La realtà virtuale migliora a vista d'occhio, ma il divario tecnico con il videogioco classico deve ancora essere colmato. Ammettiamo però di trovare stranamente piacevole ripercorrere la storia dei videogame con un visore in testa, perché è quello che stiamo facendo. Ammaliati dall'innegabile potenza della VR, ancor di più da quella priva di cavi che offre Oculus Quest, viviamo in questa strana situazione nella quale passato e futuro convivono in ambigua armonia. Tecnicamente la VR è due generazioni indietro, ma per tutto il resto lo è due avanti: nella recensione di Resident Evil 4 VR per Oculus Quest scopriremo come questo sia possibile.
Un Leone d'altri tempi
Resident Evil 4 VR è il gioco di sempre, identico in tutto e per tutto alla versione uscita su GameCube nel 2005, eccetto per i contenuti aggiuntivi come la modalità Mercenari e la ministoria dedicata ad Ada. La grafica è più pulita, c'è stato un leggero restauro nel corso del tempo di cui si vedono i risultati anche qui, sebbene con una prospettiva totalmente diversa, ma il grosso del lavoro è stato fatto per adattarne il gameplay alle meraviglie della realtà virtuale. E da questo punto di vista non c'è davvero di cui lamentarsi, per merito della bravura del team che si è imbarcato in questa avventura, ma anche di un gioco che non riesce proprio a smettere di stupire. Chi lo avrebbe mai detto che Resident Evil 4 si sarebbe trovato così a suo agio in un contesto tanto differente?
Alcune sequenze del gioco originale sembrano davvero essere state pensate fin dal primo momento per la realtà virtuale, tanto ci siamo divertiti a riviverle inforcando Oculus Quest 2. Il primo assalto nel villaggio è a dir poco fuori di testa, quando ti ritrovi nell'arena con El Gigante ti senti davvero in pericolo, oppresso, indifeso, tanto che vorresti strapparti via il visore dalla testa per riprendere fiato. Non è tanto paura, però c'è anche quella, ma una sorta di overdose da divertimento. Aiuta tantissimo questa cosa di non avere fili di mezzo, specialmente in un gioco che intelligentemente abbraccia la VR appieno, permettendo così di controllare le due mani del protagonista indipendentemente (cosa che paradossalmente non accade nella versione per PSVR del più recente Resident Evil 7). Ci sono anche sezioni meno divertenti, dove le potenzialità della realtà virtuale rimangono un po' con il freno tirato, in questo caso tutte le volte che ci ritroveremo nella barca (chi lo ha giocato sa, gli altri se ne accorgeranno), ma non c'è un singolo momento del gameplay nel quale questo Resident Evil 4 VR non funziona.
Mani
Le mani di Leon, il protagonista, sono le nostre mani e gli oggetti più comuni saranno tutti raggiungibili fisicamente senza dover entrare in qualsivoglia menù: se volete estrarre la pistola basta portare la mano verso la fondina, se volete una granata basta prenderne una immaginaria dalla nostra schiena. La collocazione di ogni strumento è ben pensata e non c'è nessun tipo di sovrapposizione, invece presenti in altri giochi che adottano un sistema simile.
Al giocatore viene poi data completa libertà d'ingaggio, questo vuol dire che si può impugnare la pistola con una mano e il coltello nell'altra, sparare mentre si lanciano granate, correre, girarsi, scavalcare cercando qualche headshot volante che sfoltisca la folla di fanatici alle nostre spalle. Non siamo riusciti a capire quanto abbiano lavorato sull'IA dei nemici, o sul loro numero, in modo da far funzionare così bene nella realtà virtuale le stesse situazioni affrontate nel 2005; la visuale in prima persona, l'essere così al centro dell'azione, ha reso difficile comparare il vecchio Resident Evil 4 con questa sua reincarnazione. A livello normale il gioco ci è sembrato ben bilanciato, con qualche strappo verso l'alto nei momenti dove l'azione si faceva e si fa più intensa, comunque niente di insuperabile dopo una manciata di tentativi.
Maledette cut-scene
C'è un solo aspetto negativo in questo Resident Evil 4 VR, singolo ma onnipresente: le cut-scene non sono pensate per la realtà virtuale e in diversi punti del gioco sono anche frequenti. Succede praticamente in tutti i prodotti non pensati per questa tecnologia, ma adattati in seconda battuta, questo perché sarebbe un lavoro lunghissimo rimaneggiarle tanto a fondo, a volte impossibile. Resta il fatto che sentirsi strappati via dall'azione in modo tanto brutale, per essere schiaffati in una scomoda prima fila al cinema fa quasi male e in Resident Evil 4 VR accade spesso. Tolto questo, rivivere un simile classico nella realtà virtuale è stata un'esperienza elettrizzante, tanto diversa quanto uguale a come la ricordavamo. Del resto, un capolavoro è per sempre.
Conclusioni
Resident Evil 4 VR è un adattamento davvero molto buono, facendo di più avrebbero rischiato di rovinare un classico e nessuno sano di mente vorrebbe una cosa del genere. Tra passato e futuro, il gioco Capcom è un perfetto esempio del presente della realtà virtuale: tecnica da 2010, idee per il 2030.
PRO
- Perfettamente a suo agio nella VR
- Tiene botta anche la grafica
- Interazione ai massimi livelli con le due mani indipendenti
CONTRO
- Le vecchie cut-scene non funzionano in VR...
- ... e nemmeno i vecchi Quick Time Event