Proprio in questi giorni abbiamo notato il commento di un lettore che auspicava di vedere in TV più storie sui Jedi, la Forza e il Lato Oscuro. In un certo senso, Star Wars: Tales of the Jedi è proprio quello che desiderava. Fortemente voluta da Dave Filoni - che, per chi non lo sapesse, è la mente dietro The Clone Wars, Rebels, The Mandalorian e The Bad Batch - Tales of the Jedi è una miniserie in sei brevi episodi che racconta i retroscena della trilogia prequel e risponde ad alcune domande che hanno assillato i fan per anni. Per esempio, quand'è che Ahsoka si è unita alla resistenza per poi diventare la Fulcrum di Star Wars: Rebels? Oppure, che fine ha fatto Yaddle, la "Yoda femmina" che compariva brevemente in Episodio I e poi non si vedeva più? E dov'era Dooku prima di Episodio II?
Tales of the Jedi nasce proprio dalla volontà di Filoni di rettificare le storie di Star Wars che George Lucas aveva lasciato in sospeso mentre scriveva i primi tre Episodi: è un'operazione di revisionismo cominciata in The Clone Wars che continua a definire l'immaginario di Star Wars, conferendogli maggiore coerenza narrativa per chi è attento a questo tipo di dettagli. Nella nostra recensione di Tales of the Jedi vi racconteremo cosa ci ha convinto e cosa no della miniserie che potete trovare su Disney+ già da qualche giorno.
Attenzione, perché da qui in poi ci sarà qualche piccolo spoiler sugli eventi della miniserie.
I primi tre episodi
La nuova miniserie di Star Wars si sbocconcella in poco più di un'oretta e mezza: ogni episodio dura infatti tra i 15 e i 20 minuti al massimo e racconta i diversi momenti nella vita di due personaggi quasi del tutto agli antipodi, Ahsoka Tano e il Conte Dooku di Serenno. La miniserie comincia infatti proprio con la nascita di Ahsoka nell'episodio "Vita e morte". Oggi la Togruta è uno dei personaggi più amati nell'universo multimediale di Star Wars e si appresta ad avere una serie TV tutta sua nel 2023, in cui sarà interpretata ancora una volta da Rosario Dawson, che ha indossato i suoi panni in live action prima in The Mandalorian e poi in The Book of Boba Fett. Tuttavia, questo successo Ahsoka se l'è dovuto proprio conquistare: infatti, non è sempre stata così popolare.
Creata intorno al 2008 per il lungometraggio animato Star Wars: The Clone Wars col contributo di George Lucas, Ahsoka Tano doveva essere la petulante apprendista di Anakin Skywalker e servire a definire meglio la crescita del Prescelto tra Episodio II ed Episodio III. Il riscontro nei confronti della giovane Togruta non fu esattamente positivo, ma nel corso delle varie stagioni di The Clone Wars e Rebels, Filoni ha operato un lavoro di caratterizzazione come pochi altri in questo medium, trasformandola in una delle eroine più iconiche della nostra generazione.
Tales of the Jedi ci svela che Ahsoka è stata affine alla Forza fin da piccolissima, mettendo in scena alcune vecchie idee sui suoi retroscena che non si erano mai concretizzati in TV. Il primo episodio è anche una breve ma splendida finestra sulla cultura Togruta del pianeta Shili, ma dobbiamo ammettere che non è la migliore presentazione possibile per la miniserie: al di là della direzione artistica sopraffina, l'episodio è caratterizzato da animazioni e modellazioni 3D non proprio al top della Lucasfilm Animation. Però dobbiamo ammettere che ci ha fatto sorridere come abbiano riciclato i versi di Grogu per dare voce alla piccola Ahsoka: sentire per credere, sono identici.
In realtà, sono i primi tre episodi ad essere abbastanza deboli, sebbene il terzo offra già degli spunti di riflessione molto interessanti. Dopo il primo episodio, infatti, la storia sposta i riflettori su Dooku, che nel secondo episodio, "Giustizia", vediamo in un'inedita versione molto più giovane e sbarbata, in compagnia di Qui-Gon Jinn quando ancora era suo Padawan: i due sono incaricati di salvare il figlio di un senatore, ma le cose non stanno come sembra e Dooku già ci mostra il suo avvicinamento al Lato Oscuro.
Per inciso, sebbene il doppiaggio italiano sia eccellente, con uno strepitoso Stefano De Sando nei panni di Dooku, quello originale impiega in continuità le stesse voci delle precedenti serie animate, e quindi ritroviamo proprio Liam Neeson a doppiare Qui-Gon Jinn, Matt Lanter nei panni di Anakin nel penultimo episodio, Ashley Eckstein in quelli Ahsoka e Corey Burton a sostituire il compianto Christopher Lee per il Conte di Serenno. Ma che Tales of the Jedi sia in continuità con le altre opere di Dave Filoni si nota anche visivamente, poiché impiega la stessa computer grafica stilizzata, rinnovata però alla maniera di The Bad Batch e The Clone Wars: Stagione 7, e quindi con un generale snellimento delle proporzioni e l'impiego di un'effettistica più definita e una colorazione maggiormente pastello.
Se il secondo episodio serve soprattutto a dimostrarci come Dooku fosse troppo... drastico già da giovane, ma non aggiunge moltissimo alla sua caratterizzazione, il terzo episodio, "Scelte", invece raddrizza la traiettoria della miniserie raccontandoci una breve avventura di Mace Windu e Dooku, incaricati di far luce sulla morte di una Maestra Jedi. Se già qui le animazioni appaiono nettamente migliori rispetto ai due episodi precedenti, è il rapporto tra Mace e Dooku a definire non solo i due personaggi - il primo fin troppo ligio al dovere, il secondo sempre più diffidente nei confronti del Consiglio - ma anche la galassia in cui si muovono, ormai nella stretta della piovra politica. È un episodio abbastanza importante perché ci svela il momento e il modo con cui Mace Windu è entrato nel Consiglio dei Jedi, oltre a mostrarci alcuni aspetti inediti del Tempio di Coruscant, come la camera delle sepolture.
Gli altri episodi
Fino al terzo episodio, Tales of the Jedi è una miniserie bellina ma non particolarmente esaltante. La seconda metà, però, è di una caratura decisamente superiore. Il quarto episodio, "Il Signore dei Sith", è anche l'ultimo a incentrarsi su Dooku: siamo alla fine di Episodio I, Qui-Gon Jin è appena morto e Dooku affronta il lutto a modo suo, ma a questo punto è già in combutta col Senatore Palpatine, che si nasconde sotto il cappuccio del Signore dei Sith, Darth Sidious. A sospettare dello strano atteggiamento di Dooku è Yaddle, una Maestra Jedi appartenente alla mai nominata specie di Yoda che ha una storia molto particolare alle spalle. Yaddle, infatti, compariva nel Consiglio dei Jedi di Episodio I quando Qui-Gon Jinn presenta il piccolo Anakin, ma in realtà la sua "marionetta" era stata costruita senza un motivo particolare da un artista della Lucasfilm per rappresentare Yoda da giovane. A George Lucas, però, piacque così tanto che la volle ne La Minaccia Fantasma, salvo poi scordarsi della sua esistenza nel resto della trilogia prequel.
Le avventure di Yaddle sono state raccontate in seguito nei fumetti e nei romanzi dell'Universo Espanso, soprattutto nelle recenti storie dell'Alta Repubblica, ma Tales of the Jedi mette un punto fermo - e prevedibile - sul mistero della sua scomparsa nei film, inscenando anche un duello avvincente e suggestivo. Già in questo episodio la regia appare molto più solida, e la colonna sonora di Kevin Kiner, alternata ai temi iconici di John Williams, mette l'acceleratore sulla tensione e l'inquietudine nell'animo di Dooku.
Gli ultimi due episodi della miniserie tornano a concentrarsi su Ahsoka, che nel frattempo è cresciuta ed è diventata Padawan di Anakin Skywalker. Siamo tra Episodio II ed Episodio III, e quindi nel pieno dell'era delle Guerre dei Cloni, e Ahsoka si addestra con gli assaltatori nell'unità di Anakin per diventare più abile nella spada laser. Al di là del fatto che è stato bello rivedere il giovane Anakin e Obi-Wan Kenobi, l'episodio "La pratica rende perfetti" ci mostra un inedito aspetto dell'addestramento di Ahsoka che mette in luce non tanto la sua determinazione, ma anche il... lato oscuro - scusate il gioco di parole - di Anakin nel ruolo di mentore, che sembra preludere alla formazione dei suoi Inquisitori e che ricorda l'addestramento di Starkiller nei giochi non più canonici della serie Il potere della Forza.
Il bellissimo montaggio dell'addestramento segue peraltro la crescita di Ahsoka nel corso degli anni, fino agli eventi culminanti nel finale di The Clone Wars. Dave Filoni sembrerebbe chiudere il cerchio col botto, ma c'è un ultimo episodio intitolato "Coda" che conclude Tales of the Jedi e che racconta brevemente la vita di Ahsoka subito dopo Episodio III: La vendetta dei Sith, e che si apre col funerale di Padmé Amidala su Naboo. È l'episodio in cui compare il terrificante Inquisitore del trailer: l'episodio è visivamente incredibile, ma dobbiamo ammettere che lo scontro con Ahsoka è davvero anticlimatico, sebbene stabilisca fermamente l'abilità che la Jedi ha maturato nel corso delle sue ordalie.
Se dovessimo valutare gli episodi uno per uno, potremmo dire che il quarto episodio, tutto incentrato sul definitivo passaggio di Dooku al Lato Oscuro, è stato sicuramente il nostro preferito, seguito dal quinto con l'addestramento di Ahsoka. Tales of the Jedi è una serie davvero significativa, se si ama l'Universo Espanso di Star Wars, ma difficilmente comprensibile se si conoscono poco i film, The Clone Wars e certi misteri rimasti irrisolti per così tanto tempo che molti spettatori più casual li hanno sicuramente dimenticati. Per certi versi sembra quasi un esercizio di scrittura di Dave Filoni, ma il concept è davvero interessante e ci piacerebbe vedere qualche altra stagione che si concentri su Jedi meno famosi o di cui comunque sappiamo poco. In effetti, sarebbe il format ideale per portare in TV i Jedi dell'Alta Repubblica, un'iniziativa interessantissima che per il momento è rimasta confinata ai romanzi e ai fumetti e che meriterebbe l'attenzione del grande pubblico.
Conclusioni
Multiplayer.it
8.0
Tales of the Jedi è un gran bell'omaggio ai super appassionati di Star Wars che stanno attenti ai minimi dettagli e cercano sempre di scoprire di più sui loro beniamini della galassia lontana lontana. Superata qualche incertezza nelle animazioni dei primi episodi, la miniserie è visivamente sontuosa - se vi piace lo stile di The Clone Wars, ovvio - e offre alcuni momenti di grande impatto, ma non si rivolge a tutti e, nelle battute finali, risulterà quasi del tutto incomprensibile a chi non ha mai visto gli altri show in computer grafica.
PRO
- La seconda metà è magnifica
- Risolve alcuni misteri della trilogia prequel
CONTRO
- I primi episodi sono più deboli anche tecnicamente
- Se non avete mai visto The Clone Wars faticherete a seguirla