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Rainbow Six Siege: Operation Void Edge, la recensione

Con il nuovo DLC, Siege entra ufficialmente nel suo quinto anno di vita. La nuova operazione è davvero il punto di svolta? Scopritelo nella nostra recensione di Rainbow Six Siege: Operation Void Edge

RECENSIONE di Raffaele Bottone   —   13/03/2020
Tom Clancy's Rainbow Six: Siege - Operazione Void Edge
Tom Clancy's Rainbow Six: Siege - Operazione Void Edge
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Il giudizio espresso nella recensione di Rainbow Six Siege: Operation Void Edge è il risultato di un lavoro che già aveva capito andare nella giusta direzione. In quel di Montréal, in occasione dell'appuntamento fisso con il Six Invitational di febbraio, si respirava un'aria differente. Ubisoft, già nell'approccio ai due reveal che hanno impreziosito la programmazione dei vari eventi che si sono susseguiti sul main stage, si è comportata in maniera differente. Sarà per via dei vari cambiamenti apportati al team di sviluppo o perché, semplicemente, l'esperienza alle spalle ha permesso di migliorare anche il lato puramente comunicativo, ma la curiosità e l'attenzione dei fan non sono mai state così alte. Noi stessi, durante l'anteprima a porte chiuse, abbiamo assistito a una presentazione in cui gli sviluppatori - con non poca emozione - ci hanno ribadito più volte un concetto: "A partire da questo momento, Siege diventerà il gioco che avevamo teorizzato in origine". Per raggiungere questo obiettivo, Ubisoft ha deciso di concentrarsi maggiormente sull'introduzione di nuove funzioni considerate essenziali e richieste più e più volte dalla community. Ciò, ovviamente, implica anche una nuova gestione dei contenuti rilasciati tramite i singoli DLC, sia in termini di tempo che di quantità e tipologia. A Void Edge, dunque, l'arduo compito di conquistare - e, in qualche caso, riconquistare - l'interesse dei giocatori e, allo stesso tempo, di fare da tramite tra il passato e il futuro di Rainbow Six. La chiave per la buona riuscita di questo passaggio è sicuramente la "solidità" e, per questo, si punta tutto sui nuovi operatori e sul rework (quasi inaspettato) di una delle mappe più amate di sempre.

Oryx & Iana: spalle solide e sguardo al futuro

Dando una rapida occhiata agli operatori rilasciati durante il quarto anno di Siege, la stessa Ubisoft ha notato quanto poco le nuove reclute del team Rainbow avessero inciso sul meta del gioco. Il team di sviluppo lo sa bene: la voglia di raggiungere presto la soglia dei 100 personaggi giocabili - frase, ripetuta come un mantra da qualche anno a questa parte - non deve scadere nella produzione di gadget approssimativi e abilità poco ispirate. Ecco, dunque, il motivo dell'introduzione di Oryx e Iana. Visivamente e concettualmente si tratta di due operatori davvero diversi tra loro, ma entrambi, dopo averli giocati per parecchie ore, ci hanno fatto sorgere lo stesso dubbio: "perché non esisteva già?" Puntando sulla forza bruta di Oryx e sulla delicata tecnologia di Iana, la Ubisoft potrebbe essere riuscita a trovare due operatori in grado di minare le certezze dei loro compagni di reparto che dominano le statistiche riguardanti la percentuale di presenze nei match giocati. In realtà, i due personaggi hanno anche un altro dettaglio in comune, poiché si tratta dei primi due membri del team Rainbow a non far capo ad alcuna unità di forze armate.

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Saif "Oryx" Al Hadid è il nuovo possente difensore dal passato burrascoso: nato in Giordania, viene imprigionato per circa 15 anni, scomparendo completamente dai registri internazionali. Questo evento ne tempra il carattere a tal punto da convincere il generale Kaid ad aprirgli le porte della sua Fortezza... ma solo dopo averlo lasciato per due settimane seduto in mezzo al deserto. Lì affina le sue capacità e, da semplice recluta, riesce presto a conquistare la fiducia del suo generale e a diventarne il braccio destro. La tenacia di Oryx, in termini di gameplay, si traduce facilmente nella prima abilità speciale solo e unicamente fisica: lo Scatto Remah. Nonostante la sua imponente stazza - parliamo di un operatore con 2 punti Velocità e 2 Corazza - Saif Al Hadid è in grado di spostarsi con estrema rapidità per brevi tratti, sfruttando la sua esplosività muscolare. Negli istanti in cui utilizza lo Scatto, si muove con una velocità irraggiungibile da qualsiasi altro membro del team Rainbow. Questa abilità, nella meccanica degli utilizzi, ricorda un po' quelle di Vigli e Caveira, ma nel caso di Oryx è limitata ad un massimo di 3 cariche per volta. Usato uno Scatto, però, parte in automatico una ricarica di circa 8 secondi che permette di ottenerne un altro. Se i suoi compagni roamer puntano tutto sulla silenziosità e sulla sorpresa, al contrario il difensore giordano risulta fragoroso nei suoi spostamenti, ma dalla sua ha un altro vantaggio: è un bulldozer umano. Oryx è letteralmente in grado di travolgere qualsiasi cosa si trovi sul suo cammino. Usando lo Scatto Remah in direzione di pareti non rinforzate, ci si trova in un istante dal lato opposto, con una voragine in più nella mappa e 10HP in meno al difensore. Aprire questi passaggi, infatti, comporta un piccolo sacrificio in termini di punti salute, ma assicura spettacolarità a questa azione, in grado di prendere alla sprovvista anche gli assalitori più preparati. Lo stesso risultato si può ottenere anche attraversando con prepotenza le tipiche barricate in legno e, addirittura, i Pannelli Corazzati di Castle, tra l'altro, in questo caso, senza nemmeno subire danni.

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Lo strapotere fisico di questo toro di 130 kg concede anche un ulteriore vantaggio sugli avversari: se non lo ferma una parete, immaginate quanto poco possa fare un semplice essere umano. Oryx, infatti, è anche in grado di caricare gli attaccanti in una mossa quasi rugbistica e di scaraventarli al suolo inermi. In questo contrasto fisico, comunque, né il difensore né l'attaccante subiscono alcun danno ed entrambi restano disarmati e vulnerabili per qualche istante. Nessuno è al sicuro dal suo Scatto Remah, nemmeno la sua controparte francese dotata di Scudo Estendibile. Si! Avete capito bene! Montagne non può nulla contro la carica di Oryx! Tanto sarebbe bastato per convincerci sulla validità di questo operatore, ma in realtà un altro aspetto della sua abilità ci ha notevolmente impressionati: Saif Al Hadid è il primo difensore capace di risalire le botole. Ancora una volta, la sua forza fisica gli permette di spiccare dei salti degni dei migliori cestisti dell'NBA e di raggiungere le "porte sui pavimenti" che hanno da sempre caratterizzato le mappe di Siege. Quest'azione risulta ancora più interessante alla luce del fatto che non comporta l'utilizzo delle cariche dello Scatto Remah. Il difensore, inoltre, può scegliere se catapultarsi direttamente al piano superiore oppure restare aggrappato (e disarmato) per scrutare la stanza e, solo in un secondo momento, risalire o lasciarsi cadere.

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Un attimo però! Non allarmatevi! La Ubisoft sembra aver pensato a tutto: Oryx, ovviamente, non può sfruttare questa sua capacità con le botole che danno direttamente sui tetti degli edifici. Diversamente sarebbe stato un inferno per gli attaccanti. Se da un lato, comunque, la sua abilità speciale ci ha entusiasmati, dall'altro non si può dire lo stesso per il suo equipaggiamento. Dopo una brevissima parentesi con l'introduzione del nuovo fucile di precisione per Kali, il team di sviluppo è tornato nuovamente a riutilizzare armi che già conosciamo bene: MP5 (senza ACOG) o SPAS-12 come primaria e Bailiff 410 o USP40 come secondaria. In attesa di poter vedere i nuovi gadget promessi al Six Invitational (tra cui l'Allarme di Prossimità), almeno per ora a Oryx tocca il Filo Spinato o la Telecamera Antiproiettile.

Ubisoft, nell'ultimo anno, ha dedicato particolari attenzioni alla creazione del "6 Universe": lavorando al background e alla caratterizzazione capillare dei singoli operatori, è riuscita ad aggiungere quella lore che al gioco evidentemente mancava. Non è un caso, dunque, che col rilascio di Void Edge siano anche state riviste tutte le biografie degli operatori rilasciati coi DLC dei primi due anni - dopo aver già riscritto, qualche tempo fa, quelle dei membri originali del team Rainbow - e che con Iana si siano davvero sbizzarriti. Nienke "Iana" Meijer è una donna particolarmente forte e concentrata, che ha temprato il suo carattere negli anni trascorsi nella sua città natale nei Paesi Bassi, dovendo affrontare lo stigma sociale e la discriminazione da parte dei suoi coetanei, a causa del suo albinismo. La nuova assalitrice ha subito anche una cocente delusione nel suo tentativo di diventare pilota di caccia, venendo scartata proprio a causa della fragilità della sua retina. Ciò, però, non l'ha fermata, anzi l'ha motivata a sviluppare delle lenti a contatto in grado di correggere il suo difetto genetico. Proprio queste lenti, grazie all'utilizzo di un software sperimentale, sono state la chiave di volta nella creazione del suo gadget unico: il Replicatore Gemini. L'abilità di questo attaccante con 2 punti Corazza e 2 Velocità, le consente di creare una copia olografica di sé stessa, attraverso l'utilizzo di minuscoli droni volanti, perfettamente identica alla sua controparte reale. Avevamo visto qualcosa di simile con le proiezioni generate dai Prisma di Alibi ma, nel caso, di Iana il Replicatore è tangibile ed è in grado di compiere alcune delle azioni più basilari, poiché controllato da remoto proprio dall'operatrice. L'ologramma, dunque, può camminare, correre, scavalcare, impugnare l'arma ed entrare in modalità di mira (il tutto producendo anche il tipico rumore di queste azioni), ma non è in grado di sparare, usare melee o gadget e, più in generale, procurare danni a oggetti o avversari. Il Gemini è impossibile da distinguere (se non per l'assenza della traccia termica) e oltre a poter raccogliere informazioni spostandosi liberamente per le stanze - le trappole non si attivano al suo passaggio - è il trucco perfetto per ingannare gli avversari.

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Iana può usare la sua abilità tutte le volte che vuole, attenendosi, però, a dei tempi ben precisi: l'autonomia del Replicatore è di 15 secondi e, una volta terminata la carica o disattivato autonomamente l'ologramma, bisogna attenderne 7,5 per poterlo "evocare" nuovamente. Le cose cambiano se la proiezione viene distrutta da colpi, esplosioni, Jammer di Mute o scosse elettriche: in quel caso il tempo di ricarica aumenta a 30 secondi. Il trucco, quindi, è quello di utilizzare con parsimonia e lucidità il gadget unico dell'olandese, soprattutto poiché per sfruttarlo al meglio deve essere associato a una buona coordinazione col resto dei compagni di squadra. Nienke, infatti, mentre controlla la sua proiezione, resta immobile e indifesa e non è in grado di avvertire la presenza di avversari, fin quando non viene colpita (ma in quel caso potrebbe essere già troppo tardi). Anche nel caso dell'equipaggiamento a disposizione di Iana non riscontriamo grosse novità: ARX200 - con l'aggiunta dell'impugnatura verticale - e G36C sono le due alternative; la Mk1 9mm è la sola pistola che può portare con sé. Le Granate a Frammentazione e quelle Fumogene, invece, impreziosiscono la sua dotazione, soprattutto se usate in combo col gadget di questa operatrice.

Oregon: il rework che non sapevamo di volere

Partiamo subito col dire che, quando ci è stata rivelata questa rielaborazione, abbiamo sinceramente riflettuto sul fatto che non rientrasse nella nostra personale classifica delle mappe da modificare con urgenza. Questo pensiero però è svanito nel momento stesso in cui abbiamo giocato il primo match nella nuova versione di Oregon e, anzi, è totalmente cambiato quando, appena qualche giorno dopo, siamo ritornati alle nostre postazioni e abbiamo dovuto calcare nuovamente il palcoscenico dell'ormai antiquato e poco funzionale edificio. Operation Void Edge prende una delle mappe originali di Siege e con alcuni colpi decisi di scalpello ne fa un'opera degna del miglior Michelangelo. Non è una novità il fatto che il complesso situato nella cittadina di Redmond avesse dei problemi legati alla difficile percorribilità di alcune aree e alla mancanza di collegamenti tra determinate zone.

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Gli sviluppatori si sono concentrati principalmente sull'eliminazione di questi colli di bottiglia e ci sono riusciti appieno con l'introduzione di nuove strutture e l'espansione di altre. La nuova rampa di scale e la Cella Frigorifera del seminterrato sono chiari esempi di questo processo. Gli attaccanti hanno, dunque, un nuovo punto d'accesso che, d'altro canto, si traduce anche in una più semplice rotazione per i difensori. Un corridoio tra la Torre Grande e la Cucina permette, inoltre, di tagliare da parte a parte l'edificio in pochi istanti, soprattutto se si considera anche l'espansione e la maggior giocabilità della Torre Piccola (anche grazie alla porta che la mette in comunicazione con la Sala da Pranzo). Meno pesanti, ma ugualmente incisive, le modifiche al piano superiore: una nuova area del dormitorio permette di accedere direttamente alla Soffitta (ex Fienile), a cui però è stata rimossa la lunga feritoia orizzontale e la scaletta a pioli. Molto semplice esultare, infine, per l'eliminazione del sito della bomba nella Torre Grande e la sua sostituzione con quello tra Sala Conferenze e Cucina.

QoL: l’attenzione ai dettagli che mancava da un po’

Come dicevamo all'inizio, con Operazione Void Edge la Ubisoft ha iniziato questo processo di rivalutazione di determinate meccaniche e di introduzione di funzionalità necessarie al miglioramento della "Quality of Life" di Siege. Abbiamo potuto dire addio, ad esempio, ai fastidiosi detriti delle barricate distrutte! Il team di sviluppo ha studiato alcune soluzioni e, per non appesantire ulteriormente i server, ha optato per quella più semplice: se colpite, le tipiche coperture in legno di porte e finestre si frantumano in pezzi minuscoli che non ostruiscono più la vista. Ora lo spawn kill è davvero una battaglia ad armi pari!

Il nuovo DLC introduce anche una nuova opzione che potrebbe aver definitivamente salvato la vita a tantissimi droni indifesi. Oltre ad essere generati direttamente nel punto d'accesso selezionato nella fase di scelta, nelle impostazioni di gioco, infatti, è anche possibile definire il comportamento assunto, in automatico, dal proprio assalitore al termine della fase di preparazione. Si può decidere di lasciare tutto come è sempre stato, posando istantaneamente il palmare in dotazione e lasciando il proprio drone in balia dei difensori o di restare in controllo del piccolo robottino anche al suono del gong di inizio della fase d'azione. La terza possibilità, solo per veri support, consente addirittura di restare a guardare i droni dei compagni di squadra nel caso in cui il proprio venga distrutto.

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Le rielaborazioni di due operatori, in particolare, andranno sicuramente a impattare sul meta del gioco. Lesion è da sempre stato una spina nel fianco - o, meglio, nel piede - per il team che si occupa dei bilanciamenti. Le modifiche apportata alle sue Mine Gu sono abbastanza drastiche, ma sicuramente necessarie: quelle schierate sono visibili al difensore solo se nel raggio di 8 metri e senza alcun ostacolo nel mezzo, il danno iniziale è stato rimosso e quello per tic è aumentato da 4 a 6. Per il Drone di Twitch, invece, è proprio un brutto momento: il numero di dardi disponibili viene diminuito da 5 a 3 (ma può ricaricane uno nuovo ogni 30 secondi), mentre il danno del taser passa da 10 a 1 HP. Non mancano, ovviamente, piccoli accorgimenti ad altri aspetti del gioco (menu, mappe, operatori), la correzione di alcuni bug - si, Clash è nuovamente disponibile e ci auguriamo tutti che possa essere la soluzione definitva - e un nuovo Set Élite speciale per Ash a tema Lara Croft!

Conclusioni

Multiplayer.it
8.6
Lettori
ND
Il tuo voto

Operation Void Edge sembra essere partita davvero col piede giusto e ci consente di guardare, con rinnovata fiducia, al quinto anno del gioco di casa Ubisoft. Siamo curiosi di scoprire il prossimo Battle Pass e il primissimo evento Arcade della storia di Siege. I nuovi operatori aprono inedite possibilità nel meta del titolo e la mappa è il rework che non sapevamo di volere. Se aggiungiamo le numerose, graditissime aggiunte sul fronte della "qualità della vita", un ottimo inizio per l'Anno 5 è servito.

PRO

  • Oryx e Iana permettono di pensare a tattiche mai viste prima
  • Oregon è un capolavoro inaspettato
  • I detriti delle barricate non ci mancheranno per nulla

CONTRO

  • Ancora una volta mancano novità nell'equipaggiamento degli operatori