Quando Netflix ha annunciato la volontà di lanciarsi sul mercato dei videogiochi, ci si poteva aspettare una qualche ricerca di sintesi tra serie TV e gioco, una commistione di linguaggi che portasse alla creazione di un catalogo in grado di porsi sul confine tra i due media gestiti dalla medesima compagnia, in linea con la sperimentazione già avviata sul fronte filmico con Bandersnatch. Finora, invece, non abbiamo visto particolari sforzi in questo senso, ma la recensione di Scriptic: Netflix Edition potrebbe presentare una svolta, visto che potrebbe essere considerato il perfetto prodotto di una fusione tra una serie televisiva in stile "crime" a un'avventura interattiva.
Siamo piuttosto lontani dai canoni standard del videogioco ma questi, soprattutto in ambito mobile, si sono ormai talmente ampliati da accogliere esperienze difficilmente classificabili, come nel caso che trattiamo qui. Scriptic è una raccolta di racconti interattivi, che richiamano da una parte la struttura delle vecchie avventure testuali e dall'altra alcune sperimentazioni videoludiche come A Normal Lost Phone, che giocano con le convenzioni ormai sedimentate nell'utilizzo degli smartphone e dei social network per raccontare una storia in maniera alternativa, ma decisamente realistica.
Il giocatore interpreta un detective di Scotland Yard impegnato in vari casi (tre, per il momento), strutturati come vere e proprie serie TV, con episodi da sbloccare progressivamente. Le storie sono molto diverse e ben costruite, tutte ambientate tra Londra e dintorni e tutte incentrate su un omicidio iniziale e sulle indagini che scaturiscono da questo.
I tre casi possono essere giocati liberamente dagli abbonati a Netflix, bypassando in questo modo lo sblocco a pagamento degli episodi successivi al primo (che è invece gratuito per tutti). Si tratta di un'offerta di notevole valore, se si considera che ogni singola storia costerebbe circa 20 euro e sono invece tutte incluse in questo pacchetto a disposizione degli utenti Netflix.
Indagini multimediali
Il gameplay, per così dire, appare piuttosto limitato, essendo tutto incentrato sulla narrazione attraverso contenuti multimediali diversi. Tutto avviene all'interno di un'interfaccia che replica lo smartphone del detective protagonista, con un'immedesimazione notevole visto che l'uso effettivo del nostro dispositivo replica gesti e azioni che esegue il personaggio nel gioco. Ogni caso parte con un breve filmato iniziale che mostra vagamente i contorni dell'omicidio e la scoperta del cadavere, nel più classico stile delle serie TV "crime drama", dopo il quale veniamo solitamente contattati dai colleghi della Polizia che ci danno i primi ragguagli sul caso attraverso una chat virtuale. L'interazione avviene tutta attraverso questa interfaccia virtuale, dalla quale possiamo accedere direttamente allo smartphone della vittima, alle nostre chat con i colleghi (agenti sul campo, polizia scientifica e medico legale) e alla sala degli interrogatori.
Rovistare nello smartphone della vittima, riprodotto come una vera e propria schermata reale con app di messaggistica, archivio foto e altro, rappresenta la parte più puramente investigativa, con la possibilità di raccogliere informazioni utili e indizi sulla storia passata della persona. Il sistema è interessante ma il fatto che gli elementi sensibili vengano evidenziati tende ad appiattire notevolmente il livello di sfida del gioco.
Più significative, in questo senso, risultano le chat con i colleghi e gli interrogatori dei sospetti, perché in queste fasi possiamo prendere delle decisioni che sembrano avere delle conseguenze importanti nel prosieguo di indagini e storia. In generale, la progressione è molto guidata e l'idea che ne deriva è più di assistere passivamente a un racconto che si svolge che non di prendere parte effettiva al caso, ma la narrazione resta sempre coinvolgente.
Le storie, d'altra parte, appaiono ben costruite e credibili, supportate peraltro da un ottimo doppiaggio veramente di alto livello (in inglese), tanto da far pensare di trovarci di fronte a una produzione più da serie televisiva che da videogioco. Dal punto di vista tecnico ovviamente c'è poco da dire, trattandosi essenzialmente di un gioco costruito con foto e video reali, ma l'interfaccia risulta comunque funzionale, con uno stile convincente nel ricreare sistemi e app realmente esistenti. Un ostacolo notevole alla fruizione può essere rappresentato dalla presenza della sola lingua inglese anche per i testi, oltretutto scritta spesso in uno slang britannico difficilmente comprensibile, ma gli sviluppatori hanno promesso che successivamente il gioco verrà aggiornato con nuove localizzazioni in altre lingue.
Conclusioni
In maniera decisamente appropriata, trattandosi di un gioco distribuito da Netflix, Scriptic si pone a metà tra il videogioco e la serie TV in stile crime drama, mettendoci al centro di indagini ben costruite e convincenti. La semplice visualizzazione dell'interfaccia è credibile, così come gli intrecci, le storie e i dialoghi risultano veramente ben scritti e recitati mantenendo alto l'interesse anche a fronte di una messa in scena non proprio esaltante. Peccato solo che il tutto risulti molto guidato, tanto da renderci più spettatori passivi di una serie TV che non attori principali di un'avventura interattiva. Bisogna prenderlo più come un esperimento di narrativa con elementi d'interazione che come avventura vera e propria, in questo modo assume un senso compiuto e si rivela anche come una buona applicazione delle potenzialità del medium ibrido.
PRO
- Storie ben costruite e interessanti
- Ottima l'idea dell'interfaccia che replica un cellulare vero
- Dialoghi credibili, grazie anche a un ottimo lavoro degli attori
CONTRO
- L'interazione è limitata
- Il gameplay appare un po' meccanico e ingessato