In fondo è normale che in questi ultimi anni si siano moltiplicate le edizioni rimasterizzate di videogiochi classici. Solitamente sono progetti a basso costo che non richiedono vendite ingentissime per andare in pareggio. Sono quasi il contraltare di ciò che è diventata l'industria dei tripla A, ossia un leviatano che spende quantità enormi di soldi per produrre giochi che faticano a generare profitti, pur a fronte di vendite spesso milionarie. Detto questo, anche nell'ambito delle rimasterizzazioni ci sono studi che hanno dimostrato di saperci fare di più di altri, in particolare per come riescono a modernizzare i classici senza privarli della loro storia, per così dire. Anzi, in alcuni casi si permettono addirittura di arricchirli. Nightdive Studios è forse il miglior studio specializzato in rimasterizzazioni attualmente sulla piazza, reduce com'è dal remake di System Shock e dalle rimasterizzazioni di Quake, Quake II e Turok 3: Shadow of Oblivion Remastered, oltre che di innumerevoli altri lavori.
Supremazia che viene confermata anche dalla nostra recensione di Star Wars: Dark Forces Remaster.
Una remaster rispettosa
Che Star Wars: Dark Forces Remaster sia un progetto più che riuscito lo si capisce dal primo filmato, che appare ben definito, con i personaggi e gli sfondi ridisegnati in modo ottimo e una buona resa anche a risoluzioni elevate. In realtà il plauso non va tanto al filmato (ai filmati, in verità, visto che la bontà del lavoro sarà visibile lungo tutte le sequenze d'intermezzo) o alla sua qualità, quanto al fatto che appare perfettamente amalgamato al gioco, risultato non scontato considerando gli anni che si porta nel codice. Ora chiariamo subito un punto: Dark Forces è uno sparatutto in prima persona del 1995 e come tale va preso. All'epoca DOOM e DOOM 2 erano ancora freschi di pubblicazione, Duke Nukem 3D e Quake sarebbero arrivati solo l'anno successivo, Half-Life era un miraggio e il genere, nel suo complesso, era ancora agli albori. Non vi stiamo dicendo che debba piacervi per forza o che non sia invecchiato. Semplicemente, criticare l'edizione rimasterizzata di Star Wars: Dark Forces perché è Star Wars: Dark Forces ci sembra sbagliato, oltre che svilente per la storia del medium. Se non vi ritrovate in quello che erano gli FPS delle origini, girare alla larga e vivete felici.
Lo sparatutto di LucasArts rimane esattamente ciò che era e che vi abbiamo raccontato in uno speciale dedicato: il tentativo della compagnia, all'epoca tra le più in vista del mondo per la qualità dei suoi giochi, di salire sul carro degli FPS, sfoderando naturalmente la sua proprietà intellettuale più forte. La compagnia ci credeva così tanto che addirittura autorizzò una storia in cui veniva raccontato il furto dei piani della Morte Nera (nel primo livello, oltretutto). No, qui Andor e Rogue One non c'entrano niente. Il protagonista è Kyle Katarn, mercenario al soldo dell'Alleanza Ribelle, che viene impiegato in diverse missioni per scoprire cosa sta architettando l'Impero. Pare che Palpatine e soci abbiano sviluppato un nuovo tipo di soldati, decisamente letali. Ogni scusa è buona per impugnare un blaster e partire all'avventura sparando a tutto lo sparabile (niente spade laser, ci dispiace, quelle arriveranno con Dark Forces 2: Jedi Knight).
Il tutto si tradusse in un clone di DOOM realizzato in modo eccellente, che però manteneva tutte le caratteristiche principali del classico di id Software, a partire dai livelli labirintici e dall'architettura astratta, che richiamava solo in alcuni dettagli gli ambienti che si stavano visitando. Quindi si correva da una parte all'altra di grosse mappe piene di pertugi in cui infilarsi, di chiavi da trovare e di piccoli puzzle da risolvere, che rendevano la progressione decisamente arzigogolata. Naturalmente c'erano tanti nemici da abbattere, tra le solite stormtrooper, droidi di vario tipo, torrette ed esponenti di varie specie della galassia lontana lontana. Per la gioia dei fan, nel corso dell'avventura apparivano anche alcuni personaggi della trilogia originale, come l'immancabile Darth Vader e l'altrettanto noto Boba Fett.
Un'attualizzazione rispettosa
Come già detto, Nightdive Studios è stata rispettosissima verso il Dark Forces originale, mantenendo gli stessi livelli (quattordici in totale), intervallati da brevi sequenze filmate e dai briefing delle missioni, ed evitando forzature di ogni sorta, per riproporre l'esperienza di allora, solo con grafica in alta risoluzione e una serie di accorgimenti per non rendere il gioco completamente repellente per il pubblico moderno. Diciamo che ha lavorato soprattutto sulla qualità della vita, migliorando i controlli via mouse e tastiera, aggiungendo un supporto sensato per i gamepad e introducendo delle opzioni di accessibilità (attivabili a gusto) che sono sempre le benvenute. In questo senso, Star Wars: Dark Forces Remaster appare curatissimo.
Molto riuscita anche la rimasterizzazione grafica, con praticamente tutti gli elementi che sono stati rifatti, dalle texture, agli sprite dei nemici, ai modelli delle armi impugnate da Katarn, pur rimanendo fedeli a quelli originali nel feeling generale. L'obiettivo degli sviluppatori era quello di non creare orrori alzando semplicemente la conta dei pixel e possiamo considerarlo perfettamente riuscito. Per l'occasione, è stato introdotto anche un sistema d'illuminazione moderno, che rende più profonde le ambientazioni e rende più piacevole la resa visiva generale, arricchendo anche i feedback delle armi nei luoghi scarsamente illuminati. Non aspettatevi miracoli, ma il risultato può considerarsi superiore alle aspettative.
Un progetto solido
Un'altra aggiunta di rilievo, che farà felici tutti i curiosi, è la sezione Caveau, accessibile dal menù principale, che contiene aneddoti e materiali relativi allo sviluppo del gioco, dal primo prototipo a come sono stati realizzati i livelli. È un extra, vero, ma uno di quelli che arricchiscono e danno senso a un'operazione simile, perché aiutano a comprendere meglio da dove sia arrivata l'opera originale e perché sia tornata quasi trent'anni dopo.
Impossibile non considerare Star Wars: Dark Forces Remaster come pienamente riuscito. Sicuramente chi ha vissuto quegli anni, videoludicamente parlando, lo apprezzerà di più rispetto a chi è semplicemente alla ricerca di un gioco di Star Wars o di uno sparatutto in prima persona. Detto questo, è un titolo che nell'epoca d'oro dei boomer shooter ha più di qualcosa da dire: giocarci permette di comprendere come mai alcuni rimpiangano quei tempi e quei modi di concepire gli FPS, nonostante tutte le inevitabili limitazioni tecnologiche. Allo stesso tempo, chiarisce anche perché il genere si è evoluto in una certa direzione, così da accogliere un pubblico più vasto: non era per niente facile andare avanti e alcune scelte di design erano quantomeno problematiche per chi non fosse motivatissimo ad andare avanti.
Conclusioni
Star Wars: Dark Forces Remaster mostra per l'ennesima volta l'abilità di Nightdive Studios con le rimasterizzazioni, nonché come dovrebbe essere trattato un classico quando si cerca la via della modernizzazione. Se non vi spaventano gli sparatutto del passato è sicuramente da provare, considerando anche tutto il lavoro fatto per adattarlo ai sistemi moderni e renderlo fruibile con i controller, senza farlo sfigurare.
PRO
- Una rimasterizzazione profonda, ma rispettosa
- Gli elementi rifatti non stonano
- Uno sparatutto veloce e divertente
CONTRO
- Consideratelo solo se tollerate la prima maniera di concepire gli FPS
- Qualche contenuto extra, come fatto con Quake 2, non avrebbe guastato