Qualche tempo fa, in coda a uno dei nostri approfondimenti su Andor, qualche lettore si era lamentato del fatto che Star Wars senza spade laser e poteri della Forza non è propriamente Star Wars, più che altro perché George Lucas al grande pubblico lo ha sempre presentato così. C'è un Universo Espanso di storie come Andor che sfiorano appena quegli aspetti della galassia lontana lontana, ma è pur vero che le armi di Guerre Stellari non sono diventate iconiche per caso. Il quarto capitolo di Ahsoka, insomma, dovrebbe soddisfare tutti quelli che desideravano più Forza e più spade laser in TV: sono quaranta minuti circa di duelli, azione e dilemmi etici che ci riportano alla tradizione di Star Wars e che, finalmente, smuovono una trama che sembrava stesse per arenarsi.
Nella nostra analisi di Star Wars: Ahsoka 1x04, che consigliamo di leggere solo dopo aver guardato l'episodio visto che sarà piena di spoiler, vi spiegheremo come sempre gli snodi cruciali della settimana, soffermandoci su quello che ci ha colpito di più e su quello che ci è piaciuto meno.
Jedi caduto o Jedi caduti?
Carino il gioco di parole del titolo in inglese, "Fallen Jedi", che non si può declinare al plurale: in italiano è stato adattato in "Jedi caduto" e ha perfettamente senso, ma in realtà a cadere, o ad essere caduto, non è un Jedi soltanto. Considerando che il momento clou dell'episodio è il duello tra Ahsoka e Baylan Skoll, potrebbe sembrare che il Jedi caduto sia quest'ultimo: in fondo Baylan è un Jedi che ha preso la sua strada - un po' come Ahsoka, in effetti - e che si è allontanato dai dettami dell'Ordine. Ma il Jedi caduto potrebbe essere anche la sua apprendista, Shin Hati, che sembra essere anche più vicina al Lato Oscuro di lui. E per come si mettono le cose nell'episodio, persino Sabine Wren potrebbe essere il Jedi caduto del titolo, visto che cede alla tentazione e consegna la mappa stellare a Baylan, consentendo così a Morgan Elsbeth di raggiungere l'altra galassia.
Una cosa è sicura: a essere caduta, letteralmente, è anche Ahsoka. La protagonista a fine episodio fa un volo giù dalla scogliera e sembra perdere la vita, salvo poi risvegliarsi in compagnia del Jedi caduto per eccellenza: Anakin Skywalker. Non è la prima volta che Star Wars gioca coi titoli, e "Fallen Jedi" si rifà decisamente alla tradizione: molti spettatori credono che il titolo di Episodio VI, Il ritorno dello Jedi, si riferisca a Luke Skywaker, quando invece il Jedi a tornare è proprio Anakin che abbandona il Lato Oscuro per salvarlo. E infatti lo rivediamo poi sotto forma di fantasma della Forza insieme a Yoda e Obi-Wan Kenobi nell'ultimissima scena del film.
La vera identità di Marrok
Questo colpo di scena è stato sicuramente il momento più debole dell'episodio, dopo settimane passate a ragionare sull'uomo dietro la maschera di Marrok, l'Inquisitore che accompagna Baylan Skoll e Shin Hati. Ahsoka riesce a ucciderlo nel bosco, e a quel punto scopriamo che Marrok probabilmente non era nessuno in particolare: si pensava potesse essere qualche vecchio personaggio di Filoni, tipo Barriss Offee, e qualcuno aveva ipotizzato fosse addirittura Ezra Bridger. Invece era "solo" un ex Inquisitore al servizio di Morgan Elsbeth: il fumo verde che fuoriesce dal suo corpo dilaniato contraddistingue i Fratelli della Notte. I fan più accaniti di Star Wars ricorderanno la fine molto simile di Savage Opress in The Clone Wars, ma in realtà, una volta tanto, noi videogiocatori abbiamo una marcia in più, perché abbiamo combattuto i Fratelli della Notte su Dathomir in Star Wars Jedi: Fallen Order.
Nei giochi targati Respawn, e nel romanzo spin-off Cicatrici di guerra, la potentissima strega Merrin usa la magia delle Sorelle della Notte per rianimare i nemici sconfitti. Possiamo supporre che Morgan Elsbeth abbia fatto lo stesso con Marrok, o che lo abbia semplicemente potenziato con la magia di Dathomir come aveva fatto Madre Talzin col summenzionato Savage Opress. Forse ci siamo fatti troppi castelli in aria, e l'identità di Marrok - per quanto enigmatica, proprio per farci discutere sui social! - ha perfettamente senso nell'economia della caratterizzazione di Morgan Elsbeth, che ha usato la "magia verde" di Dathomir già negli scorsi episodi: sarebbe un dettaglio che rimarca la sua straordinaria pericolosità, ma probabilmente sarà sfuggito agli spettatori occasionali.
Il duello
In realtà, il Capitolo 4 di Ahsoka inscena più di un duello: abbiamo Ahsoka contro Marrok e Sabine contro Shin, poi Ahsoka contro Baylan con un breve confronto tra l'ex Jedi barbuto e la Mandaloriana proprio sul finale della battaglia. Ma il faccia a faccia tra Ahsoka e Baylan è sicuramente il momento cardine dell'episodio e, in generale, uno dei migliori duelli con le spade laser nella storia multimediale di Star Wars. Il merito non è soltanto della sempre bravissima e carismatica Rosario Dawson, ma anche e soprattutto del flemmatico Ray Stevenson che ci regala una delle sue migliori interpretazioni postume: Baylan Skoll è destinato a entrare con prepotenza nell'immaginario di Star Wars per restarci, quindi aspettatevi spin-off a fumetti o romanzi che ci raccontino le sue avventure prima e dopo la fine dell'Ordine dei Jedi.
La coreografia del duello è letteralmente da urlo, con Ahsoka e Baylan che, come due samurai, cambiano frequentemente postura per adattarsi all'avversario, rispettando il canone di Star Wars che, a sua volta, si ispira alla cinematografia orientale e alle arti marziali giapponesi. I super fan di Guerre Stellari avranno sicuramente riconosciuto gli stili di combattimento dai nomi impronunciabili, mentre Ray Stevenson si impone su Ahsoka con una violenza e al tempo stesso un'eleganza fuori parametro. È una battaglia stupenda, misurata e sorprendentemente curata che ci ha tenuto incollati allo schermo fino all'ultimo momento.
Non male anche lo scontro tra Sabine Wren e Shin Hati, che si risolve con una sorpresa. Il regista Peter Ramsey che ha lavorato, fra le altre cose, anche a Spider-Man: Un nuovo universo, lo mette in scena ricordando molto bene chi è Sabine, e cioè una Mandaloriana che è stata addestrata da un Jedi a impugnare la Spada Oscura e che unisce quindi due stili di combattimento molto diversi. Sabine sfrutta i gadget della sua armatura in beskar per difendersi e contrattaccare, tenendo testa a Shin Hati fino alla fine, quando ricorre a un trabocchetto per disarmare l'avversaria: i trailer della serie TV ci avevano fatto credere che sarebbe stato questo il momento in cui Sabine sarebbe finalmente riuscita a usare la Forza - e la telecinesi, nella fattispecie - ma alla fine la storia è stata coerente e la nostra giovane Mandaloriana continua a essere una schiappa. Anche se una schiappa molto, molto astuta.
Purtroppo resta anche un personaggio pieno di conflitti irrisolti che speriamo Ahsoka esplori nei prossimi episodi. Lo scambio con Baylan presso i monoliti ci ha rivelato alcune indiscrezioni fondamentali sul suo passato: l'ex Jedi attinge alla Forza per scavare nei suoi pensieri, e scoprire che Sabine nutre rancore nei confronti di Ahsoka perché una sua decisione - forse maturata dalla mancanza di fiducia nei confronti dell'apprendista - sembrerebbe aver portato, direttamente o indirettamente, allo sterminio della famiglia di Sabine, probabilmente durante la Grande Purga di Mandalore.
Le guest star
Mentre Ahsoka e Sabine affrontano i loro nemici su Seatos, Hera Syndulla disubbidisce agli ordini del Senato per condurre la squadriglia Phoenix all'Occhio di Sion. I fan di Star Wars Rebels avranno probabilmente notato che Hera ora è a capo della squadriglia, e che suo figlio Jacen - la sua età dovrebbe suggerire quanto tempo sia passato dal finale della serie animata, ma qualcosa non torna nel casting - dimostra già un'interessante attitudine alla Forza. Lascia un po' perplessi la presenza di Paul Sun-Hyung Lee nella squadriglia: l'attore torna a interpretare Carson Teva, un pilota della Nuova Repubblica che abbiamo già visto in The Mandalorian e The Book of Boba Fett. Al netto di qualche discordanza cronologica, la sua presenza nella squadriglia ha senso, ma è inutile dire che avremmo voluto vedere Garazeb "Zeb" Orrelios al suo posto, anche perché abbiamo visto Teva insieme a lui proprio in The Mandalorian 3x05.
Forse la nuova serie TV aveva finito il budget per includere un intero personaggio in computer grafica in un episodio già denso di effetti speciali: anche soltanto la partenza dell'Occhio di Sion dev'essere costata molto, ma a quanto pare la Manovra di Holdo è diventata un pallino della Lucasfilm visto che la inscenano con una certa frequenza. Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, si tratta della strategia con cui il vice ammiraglio Amilyn Holdo distrugge il Super Star Destroyer Supremacy del Nuovo Ordine ne Gli ultimi Jedi. In pratica, si fa investire un oggetto nello spazio passando per l'iperspazio: è così che l'Occhio di Sion abbatte mezza squadriglia Phoenix in questo episodio. Ovviamente sono soluzioni narrative che servono a cementificare alcuni concetti per la prossima volta che si vedranno sullo schermo.
Concludiamo la nostra disamina con un'inevitabile riflessione su Hayden Christensen, che torna a interpretare Anakin Skywalker - con un ringiovanimento in computer grafica non troppo convincente, invero - nell'epilogo dell'episodio. Sembrerebbe che il suo fantasma della Forza abbia accolto Ahsoka in una dimensione che ricorda il Mondo tra i mondi visto per la prima volta in Star Wars Rebels, ma ci sentiamo di escludere che Dave Filoni voglia tornare a parlare di viaggi nel tempo, anche perché l'Universo Espanso ci ha spiegato che il Mondo tra i mondi è una dimensione della Forza che assume aspetti e funzioni diversi all'occorrenza.
Il nostro sospetto è che il prossimo episodio di Ahsoka possa essere... terapeutico, per così dire: il colloquio tra "Scheggia" e il suo vecchio mentore "Sky-coso" potrebbe servire a sbloccare il suo conflitto con Sabine, e non è escluso che il Capitolo 5 faccia altrettanto con la Mandaloriana, ora intrappolata in un'altra galassia insieme al nemico. Il minaccioso tema di Darth Vader che echeggia sommessamente sullo stacco prima dei titoli di coda, però, non promette nulla di buono.
Conclusioni
Multiplayer.it
PRO
- Episodio ricco di azione
- Uno dei migliori combattimenti con la spada laser di sempre
- Finalmente la serie ha ritmo
CONTRO
- L'identità di Marrok smonterà molte speculazioni