Remnant: From the Ashes è già disponibile da qualche giorno su PlayStation 4, Xbox One e PC e se siete qui probabilmente è perché volete leggere la nostra recensione di Remnant: From the Ashes per PlayStation 4. Se avete aperto l'articolo per sbaglio, invece, restate ancora un po': potreste scoprire uno dei giochi più belli che abbiate provato nell'ultimo anno, ma che rischia pericolosamente di passare in osservato. In rete il pubblico non specializzato l'ha definito, un po' alla buona, un Dark Souls con le pistole, o Bloodborne con qualche fucile di troppo. Il paragone è quasi perfetto. Remnant: From the Ashes è difficile, impegnativo, a tratti molto punitivo: come un Soulslike. La progressione è appagante, e ben presto la partita del giocatore diventa proprio unica, diversa da quella di tutti gli altri presenti. Si può persino giocare online, per combattere il male assieme ad altri due amici. Oh, è anche doppiato in italiano, testi e dialoghi? Vi abbiamo incuriosito? E allora restate, restate ancora un po' tra i Root.
Trama: un male antico
La trama di Remnant: From the Ashes non è il cardine dell'intera progressione. A volte rallenta, a volte sbiadisce, poi di colpo riprende e ridesta l'interesse introducendo personaggi dal carisma eccezionale, come Madre Root o Dente di Fango. Si, ma chi sono queste persone? Remnant: From the Ashes è ambientato in una Terra postapocalittica, devastata da un male antichissimo e proveniente da un'altra dimensione. L'atmosfera del miglior Lovecraft è palpabile, sia negli ambienti che nell'aspetto di tantissimi nemici presenti, nonché in qualche coprotagonista. Il giocatore parte nel suo viaggio, perché è l'unico che può rimettere le cose a posto. Ma in realtà Remnant: From the Ashes è molto restio nei dettagli, e si affida ai collezionabili e ai saltuari dialoghi tra gli NPC per veicolare la comprensione di una narrazione a tratti oscura. Ciò che il giocatore capisce sin da subito è che il mondo è corrotto, invaso dai Root, e che questi ultimi vanno fermati. A tutti i costi.
Le prime fasi di gioco fungono da tutorial, ma non aspettatevi alcuna clemenza neppure da loro. Gli sviluppatori (i Gunfire Games, quelli degli ultimi Darksiders, tra l'altro) hanno affermato che la difficoltà scala in base all'abilità del giocatore. Non è vero, non credetegli. Remnant: From the Ashes è cattivo, spietato, come il mondo in cui è ambientato. Un passo falso e siete morti. Un avvertimento ignorato e siete morti. Una pallottola sprecata e morirete perché al momento giusto non l'avevate a disposizione. Parco di munizioni e pieno zeppo di nemici; mostri con una barra della salute lunga il triplo della vostra, e che infliggono il quadruplo dei vostri danni; pochi potenziamenti nascosti da qualche parte, e la possibilità di potenziarsi a fatica, ma senza mai inserire il freno a mano per frenare un po' la discesa nella follia. Arrivare ai titoli di coda sarà difficile quanto lo era in Bloodborne, anni fa. E no, la presenza degli amici non vi aiuterà, perché i nemici diventano più forti quando si è in gruppo.
Trofei PlayStation 4
Remnant: From the Ashes possiede un Trofeo di Platino, sì, assieme a tanti altri preziosissimi achievement. Tuttavia la difficoltà del titolo la dice lunga su quanto dovrete sudare per sbloccarli tutti quanti: vi preannunciamo solamente che, oltre a massacrare di botte tutti i boss, dovrete farne a pezzi uno senza neanche subire un solo danno. La lista contiene tantissimi spoiler sulla trama, dunque vi sconsigliamo di leggerla durante la prima run.
Gameplay: un crudele shooter in terza persona
Remnant: From the Ashes è uno shooter in terza persona con meccaniche survival, con tanta azione accompagnata però ad una esplorazione degli ambienti che deve essere il più possibile ragionata. Questo non è uno di quei giochi in cui potete imbracciare un fucile e sterminare mostri su mostri senza curarvi delle conseguenze. Se un mostro vi colpisce (e vi colpiranno), nel migliore dei casi anche il più debole di essi vi toglierà un terzo della salute. Certo, potete schivare: schivare è fondamentale. Ma la barra della stamina non è di certo più generosa: una leggera corsetta, due capriole e avrete già il fiatone. Si intuisce quindi come nel gameplay Remnant: From the Ashes si proceda con calma, molta calma, e a fatica. Si esplorano piccoli ambienti cercando di capire quanti nemici ci sono, si ingaggia battaglia con i più vicini, lasciando per ultimi i pericolosi. Si muore, tanto. Troppo. Però una volta tornati in vita bene o male è possibile anticipare alcuni eventi. Non tutti: i miniboss delle aree sono posizionati generalmente, a caso. Non è detto che torni quel maledetto Root corazzato con il gatling impossibile da schivare. Magari arriverà l'evocatore, debole ma pieno di seguaci pronti a fare il lavoro sporco.
Nessuna partita di Remnant: From the Ashes è uguale all'altra. È un'altra promessa di Gunfire Games, e questa volta potete credergli. All'inizio potrete scegliere tra tre differenti classi di gioco: il Cacciatore, specializzato nel combattimento a lungo raggio, con fucile da caccia, pistola a ripetizione e spada. L'Ex Accolito, specializzato nel combattimento a media distanza con doppietta e pistola a ripetizione (noi abbiamo scelto lui, e non ce ne siamo mai pentiti). E infine l'Attaccabrighe, chiaramente pensato per il combattimento ravvicinato. Qualsiasi scelta facciate, avrete a disposizione un'arma principale e una secondaria, oltre ad un'ascia per il combattimento ravvicinato (ma meglio evitarlo, il combattimento ravvicinato, almeno con tanti nemici a schermo).
Quasi tutti gli elementi di gioco sono potenziabili. Raccogliendo ferro e scarti, cioè la principale risorsa di gioco, renderete più resistente armatura, copricapo, stivali e in generale tutti gli accessori; alcuni amuleti (per lo più collezionabili) forniscono bonus aggiuntivi a determinati parametri. Nuove armi (ma non troppe) si acquistano al negozio, e a loro volta vengono potenziate. E poi ci sono le mod, fondamentali. Si tratta di bonus da attivare una volta che l'arma che trasporta la specifica mod è pronta. Assegnate una mod ad un'arma, la usate in battaglia, caricate l'indicatore della mod, e poi scatenate il bonus. Può trattarsi di un piccolo cerchio di energie che vi permette di recuperare salute, bonus di fuoco ai proiettili, e altro ancora. Alcune mod speciali si ottengono sconfiggendo i giganteschi boss.
Tecnica e comparto multigiocatore
La direzione artistica e il comparto tecnico di Remnant: From the Ashes sono davvero notevoli. Non eccellenti: gli ambienti sono materialmente spogli e a tratti monotoni, salvati appena dall'atmosfera di gioco; i mondi, benché generati proceduralmente e ricchi di aree, appena quattro in totale. Ma l'esito finale è quello di un gioco realizzato da gente che i giochi li sa fare bene, anche con poco denaro a disposizione. I Gunfire Games ancora una volta si mostrano maestri artigiani, peraltro ispiratissimi. Lo si nota negli scontri contro i boss giganteschi. Il primo, il Mazzuolatore, vi tormenterà l'anima per notti e notti. Ci abbiamo speso un'ora intera per buttarlo giù, e per ben tre volte eravamo ad un soffio dallo sconfiggerlo. Il senso di appagamento finale è in linea con quello dei migliori Souls.
Abbiamo provato Remnant: From the Ashes su una PlayStation 4 Pro, e non abbiamo notato rallentamenti di sorta. Il frame rate è stabile, il dettaglio grafico non eccellente per essere alla fine dell'attuale generazione, ma più che accettabile. Quello che in conta, mai come in questo caso, è il gameplay. E l'atmosfera, ripetiamolo ancora una volta. Ricordiamo, prima di salutarci, il comparto multigiocatore: Remnant: From the Ashes è perfettamente fruibile offline in singolo, per chi cerca una sfida davvero impegnativa. Ma volendo potete fare da host online o aggregarvi ad una partita di giocatori casuali, fino ad un massimo di tre presenti contemporaneamente. Il divertimento aumenta esponenzialmente... e anche la difficoltà.
Conclusioni
Remnant: From the Ashes è uno shooter in terza persona estremamente tattico, pur appartenendo formalmente al genere action. È il Soulslike con le pistole e i fucili che non vi sareste mai aspettati, sul finire di questo agosto 2019, una vera e propria scoperta estremamente positiva. La direzione artistica ha fatto miracoli, con un mondo di gioco corrotto e ispirato al miglior Lovecraft. Sfide, collezionabili, sudore della fronte: troverete tutto questo, e anche di più. Giocato online con gli amici, poi, meriterebbe anche mezzo voto aggiuntivo. Non possiamo che sperare in supporto adeguato nei prossimi mesi, magari in eventi stagionali. E poi che qualcuno finanzi un sequel concedendo agli sviluppatori il doppio del budget.
PRO
- Atmosfera eccezionale
- Cattivo e appagante
- Divertentissimo online
CONTRO
- A tratti troppo punitivo
- La generazione procedurale di ambienti e nemici non sempre convince