Prima di questa recensione, il nostro ultimo incontro con RIOT - Civil Unrest era avvenuto a fine 2017. È trascorso infatti più di un anno di distanza da quando il titolo firmato da Leonard Menchiari e IV Productions è arrivato su Steam in Early Access, dopo essersi fatto attendere anche in precedenza per alcuni anni a seguito della campagna di crowdfunding sostenuta con successo su Indiegogo. Era infatti il 2014 quando RIOT - Civil Unrest si affacciò su Internet, facendo inevitabilmente discutere per le sue tematiche in grado di richiamare anche le attenzioni del Coisp, il sindacato delle forze di polizia che accusò il gioco di essere un modo per sdoganare la violenza da parte di chi protesta in strada. Una visione in realtà superficiale del progetto legato a RIOT - Civil Unrest, nato dall'esperienza in prima persona dello stesso Menchiari in occasione di alcune manifestazioni NO-TAV in Val di Susa, che hanno portato l'ideatore di questo gioco a riflettere sugli scontri tra cittadini e polizia. Senza la volontà di schierarsi dall'una o dall'altra parte, l'obiettivo reale di RIOT - Civil Unrest è quello di far emergere tematiche della protesta che molto spesso non varcano il confine dello schermo televisivo dal quale ci vengono riportate. Affrontando la rivolta da entrambi i lati della barricata, RIOT - Civil Unrest vuole portarci dentro alle sue dinamiche, dove sentimenti come paura, rabbia e tensione appartengono sia ai ribelli che ai poliziotti. Uno scopo ben preciso, quasi didattico, che come stiamo per vedere bisogna tenere presente per approcciarsi alle meccaniche di questo titolo.
Modalità: scontri in giro per il mondo
Anche se in termini di modalità la proposta di RIOT - Civil Unrest offre alcune alternative, alla base delle dinamiche c'è sempre lo scontro tra manifestanti e forze di polizia del luogo dove avvengono i fatti. Documentate da rivolte realmente accadute in giro per il mondo, le "missioni" di RIOT - Civil Unrest si svolgono infatti tra Italia (NO-TAV), Grecia (battaglia di Keratea), Spagna (Indignados) ed Egitto (Primavera Araba), ma l'obiettivo è quello di estendere le ambientazioni disponibili ad altri scontri avvenuti in tempi recenti, come la rivolta dei gilet gialli in Francia. La versione 1.0 del gioco ha infatti portato con sé nuovi livelli, destinati da un lato ad ampliare l'offerta di RIOT - Civil Unrest e dall'altro a mostrare le potenzialità dell'editor di gioco. Ogni protesta viene percorsa attraverso una breve serie di scontri chiave, sbloccabili in ordine dopo aver selezionato da quale delle due parti stare. Per completare tutta la modalità, bisogna quindi sostenere con successo almeno due volte ogni missione, puntando ovviamente a obiettivi diversi. I rivoltosi possono per esempio avere l'incarico di proteggere un assembramento di tende o sfondare una barriera per occupare un'area ben precisa, mentre la polizia deve tentare di disperdere le forze avversarie o proteggere una zona o una serie di oggetti. Una situazione di attacco e difesa affrontabile come vedremo in modo diverso, puntando sul numero dei manifestanti da un lato e sulla disciplina delle forze di polizia dall'altro.
Tornando alle modalità disponibili in RIOT - Civil Unrest, troviamo quella chiamata Globale che ci porta ad affrontare in successione tutte le missioni del gioco. In questo caso, però, gli esiti di uno scontro possono avere ripercussioni su quello successivo, favorendo o meno il nostro schieramento a seconda di quello che pensa l'opinione pubblica. Anche nella modalità Campagna ogni scontro ha infatti una doppia valutazione militare e politica, legata sì agli obiettivi delle due parti ma anche alla violenza messa in campo. Arrivare a ciò che ci si era prefissati facendo morti e feriti dall'altro lato della barricata ci metterà l'opinione pubblica contro, incoraggiando così un approccio pacifico da entrambi le parti. Continuando l'elenco di modalità, la Versus ci permette di dare luogo a uno scontro insieme ai nostri amici in locale fino a quattro giocatori, e la Custom consente di mescolare un po' le carte delle varie missioni. Da non sottovalutare come dicevamo la presenza dell'editor di gioco, grazie al quale Menchiari e il gruppo di sviluppatori intendono dare a tutti la possibilità di aggiungere ulteriore materiale a RIOT - Civil Unrest: il supporto a Steam Workshop garantisce in tal senso il download semplice di mappe e missioni.
Gameplay: il controllo è un’illusione
Per valutare le dinamiche di RIOT - Civil Unrest dobbiamo tenere presente le intenzioni di cui abbiamo parlato all'inizio. In termini strettamente videoludici il gioco si presenta come una via di mezzo tra un gestionale e uno strategico in tempo reale, in cui ogni missione ha inizio dalla fase preparatoria: dal lato dei rivoltosi le scelte vanno a influenzare il numero di persone presenti nella missione, selezionando poi la loro dotazione composta da armi come le bombe molotov, maalox da usare per ridurre gli effetti dei lacrimogeni o uso dei social network per chiamare rinforzi. Le forze di polizia si presentano invece con delle vere e proprie classi, grazie alle quali è possibile mettere in campo unità di difesa, assalto o balistica dotate di equipaggiamento professionale. Dalla scelta del tipo di proiettili al tipo di oggetto ausiliario, tutto concorre a determinare un punteggio che influenza la presenza di rivoltosi nella missione. Entrambi gli schieramenti prevedono quindi dei rapporti di causa ed effetto tra scelte e difficoltà della missione, da tenere presente prima di affrontare lo scontro.
Il giocatore ha a disposizione solo pochi minuti per raggiungere il proprio obiettivo: una scelta che contribuisce a dare al gioco quel senso di tensione che appartiene agli scontri anche nella realtà, a causa del quale una semplice scintilla può far divampare un fuoco incontrollabile. In questa ottica l'intelligenza artificiale assume un ruolo molto importante in ogni missione, rendendo la pretesa di avere sempre sotto controllo tutte le unità non sempre valida in RIOT - Civil Unrest. Una situazione di pace può infatti sfuggire di mano nel momento in cui qualcuno impiega la violenza, rendendo in quest'ultimo caso difficile da entrambi i lati mantenere l'assetto prestabilito. Il rovescio della medaglia in termini videoludici è che nonostante i propri sforzi non sempre si ha la possibilità di rimettere la situazione sul binario giusto, rendendo quindi il giocatore uno spettatore impotente davanti a ciò che avviene. Bisogna a questo punto capire che la volontà del designer è anche quella di far riflettere chi sta davanti allo schermo sulla complessità delle situazioni mostrate, anche attraverso un gameplay che può risultare difficile da digerire. L'aspetto principale dove si sarebbe potuto fare qualcosa in più è quello legato alla varietà degli obiettivi, che a lungo andare si dimostrano simili anche tra le varie ambientazioni.
Grafica e controlli: ottima pixel art, con qualche legnosità
Dal punto di vista artistico RIOT - Civil Unrest fa un ottimo uso della pixel art, soprattutto in termini di animazioni e varietà degli ambienti proposti. Ogni missione viene anticipata da una breve introduzione filmata con cui viene dato un contesto allo scontro al quale stiamo per assistere, seguito poi da un piccolo report sotto forma di articolo di giornale in cui vengono riassunti gli avvenimenti. Considerando la volontà di far riflettere su quello che si vede su schermo, ci saremmo però aspettati di vedere un aspetto narrativo un po' più approfondito. Molto buono il sonoro, in particolare per quanto riguarda gli effetti audio: in alcuni casi è infatti possibile sentire cori e slogan campionati da proteste reali, insieme a scoppi e altri rumori propri delle manifestazioni di piazza più concitate. Un po' meno memorabile la colonna sonora, destinata alla lunga a stancare. Per quanto riguarda i controlli, nonostante la doppia scelta tra joypad e mouse più tastiera non siamo riusciti a trovare una via che ci desse piena soddisfazione. Nel caso del controller, infatti, a una maggiore reattività generale si contrappone l'assenza della precisione garantita dal puntatore del mouse, mentre l'uso della tastiera per impartire comandi risulta un po' meno intuitivo rispetto ai bottoni del pad.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 10 - 64-Bit
- CPU: Intel Core i5-4460 3,20 GHz
- RAM: 16 GB
- Scheda video: NVIDIA GTX 970
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows 7 o superiore
- CPU: AMD/Intel Dual Core a 2,8 GHz o superiore
- RAM: 4 GB
- Scheda video: AMD/NVIDIA con almeno 2 GB di RAM
- Hard disk: 8 GB di spazio disponibile
Requisiti consigliati
- Sistema operativo: Windows 10 - 64-Bit
- CPU: AMD/Intel Quad Core a 3,2 GHz o superiore
- RAM: 8 GB
- Scheda video: AMD/NVIDIA con almeno 4 GB di RAM
Conclusioni
Leggendo la recensione avrete capito che RIOT - Civil Unrest non è un gioco semplice da valutare. Per essere apprezzata la fatica di Leonard Menchiari e IV Productions va infatti interpretata sotto un'ottica ben precisa, ma anche tenendo presente quest'ultima è possibile che a qualcuno il gioco possa non piacere. Il controllo che vorremmo sempre avere sulle nostre unità stride infatti con le situazioni di panico, carica e tensione che nella realtà possono portare a circostanze molto pericolose, ben più sfumate da quello che possiamo aspettarci davanti a un PC. Agli autori di RIOT - Civil Unrest va comunque riconosciuto il merito di aver voluto trasformare in videogioco un argomento per niente semplice, affrontandolo senza schieramenti ma con il solo obiettivo di far riflettere. Da questo punto di vista ci saremmo aspettati qualcosa in più in ambito narrativo, in modo da dare maggiore spessore all'impatto sociale di RIOT - Civil Unrest.
PRO
- Complessità delle situazioni ben rappresentata
- Pixel art usata in modo convincente
- Editor di gioco dalle buone potenzialità
CONTRO
- Aspetto narrativo poco sviluppato
- Obiettivi di missione alla lunga ripetitivi
- Il controllo su quello che avviene tende a sfuggire