Fin dal suo annuncio, il primo, vero videogioco realizzato interamente da EA Motive ci aveva stupito per la sua audacia: ipotizzare di lanciare un simulatore spaziale nel 2020, interamente ed esclusivamente dedicato ai combattimenti e basato sulla licenza di Star Wars, ha immediatamente fatto scorrere un brivido di piacere sulla nostra schiena.
Ed è proprio con questa eccitazione che ci siamo lanciati nella stesura di questa recensione di Star Wars: Squadrons perché mai avremmo immaginato di trovarci di fronte a un progetto così lucido e preciso nei suoi obiettivi: un titolo di media entità, venduto a prezzo budget, realizzato da fan sinceri della saga creata da George Lucas, in grado di stuzzicare i ricordi dei giocatori di vecchia data cresciuti a X-Wing vs Tie Fighter e X-Wing Alliance.
Con magari un occhiolino strizzato in direzione di chi sta ancora aspettando Star Citizen oppure non ce la fa più a giocare esclusivamente Elite Dangerous.
Ecco, bisogna avere bene in mente questo concetto: Star Wars: Squadrons non punta a diventare il massimo esponente del genere appoggiandosi a un livello produttivo da Tripla A; il suo obiettivo è intrattenere il giocatore fan di Star Wars offrendo un'esperienza dimenticata da troppo tempo con un pacchetto ben definito di contenuti e rimanendo ben distante dall'idea di "game as a service" che prima ha ucciso e poi fatto resuscitare Star Wars: Battlefront 2.
La storia
Ma andiamo con ordine. Star Wars: Squadrons è ambientato immediatamente dopo gli eventi narrati nella sesta pellicola cinematografica, Il ritorno dello Jedi. La battaglia di Endor con l'annessa distruzione della seconda Morte Nera si è appena conclusa e la Ribellione, ora rinominata in Nuova Repubblica, deve chiaramente fare i conti con un Impero Galattico che è ancora ben lungi dall'essere annientato e che mantiene con vigore il suo pugno di ferro stretto sulle zone più ricche della galassia.
La campagna single player del gioco si apre con la ricerca e il tentativo da parte dell'Impero di scovare e distruggere una serie di navi da trasporto che stanno cercando di fuggire con a bordo i superstiti del conflitto sulla luna di Endor e sarà proprio la spietatezza delle azioni imperiali a mettere in moto la trama a partire dalla defezione di un ufficiale di alto rango che cercherà di unirsi alla Nuova Repubblica.
La storia si svolge attraverso un lungo prologo in 2 parti che funge da tutorial basico e 14 missioni che potranno essere affrontate scegliendo 1 tra 4 diversi livelli di difficoltà, con il minore che permette di godersi la storia senza praticamente alcun tasso di sfida. La particolarità della narrativa è il suo passaggio costante tra i punti di vista delle 2 fazioni all'interno di un arco di trama che procede però in linea retta.
Ci ritroveremo quindi a utilizzare di volta in volta prima l'Impero, poi i ribelli e così via di missione in missione e in funziona della storia, senza che al giocatore venga lasciata la possibilità di scegliere quale fazione utilizzare. Tutto sarà in funzione della storia raccontata e, tramite questo stratagemma, l'intera campagna ci permetterà di prendere confidenza con tutte le navi a nostra disposizione e con i vari sistemi di gioco, con l'idea di rappresentare una sorta di lunghissimo tutorial incrementale in funzione del multiplayer. Consentendoci però di assistere anche a una storia piacevolmente narrata ma senza particolari picchi creativi o geniali. Senza fare alcun tipo di spoiler, possiamo tranquillamente dire che la storia ben si innesta sugli stilemi classici di Star Wars con gli immancabili capovolgimenti di fronte e desideri di vendetta e rivalsa che da sempre hanno contraddistinto il franchise.
Da un punto di vista narrativo, al di fuori di una manciata di cutscene e degli immancabili scambi di battute tra i compagni di volo mentre siamo in partita, la storia viene raccontata attraverso tutta una serie di dialoghi facoltativi che dovremo fare all'interno dei 2 hangar dell'Impero e della Nuova Repubblica che ci ritroveremo a visitare di missione in missione.
Qui potremo assistere al briefing del livello successivo e, per l'appunto, chiacchierare con gli altri membri del nostro squadrone. Il risultato è decisamente anacronistico visto che ci limiteremo a premere un pulsante una volta inquadrato il wingman con l'iconcina di un fumetto sulla testa. Lui o lei diranno le sue battute e noi potremo tornare a guardarci attorno per intercettare un altro compagno che ha qualcosa da dire. Non ci si può muovere, non ci sono dialoghi multipli o qualcosa di più elaborato e stratificato. Sembra quasi di ritrovarsi in una partita di The 11th Hour o qualche altra avventura grafica dei tempi andati.
In termini di longevità, abbiamo impiegato circa 7 ore a completare la campagna al terzo livello di difficoltà, morendo una discreta quantità di volte in un paio di missioni.
Il gameplay
Come detto già in apertura di recensione, Star Wars: Squadrons è un simulatore spaziale interamente focalizzato sui combattimenti, giocabile esclusivamente con visuale in prima persona, dall'interno dell'astronave. I cockpit delle varie navi sono il vero fiore all'occhiello della produzione di EA Motive essendo stati realizzati con un livello di dettaglio e attenzione che possiamo tranquillamente definire maniacali.
Schermi, pulsanti, indicatori, tutto è credibile e coerente, oltre che fedele a quanto visto al cinema, nelle serie e nei fumetti e, soprattutto, al giocatore verrà richiesto di tenere sott'occhio proprio il cruscotto per rendersi conto dello stato della propria nave e dell'obiettivo selezionato. Non ci sono cioè HUD o interfacce su schermo, ma le informazioni sono distribuite proprio attraverso gli elementi del cockpit.
Ognuna delle 2 fazioni ha a disposizione 4 differenti astronavi, ciascuna configurabile nello scafo, nei motori, eventualmente negli scudi e con due differenti armi secondarie assegnate ai dorsali. In aggiunta ogni navicella ha dei laser come arma primaria, anche questi selezionabili tra varie tipologie di energie, e una contromisura attiva per schivare eventuali missili sparati nella nostra direzione.
Laddove in multiplayer la selezione di fazione e nave è completamente a disposizione del giocatore, durante la campagna ci sposteremo di velivolo in velivolo con un preciso setup a seconda della missione, anche se nelle fasi più avanzate della trama, ci verrà lasciata la possibilità di configurare il velivolo a nostro piacimento e di scegliere quale nave utilizzare tra quelle a disposizione.
Ovviamente troviamo tutti i grandi classici di quel preciso periodo storico: Ala-X, Ala-Y, Ala-A e il veicolo di supporto Ala-U per la Nuova Repubblica; Caccia Tie, Bombardiere Tie, Intercettore Tie e il prototipo del Mietitore Tie per l'Impero Galattico. Come è facile intuire, le navi delle 2 fazioni si contrastano a vicenda e avremo quindi un caccia multifunzione, un bombardiere, un velivolo per tattiche "hit and run" e la navicella dedicata ai giocatori che preferiscono dedicarsi a un ruolo di supporto dietro le linee nemiche.
E sempre rimanendo nella tradizione di Star Wars, la navi della ex ribellione sono tutte dotate di scudi e scafi molto leggeri, laddove l'Impero preferisce puntare a caccia molto resistenti e corazzati ma senza alcun tipo di protezione energetica obbligando quindi il giocatore ad adottare strategie di attacco e fuga ben differenti quando si passa da una fazione all'altra.
Una parte integrante della gestione del velivolo mentre si è in missione è nell'assegnazione dell'energia del generatore ai vari sistemi. Attraverso l'uso di tasti specifici, o del d-pad nel caso in cui si utilizzi un joypad, potremo potenziare al volo motori, laser o scudi se il velivolo ne è provvisto. Così facendo non solo avremo una maggiore reattività e potenza del sistema selezionato ma sbloccheremo una sorta di funzione accessoria che modifica ulteriormente la gestione tattica del mezzo.
Potenziando i motori guadagneremo quindi l'accesso a un turbo che potremo attivare a nostro piacimento dopo un certo periodo di carica, gli scudi si sovraccaricheranno generando una sorta di secondo strato di protezione, mentre i laser raddoppieranno la loro longevità permettendoci di sparare molto più a lungo. Il passaggio costante di energia tra i sistemi è un elemento fondante delle meccaniche di gioco avanzate sia in multiplayer che ai livelli di difficoltà più elevati della campagna, insieme alla possibilità di concentrare la potenza degli scudi frontalmente o posteriormente per aiutarci durante l'attacco delle navi più grandi o in caso di fuga disperata.
C'è insomma un elemento tattico e strategico in Star Wars: Squadrons che non va assolutamente trascurato e che anzi rappresenta un gustoso ritorno alle meccaniche più hardcore dei simulatori spaziali.
Il multiplayer
E arriviamo così a parlare dell'altra anima di Star Wars: Squadrons, il multiplayer. Il titolo offre due modalità di gioco. Anche se sarebbe più corretto direi che ne offre una e mezza. Ci sono infatti i duelli spaziali e le battaglie flotta. Nel primo caso parliamo di un semplice team deathmatch 5 contro 5 che vede le 2 fazioni fronteggiarsi all'interno di 6 differenti mappe. La prima squadra che arriva a 20 uccisioni vince.
Le battaglie flotta rappresentano invece il cuore del multigiocatore e, in qualche modo, ereditano il concetto del fronte di battaglia e del combattimento a fasi già visto in Star Wars Battlefront. Nel concreto si tratta di un duello spaziale dove però entrano in gioco anche le navi ammiraglie e quelle di medie dimensioni controllate dal computer, insieme a tutta una serie di caccia guidati dall'intelligenza artificiale che servono a gonfiare artificialmente le numeriche del campo di battaglia.
Il nostro obiettivo sarà quello di sfondare le difese nemiche e poi di assaltare e distruggere la flagship insistendo prima sui suoi sistemi secondari e poi danneggiando irrimediabilmente lo scafo. A gestire avanzata e ritirata c'è un sistema di morale che aumenta o diminuisce man mano che distruggiamo i caccia avversari, o chiaramente che subiamo delle sconfitte, e quando questo morale arriva al massimo o al minimo, appare sulla scena una nave corazzata che, in automatico, tenta l'assalto. Chiaramente starà a noi supportarla o distruggerla generando quelle ulteriori variazioni e dinamiche di gioco che si innestano perfettamente in questa modalità.
La battaglia flotta può essere giocata anche in solitaria, con i bot al posto di amici e avversari, oppure in coop con altri 4 amici a rimpolpare la nostra fazione e con il computer, impostabile su 2 livelli di difficoltà, a fungere da avversario. Ma chiaramente la vera sfida è rappresentata dalla modalità classificata dove sono solo i giocatori a entrare in partita e dove diventa davvero cruciale lavorare di squadra comunicando il più possibile con la chat vocale o, almeno, attraverso il sistema di ping e segnalazione inserito nel gameplay.
Pur avendo partecipato a una lunga sessione di gioco in multiplayer, fatichiamo a dare un giudizio sull'effettiva longevità di questo aspetto di Star Wars: Squadrons. Onestamente sapere già che lo sviluppatore considera "chiusa" e definita tutta l'offerta e non prevede cioè contenuti aggiuntivi o nuovi innesti nel titolo, al di fuori dell'immancabile lavoro di bilanciamento e pulizia, ci ha lasciati interdetti ma anche incuriositi.
Non ce la sentiamo infatti di criticare a priori questa scelta visto che sotto molteplici punti di vista è molto meglio avere un gioco definito e completo fin dal lancio, piuttosto che un titolo che vede la sua maturità solo 1 o 2 anni dopo l'arrivo sul mercato (qualsiasi riferimento a Star Wars Battlefront 2 è puramente casuale). Tuttavia con questo presupposto di design, ci saremmo aspettati un'offerta più corposa: magari la possibilità di configurare il proprio match per creare delle partite personalizzate, oppure vedere implementati dei modificatori che possano alterare la sfida disabilitando determinate tipologie di armi o velivoli o modificando la tipologia e il numero di navi di medie e grandi dimensioni presenti sul campo di battaglia. È indubbio che su questo fronte si sarebbe potuto fare di più.
In termini di collezionabili Star Wars: Squadrons implementa 2 valute: la retribuzione che serve a sbloccare i potenziamenti e gli armamentari secondari di ogni velivolo e la gloria, utile invece ad acquistare tutti gli elementi estetici dei 2 piloti avatar che ci rappresentano in gioco e delle navi che andremo a personalizzare tra decalcomanie ed elementi da posizionare sui cruscotti. Non ci sono microtransazioni di alcun tipo e una volta raggiunto il livello 40 in multiplayer avremo abbastanza retribuzione per sbloccare tutti gli upgrade delle navi.
Gli oggetti più rari sono però legati alle operazioni. Si tratta di una via di mezzo tra le season e i battle pass che troviamo ormai ovunque nei giochi multiplayer: un evento della durata di 8 settimane che può essere completato svolgendo 20 missioni giornaliere e che dà accesso, per l'appunto, a un cosmetico che non potrà essere sbloccato in altra maniera e sarà perso per sempre una volta terminata l'operazione.
Molto interessante e anche furba la scelta dello sviluppatore di abilitare il cross-play totale del multiplayer: questo significa che potrete giocare con i vostri amici a prescindere dalla piattaforma su cui hanno comprato il gioco, compresi anche chi sceglierà di giocare Squadrons in realtà virtuale su PC o su PS4. Risultano perfettamente supportati anche gli HOTAS su tutte le piattaforme.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: Intel Core i5-8600k a 4.3 GHz
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 1080 con 8 GB di memoria
- Memoria: 16 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 10 a 64 bit
Requisiti minimi
- Processore: AMD Ryzen 3 1300x o Intel i5 6600k
- Scheda video: AMD Radeon HD 7850 o NVIDIA GeForce GTX 660
- Memoria: 8 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 10 a 64 bit
- Spazio su disco: 40 GB
Requisiti consigliati
- Processore: AMD Ryzen 7 2700X o Intel i7 7700
- Scheda video: AMD Radeon RX 480 (non VR) o AMD Radeon RX 570 (per VR) oppure NVIDIA GeForce GTX 1060 (non VR) o NVIDIA GeForce GTX 1070 (per VR)
- Memoria: 16 GB di RAM
La grafica
Prima di arrivare al commento finale della recensione, è essenziale spendere qualche parola anche in merito all'aspetto tecnico e alla grafica di Star Wars: Squadrons. Su questo fronte il lavoro di EA Motive è assolutamente encomiabile. Non solo gli scenari di gioco sono eccezionali e colmi di elementi su schermo, ma anche e soprattutto le navi rappresentano un meraviglioso esempio di attenzione ai dettagli.
I cruscotti, i modelli, alcuni piccoli aspetti come la luminescenza degli scudi delle navi ammiraglie oppure i detriti che rimangono nello spazio dopo una grande esplosione, rendono il titolo davvero bello da vedere e giocare.
Un bello che si trasforma in una vera e propria esaltazione estetica durante le scene di dialogo della campagna single player: la furbata di rendere queste sezioni di gioco praticamente non interattive ha permesso al team di sviluppo di spingere fortissimo sulla qualità dei modelli dei personaggi e, soprattutto, sulla resa di vestiti e oggetti con un risultato su schermo che farà provare più di qualche orgasmo ai veri fan di Star Wars che, mai come in questo gioco, potranno notare un'attenzione ai dettagli davvero incredibile.
A completare il tutto troviamo una componente sonora praticamente perfetta e coerente con tutto quello a cui ci ha abituato il franchise tra soundtrack ed effettistica varia, mentre sul fronte del doppiaggio dobbiamo segnalare che il gioco è esclusivamente in inglese con i sottotitoli in italiano. Buona ma non eccezionale la recitazione degli attori.
In termini puramente di ottimizzazione, con la configurazione di prova siamo riusciti a giocare alla perfezione in Full HD con i dettagli impostati sul preset Ultra, il massimo possibile, senza alcun tipo di scatto vistoso o glitch grafico.
L'unico, reale problema che ci sentiamo di segnalare è quello riguardante l'intelligenza artificiale che, purtroppo, si è dimostrata spesso al di sotto delle aspettative. Non tanto per l'incapacità di generare una sfida sensata, anzi su questo fronte il lavoro svolto da EA Motive è fin troppo aggressivo visto che al massimo livello di difficoltà, oppure nel multiplayer in solitaria, avrete moltissimo filo da torcere. È la gestione del pathfinding delle navi nemiche ad averci lasciati dubbiosi.
Vi capiterà spessissimo di vedere i caccia avversari infilarsi in strettoie o passaggi per poi rimanere incastrati o immobilizzati; così come in svariate occasioni li vedrete schiantarsi contro degli asteroidi e, nel caso in cui non esplodano, rimanere bloccati lì in attesa della vostra sventagliata inesorabile di laser. Anche le loro routine di attacco non risultano mai particolarmente geniali ma focalizzate su 3-4 tattiche che tenderanno sempre a ripetere risultando ben presto prevedibili.
Conclusioni
Star Wars: Squadrons è l'esempio perfetto delle produzioni medie che vorremmo tanto rivedere sul mercato. Un simulatore spaziale puro e duro affiancato a una licenza di grandissimo valore e che mantiene con coerenza le sue promesse, soddisfacendo le aspettative dei giocatori. Il tutto arrivando sul mercato a un prezzo budget. Una campagna single player non particolarmente lunga e una certa povertà di modalità in multiplayer potrebbero non renderlo molto longevo, specie tenendo conto della volontà dello sviluppatore di non trasformare il progetto in un "game as a service", ma questo non pregiudica la buona riuscita dell'esperimento di EA Motive che anche sul fronte tecnico, a parte le sbavature dell'intelligenza artificiale, riesce a stupire per la sua maniacale attenzione al dettaglio.
PRO
- Una storia in linea con gli stilemi di Star Wars
- Gameplay simulativo e tattico estremamente soddisfacente
- Tecnicamente eccellente...
CONTRO
- ...ad eccezione di alcuni problemi che affliggono l'intelligenza artificiale
- Quanti lo staranno ancora giocando in multiplayer a Natale?