Pur avendo cominciato la propria corsa su quattro ruote con i bolidi di Screamer e un impianto vivacemente arcade nell'ormai lontano 1995, quando il team ancora si chiamava Graffiti, Milestone ha sempre avuto le moto nel sangue e l'ambizione di portarle sullo schermo nella maniera più convincente e plausibile possibile, cercando negli anni di diventare un punto di riferimento all'interno di questo specifico sottogenere.
Un obiettivo che lo studio italiano ha raggiunto rapidamente, potremmo dire con relativa facilità vista la mancanza di veri concorrenti, alternando lo sviluppo di titoli su licenza ufficiale (prima SBK, poi MotoGP), notoriamente costretti fra le morse di una cadenza annuale mortificante sul piano creativo, e di progetti in qualche modo più liberi di esprimersi, come appunto la serie RIDE.
Il nuovo episodio, che arriva dopo tre anni di attesa e taglia i ponti con le piattaforme di precedente generazione, aumenta ulteriormente i contenuti e propone una carriera molto ben inquadrata dal punto di vista strutturale, poggiando sulle solide basi di un modello di guida che si conferma divertente e convincente: ve ne parliamo nella recensione di RIDE 5.
Struttura: sempre di più
Cominciamo dall'aspetto di RIDE 5 che ha ricevuto i miglioramenti più evidenti, ovverosia la struttura di gioco, che nel nuovo episodio appare ben pensata e ben organizzata sul fronte dei contenuti e delle modalità, in una parola... solida. Dalla schermata di avvio è possibile accedere alla nuova Carriera, cimentarsi con gare singole personalizzabili, provare il comparto multiplayer (che include sia sfide online che schermo condiviso) ed entrare nell'immancabile editor, tramite cui creare non solo livree ma anche corse personalizzate.
La Carriera rappresenta come sempre il fulcro dell'esperienza e prende le distanze rispetto all'analoga modalità descritta nella recensione di RIDE 4 per via di una connotazione se vogliamo più precisa e tradizionale, libera dalle frustranti prove per la patente e suddivisa in quattro capitoli (Giù la Visiera, Ambizione Bruciante, A Tutto Gas, La Strada per la Vittoria), a loro volta composti da una sequenza di eventi singoli che possono includere più gare di diverso tipo.
La varietà non manca, insomma, ma è soprattutto la visione d'insieme a convincere: la percezione di un percorso puramente simcade nelle sue dinamiche e nelle sue sfaccettature, che non si esaurisce nella pratica giro su giro del singolo gran premio ma guarda oltre, mettendo in evidenza nette differenze con la rigorosa e fin troppo spietata simulazione descritta nella recensione di MotoGP 23.
Il loop è dunque quello più classico e tradizionale dell'inizio dal basso, degli avversari forti ma battibili, della moto nuova appena sbloccata, del denaro guadagnato con i primi posizionamenti decenti e subito speso in tuning per il miglioramento delle prestazioni, nell'ambito di meccaniche alla Gran Turismo che si confermano entusiasmanti e mantengono sempre vivo l'interesse.
È un peccato che questa impostazione così ben studiata non trovi supporto in un bilanciamento della difficoltà anch'esso finemente inquadrato, che viene bensì lasciato un po' al caso e alle preferenze personali. La gara è troppo dura? Anziché rigiocare un evento precedente per ottenere quell'upgrade che ci consentirebbe di vincerla, ecco che si va a ritoccare il livello dell'intelligenza artificiale (ergo la velocità degli avversari).
Fa chiaramente piacere che ci sia sempre la possibilità di scegliere, estesa come al solito alle numerose opzioni per gli aiuti alla guida pur senza raggiungere gli eccessivi automatismi del già citato MotoGP 23; ma avremmo preferito in tal senso una maggior decisione, un approccio anche qui più tradizionale in luogo della semplice penalizzazione nei punti esperienza per chi fa un uso eccessivo delle assistenze.
Torniamo però ai contenuti: sul fronte dei tracciati RIDE 5 sale a un totale di trentotto e vede il debutto dei circuiti di Autopolis (Giappone), Blue Wave Circuit (Stati Uniti), Sonoma Raceway (Stati Uniti), Circuit Des 24 Heures Du Mans (Francia), North West 200 (Irlanda del Nord), Circuito de Almeria (Spagna), Andalucia Circuit (Spagna), Iberia Circuit (Spagna) e Circuit Ricardo Tormo (Spagna).
Tale abbondanza si riflette ovviamente sulle modalità di contorno, con le gare singole che possono essere normali, di resistenza o prove a tempo e includono la possibilità di modificare le condizioni di luce (alba, mattino, pomeriggio, tramonto, notte), l'orario di inizio dell'evento e il meteo, fisso (sereno, nubi sparse, nuvoloso, coperto, pioggia leggera, piovoso) oppure dinamico, anche in questo caso personalizzabile nel suo ciclo.
Gameplay: sempre solido, sempre simile
RIDE 5 può contare sul solido modello di guida che Milestone ha introdotto fin dagli esordi della serie, e che naturalmente deriva dalle altre esperienze del team italiano con i racer su due ruote. In questo caso parliamo tuttavia di un impianto simcade, che non ti condanna alla caduta se non azzecchi al millesimo il tempo di staccata ma lascia comunque intatti alcuni inevitabili paletti.
Le tante regolazioni relative agli aiuti risultano qui più facilmente esplorabili e basta davvero poca esperienza per spiccare il volo dopo una fase introduttiva più assistita, diciamo così, andando anche a eliminare i visivamente fastidiosi indicatori della traiettoria ideale e a optare per un cambio manuale in luogo dell'automatico, così da sfruttare al meglio la trazione e la ripresa durante e in uscita dai tornanti.
Sono in effetti parecchie le sfumature del gameplay di RIDE 5, e da questo punto di vista non ci sono dubbi in merito alla sua eccellente scalabilità, sebbene come detto avremmo preferito per la Carriera un'impostazione più rigorosa per quanto riguarda il bilanciamento della difficoltà e la possibilità di ricorrere liberamente agli aiuti in caso di problemi.
Dobbiamo tuttavia segnalare una gestione dell'intelligenza artificiale degli avversari ancora concettualmente datata, con i vari piloti che seguono linee predeterminate senza curarsi di chi gli sta davanti ed entrando dunque in collisione: un'eventualità che fortunatamente non produce sempre una caduta per via di un certo grado di tolleranza, ma il problema rimane e in gara non capita mai di assistere a confronti più vari e plausibili fra gli altri piloti.
Realizzazione tecnica: speriamo non sia bel tempo
Da quest'anno disponibile esclusivamente sulle piattaforme di attuale generazione, la serie Milestone ha adottato l'Unreal Engine a partire dal terzo episodio e ciò ha consentito agli sviluppatori di ottenere un buon compromesso in termini di risoluzione e frame rate, rispettivamente 4K dinamici e 60 fps su PS5, ma la resa visiva dell'esperienza cambia ancora in maniera radicale a seconda dell'illuminazione.
In generale, le giornate limpide e assolate producono un'eccessiva piattezza e mettono in mostra le limitazioni del gioco sul fronte dell'effettistica, specie in combinazione con la classica visuale in terza persona che qui viene resa in maniera molto statica e non riesce dunque ad aggiungere spessore e imprevedibilità alla presentazione.
Quando invece entrano in gioco le nuvole volumetriche e si corre sull'asfalto bagnato, la situazione cambia di netto e aumenta di conseguenza il realismo, le ombre si proiettano sui modelli in modo convincente e i riflessi screen space arricchiscono in maniera sostanziale il comparto grafico, donandogli una certa personalità.
Il sonoro si conferma funzionale all'azione, mentre su PlayStation 5 il controller DualSense viene sfruttato anche stavolta nelle sue peculiari funzioni, in particolare i grilletti adattivi che offrono una resistenza variabile su freno e acceleratore, nonché il feedback aptico che va a comunicare tramite le sue sofisticate vibrazioni tutta una serie di informazioni utili sulla trasmissione e il contatto con la strada.
Conclusioni
RIDE 5 migliora, ottimizza, arricchisce l'esperienza della serie Milestone grazie a tanti nuovi contenuti, fra cui diversi tracciati inediti e una modalità Carriera ben strutturata e interessante, che punta sul tradizionale e infallibile sistema di progressione alla Gran Turismo pur perdendo l'occasione di razionalizzare il bilanciamento della difficoltà secondo regole precise e non aggirabili. Il modello di guida simcade si conferma solido e sfaccettato, ma permangono i limiti di un'intelligenza artificiale che segue pattern rigidi e monotoni.
PRO
- Bella Carriera, solida e interessante
- I contenuti sono ormai davvero tanti
- Modello di guida sempre solido e scalabile
CONTRO
- Intelligenza artificiale da migliorare
- Il bilanciamento della difficoltà va gestito in autonomia
- Graficamente si muove ancora fra alti e bassi