Recompile si presenta molto bene. Un gioco ispirato ai Metroidvania (Hollow Knight, Axiom Verge, Ori and the Blind Forest...), con sezioni platform, poteri, un sistema di combattimento da sparatutto in terza persona e anche un sistema di hacking utile contro i nemici e l'ambiente: tutte caratteristiche potenzialmente interessanti, soprattutto se unite a una componente visiva intrigante. Ma sarà andato tutto per il verso giusto?
Ve lo raccontiamo nella nostra recensione di Recompile, disponibile su PC (via Steam, Epic Games Store e GOG), PlayStation 5 e Xbox Series X|S (incluso in Game Pass sin dal D1, su console, PC e cloud).
Storia: il Mainfrain
La storia di Recompile è quella di un piccolo programma con un grande compito: entrare in un supercomputer controllato da un'IA e prendere il controllo di un sistema informatico quasi distrutto. È però anche la storia di chi quel supercomputer lo ha creato e utilizzato. La narrazione prosegue così su due binari: il nostro presente viene raccontato giocando, mentre il resto va scoperto raccogliendo collezionabili sparsi nell'ambiente che sbloccheranno vari documenti di testo.
La parte più interessante della narrazione indiretta mediante collezionabili è che ci permette di scoprire quali fossero le funzioni del supercomputer, in che modo è nata e si è evoluta l'IA che lo controlla e qual è stato il destino delle persone che lo utilizzavano. Si tratta di una storia molto classica, che si rifà al filone più pessimistico della letteratura fantascientifica e che tutti noi conosciamo: dobbiamo forse sottolineare che rendere un'IA più intelligente e addirittura cosciente di sé potrebbe forse non essere una buona idea? Pur se non molto originale, la storia raccontata dai collezionabili è piacevole e riesce a dare un senso a tutta l'avventura.
Ignorando questa parte del gioco, ci si ritrova semplicemente ad avanzare di area in area, senza sapere esattamente cosa stiamo facendo. Il nostro personaggio, ovvero un programma senza nome e senza volto, è solo un avatar vuoto che viene guidato dai comandi di un essere umano, che ci informa dei nostri obiettivi e poco altro. Anche se tecnicamente non obbligatori, i collezionabili di Recompile sono una parte fondamentale del gioco: se di norma non avete la pazienza di leggerli, sappiate che potreste rimanere delusi dal mondo di gioco di Recompile.
Infatti, a differenza di altri titoli (Hollow Knight, ad esempio), il mondo di Recompile non propone una "narrativa silenziosa". Gli ambienti sono molto generici, perlopiù blocchi grigio-neri, con qualche piattaforma e luci colorate (ogni area ha il proprio colore), con giusto qualche minima differenza di panorama. Gli ambienti non ci raccontano quasi nulla delle funzioni di quella regione e, se non fosse per i collezionabili, non sapremmo esattamente perché ripristinare quella zona sia importante.
Un (non) metroidvania
Strutturalmente le aree di gioco, accessibili da un hub centrale, sono discretamente varie. Una sezione si focalizza sulla semplice esplorazione con combattimento, una introduce la meccanica dell'hacking e un'altra punta tutto sul platform e sblocca varie capacità di movimento aggiuntive. Non aspettatevi però una struttura da metroidvania: ogni regione è completamente separata dalle altre e, anche al proprio interno, ogni area propone un percorso molto lineare. I nuovi poteri, inoltre, non servono per accedere a sezioni bloccate di vecchie aree ma unicamente ad accedere alle successive. In sostanza, anche se a un primo impatto non sembra (e contrariamente a quanto detto dagli sviluppatori), Recompile non è affatto un gioco aperto.
Il vero problema è che nessuno dei pilastri di gioco è realmente approfondito o interessante. Inoltre, l'intera avventura dura tra le 6 e le 7 ore (contando anche un buona esplorazione dei collezionabili): la breve durata fa sì che molti elementi di gameplay, che come spieghiamo sotto si sbloccano verso metà avventura, risultino quasi superflui.
Sistema di combattimento e abilità
Partiamo dal sistema di combattimento. Recompile è uno sparatutto in terza persona: giocando verranno sbloccate varie armi, da una semplice mitraglietta a un lancia-granate, passando per un fucile a pompa. Nel giro di un paio di ore, però, si ottiene l'arma più potente, che diventerà quasi certamente la principale; inoltre, due bocche da fuoco su cinque sono praticamente inutili.
Il sistema di combattimento è privo di fascino e poco centrale per l'esperienza: gli incontri con i nemici, che diventano più sporadici avanzando nell'avventura, sono molto ripetitivi e poco dinamici. Prima di tutto, nell'intero gioco ci sono tre o quattro tipi di nemici comuni, comunque molto simili tra loro. Inoltre, il personaggio è molto lento e poco agile quando si mira con l'arma, mentre gli avversari tendono ad essere molto rapidi e aggressivi.
Ciò che è accaduto è che abbiamo giocato usando una delle prime abilità che si sbloccano: il rallentamento del tempo. Recompile permette infatti di attivare un rallentatore che rende gli scontri più leggibili. In tutta onestà non sappiamo se questo fosse il modo inteso dagli sviluppatori per affrontare gli scontri (soprattutto contro i boss), ma si è rivelato l'unico modo per affrontare la situazione senza frustrazione, a causa del fatto che i boss sono enormi, potentissimi e molto più veloci di noi. In ogni caso, le battaglie sono poco intriganti in quanto si deve solo allontanarsi dal boss e scaricare quanti più colpi possibili prima di dover scappare di nuovo.
Focus: l'hacking
Crediamo che parte di questi problemi derivino da una scelta di design precisa: spingere maggiormente il giocatore a sfruttare la meccanica dell'hacking, per rendere nostri alleati i nemici o per distruggerli direttamente. Anche quest'ultima non è però particolarmente intrigante da usare: prima di tutto, l'hacking richiede semplicemente di aprire un menù che mette in pausa il gioco e permette di selezionare un nemico vicino a noi, ma non è un mini-gioco interattivo (pensate a NieR: Automata, ad esempio). L'hacking dei nemici non è inoltre un'abilità di partenza, ma si sblocca verso metà gioco e, come detto, questo la rende poco rilevante per l'economia di gioco: senza contare poi che gli alleati convertiti non sono molto utili. Per di più, l'hacking ha un costo in punti, che si ottengono sconfiggendo i nemici: non si tratta di una capacità da usare all'infinito, visto che non è possibile farmare gli avversari (una volta sconfitti, scompaiono per sempre).
L'hacking si usa anche per interagire con l'ambiente. Per la maggior parte dell'avventura dovremo andare in giro a cercare dei pulsanti da premere, che daranno energia alla sezione nella quale ci troviamo: in alcuni casi, l'hacking permette di bypassare questa meccanica. Dal nostro punto di vista, si tratta di un'idea potenzialmente interessante (se inserita in una struttura da puzzle game), ma all'atto pratico è poco sfruttata e, nei rarissimi casi in cui risultata utile, non fa altro se non eliminare un pezzo di gioco nel modo più banale possibile.
Inoltre, l'hacking è inutile contro i tre boss (uno dei quali fatichiamo a definire boss, in tutta onestà): un peccato, visto che gli scontri con nemici più potenti potevano essere una buona situazione per creare meccaniche più elaborate e intriganti.
Altri aspetti di gamplay
In termini di gameplay rimane da discutere il platform. Nelle quattro aree di gioco principali, solo la terza propone vere sezioni di piattaforme (in tutto il gioco si deve comunque saltellare qui e là) e, per un buon pezzo, è abbastanza frustrante. Recompile, in tale area, propone alcuni percorsi molto scomodi, sia a causa della telecamera che rende complesso vedere bene la distanza e l'angolazione dello spostamento richiesto, sia perché le piattaforme sono volutamente piccole e poste in modo tale da richiedere movimenti precisissimi. Guarda caso, superata tale sezione si ottengono capacità di movimento aggiuntive che rendono la sfida molto più sopportabile: chiaro sintomo del fatto che il team voleva mettere alla prova il giocatore e fargli capire che stava per arrivare un potenziamento utile all'attraversamento ambientale (salti multipli e, infine, planata).
Ancora una volta, però, ottenuti tali poteri avremo pochissimo spazio per usarli realmente. Infatti, poco dopo si ottiene il volo, i salti e gli scatti infiniti, oltre all'annullamento del danno da caduta. In altre parole, ogni meccanica platform scompare visto che avremo modo di muoversi senza limitazioni. Questi poteri sono necessari per accedere all'ultima area di gioco, che si rivela essere un enorme zona vuota nella quale svolazzare per raccogliere collezionabili, con qualche innocuo (e riciclato) nemico da abbattere qui e là. In tutta onestà, ci è venuto anche il sospetto che il team di sviluppo sia stato costretto a velocizzare lo sviluppo e abbia chiuso il gioco con un'area banale e senza un level design per mancanza di risorse.
Purtroppo l'impressione media è proprio questa. Il "micro studio" (si definisco così loro stessi) dietro Recompile è composto da tre persone e crediamo abbia puntato troppo in alto per le proprie possibilità. Recompile promette molte meccaniche e cita fonti di ispirazione illustri, ma controller alla mano il risultato è un mix di elementi per nulla focalizzati. Inoltre, non apprezziamo molto il modo in cui il gioco è presentato su Steam: si parla di un mondo di gioco interconnesso, di scelte che si ripercuoto sull'avventura e ci sono varie GIF e immagini che mostrano sezioni in realtà non presenti nel gioco e danno un'idea sbagliata di quale sia realmente il ritmo e le meccaniche di Recompile. Supponiamo siano residui delle aspirazioni del team, di sezioni create come esempio dell'idea alla base del gioco. Alla fine, però, la maggior parte di quanto promesso non è presente nel gioco.
Infine, anche a livello visivo il gioco è meno promettente di quanto sperassimo. Recompile è nel complesso piacevole con la propria estetica al neon, anche se ripetitiva, ma propone effetti di luce e di nebbia pessimamente integrati che rendono fastidioso guardarsi attorno. Perlomeno, a livello prestazionale il gioco è solido e tiene i 60 FPS senza problemi a 1080p.
Conclusioni
Recompile è un gioco che prometteva molto ma che in realtà si è perso in se stesso. Tutte le meccaniche di gameplay risultano scialbe e poco approfondite, soprattutto all'interno di una struttura ben più lineare di quanto possa sembrare inizialmente. Le sei ore necessarie ad arrivare al finale scorrono senza mai colpire nel segno, con la sola trama a sorreggere il mondo di gioco. Sommiamoci una presentazione visiva migliorabile e abbiamo tra le mani un gioco non terribile, ma che fatichiamo a consigliare anche ai grandi appassionati del genere.
PRO
- Narrazione non originale ma piacevole
CONTRO
- Gameplay poco approfondito
- Più lineare di quanto promesso