Pirati in pillole
Per tutti quelli che non hanno mai ma giocato e neppure sentito parlare di Pirates, rimane ancora da rispondere al quesito più semplice e fondamentale: cos'è Pirates?
Da certi punti vista Pirates potrebbe essere definito un Gioco di Ruolo. Eppure mancano tutti gli stilemi tipici del genere dei cRPG. Mancano le statistiche atte a personalizzare il personaggi giocante, sono poi assenti tutti quegli elementi che contribuiscono a simularne la crescita così come manca una vera struttura narrativa portante dotata di dialoghi ed intrecci narrativi degni di nota.
...un contesto verosimile ed estremamente dinamico, soggetto alle continue scelte ad azioni del giocatore...
Pirati in pillole
Per altri invece Pirates potrebbe quasi apparire come uno strategico, quanto meno per il gran numero di scontri (in tempo reale e non) e per le varie scelte strategiche (appunto) che nel corso del gioco potrebbero portarci, per esempio, ad inimicarci una nazione o a farcene amica un'altra.
A conti fatti però, l'unico modo per descrivere Pirates è quello di descriverne gli scopi. Gli intenti dichiarati di Pirates sono quelli di offrirci un contesto verosimile ed estremamente dinamico, soggetto alle continue scelte ad azioni del giocatore al fine di permettergli di vivere in un vero e proprio simulatore di vita piratesca. Ripetendoci: mica pizze e fichi.
Quello che aiuta a rendere ancor più unico Pirates è il suo continuo utilizzo di elementi di gioco eterogenei tra loro in un contesto che tuttavia appare sempre chiaro e ben delineato. Semplicizzando ulteriormente il concetto, in Pirates molti degli aspetti della vita di un pirata sono riassunti (o ridotti, a seconda dei punti vista) ad una serie di giochi di abilità o di tattica. Non mancano neppure sezioni prettamente esplorative ed altre quasi d'avventura così come, ovviamente, di combattimento.
Tutto questo veniva già offerto al popolo dei videogiocatori ben 17 anni fa: un titolo non-lineare e virtualmente infinito che permette, a chi è in grado di immedesimarsi, un’esperienza di gioco unica ed irrepetibile.
Storie di Pirati
Proprio come ci ha insegnato George Lucas, ogni storia deve avere un inizio e le vicende raccontate da Pirates! partono dall'infanzia del nostro alter-ego, quando durante una riunione famigliare organizzata per festeggiare l’arrivo imminente di pace e prosperità, fa irruzione il cattivone – o villano, detta all’inglese - di turno e, rivendicando una serie di debiti mai pagati, decide di farsi giustizia da solo rovinando non poco la gioviale atmosfera e rapendo tutti quelli che gli capitano sotto le mani. Quando si dice essere permalosi…
Ovviamente vengono catturati tutti i commensali tranne il protagonista di gioco.
Così, dopo un'infanzia passata a ramazzare e far splendere i ponti delle navi ed a pelare le patate in cambusa, l'ammutinamento dell'equipaggio della nave, ormai consumato dalle angherie del proprio capitano, rappresenta l'occasione buon per mettersi in evidenza e farsi nominare capitano dell'imbarcazione ribelle. Il nome del nostro vascello è tutto un programma: Revenge - Vendetta.
Da quel giorno tutte le vostre forze saranno perciò indirizzate verso lo scopo di ritrovare tutti i vostri parenti scomparsi e di accumulare nuove ricchezze utili a far risplendere nuovamente il nome della propria famiglia. O quantomeno questo rappresenta il casus belli delle vostre vicende, poi ognuno potrà anche decidere di infischiarsene bellamente e dedicarsi ad un’onesta esistenza di pirata un po’ ufficiale ed un po’ – perché no - gentiluomo.
Inizi da Pirata
Una volta scelto uno fra i numerosi livelli di difficoltà dovremo decidere in quale materia fare primeggiare il nostro personaggio, tra le varie opzioni potremo eccellere nelle vesti di spadaccino, di mercante o magari anche solo in quelle di ballerino...
Selezionata la nazionalità del primo convoglio sul quale imbarcarci (potremo scegliere una delle quattro nazionalità in gioco: Francia, Spagna, Olanda ed Inghilterra) sarà quindi il momento di tuffarci finalmente nel gioco, quando davanti a noi si staglierà l'azzurro intenso del Mar Caraibico.
Dal punto di vista strettamente tecnico Pirates! appare appena sufficiente, per fortuna la particolare caratterizzazione dell'intero stile grafico riesce, almeno in parte, a far risollevare un poco le proprie sorti.
A metà strada tra lo stile in cell-shading e la regia di opere cinematografiche come “La maledizione della prima Luna”, a conti fatti l’impostazione visiva, con un utilizzo intensivo di colori vivi e quanto mai sgargianti non può non ricordare quella della serie piratesca videoludica per antonomasia, “Monkey Island”.
L’arcipelago caraibico ci apparirà così più vivo che mai, con il blu accesso dell’oceano in netto contrasto con il verde smeraldo degli atolli e con i forti colori pastello che rappresentano tutte le varie cittadine ed avamposti. Anche l’interfaccia di gioco, così come tutte le varie schermate informative (alla Civilization per intenderci) godono di questo stile ispirato e ben riuscito stile che se graficamente non può stupire tutti gli amanti di filtri anisotropici e bump-mapping vari, altrettanto non smetterà mai di meravigliarci per la vena artistica e quantomai gradevole.
Ricca e piuttosto varia – nei limiti del consentito visto l’ambientazione del gioco - la colonna sonora, che ci propone un numero piuttosto corposo di motivi dal chiaro sapore corsaro (bellissimo quello fischiettato), così come tutti gli effetti sonori che più di una volta ci hanno quasi indotto ad aprire la finestra per far uscire l’odore di salsedine dalla nostra stanza. Quando si è in mare ad esempio, il verso dei gabbiani accompagna lo spiegare al vento delle nostre vele sospinte dal tipico dal tipico sibilare del vento. Quasi un’esperienza zen.
Proprio come succede in “The Sims” della Maxis poi, i personaggi di Pirates non parlano ma si esprimono con una sorta di linguaggio onomatopeico che riesce in maniera buffa e ben riuscita a sottolineare la stato d’animo dei personaggi. A questo proposito è bene dire che il gioco è interamente localizzato in Italiano.
Gente di mare/ che se ne va/ dove gli pare/ ma dove non sa
La sezione di gioco dove passerete la maggior parte della vostra vita piratesca è sul ponte della vostro veliero. Il controllo della nave viene eseguito mediante l'onnipresente tastierino numerico e risulta estremamente semplice ed immediato.
Una volta in mare, potrete decidere in ogni momento di attaccare navi o flotte avversarie, ti approdare a terra o di ormeggiare in uno dei numerosi porti caraibici. Tutto questo senza nessuna costrizione, se non quella dei vostri obiettivi personali.
Il combattimento tra navi è regolato da alcune semplici ma fondamentali regole come la direzione in cui tira il vento, la piegatura delle vele ed il tipo di munizioni che volete utilizzare per l'attacco ai vostri avversari. A seconda del tipo d'imbarcazione a disposizione (c’è ne sono circa una trentina diverse) si potrà privilegiare tipo di approccio rispetto ad un altro. Con un piccolo ed agile Sloop, ad esempio, potrete sfruttare meglio il vento e prendervi gioco del lento e mastodontico Galeone da guerra in balia della bolina, girandogli attorno a sparandogli le palle da cannone "a mitraglia" utili per diminuire l'equipaggio nemico.
Quando e se lo riterrete più opportuno arriverà il momento di gridare ai propri uomini "All'arrembaggio!", se infatti l'avversario non ha ancora alzato bandiera bianca si potrà abbordare la nave nemica e quindi sfidare letteralmente il capitano nemico. A questo punto si potrà vincere (o perdere) in due modi: o battendo a duello il nostro sfidante o sperando che nel mentre il nostro equipaggio faccia fuori tutto quello nemico.
Utilizzando come sempre il nostro fido tastierino numerico, abbiamo a disposizione diversi tipi di parata ed altri di attacco: il segreto nel gioco sta nel seguire la giusta tempistica per schivare i colpi avversari e per stoccare la risposta.
Specialmente ai livelli di difficoltà più elevati, le sezioni di scherma sono sempre divertenti e stimolanti, cariche di thrilling ed imprevedibili fino all'ultima stoccata. Provare per credere. Ma non potrete certo rimanere sempre per mare, del resto le provviste prima o poi potranno finire e soprattutto la vostra ciurmaglia comincerà a mostrare i primi sintomi di insofferenza. Spesso vi converrà quindi visitare un porto e, saltuariamente, dividere il bottino con i propri uomini in modo da placarne eventuali malumori.
Questo è sicuramente uno dei reparti di gioco dove ci sarebbe piaciuta maggiore varietà. Alle fine dei conti, ogni cittadina varia infatti solo per nome, nazionalità e ricchezza delle merci. Ogni volta che si arriverà in un porto, quindi, daremo luogo ad una sorta di istinto riflesso che ci porterà, piuttosto meccanicamente a eseguire sempre la stessa sequenza di azioni: parlare con il governatore al fine di sentire le ultime novità ed eventualmente farci assegnare qualche missione o goderci una meritata promozione, aggiustare le imbarcazioni della nostra flotta piuttosto che venderle o potenziarle, vendere o comprare scorte di mercanzie o materiale vario, fare un giro dalla taverna per sentire le ultime notizie comprare qualche oggetto raro dallo straniero di turno o semplicemente assoldare nuovo equipaggio. Avanzando nel corso del gioco, potrà succedere di non essere benvoluti in determinati porti, quindi, a meno che non si voglia intrufolarsi di soppiatto nella città (dandovi l'occasione di cimentarvi in un minigioco dalla vaga ispirazione stealth) potrete anche decidere di darvi al saccheggio attaccando magari da terra le milizie cittadine. In questo caso, il titolo prevede l'utilizzo di meccaniche - seppure semplificate - tipiche dei giochi strategici a turni. Anche in questo caso siamo lontani dalla spettacolarità dei titoli moderni, ed anche dalla profondità dei maggiori esponenti del genere, tuttavia, come tutto il resto del gioco, rappresenta una simpatica divagazione sul genere. In grado di essere apprezzati da tutti i giocatori, anche quelli meno esperti.
Sempre a proposito di divagazioni, come non parlare della possibilità di sedurre le più belle figlie dei governatori locali? Come ? Ovviamente con lo nostre doti di ballerino: in questo caso tutto starà nella nostra prontezza di riflessi… e vi assicuriamo che ballare al ritmo imposto dalla nostra dama di turno si rivelerà forse la cosa più ardua per un pirata come voi…
Nell'immaginario collettivo però un Pirata non può chiamarsi tale senza avere un tesoro da cercare. I pirati di Sid Meier non potevano essere da meno. Di tanto in tanto, frequentando le taverne più malfamate e parlando con gli avventori più riservati oltre ad apprendere notizie di porti lontani o acquistare oggetti rari dalle più strane proprietà (come set di spade d'aiuto nei combattimenti, anelli utili per corteggiare le ragazze o travestimenti necessari per non farsi riconoscere nei porti nemici) potrete entrare in possesso di alcuni pezzi di mappa. Dotati del nostro inseparabile cannocchiale e senso dell’orientamento potremo così vagare per i mari alla ricerca dei punti di riferimento segnati sulla mappa per poi approdare a terra e, armati di badile, scendere con un squadra di sbarco alla ricerca di uno dei numerosi tesori (o città) nascosti.
Un mondo che vive
Quanto avete appena letto è solo una parte di tutto quello che è possibile fare in Pirates!
Ad esempio non abbiamo parlato delle numerosi missioni (infinite e generate continuamente in maniera pseudo casuale) che vi possono essere assegnate dai governatori locali e neppure delle vostre peripezie che potranno essere necessarie per trovare i vostri parenti.
Tuttavia, una parte del fascino del gioco è proprio quello di continuare a stupire con piccoli dettagli di questo tipo.
C’è un sottile filo conduttore che unisce tutte le diverse sfaccettature di Pirates!: a ogni azione corrisponde una reazione, spesso infinitesimale, altre volte impercettibile… però c’è. Così, se ad esempio riusciamo a fermare l’arrivo di un nuovo governatore nel porto di Tortuga, in seguito sarà più semplice saccheggiare la città perché lasciata in balia di se stessa. Allo stesso modo, intercettare le navi mercantili verso un certo porto porterà ad un veloce impoverimento dello stesso. Questi sono solo due esempi banali di quanto può succedere nel corso del gioco che dimostrano come seppure il gioco voglia sempre privilegiare il grande pubblico offrendo un’azione piuttosto istintiva, dall’altra non manca la volontà di dare un contentino anche ai giocatori più esigenti.
Un mondo che vive
Mentre giochiamo, il mondo nel quale siamo immersi vive. Ci sono guerre, trattati di pace, saccheggi di città, e più di una volta una nostra azione magari marginale, come quella di aver assaltato una nave di trasporto militare, potrebbe influenzare il corso di questi eventi.
Mentre giochiamo, il mondo nel quale siamo immersi vive
Un mondo che vive
Gran parte del gioco è proprio basato sui sottili giochi di equilibrio sui quali navigheremo nel corso delle nostre partite. Qualche volta per fare contenta una nazione dovremo accentuare i nostri attacchi verso un determinato obiettivo, causando una ritorsione da parte di questa che non mancherà di mettere una taglia sulla nostra testa attirando l’attenzione tanto dei militari, quanto degli altri pirati alla ricerca di gloria e ricchezza facili.
Certo, non mancano a volte incongruenze di fondo. Ad esempio non ci spieghiamo come possiamo essere nominati ammiraglio della marina spagnola, quando il giorno prima abbiamo pensato bene di assaltare il Galeone del Tesoro…
Eppure sono contraddizioni necessarie per rendere il titolo sempre giocabile e mai troppo frustante, considerando che in linea di massima il mondo di gioco risponde sempre in maniera coerente e verosimile alle nostre azioni di gioco. Quello della facilità è forse un altro problema di fondo del titolo, anche ai livelli di difficoltà più alti, dopo qualche ora di gioco intensivo potrà rivelarsi molto facile fare quello che si vuole.
Anche i mini-giochi sono appunto mini-giochi: versioni ridotte e semplicizzate di meccaniche di gioco che magari troviamo in altri titoli approfondite con maggiore respiro. Questo, a molti potrebbe lasciare l’amaro in bocca, specialmente una volta impadronitisi dei segreti per riuscire bene in una data modalità di gioco.
Tutto ciò però non toglie molto al divertimento del “vivere” letteralmente una vita di pirata che molti, moltissimi potranno avere giocando questo immenso titolo.
Allo stesso modo, il gioco pur essendo completamente aperto e senza restrizioni riesce sempre a darvi degli obiettivi, magari non strettamente espliciti, un poco come capita nei giochi a turni di altissimo lignaggio. Più di una volta ci è capitato di pensare “Appena riesco a trovare questo tesoro stacco”, oppure “Stacco appena arrivo a San Salvador, però prima voglio intercettare quella flotta mercantile”.
Commento
Giudicare “Sid Meier Pirates!” è compito arduo se non impossibile. Questo perché gran parte del fascino del gioco è dovuto anche alla indole del giocatore stesso. Per godere Pirates! appieno forse bisogna tornare ad essere bambini, pronti a stupirsi per ogni più piccola e minimalista sorpresa che questo titolo è in grado di offrire.
D’altro canto, bambini o meno, difficilmente riuscirete a trovare altrove un’esperienza di gioco così libera e non-lineare nonché teoricamente infinita, eppure costellata da una serie di piccoli “premi” che riescono a tenere sempre alto l’interesse di gioco. Altrettanto difficilmente riuscirete a trovare un titolo affrontabile secondo diverse chiavi di lettura, godibile tanto come gioco action che come simulatore più profondo e complesso. Insomma, per gridare al capolavoro assoluto ed indiscutibile mancava solo una maggiore cura in alcuni sottosezioni di gioco e, magari, l’introduzione di alcune missioni pilotate “alla GTA” che avrebbero permesso dinamiche di gioco forse più complesse ed immersive.
Infatti allo stato attuale delle cose per qualcuno Pirates! potrebbe essere semplicistico se non addirittura paradossalmente monotono. Per altri invece è una vera e propria esperienza quasi irripetibile se non addirittura seminale.
Al Peter Pan che sta dentro di voi spetta il compito di decidere se avete la voglia e la capacità di divertirvi con un gioco fuori dagli schemi e così tanto particolare.
- Pro:
- Modalità di gioco varia e unica nel suo genere
- Grafica accattivante
- Alta longevità
- Semplicità di gioco disarmante!
- Contro:
- Alla lunga può sembrare ripetitivo
- Colonna sonora non estremamente varia
A 2004 ormai inoltrato, l’anno che sta per concludersi verrà probabilmente ricordato come quello dei grandi ritorni. Dopo Doom e Half-Life sorprendentemente quasi in sordina ecco quindi arrivare Sid Meier’s Pirates!
Il primo Pirates uscì nel 1987, prima su Commodore 64 e poi su un numero imprecisato di altre piattaforme.
Nel corso degli anni ci sono stati numerosi remake, ma tutti sono stati unicamente finalizzati all'aggiornamento della veste grafica o della compatibilità con i nuovi sistemi operativi.
L'arrivo di questo Sid Meier Pirates! (d’ora in poi semplicemente Pirates!), preceduto dall'annuncio di nuove componenti di gioco, senza però stravolgerne l'anima ed i contenuti, aveva quindi messo sull’attenti tutti i giocatori più attempati lasciando invece piuttosto tiepidi tutti quelli che non potevano sentire il “richiamo della foresta”.
L’ultimo lavoro della statunitense Firaxis, prodotto sotto la supervisione di uno dei nomi più influenti ed apprezzati della storia dell’Industry, fin dopo poche ore di gioco si rivela come una sorta di paradosso videoludico, un titolo che nel suo estremo reazionario conservatorismo potrebbe quasi sembrare un titolo innovativo, controcorrente, che lontano dagli ultimi dettami del mercato punta tutte le proprie carte su un impianto di gioco che abbandona la strada dei facili artifizi estetici per concentrarsi invece verso meccaniche di gioco varie e profonde ma pur sempre immediate ed usufruibili da ogni tipo di giocatore. Mica pizze e fichi, insomma.