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Romance of The Three Kingdoms 14, la recensione

La nostra recensione di Romance of The Three Kingdoms 14, l'ultimo capitolo della popolare serie tattica di Koei Tecmo ambientato durante la caduta della dinastia Han

RECENSIONE di Massimo Reina   —   05/03/2020
Romance of the Three Kingdoms XIV
Romance of the Three Kingdoms XIV
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La serie Romance of The Three Kingdoms è ormai ben consolidata presso il pubblico appassionato di strategia. E come avrete modo di leggere nella nostra recensione di Romance of The Three Kingdoms 14, Koei Tecmo punta proprio a rafforzare questa posizione puntando su un impianto di gioco tradizionale, ma sempre di grande spessore, e su una ambientazione storica carica di fascino. Il tutto impreziosito da un set di comandi semplificato e da una manciata di nuove opzioni che mirano a rendere più fluida l'esperienza, all'interno di una formula di gioco ormai rodata che di per sé ammette poche variazioni senza il rischio di snaturarsi.

Fra tradizione e novità

Romance of The Three Kingdoms XIV è ambientato durante l'epoca dei Tre Regni, una delle più importanti della storia della Cina. Nel gioco essa è rappresentata attraverso sette scenari base, che comprendono eventi reali come la ribellione del turbante giallo, che diede il via alla rivolta contadina che segnò il definitivo declino della dinastia Han, segnando poi l'inizio dell'epoca dei Tre Regni, la lotta per il dominio tra Yuan Shao e Cao Cao (la battaglia di Guandu) e l'inizio della campagna nordica di Zhuge Liang (Chu Shi Biao). Compito del giocatore, come sanno già i fan della serie, è quello di selezionare un generale, una fazione e di lanciarsi poi alla conquista della Cina e all'unificazione dei Tre Regni.

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Si può scegliere quindi se seguire l'intera vicenda storica, oppure partire da un anno e da uno scenario a piacimento, reale o di finzione, oltre che intervenire eventualmente su tutta una serie di opzioni utili a personalizzare la propria esperienza. In tal senso è perfino possibile disabilitare gli eventi naturali e quelli storici del periodo, che altrimenti vengono innescati soddisfacendo determinate condizioni in battaglia. Da questo punto di vista segnaliamo l'ottimo editor del personaggio, attraverso il quale si può creare il leader dei propri sogni. Dal nome all'aspetto, fino alle abilità specifiche in campo militare, politico, e gestionale, tramite le impostazioni si può intervenire praticamente su tutti i tratti fondamentali dell'ufficiale.

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Ad ogni modo sono presenti oltre 1.000 generali già belli e fatti, ognuno con il suo aspetto e le sue caratteristiche individuali che vanno a influire direttamente sulle tattiche, sui rapporti umani e sul modo di gestire ogni situazione. Il ritmo di gioco è ovviamente ragionato, e padroneggiarlo significa investire su di esso parecchio tempo. L'azione si sviluppa interamente su una singola mappa tridimensionale piuttosto ampia, suddivisa in griglie di forma esagonale: gli scontri campali, le avanzate o le ritirate strategiche, la conduzione delle varie componenti che costituiscono la gestione di un regno e le comunità che ne fanno parte, tutto si svolge su di essa.

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In tal senso questo capitolo ripropone il popolare ruler-based system del capitolo undici, ma impreziosita da una gamma più ampia di opzioni di movimento proprio grazie al tipo di griglia che concede più libertà d'azione e impone di conquistare un'area pezzo dopo pezzo. Le fasi di guerra, automatiche (una volta impartiti gli ordini le operazioni si svolgono da sole in base ai compiti assegnati), includono tutto, dall'assedio con arieti e catapulte, alle battaglie in acqua con una varietà di diverse navi d'assalto fino ai duelli che possono "scattare" tra i migliori ufficiali sul campo.

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L’arte della diplomazia e dell’inganno

L'esperienza risulta pertanto varia e sempre diversa, complice anche un vasto assortimento di tattiche e la possibilità di approcciare gli eventi pianificando praticamente di tutto. Tra un turno e l'altro ci sono diversi ordini che possono essere impartiti, alcuni di questi possono essere mosse politiche utili a indebolire gli avversari, causando per esempio dissenso tra altre due fazioni o riducendo lo sviluppo e l'ordine pubblico di una regione gestita dal nemico. Oppure garantirsi benevolenza offrendo un dono (oro, rifornimenti o beni speciali) a un clan rivale per iniziare una potenziale alleanza, o ai propri ufficiali per aumentare la loro lealtà.

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Questi ultimi due sono tra gli aspetti più importanti del gioco perché offrono un ventaglio di opzioni davvero interessanti e in grado di cambiare letteralmente le sorti di una campagna. Nel primo caso un ruolo molto importante lo esercita la diplomazia, arricchita in questa edizione da nuove funzioni. Mantenere dei buoni rapporti con i vicini o fare amicizia con alcune fazioni rivali può infatti rivelarsi determinate per raggiungere determinati obiettivi ed evitare di sprecare risorse utili. Migliorare certe relazioni consente di concentrare i propri sforzi bellici altrove, senza in teoria doversi preoccupare di possibili ingerenze di terzi o di scoprire le retrovie. Anzi, proprio grazie ai nuovi partner si possono ottenere vantaggi come la possibilità di attraversare il loro territorio, mantenere le linee di rifornimento e avere perfino un supporto militare extra.

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Nel secondo caso, quello relativo ai legami con i propri ufficiali, è fondamentale la scelta dell'uomo "giusto al posto giusto" per controllare e far sviluppare una zona. Pertanto bisogna fare attenzione nel valutarne le abilità ma anche i tratti caratteriali, per evitare il rischio che alcuni risultino inadeguati in un certo contesto o difficili da controllare. Una volta conquistata un'area, infatti, si può nominare un ufficiale incaricato di promuovere la crescita del territorio nel commercio, nell'agricoltura, nel reclutamento di uomini e via discorrendo. Durante ogni turno questo "responsabile" supervisiona l'area che gli è stata assegnata e ne aumenta le forze presenti sul territorio.

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Comandi più amichevoli

Man mano che gli ufficiali ottengono successi e iniziano a conquistare le città, la corte imperiale gli conferirà un Royal Rank che fornirà loro vari vantaggi in termini di abilità, che insieme ad altri fattori andranno a influire in positivo sulla diplomazia, sullo sviluppo di strategie opzionali per le truppe e sulla rapidità e dinamicità di esecuzione di determinate azioni, con gli obiettivi di attacco impostabili per provincia e le campagne eseguibili grazie a un singolo ordine. Insomma, nulla è lasciato al caso, anche perché il livello di sfida è tarato verso l'alto, grazie a una buona intelligenza artificiale che dà parecchio filo da torcere in relazione al tipo di difficoltà scelto per giocare (ce ne sono tre, l'equivalente di facile, medio e difficile), ma anche al grado di sviluppo delle fazioni avversarie durante il gioco.

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Ognuna di loro ha infatti generali preparati e potenti, territori, risorse e le opportune capacità militari che permettono loro di crescere esattamente come quelle del giocatore. Ovviamente un titolo di questo genere andrebbe giocato con mouse e tastiera per essere fruito al meglio, ma grazie a una serie di accorgimenti risulta tutto sommato "comodo" da gestire anche via pad, almeno quando non c'è da eseguire più azioni. Rispetto al recente passato, la mappatura dei pulsanti è stata migliorata, e l'interfaccia sullo schermo ha ben visibili proprio i tasti del controller che indicano quale premere per operare una determinata scelta. Allo stesso modo la levetta analogica consente di destreggiarsi in maniera abbastanza fluida tra i vari menu e sulle porzioni della mappa.

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Andando a chiudere la nostra recensione di Romance of The Three Kingdoms XIV, diamo un'occhiata all'aspetto tecnico. Il gioco presenta un paio di bug, ma uno in particolare risulta davvero fastidioso, al punto da farci abbassare di mezzo punto il voto finale. Ci riferiamo alla comparsa assolutamente random (nel senso che non sembra legato a un particolare evento o momento del gioco) di una schermata nera che blocca tutto costringendo a resettare e ricaricare dall'ultimo salvataggio.

Passando ad altro, la grafica, non si discosta molto da quella del suo diretto predecessore: risulta curata, ma non fa però gridare al miracolo per dettaglio poligonale e qualità delle texture. Inoltre edifici e strutture tendono a ripetersi troppo. Molto belle invece le rappresentazioni bidimensionali di personaggi, dialoghi (sottotitolati solo in inglese) e ambienti, e le scene in computer grafica. Buono per intensità e recitazione, anche se incomprensibile, il doppiaggio in giapponese e cinese, così come la colonna sonora composta da Masako Otsuka e Hideki Sakamoto, perfettamente adatta al contesto storico. Nella norma, infine, la qualità degli effetti audio.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Digital Delivery Steam, PlayStation Store
Multiplayer.it
7.0
Lettori (3)
8.8
Il tuo voto

Come per molti prodotti di nicchia, è davvero difficile valutare appieno un gioco come Romance of The Three Kingdoms 14 senza tenere conto di alcuni fattori, compreso il tipo di pubblico a cui è rivolto. A maggior ragione perché parecchi di quelli che possono essere visti come dei difetti da coloro che non apprezzano la saga o, in generale, il genere, possono viceversa essere considerati dei pregi dai fan. Se da un lato, infatti, il nuovo Romance of The Three Kingdoms rischia di tenere lontano il grande pubblico, almeno dalle nostre parti, per via di un ritmo molto lento, di un livello di difficoltà elevato e di un comparto tecnico vetusto, dall'altro è in grado di coinvolgere coloro che sapranno coglierne certe sfumature, dall'ambientazione molto curata alla struttura di gioco ben articolata. In definitiva, si tratta di un titolo imperdibile per tutti i fan della saga e per coloro che vogliono affacciarsi per la prima volta nel suo mondo, un po' meno per il resto dell'utenza.

PRO

  • Controlli via pad migliorati e in parte più accessibili
  • Ottimo sistema di creazione dei personaggi
  • Struttura e ambientazione in grado di mantenere vivo per parecchio l'interesse degli appassionati
  • Livello di sfida elevato

CONTRO

  • Per qualcuno può diventare frustrante
  • Graficamente una generazione indietro
  • Alcuni bug rovinano alcuni momenti dell'esperienza
  • Il ritmo parecchio compassato potrebbe non piacere a tutti