ruolo a suo modo originale. Se avete già giocato ad Undertale sapete globalmente cosa aspettarvi da un'esperienza che sostituisce i combattimenti più classici, con vere e proprie battaglie di retorica inframezzate da minigiochi da superare per difendersi e concludere l'alterco. Anche l'art design confezionato dagli artisti di ManaVoid Entertainment non fa che caratterizzare ulteriormente il gioco, che vanta una grafica coloratissima, curata, piacevole alla vista. La trama, come se non bastasse, dona all'esperienza una certa profondità, nascondendo un livello di lettura che proietta suggestive ombre inquietanti non solo sull'avventura in generale, ma anche sulla figura di Billy. Purtroppo, alcuni limiti mortificano in parte l'esperienza. I minigiochi alla lunga diventano ripetitivi; la gestione del proprio roster di creature esaurisce in fretta le opzioni offerte al videogiocatore; le stesse battaglie non introducono chissà quali nuove meccaniche sul lungo periodo; le fasi platform non sono sostenute da un level design brillante. Si tratta insomma di un prodotto certamente particolare, interessante fino ai titoli di coda, ma tutt'altro che geniale o capace di rinnovarsi continuamente. Se cercate un gioco di ruolo atipico, tuttavia, dovrete certamente dare una chance a Rainbow Billy: The Curse of the Leviathan, soprattutto ora che è disponibile su Xbox Game Pass.
PRO
- Trama tutt'altro che scontata
- Combattimenti atipici
- Art design curato in ogni dettaglio
CONTRO
- Le fasi platform non poggiano su un level design particolarmente brillante
- I minigiochi attivabili durante le battaglie annoiano presto
- Gestione del roster tutt'altro che profonda