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Recensione: Kingdom Under Fire: Heroes

Il seguito del miglior RTS su console è ora tra noi

RECENSIONE di Pietro Quattrone   —   22/10/2005
Kingdom Under Fire: Heroes
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Recensione: Kingdom Under Fire: Heroes
Recensione: Kingdom Under Fire: Heroes

L'avventura ha inizio

Inizieremo la nostra avventura avendo la possibilità di scegliere tra tre ufficiali – Ellen, Walter e Leinhardt- sui sette disponibili, e i restanti quattro verranno sbloccati solo una volta terminate le singole campagne dei sopraccitati generali. Ogni campagna ha più o meno una decina di missioni nelle quali la trama verrà approfondita e sviluppata con cura, peccato che solo la metà di esse sarà veramente interessante ai fini dello svolgimento della trama. Ci spieghiamo meglio: all’interno delle dieci missioni presenti solo circa cinque di esse svilupperanno l’intreccio, mentre le altre saranno generate casualmente e serviranno esclusivamente a farci accrescere l’esperienza sul campo di battaglia, e a guadagnare “l’oro” da impiegare poi ne successivi sviluppi. Queste sottomissioni quindi nonostante non siano legate all’intreccio principale sono assolutamente indispensabili per riuscire a finire la campagna.

KUFH continua ovviamente sulla scia del primo episodio, a metà tra uno strategico in tempo reale, un action ed un RPG

L'avventura ha inizio

KUFH continua ovviamente sulla scia del primo episodio, a metà tra uno strategico in tempo reale, un action ed un RPG. Una volta dentro il gioco dovremo dirigere sulla mappa il nostro generale, in un approccio diretto al campo di battaglia, in caso di scontro con truppe avversarie l’inquadratura si modificherà e prenderemo pieno controllo del nostro comandante, che a suon di combo e attacchi speciali scatenerà un vero e proprio inferno tra le fila nemiche. Ecco, in questi momenti il gioco tradisce la sua ispirazione peraltro neanche celata alla saga di Dinasty Warriors. Ci troveremo a muoverci per il campo di battaglia, senza molti punti di riferimento tranne il fatto di trucidare quanti più avversari possibile. Dopo ogni vittoria guadagneremo esperienza e l’oro da spendere poi nei vari potenziamenti. Da notare che inoltre dopo esserci fatti strada tra le fila nemiche a suon di combo realizzate tramite il tasto X, potremo chiedere l’aiuto degli altri generali tramite la pressione del tasto nero o di quello bianco, oppure scegliere se scatenare la nostra mossa speciale con il tasto Y. Dopo ogni vittoria guadagneremo esperienza e l’oro da spendere poi nei vari potenziamenti. Tramite i trigger dorsali potremo sia passare a comandare le altre unità nostre alleate, sia inquadrare una minimappa che ci permetterà di guidare con sicurezza le nostre truppe verso i migliori punti dai quali attaccare il nemico. Il sistema si controllo si dimostra davvero accurato, come già nel precedente capitolo, ed in grado di soddisfare ogni nostra richiesta.

Recensione: Kingdom Under Fire: Heroes
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Real Time Strategy

Sul fronte RTS davvero dobbiamo riconoscere che il lavoro fatto dagli sviluppatori di Phantagram è stato ancora una volta molto accurato, non solo gli spostamenti delle truppe sono ben gestiti ma ora l’impatto del terreno nel quale si svolge lo scontro ha assunto maggior peso. La foresta ad esempio sarà un validissimo aiuto contro gli arcieri nemici, oppure potrà costituirà un dannato ostacolo. Se le nostre truppe verranno attaccate nel momento del guado di un fiume saranno assolutamente alla mercè degli avversari… dovremo stare assolutamente attenti e pianificare le nostre mosse con cura. Proprio in caso di fallimento emergerà una parte un po’ frustrante di KUFH, e cioè il fatto che non sia possibile salvare durante le campagne, di solito parecchio lunghe, nelle quali potremo veder crollare il nostro generale, e avviarci al game over, proprio all’ultima battaglia, magari dopo una lunga sessione di gioco.

Ci sono quattro nuove unità elementali rappresentati dal Golem di Terra, il Rinoceronte di tuono, lo Spettro di fiamma e la Dama di Ghiaccio

E’ quasi inutile dire che potremo comandare diversi tipi di unità, che a loro volta saranno caratterizzate diversamente se appartenenti agli umani o alla legione oscura (niente altro che un’alleanza tra orchi ed elfi oscuri). Alcune armate poi saranno un’esclusiva della “razza” come ad esempio il Mammut degli elfi oscuri. Il numero delle armate disponibili è poi incrementato dalle nuove quattro unità elementali rappresentati dal Golem di Terra, il Rinoceronte di tuono, lo Spettro di fiamma e la Dama di Ghiaccio. Gli elementali sono utilizzabili sia dalla legione oscura che dagli umani, e costituiscono una validissima armata di supporto ma, visto anche il costo del loro addestramento, risultano più adatti al gioco online che non alla campagna in single player. Il massimo numero di unità che potremo comandare durante la campagna sarà di cinque “attive” e una di supporto. Potremo rendere più forti le nostre truppe nelle pause tra una missione e l’altra, nel castello o negli altri campi base, utilizzando l’oro e i punti esperienza guadagnati sul campo per acquistare equipaggiamento, imparare nuove abilità e cambiare il loro ruolo.

Recensione: Kingdom Under Fire: Heroes
Recensione: Kingdom Under Fire: Heroes

Tecnicamente il gioco è figlio del suo predecessore, è impressionante vedere le armate contemporaneamente su schermo senza mai un’incertezza del motore grafico. Di certo però “l’effetto stupore” che aveva causato il Crusaders era stato superiore, ma possiamo con piacere notare le rifiniture apportate a questo secondo capitolo della saga. I modelli poligonali sono sempre molto buoni e definiti, certe animazioni sono un po’ scattose ma in linea di massima c’è troppo caos sul campo di battaglia per cogliere le piccole imperfezioni. L’unico appunto va fatto alla camera non sempre perfettamente centrata, ma sono finezze e nulla più. Probabilmente l’hardware Xbox è davvero arrivato al suo limite e non si poteva chiedere di più agli sviluppatori, ma il dubbio ci rimane anche in considerazione del fatto che i Phantagram già da un po’ (magari trascurando Herpes?) si stanno occupando da diversi mesi di 99 Nights, guidati da Mizuguchi per debuttare alla grande su Xbox 360, che sicuramente sarà il seguito spirituale della saga di Kingdom Under Fire.

Tecnicamente il gioco è figlio del suo predecessore, è impressionante vedere le armate contemporaneamente su schermo senza mai un’incertezza del motore grafico

La grande novità aggiunta in KUFH è data dall’online che, a differenza del primo capitolo, ora consente di sfidarsi tre contro tre nella battaglia dell’eroe, modalità che a sua volta si differenzia in due tipologie di scontro e cioè il tre contro tre e tre contro l’I.A. quest’ultima particolarmente azzeccata e coinvolgente, si tratterà di difendere dall’assalto nemico il nostro castello insieme ad altri due amici. Come dire tutti per uno e uno per tutti! Per ultima c’è poi la modalità battaglia della truppa, sempre tre contro tre, un po’ più tecnica visto che si parte con un eroe, tre unità di fanteria, un arciere e una unità di supporto aereo. Nelle numerose sfide che abbiamo affrontato non si sono verificati inconvenienti e anzi come detto la modalità in difesa del castello ci ha particolarmente colpito.

Recensione: Kingdom Under Fire: Heroes
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Commento

KUFH è un ottimo gioco, ben fatto tecnicamente, leggermente modificato nel suo contenuto rispetto al predecessore, con alcune aggiunte gradite nella modalità online. Cosa non va? Davvero poche cose, ma più che altro la sua unica pecca è quella di essere un sequel, di ricalcare le orme di qualcosa di già visto: come all’incirca un anno fa Crusaders ci aveva stupito per la mole di nemici su schermo, così Heroes non può più stupire. Il titolo Pantagram comunque resta caldamente consigliato, con la software house coreana che abbandona nel migliore dei modi la prima console Microsoft, per darci appuntamento con quel 99 Nights che già sembra uno dei titoli più interessanti ed impressionanti nella line up di Xbox 360.

    Pro
  • Semplicemente il miglior RTS su console
  • Tecnicamente pregevole
  • Online 3 vs. 3
    Contro
  • Qualche piccola sbavatura
  • A tratti un po’ frustrante

Phantagram torna nei nostri Xbox con il seguito del miglior RTS uscito per la console verde crociata. Come ormai quasi tutti, sanno la saga di Kingdom Under Fire nasce su personal computer ed è ambientata in un mondo fantasy molto simile a quello del Signore degli anelli, nel quale le solite due entità, il bene ed il male, la luce e le tenebre, si scontrano per avere il sopravvento. Potremo fin dall’inizio scegliere da che parte stare e quale intreccio narrativo andare a svelare. La storia di Kingdom Under Fire Heroes (d’ora in avanti KUFH) è una sorta di prequel, che si sviluppa prima e contemporaneamente al plot narrato nel Crusaders. Scopriremo altri dettagli legati al primo capitolo e approfondiremo così la nostra conoscenza sulla terra di Encablossa. Non dovete comunque spaventarvi visto che KUFH è un titolo a se stante e godibile in tutta la sua profondità anche da chi si avvicina per la prima volta alla saga sviluppata dalla casa coreana.