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Serial Cleaners, la recensione della simulazione di pulizia criminale

Torniamo nello strano mondo dei pulitori professionisti della malavita con Serial Cleaners, protagonista di questa recensione.

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   28/09/2022
Serial Cleaners
Serial Cleaners
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Se il vostro sogno è sempre stato risolvere i problemi come il Signor Wolf di Pulp Fiction, la recensione di Serial Cleaners può fornirvi un'idea di cosa giocare prossimamente, visto che si tratta di una simulazione che ci mette nei panni di un personaggio specializzato in qualcosa di simile. I protagonisti del gioco sono, infatti, dei professionisti della pulizia, che lavorano però in un ambito ben poco pulito, visto che si occupano di sistemare le scene del crimine in modo da non lasciare tracce o prove che possano incolpare i propri datori di lavoro degli omicidi commessi. Scopo del gioco è dunque far sparire cadaveri, macchie di sangue e possibili oggetti incriminanti prima che vengano registrati dalla Polizia, cercando ovviamente di non farci scoprire.

Il primo Serial Cleaner era un titolo sperimentale basato su un concept decisamente originale, ancora un po' grezzo in termini di realizzazione e presentazione, ma dotato di una notevole spinta innovativa, come abbiamo apprezzato anche nella sua recensione. Questo secondo capitolo si basa sulle stesse fondamenta, ma ne espande le caratteristiche a partire dalla presenza di un gruppo di personaggi protagonisti, ognuno dotato di personalità e abilità specifiche, che condividono la medesima occupazione alternandosi alla pulizia delle varie scene del crimine.

Bob, insomma, ha esteso gli affari e costituito una vera e propria società di pulitori, componendo una squadra variegata e altamente professionale, con dipendenti che sono anche specializzati in vari ambiti. Sono passati quasi trent'anni dagli eventi del primo capitolo e l'ambientazione è passata dagli acidi anni '70 al pulp degli anni '90, con un netto cambio di atmosfere ed estetica nonché della localizzazione geografica visto che ora ci troviamo a New York. La decadenza generale degli ambienti bazzicati da Bob è però più o meno la stessa.

In una fredda serata di fine anno del 1999, il gruppetto di ripulitori si ritrova per una rimpatriata ed è questo il momento per un po' di rievocazioni storiche, dando il via al racconto di Serial Cleaners. Il plurale nel titolo ha un significato importante, che si riflette sia sul fronte del gameplay che della narrazione, visto che ora abbiamo a che fare con un assortito gruppetto di ripulitori, che si portano abilità diverse, ma anche storie e vissuti differenti, tutti da scoprire.

La banda dei pulitori

Serial Cleaners, uno screenshot
Serial Cleaners, uno screenshot

L'introduzione di diversi protagonisti determina anche una non linearità della storia, cosa che introduce un ulteriore elemento di interesse nel gioco e costituisce anche la base per una certa rigiocabilità. La presenza di personaggi così differenti ha influssi sia sul gameplay che nell'ambito narrativo: nel primo caso, la selezione porta con sé il set di abilità specifico del pulitore scelto, che potrà tornare più o meno utile a seconda delle caratteristiche dell'ambientazione e della situazione che dobbiamo sistemare. Per quanto riguarda la storia, l'insistenza su determinati personaggi consentirà di scoprire maggiormente il background specifico di questi, così come le scelte effettuate nei dialoghi consentiranno di porre l'accento su specifici argomenti. Sono caratteristiche che possono spingere a nuove run per poter scoprire tutti gli elementi narrativi che rimangono inevitabilmente nascosti in una singola partita.

Le variazioni sul fronte del gameplay sono evidenti, in base alle diverse abilità specifiche di ogni pulitore: utilizzando Erin Erin "Vip3r" Reed è una hacker con grandi capacità tecnologiche, che consente di accedere a terminali e sistemi di sicurezza per modificarne il funzionamento, oppure passare attraverso condotti d'areazione; Latisha "Lati" Thomas è una donna forte e decisa, in grado di contare su notevoli doti atletiche, ma anche sulle capacità artistiche, con la possibilità di distrarre le guardie eseguendo graffiti istantanei mentre Haldor "Hal" Boen, noto anche semplicemente come Psycho, è un pulitore meticoloso, ma anche decisamente fuori di testa, in grado di usare una motosega per fare a pezzi i cadaveri e sconvolgere la polizia, facendo svenire gli agenti. Il plurale inserito nel titolo ha insomma conseguenze importanti sia sul fronte narrativo che del gameplay, arricchendo in maniera sostanziale la struttura e i contenuti dell'originale.

Gameplay: pulizia e azione stealth

Serial Cleaners, un livello piuttosto complesso come struttura
Serial Cleaners, un livello piuttosto complesso come struttura

La meccanica di gioco corrisponde a quella del primo Serial Cleaner, ma con nuove aperture per il gameplay, date dalle diverse abilità dei personaggi e qualche caratteristica aggiuntiva. Ogni livello richiede di far sparire un certo numero di cadaveri e prove, portando il tutto presso un punto di smaltimento predisposto, ma facendo in modo da non farci scoprire dalle guardie che pattugliano l'ambiente. L'inquadratura isometrica dall'alto consente di avere una buona visione dello scenario circostante, mentre con un tasto possiamo richiamare il "senso da ripuliture" che fornisce una panoramica d'insieme di tutto il livello e degli oggetti e cadaveri di cui occuparsi. Sfruttando l'architettura degli ambienti, i passaggi disponibili e le azioni di ogni personaggio, dobbiamo intrufolarci nelle stanze e trovare il modo di far sparire cadaveri e oggetti nella maniera migliore. Ogni manovra va pianificata con una certa cura per evitare di essere visti, ma anche sentiti: ogni scelta va soppesata perché le azioni più silenziose richiedono molto più tempo per essere eseguite, mentre quelle veloci hanno maggiore probabilità di attirare l'attenzione dei nemici.

Il movimento furtivo, insomma, dev'essere alternato a quello più energico e veloce per poter venire a capo delle situazioni, oltre a dover ricorrere a diversivi in grado di distrarre le guardie nei momenti più opportuni. Le combinazioni sono diverse: è possibile ricorrere a nascondigli presenti nel livello, fare rumore per attirare l'attenzione in punti specifici e liberare zone critiche, accendere e spegnere le luci e trovare le giuste chiavi per aprire le porte chiuse. C'è una certa libertà d'azione lasciata al giocatore, arricchita anche dalle abilità aggiuntive su cui possono contare i diversi personaggi, ma la quantità di elementi con cui interagire negli scenari non è particolarmente ampia ed è peraltro ben segnalata nell'interfaccia, portando a un'azione piuttosto guidata, nella maggior parte dei casi. Ci sono pertanto strade differenti da seguire, così come ordini diversi con cui raggiungere gli obiettivi, ma le possibilità non sono numerosissime.

Azione e reazione: i limiti dell'IA

Serial Cleaners, una scena piena di sangue
Serial Cleaners, una scena piena di sangue

L'implementazione dell'intelligenza artificiale desta diversi dubbi, considerando che le carenze di questa rappresentano probabilmente il punto debole di Serial Cleaners. Si tratta ovviamente di un elemento tipico degli stealth action: il gameplay stesso di queste esperienze si fonda sulla possibilità del giocatore di sfruttare le evidenti lacune degli avversari, in termini di percezione e capacità deduttive, ma il livello impostato da Draw Distance è forse un po' troppo basso per fornire una sfida veramente intrigante. La visione limitata, il fatto di poter interrompere velocemente qualsiasi inseguimento una volta che si interrompe il contatto visivo e la mancanza di reazioni credibili, da parte delle guardie, alle modifiche che effettuiamo allo scenario creano una sorta di scollamento con il mondo di gioco, riducendo in maniera eccessiva le conseguenze di condotte anche sconsiderate e ben poco tattiche.

Il problema viene mitigato soprattutto con l'implementazione di un numero superiore di nemici, che nei livelli più avanzati pattugliano in maniera più minuziosa l'ambiente, costringendo a trovare soluzioni complesse e utilizzare in maniera più profonda le possibilità offerte dall'interazione con le ambientazioni. In linea di massima, però, la semplice memorizzazione dei pattern di spostamento e il calcolo dei tempi di percorrenza delle varie guardie resta un sistema ottimale per portare a termine le missioni, ed è un peccato se si considera anche i possibili approcci differenti che sarebbero consentiti dalle varie abilità dei personaggi.

Uno stile impeccabile

Serial Cleaners offre ambientazioni molto diverse tra loro
Serial Cleaners offre ambientazioni molto diverse tra loro

Il passaggio dal 2D del primo capitolo al 3D di Serial Cleaners ha consentito un'evoluzione notevole della grafica, che appare ora sempre stilizzata, ma molto più dettagliata e piacevole. Ovviamente non c'è da aspettarsi una mole poligonale impressionante, visto che parliamo sempre di un titolo indie che punta soprattutto a una caratterizzazione peculiare più che alla spettacolarizzazione, ma i livelli appaiono ora molto più ricchi di particolari, oltre a spaziare tra ambientazioni decisamente diverse, grazie anche alla scomposizione della storia tra i punti di vista dei vari personaggi. Lo stile anni '70 del primo lascia spazio alla rievocazione degli anni 90 in questo nuovo capitolo, che riesce perfettamente a catturare certe atmosfere tipiche di quel periodo, interpretate ovviamente secondo una visione alquanto pulp visto l'argomento trattato.

Al di là della scelta delle ambientazioni e delle musiche jazz, è anche la tecnica grafica che trasuda stile: dalle scene d'intermezzo al gameplay vero e proprio, Serial Cleaners adotta una scala cromatica dotata di forti contrasti e una tecnica di dithering grezzo per visualizzare delle ombreggiature pesanti, sullo stile dei retini utilizzati dai fumettisti. Il risultato è davvero molto piacevole, con figure volutamente semplici e spigolose per quanto riguarda la rappresentazione dei personaggi ma con un'ottima resa generale, data da una direzione artistica di notevole coerenza, rafforzata anche da vari effetti di distorsione e aberrazione cromatica in stile VHS, oltre a scritte in sovrimpressione che rimarcano il carattere dei personaggi in uso.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Prezzo 24,99 €
Multiplayer.it
7.0
Lettori (3)
8.7
Il tuo voto

L'idea di base dei ripulitori da scena del crimine continua ad essere stimolante, offrendo un pretesto geniale per mettere in scena uno stealth action all'interno di contesti inediti. Serial Cleaners ovviamente perde un po' della spinta innovativa che caratterizzava il primo capitolo ma cerca di arricchirne la struttura ampliando le possibilità di gioco, attraverso l'introduzione di più protagonisti dotati di caratteristiche differenti che influiscono sia sul gameplay che sulla narrazione. L'atmosfera fa il resto, riuscendo a catturarci in questa New York anni '90 decadente e poco raccomandabile ma anche colorata e piena di opportunità. Peccato che le possibilità offerte al giocatore per risolvere i casi non siano poi così tante e che, in ogni caso, l'intelligenza artificiali non stimoli più di tanto a trovare soluzioni creative ai problemi proposti.

PRO

  • Il concetto della ripulitura di scene del crimine è sempre intrigante
  • I vari personaggi introducono novità in termini di gameplay e narrazione
  • Stile grafico e atmosfera molto azzeccati

CONTRO

  • Intelligenza artificiale alquanto scarsa, che semplifica il gameplay
  • Le possibilità di interazione con lo scenario non sono moltissime, e diverse di queste risultano comunque superflue