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Soul Hackers 2, la recensione del JRPG di Atlus che sta nel mezzo tra Shin Megami Tensei e Persona

Abbiamo recensito Soul Hackers 2, il nuovo JRPG di Atlus che idealmente si pone nel mezzo tra Shin Megami Tensei e Persona, anche se con qualche limite.

RECENSIONE di Christian Colli   —   18/08/2022
Soul Hackers 2
Soul Hackers 2
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Quando il pluripremiato Persona 5 Royal e i suoi due predecessori approderanno anche su Nintendo Switch, nei prossimi mesi, chi possiede la console ibrida potrà vantare una libreria che include alcuni tra i migliori GDR degli ultimi anni. Shin Megami Tensei V, invece, per il momento resta un'esclusiva della piattaforma Nintendo e forse è per questo motivo che Eiji Ishida e Mitsuru Hirata, che avevano già lavorato a Tokyo Mirage Sessions #FE, hanno deciso di riesumare Soul Hackers.

Originariamente tra i sequel di Devil Summoner - anche in questo caso si tratta di una serie nata da una costola di Shin Megami Tensei - Soul Hackers risale al 1997 ed è stato recuperato solo nel 2012 per un'edizione Nintendo 3DS. La cosa sembrava finita lì, quando invece, a sorpresa, Atlus ha deciso di rilanciare il marchio, spogliandolo di ogni subordinazione.

Se questa operazione sia riuscita o meno ve lo raccontiamo nella nostra recensione di Soul Hackers 2, che abbiamo giocato in versione PlayStation 5.

Un thriller soprannaturale

Soul Hackers 2, Milady apparteneva alla Cerchia Fantasma
Soul Hackers 2, Milady apparteneva alla Cerchia Fantasma

Per capire, e identificare, un titolo come Soul Hackers 2, è importante guardare ai GDR che hanno rilanciato Atlus a livello internazionale, dopo anni di nicchie e zoccoli duri. Soul Hackers 2 è un prodotto assolutamente autonomo, che ha una dignità propria, ma la matrice è talmente inconfondibile che non si può far finta di nulla: il sistema di combattimento - detto Press Turn - è quello classico incentrato sulla composizione strategica del party e sulla scelta oculata di vulnerabilità e resistenze.

Su questo scheletro Atlus ha costruito un albero genealogico di serie e controserie, che hanno trovato la loro massima espressione nei recenti Persona 5 e Shin Megami Tensei V. Sono titoli apparentemente molto simili che divergono nel focus: Persona 5 è fortemente narrativo, tanto che si potrebbe paragonare a una visual novel, mentre Shin Megami Tensei V sacrifica l'esposizione sull'altare del gameplay. Soul Hackers 2 si ritaglia un posto nel mezzo.

Già il primo Soul Hackers era stato concepito come una specie di detective story impiantata nell'ossatura di Shin Megami Tensei: l'ambientazione post-apocalittica lasciava spazio a situazioni più urbane e a una deriva meno filosofica e più fantascientifica, e Soul Hackers 2 riprende fedelmente proprio queste caratteristiche uniche, che forse sono anche quelle che lo distinguono meglio nella sua famiglia allargata.

Non c'è alcun bisogno di conoscere né Devil Summoner, né di aver giocato il primo Soul Hackers; la nuova storia è completamente autonoma e comprensibilissima a sé stante, e si svolge in un futuro immaginario in cui la tecnologia è riuscita a codificare miti e leggende che i cosiddetti "evocatori" possono richiamare per combattere attraverso i dispositivi elettronici chiamati COMP.

Quando la setta di evocatori nota come Cerchia Fantasma comincia un piano per la distruzione del mondo civilizzato, un'intelligenza artificiale chiamata Aion genera due affascinanti avatar, Ringo e Figue, per impedire la catastrofe.

Soul Hackers 2, come inizio non c'è male
Soul Hackers 2, come inizio non c'è male

Ci sono due considerazioni da fare sulla narrativa di Soul Hackers 2. Prima di tutto, vi anticipiamo subito che la trama in sé e per sé ci è piaciuta e anche parecchio. È folle al punto giusto, assai inquietante, e piena di colpi di scena inaspettati. Si avverte proprio la sensazione che Atlus abbia messo insieme i temi maturi e apocalittici di Shin Megami Tensei con la scrittura più intima e meticolosa di Persona, pur non esagerando né in un senso, né nell'altro.

Il problema è che il gameplay, per com'è stato strutturato, diluisce fin troppo la narrativa, circoscrivendola negli spazi tra i lunghissimi dungeon che scandiscono la progressione. In base ai ritmi e alla bravura del giocatore - da buon megaten, Soul Hackers 2 è decisamente impegnativo già al livello di difficoltà predefinito - possono anche passare diverse ore prima che la storia riprenda il suo corso, specialmente se si affrontano con regolarità i piani della Matrix dell'anima.

Soul Hackers 2, il sistema di combattimento è una variante del classico Press Turn
Soul Hackers 2, il sistema di combattimento è una variante del classico Press Turn

Gli evocatori che Ringo recluterà nella sua battaglia, infatti, sono interessanti e sfaccettati, ma i loro retroscena si scoprono solo nella Matrix dell'anima, un dungeon opzionale che proprio opzionale non è. Diviso in tre macro aree, composte ciascuna da vari piani, la Matrix dell'anima ha fondamentalmente due funzioni: serve a sbloccare le abilità specifiche di Arrow, Milady e Saizo, insieme alle abilità Comandante di Ringo; e poi serve a scoprire di più sulle vite dei tre evocatori, e sulle vicissitudini che li hanno condotti prima alla loro morte, e poi alla loro resurrezione per mano di Ringo all'inizio dell'avventura.

La Matrix dell'anima può sembrare un dungeon accessorio fin dal suo aspetto - gli scenari sono sostanzialmente identici - ma in realtà ci si finisce dentro più spesso e più a lungo di quanto si vorrebbe, anche soltanto per completare le missioni secondarie di Aion, trovare nuovi demoni per il Grimorio o, molto più semplicemente, aumentare il livello dei personaggi.

Soul Hackers 2, i personaggi evocano i demoni con le armi chiamate COMP
Soul Hackers 2, i personaggi evocano i demoni con le armi chiamate COMP

Per com'è strutturata e bilanciata la progressione, non è che il giocatore abbia molta scelta. La Matrix dell'anima diventa quasi un passaggio obbligatorio tra un dungeon e l'altro, spezzando il ritmo della narrativa per centellinare dialoghi e informazioni che dovrebbero servire a conoscere meglio i protagonisti della storia. Il problema è che, mettendo da parte la Matrix, si finisce per chiudere certi conflitti anzitempo, e questo indebolisce tantissimo l'impatto di alcune scene che, proposte in maniera più organica e sensata, sarebbero state molto più convincenti.

Sotto questo punto di vista, Soul Hackers 2 azzarda un approccio in stile Persona, ma meno rigoroso: per proseguire nella Matrix dell'anima è necessario aumentare il livello di Affiatamento coi vari personaggi, scegliendo le risposte più opportune quando possibile o partecipando a eventi sociali come le bevute in compagnia, che nella maggior parte dei casi si riducono a divertenti gag, ma che qualche volta offrono momenti d'interessante introspezione.

Sul fronte della narrativa, è importante sottolineare che le tantissime missioni secondarie di Soul Hackers 2 soffrono della sindrome da fetch quest. Sostenute da sottotrame pretestuose, servono solo a farci tornare nei dungeon per raggiungere certi obiettivi e incassare ricompense che spaziano da consumabili a yen, passando per nuove Fusioni demoniache o accessori di una certa qualità.

Demoni e labirinti

Soul Hackers 2, Ringo e Figue sono intelligenze artificiali materializzate da Aion
Soul Hackers 2, Ringo e Figue sono intelligenze artificiali materializzate da Aion

Pur essendo stato pensato dalle menti dietro l'eccentrico Tokyo Mirage Sessions #FE, Soul Hackers 2 è più vicino a Shin Megami Tensei che a Persona dal punto di vista del gameplay nudo e crudo. Il sistema di combattimento è infatti molto più asciutto, soprattutto se lo raffrontiamo all'iterazione Royal di Persona 5 e rappresenta una variante più intuitiva del celebre Press Turn, pensata probabilmente per avvicinare anche i giocatori meno navigati.

Le meccaniche alla base sono le solite, bene o male: il giocatore può associare a ogni personaggio un demone che gli conferirà diversi bonus alle statistiche, vulnerabilità e resistenze elementali, nonché un parco di abilità che potrà usare in combattimento. Il meccanismo Press Turn subentra come al solito, ma c'è una differenza importante: né il giocatore né tanto meno i nemici guadagnano o rubano turni sfruttando le vulnerabilità elementali.

Soul Hackers 2, il Grimorio comprende demoni vecchi e nuovi
Soul Hackers 2, il Grimorio comprende demoni vecchi e nuovi

Gli incantesimi giusti infliggono molti più danni se il bersaglio è vulnerabile, certo, ma il giocatore trae da questa dinamica un vantaggio aggiuntivo. Ogni volta che si sfrutta correttamente una vulnerabilità, infatti, si guadagna anche un punto Combo. Alla fine del turno, se è stata sfruttata anche soltanto una vulnerabilità, Ringo lancia automaticamente una Tregenda, cioè un attacco che colpisce tutti i nemici - simile all'Assalto di Persona 5 - e che infligge danni in base ai punti Combo accumulati e al numero di bersagli sul campo.

Progredendo nel gioco si apprendono anche abilità specifiche che possono influenzare le Tregende, per esempio attribuendo condizioni negative come Veleno o Paura ai nemici colpiti, e questo già dimostra l'importanza di una meccanica che, una volta appresa e assimilata, consente di chiudere i combattimenti molto più velocemente.

Soul Hackers 2, le Tregende infliggono danni extra
Soul Hackers 2, le Tregende infliggono danni extra

Il sistema di combattimento è tutto qui. Le dinamiche sono abbastanza statiche fin dall'inizio, e non si riscontrano particolari sorprese col passare delle ore, eccezion fatta per le abilità Comandante di Ringo, che possono essere usate entro certo limiti e garantiscono alcuni vantaggi, come per esempio la possibilità di cambiare i demoni associati ai personaggi nel corso della battaglia.

Ciò non significa che sia un sistema di combattimento deludente; anzi, siamo sicuri che i fan di megaten riconosceranno subito il suo valore strategico, impreziosito da nuovi demoni e abilità completamente inedite su cui vale la pena ragionare al momento della Fusione. Ma una volta superate le prime ore di gioco, subentra sicuramente un senso di monotonia importante.

Il problema non è causato dal sistema di combattimento in sé, ma dalla struttura dei dungeon che rendono l'esperienza inutilmente tediosa. Le mappe sono costituite praticamente solo da corridoi e vicoli ciechi che passano per saltuarie stanzette, e non stupisce che Milady apprenda un'abilità che permette di velocizzare i movimenti di Ringo nel corso dell'esplorazione. A volte tornare sui propri passi può essere straziante.

Soul Hackers 2, i nemici sono più o meno vulnerabili alle diverse magie
Soul Hackers 2, i nemici sono più o meno vulnerabili alle diverse magie

Non ci son particolari acuti in termini di level design. Qualche dungeon prova a metterci i bastoni tra le ruote con blandi rompicapi ambientali, ma la sensazione è quella di giocare un titolo antiquato, sotto questo aspetto, specie se raffrontato ai virtuosismi dei più recenti GDR targati Atlus. Nel corso dell'esplorazione - peraltro viziata da una fastidiosa angolazione dell'inquadratura, che è possibile regolare solo in parte - i nemici si manifestano sotto forma di ombre informi che possiamo stordire o respingere in tempo reale, qualora volessimo evitare lo scontro o cominciarlo con un piccolo vantaggio. Non potendo sapere quali nemici affronteremo in battaglia, Soul Hackers 2 ci riporta praticamente all'epoca dei combattimenti casuali, che pensavamo di esserci lasciati alle spalle da tempo.

Le dinamiche all'interno dei dungeon, sfortunatamente, incidono anche su uno degli aspetti più divertenti dei megaten, e cioè la Fusione demoniaca. Il giocatore, questa volta, ha un controllo limitatissimo sul reclutamento dei demoni. Sconfiggerne uno con la Tregenda aumenta le probabilità d'incontrarlo, ma bisogna comunque incrociare le dita.

Soul Hackers 2, gli eventi sociali aumentano l'Affiatamento
Soul Hackers 2, gli eventi sociali aumentano l'Affiatamento

Per farla breve, all'inizio di ogni dungeon Ringo invierà i suoi demoni in ricognizione. Li troveremo quindi in giro per la mappa, a fare le veci dei più tradizionali forzieri, ma qualche volta, invece di regalarci denaro o consumabili, ci presenteranno uno dei demoni che si aggirano nel dungeon, concedendoci una possibilità di reclutarlo in cambio di un piccolo sacrificio.

Il sistema di reclutamento è davvero troppo affidato al caso. Non sappiamo se e quando ci capiterà di reclutare un demone, né tanto meno quale demone ci presenteranno i nostri seguaci. Ciò rende la componente collezionistica - e strategica - di Soul Hackers 2 estremamente frustrante. È possibile marcare i demoni incontrati in modo che il gioco segnali i potenziali scontri in cui potremo affrontarli, cosa che torna molto utile anche quando ci sono missioni secondarie che ci mandano a caccia di mostri specifici, ma il meccanismo fondamentale poteva essere calcolato meglio.

Soul Hackers 2, fondere i demoni è sempre molto divertente
Soul Hackers 2, fondere i demoni è sempre molto divertente

Anche perché il reclutamento dei demoni si riflette su altri due aspetti del gameplay, e cioè la microgestione dei COMP e dei Magicristalli. I COMP sono le armi degli evocatori. A un certo punto del gioco si impara a potenziare queste armi con una serie di bonus che non ne migliorano solo l'efficacia, ma che conferiscono anche più competenze nell'uso delle diverse scuole elementali, garantendo all'evocatore la possibilità di equipaggiare Magicristalli di grado superiore. Questi ultimi sono invece degli accessori che possiamo equipaggiare e che potenziano le diverse scuole elementali.

Ci sono Magicristalli che incrementano i danni inflitti dalle magie di Fuoco, per esempio, o che ne riducono il consumo in PM. E i Magicristalli si ottengono crescendo i demoni che, una volta appreso ogni incantesimo, ce ne regaleranno uno a caso. A un certo punto del gioco si sblocca la possibilità di scambiare i Magicristalli in eccesso, ma è chiaro che le limitazioni imposte dall'astruso sistema di reclutamento si riflettono su tutta una serie di dinamiche interessantissime e, in finale, sul sistema di combattimento in toto.

Comparto tecnico e DLC

Soul Hackers 2, i quartieri della città sono strapieni di dettagli
Soul Hackers 2, i quartieri della città sono strapieni di dettagli

È un peccato che a tradire Soul Hackers 2 sia una struttura antiquata e poco ragionevole, perché il comparto tecnico è decisamente più brillante, se non fosse per una problematica che vogliamo affrontare subito: i dungeon, di nuovo. Sono semplicemente brutti. Come abbiamo detto, sono composti da corridoi che si incrociano a formare dei veri e propri labirinti, ma sono anche poco ispirati da un punto di vista meramente visivo.

L'ambientazione urbana imponeva certamente dei limiti, ma lo sviluppatore, in questo senso, non è che si sia sforzato granché, e il risultato è una varietà di ambientazioni che lascia veramente a desiderare, specie se consideriamo il tempo che si trascorre in questi scenari. È un peccato, perché basta mettere il naso fuori dai dungeon, e magari visitare uno dei quartieri della città - accessibili da una semplice mappa a elenco - per essere catapultati in un tripudio di colori sgargianti e dettagli minuziosi.

Soul Hackers 2, la mappa della città
Soul Hackers 2, la mappa della città

Chiusa questa parentesi, Soul Hackers 2 è un titolo che certamente si fa apprezzare. Il character design di Shirow Miwa è convincente, e i demoni di questa iterazione potrebbero essere tranquillamente i nostri preferiti: non hanno cambiato look, ovviamente, ma propongono un livello di dettaglio, nei modelli e nelle animazioni, che non fa rimpiangere minimamente la natura cross-gen del titolo Atlus.

Noi lo abbiamo giocato in versione PlayStation 5, apprezzando anche la possibilità d'impostare una Modalità prestazioni che restituisce una fluidità da 60 fotogrammi al secondo. In realtà, la Modalità grafica non è che migliori l'immagine chissà quanto, perciò vi consigliamo assolutamente di prediligergli il frame rate. La colonna sonora dello studio Monaca di Keiichi Okabe, tra brani pop e musiche molto più evocative, completa un quadro tecnico molto positivo.

Soul Hackers 2, Maschera di ferro è il leader della Cerchia fantasma... e l'ex amante di Milady
Soul Hackers 2, Maschera di ferro è il leader della Cerchia fantasma... e l'ex amante di Milady

Un'ultima parola crediamo la meriti la questione DLC. Atlus ha preso l'abitudine di lanciare i suoi ultimi giochi insieme a una serie di DLC a pagamento che in qualche caso non offrono grandi contenuti e che in qualche altro caso puzzano proprio di contenuti tagliati. Per quanto riguarda i megaten, poi, la compagnia nipponica ha cominciato a vendere alcuni demoni separatamente, magari con le loro missioni secondarie. Era successo in Shin Megami Tensei V e la storia si ripete con Soul Hackers 2.

Pur non sostenendo l'approccio di Atlus - vanno bene i costumi a pagamento, ma i demoni iconici come Mara o la protagonista del primo Soul Hackers, Nerissa, anche no - dobbiamo avvisarvi che questa strategia commerciale non ha affatto influenzato la nostra valutazione dato che, arrivati ai titoli di coda, non abbiamo minimamente avvertito la sensazione che al gioco mancasse qualcosa. E questo è sicuramente positivo.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 5
Multiplayer.it
7.0
Lettori (12)
8.4
Il tuo voto

Soul Hackers 2 vuole probabilmente imporsi come alternativa ai suoi più popolari fratelli maggiori, spogliandosi dei loro caratteristici eccessi per offrire un'esperienza più asciutta e accessibile a tutto tondo. Il risultato non funziona al 100% per il semplice fatto che a tradire il nuovo titolo Atlus sono alcune decisioni davvero poco oculate in termini di level design, che fanno di Soul Hackers 2 un GDR sospeso in un limbo tra passato e presente. Se però certi anacronismi non vi sconfortano, e cercate un nuovo megaten con cui cimentarvi, dategli una possibilità: è un titolo valido, ma ha meno personalità di quello che sembra.

PRO

  • La storia è adulta e affascinante
  • Ottimo sistema di combattimento

CONTRO

  • Dungeon monotoni e ripetitivi
  • È parecchio antiquato sotto diversi aspetti