Il genere dei first person shooter, eccezion fatta per i titoli multiplayer e per qualche mostro sacro del genere (le serie di Far Cry, Doom o Serious Sam), ha vissuto momenti migliori. Tralasciando gli ibridi GdR, negli ultimi anni il numero di esponenti della categoria è diminuito, anche se nell'ultimissimo periodo le cose sembra che stiano migliorando, come testimoniano l'ottimo Deathloop e il prossimo Halo Infinite. Per tale motivo quelli della vecchia guardia si sono avvicinati con un certo interesse a Severed Steel, titolo che prende ispirazione da F.E.A.R., ma anche da Mirror's Edge e Superhot.
Entrato in fase di accesso anticipato nell'aprile dello scorso anno, il progetto dello studio indipendente Greylock è finalmente disponibile nella sua versione definitiva su Steam, GOG ed Epic Game Store, in attesa delle versioni per console che arriveranno in un secondo momento. Dietro al progetto si nasconde Matt Larrabee, ex insegnante di informatica delle scuole superiori ed ex modder di Morrowind.
Scopriamo nella nostra recensione di Severed Steel se l'attesa è stata ripagata.
Protagonista senza braccio
Come spesso accade negli FPS, la storia è un mero pretesto. La protagonista è Steel, una spia dai capelli viola, che si sveglia priva del braccio sinistro. Determinata a vendicarsi di chi l'ha mutilata, si lancia alla ricerca del colpevole, risalendo dai bassifondi dove è stata imprigionata sino alla cima del palazzo dove la attende lo scontro finale. Considerato il filone a cui appartiene Severed Steel non ci si può lamentare di tanto piattume, ma la presenza di qualche cut scene in luogo delle semplici tavole fumettistiche avrebbe aggiunto spessore e comprensibilità alla trama.
La libertà di movimento è delle più ampie: dalle corse sui muri ai calci volanti, passando per le scivolate, i doppi salti e gli scatti a mezz'aria, nessun movimento è precluso alla nostra Steel. Quel che stupisce è la frenesia dell'azione: non ci si può permettere di rimanere fermi per più di qualche secondo, sia perché i colpi nemici fanno molto male e l'unico modo per ripristinare la salute è eliminare gli avversari, sia perché solo muovendosi in continuazione si riescirà a sopravvivere. La protagonista, infatti, non può essere colpita mentre compie determinate evoluzioni. In aiuto della mira, mancando la possibilità di eseguire lo zoom, c'è il bullet time che si attiva col tasto destro del mouse, mentre quello centrale, posto sotto la rotellina, serve per sparare con il cannone disintegratore che si recupera poco dopo l'inizio e che viene installato al posto del braccio sinistro.
Si tratta di un'arma in grado di perforare i muri e di conseguenza di creare dei percorsi alternativi a quelli previsti dalla mappa. Altro elemento distintivo del titolo è l'eliminazione della ricarica, azione chiaramente impossibile nelle condizioni di Steel. In pratica, una volta svuotata una pistola, la si può scaraventare (con effetti sorprendentemente deleteri) contro un nemico per poi utilizzare quella che ha lasciato cadere.
Piccoli livelli crescono
La storia di Severed Steel si suddivide in dieci capitoli, per un totale di una sessantina di mappe. Qui veniamo alle note dolenti: se nei primi livelli, che fungono da tutorial per le meccaniche di base, non ci si sorprende di una certa limitatezza, andando avanti si scopre come gli scenari siano tanto piccoli da essere completati nell'arco di un paio di minuti (a volte anche meno). Morale della favola: i professionisti impiegheranno poco più di due ore per arrivare ai titoli di coda, mentre per gli altri si apre la via crucis del trial and error.
Il gioco di Greylock sa essere estremamente punitivo già al terzo dei cinque livelli di difficoltà. La salute di Steel è talmente cagionevole che può essere sufficiente un proiettile per mandarla al camposanto, ma anche il tempo a disposizione del bullet time è ridotto ai minimi termini, così il pensiero di poterlo utilizzare per correggere un salto troppo lungo non può nemmeno passare per l'anticamera del cervello.
La precisione nell'eliminare gli avversari si aggiunge a quella richiesta per muoversi tra una piattaforma e l'altra, portando spesso a situazione di stress. Se a questo si aggiunge l'impossibilità di salvare durante la partita che costringe a ripetere daccapo il livello, si realizza facilmente che stiamo parlando di un'esperienza non è per tutti i palati.
L'esercito nemico è composto da una discreta varietà di militari, mentre mancano dei boss veri e propri. È difficile parlare dell'intelligenza artificiale, considerando che si tratta fondamentalmente di bersagli in movimento, però possiamo garantire che sanno essere fetenti quanto basta per non tenere mai a freno il grilletto. È soddisfacente anche l'arsenale in cui ogni arma restituisce un feedback distinguibile da tutte le altre - aspetto tutt'altro che scontato in uno sparatutto dai ritmi indiavolati.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Windows 10 Pro
- Processore: AMD Ryzen 9 5950X
- Memoria: 32 GB di RAM
- Scheda video: AMD Radeon RX 6800 XT
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows 10 64 bit
- Processore: Dual Core
- Memoria: 8 GB di RAM
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 750
- Disco: 8 GB di spazio libero su disco
Requisiti consigliati
- Sistema operativo: Windows 10
- Processore: Dual Core
- Memoria: 8 GB di RAM
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 1050
Unreal Engine 4 e grafica voxel
La grafica voxel è l'ideale per focalizzarsi sui furiosi scontri a fuoco, eliminando tutti quegli elementi secondari che potrebbero distrarre il giocatore. Come rovescio della medaglia il level design viene penalizzato: le mappe, nonostante una buona varietà, tendono ad assomigliarsi un po' troppo. Le strutture si sviluppano tanto sul piano orizzontale quanto su quello verticale, ma la contenutezza delle dimensioni restituisce l'impressione di muoversi sempre all'interno di un cubo; manca l'ampiezza di respiro che avrebbe permesso ai livelli di esprimere tutto il proprio potenziale. L'obbiettivo è presto detto, ossia arrivare indenni al punto d'uscita. A volte può essere necessario distruggere dei server, in altri casi bisogna eliminare delle orde nemiche, in altri ancora rispettare un tempo limite.
Alla campagna si aggiunge lo scontro a fuoco, una modalità votata agli esport: non si tratta di sfidare altri giocatori in carne ed ossa, ma di completare nel minor tempo possibile trenta mappe in cui vigono delle regole diverse rispetto a quelle canoniche (uccidere i nemici mentre si cammina sui muri, realizzare un determinato numero di colpi alla testa, ecc) per poter poi iscrivere il proprio nome nelle classifiche online.
Prezioso l'editor di livelli che, per quanto ancora in versione beta al momento della recensione, è già stato utilizzato dalla piccola ma attiva comunità creatasi attorno al titolo. Ultime parole per la colonna sonora techno realizzata dal compositore dell'Indiana Floating Door: veramente bella. In particolare, la canzone Pugachev's Cobra sembra quasi sprecata per un videogame indipendente.
Con il nostro sistema di riferimento non abbiamo avuto cali di frame rate alla risoluzione 4K col massimo del dettaglio, ma è bene sottolineare che l'Unreal Engine 4 è piuttosto oneroso e su schede video non recenti potrebbero verificarsi dei rallentamenti.
Conclusioni
Severed Steel è uno sparatutto che fa del ritmo dell'azione la sua ragion d'essere. Non c'è tempo per pensare, bisogna muoversi continuamente e con grande coordinazione: ai livelli di difficoltà più elevati si rivela un banco di prova anche per i giocatori più smaliziati. Peccato per le mappe, troppo compresse e prive di personalità anche a causa dell'adozione della grafica voxel, che però si rivela assolutamente adeguata al gameplay. Il gioco, pur breve, sa essere punitivo ai limiti della frustrazione, il che potrebbe allontanare i semplici appassionati del genere.
PRO
- Azione frenetica
- Livello di sfida impegnativo
- Colonna sonora
CONTRO
- Durata della campagna
- Mappe a volte troppo piccole
- Una storia un po' più strutturata non avrebbe guastato