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Starship Troopers - Recensione

Se il romanzo di Heinlein non vi è bastato, se il film di Paul Verhoeven non vi ha coinvolto abbastanza, Empire vi dà l'opportunità di sfogare il marine spaziale che c'è in voi, arruolandovi nella Fanteria Spaziale.
Coraggio, il servizio garantisce la cittadinanza, non esitate a far parte del prestigioso corpo dei Leoni!

RECENSIONE di Luca Paladino   —   26/11/2005
Starship Troopers
Starship Troopers
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Fanteria multimediale

Quando Robert Heinlein scrisse, nel lontano 1959, il suo Fanteria dello Spazio, mai avrebbe potuto immaginare la portata di cui avrebbe goduto un giorno la sua opera, esaltata dalla potente cassa di risonanza multimediale.
I detentori dei diritti, infatti, si devono essere ben accorti di avere fra le mani un brand dalle grosse potenzialità: dopo due film, infatti, adesso è in arrivo il secondo videogame!
Gli ingredienti ci sono tutti: marine supercorazzati, milioni di orribili alieni dalla forma di insetto, astronavi ed uno scenario bellico completo e strutturato. Se mescolati con bravura, il cocktail sarà sicuramente esplosivo.

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ATTERRAGGIO!

La trama è semplice: il pianeta Hesperus, una volta fiorente colonia mineraria, è caduto nelle grinfie degli insetti e occorre riconquistarlo. Con questo compito, viene inviata in orbita una flotta, con un nutrito contingente di marine ai quali si aggiunge un manipolo di supersoldati: i leoni.
In qualità di leone fresco di addestramento, entriamo in gioco noi proprio nel momento cruciale. Senza specificare come e quando, ci ritroviamo quasi subito sulla superficie del pianeta, col nostro bel fucilino e pronti all'azione.
Sin dai primi istanti si notano (ed è impossibile non notarlo) i geni che arricchiscono il dna del nostro gioco. I marine che combattono al nostro fianco, le battute salaci ed i commenti drammatici, lo scudo d'energia che protegge la nostra salute e si ricarica quando colpito, tutto questo non può non ricordare Halo, mentre le atmosfere buie, rischiarate dal debole raggio della torcia, gli alieni xenomorfi e le strutture abbandonate e decadenti non possono non rievocare echi di Aliens e, di conseguenza, della serie AvP. Nei cromosomi del nostro leone ci sono geni importanti, dunque.
Ma non divaghiamo, siamo appena atterrati e davanti ai nostri occhi si estende un panorama ostile...

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Il ruggito del Leone

Hesperus è un mondo ostile, arido e roccioso e sembra essere più confortevole per gli aracnidi che per l'uomo. Rocce e deserti sono dovunque, ma soprattutto anfratti da cui emergono senza sosta ondate infinite di nemici.

saremo ricoperti da capo a piedi delle verdi viscere dei disgustosi ragnacci, alla fine di ogni missione

Il ruggito del Leone

La caratteristica primaria di Starship Troopers è la quantità enorme di insetti che sbucheranno sullo schermo in ogni istante. Le pause fra uno scontro e l'altro sono ridotte all'osso e per contrastare queste aggressioni dovremo fare affidamento sul nostro equipaggiamento di soldati. Equipaggiamento stranamente assortito, invero, ma vediamo con ordine.
L'arma d'ordinanza è un fucile automatico con lanciagranate. La caratteristica di tale arma è che ha munizioni infinite, ma dopo un po' si surriscalda e ci tocca togliere il dito dal grilletto. Le granate non sono molto potenti ma sono sufficienti a sfoltire gruppi di insetti un po' troppo audaci. Da usare con parsimonia perchè, naturalmente, sono poche.

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Il ruggito del Leone

A stupire è la ridondanza di alcune armi: sappiate che ci sono due fucili identici, salvo che per lo sparo secondario, inoltre la maggior parte delle armi sono tutte automatiche. Salvo poche eccezioni, avremo il fucile automatico di base, un fucile automatico con proiettili perforanti (utilissimo contro gli insetti tigre), oltre al fucile da cecchino abbiamo un altro fucile automatico ma con lo zoom ed infine abbiamo un ennesimo fucile automatico con cadenza di fuoco particolarmente alta. Non c'è male, vero? Per fortuna, gli amanti degli armamenti tradizionali potranno ancora contare sull'immancabile fucile a pompa, su un paio di lanciarazzi e sul fucile da cecchino classico.
Ovviamente, data l'enorme quantità di proiettili spesi durante gli scontri, è imperativo che sparsi per le mappe ci siano degli adeguati rifornimenti. Se per quanto riguarda i kit medici c'è una preoccupante scarsità, per le munizioni invece ci troviamo di fronte ad una scelta decisamente da apprezzare: nell'economia dei proiettili spesi, troveremo in giro delle casse con munizioni infinite, da cui approvvigionarci ogni volta che ne avremo bisogno. Per fare un esempio pratico, immaginate di essere da soli all'interno di un cratere, circondati da un centinaio di scarafaggi bavosi attratti dal vostro gustoso sapore, immaginate che ad un certo punto, mentre state mietendo vittime, sentite il click del fucile scarico... ecco, questo non potrà capitare mai, perchè in quel cratere ci sarà sicuramente, da qualche parte, una bella cassa con le munizioni sempre pronte per un paio di armi.

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Il ruggito del Leone

Se non l'aveste capito, sul campo di battaglia sarà proprio come nel film, "insetti, signore, a milioni". Certo non saranno davvero milioni, ma l'impressione è proprio quella: saremo ricoperti da capo a piedi delle verdi viscere dei disgustosi ragnacci, alla fine di ogni missione. Ne abbiamo di tutti i tipi: guerrieri, guerrieri corazzati, libellule, insetti piccoli ed insetti grandi, oltre agli insetti enormi, abbiamo insetti che caricano a testa bassa, altri che sputano plasma, altri che sputano fiamme, altri ancora che accecano. Insomma, ce n'è per tutti i gusti.
A spingerci avanti verso il nemico è, oltre al senso del dovere, tutta una serie di missioni creata apposta per inzaccherare la nostra tutina militare nuova. Si va dal proteggere tecnici incoscienti nel bel mezzo di un assalto nemico, al distruggere postazioni avversarie, al recupero di ufficiali sperduti e così via.
Possiamo dire che i game designer hanno messo in atto tutti i più collaudati trucchi del mestiere. Ci sono gli eventi che scattano quando il giocatore compie determinate azioni, ci sono le fasi a tempo (odiosissime!), ci sono le postazioni fisse da utilizzare di tanto in tanto e, immancabilmente, ci sono gli ordini del superiore che ci porterà avanti e indietro per Hesperus. Alcune soluzioni sono ingegnose, altre prevedibili. Pensate che ad un certo punto sarete costretti a rimanere fermi sotto l'incessante attacco di un'orda di insetti inferociti.

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Se ha più di due zampe, uccidetelo!

In questa frase è racchiuso tutto lo spirito del gioco: un massacro senza sosta infarcito del cinico ed irriverente spirito militaresco proprio come nel film.
Alcuni dei personaggi che incontreremo saranno odiosi, al punto di farci desiderare di ucciderli pure se hanno solo due gambe (chi ha detto Psi-Ops?), ma il 99,9 periodico percento dei nostri proiettili andranno in direzione degli insetti. E questa è, purtroppo, la limitazione principale del gioco.

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spesso l'adrenalina vacilla pericolosamente sul baratro della noia

Se ha più di due zampe, uccidetelo!

I livelli all'aperto si alternano con quelli al chiuso con equilibrata scelta e le missioni sono studiate sempre in maniera tale da portarci al centro dell'azione senza tempi morti, purtuttavia questa varietà non si ripercuote nel gameplay, che in alcuni momenti risulta ripetitivo al punto che spesso l'adrenalina vacilla pericolosamente sul baratro della noia.
Se già avanzare facendosi largo fra centinaia di nemici può presto stufare, trovarsi a combattere i lunghissimi scontri contro gli insetti più grossi diventa decisamente estenuante.
Fortunatamente, dopo i primi stressanti livelli, una maggior presenza dell'elemento esplorativo, intervallato da brevi fasi d'azione, riesce a dar vita ad un'atmosfera più tesa e drammatica.
In questo caso siamo spesso accompagnati dagli immancabili marine, i quali fanno sfoggio di una IA piuttosto piatta e semplificata, ma capace di fare il suo dovere, in fondo sono solo carne da cannone già fuori dalla scatola.

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una maggior presenza dell'elemento esplorativo, intervallato da brevi fasi d'azione, riesce a dar vita ad un'atmosfera più tesa e drammatica

Un mondo roccioso

Finora abbiamo parlato di tante cose ma non abbiamo analizzato l'aspetto tecnico di questo Starship Troopers. Il gioco è costruito sul motore SWARM, responsabile del rendering di tutti gli insetti che appaiono sullo schermo, arricchendo il resto con effetti speciali ed ombre dinamiche.
Gli effetti di rifrazione attraverso vetri e minerali sono a dir poco stupendi ed altrettanto belli gli effetti di abbagliamento, per non parlare di quando vedremo il plasma eruttare dal corpo di insetti colossali e poi abbattersi a terra. Insomma, i ragazzi di Strangelite hanno dimostrato di sapere usare bene gli shader.

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Un mondo roccioso

Di tutt'altra pasta, però, sono le prestazioni che questo SWARM è in grado di presentare, rivelandosi purtroppo pesante a tal punto che risulta quasi impossibile abilitare ogni forma di ombra anche su macchine di potenza medio/alta ed è stato imperativo, evidentemente, creare modelli spigolosi e grezzi, per mantenere ridotto il conteggio dei poligoni generati.
E infatti, i modelli dei marine, delle dropship e delle varie strutture sono sgradevolmente angolosi, in netto contrasto con la bellezza degli effetti. Insomma, gli effetti sono belli, ma la grafica sa di vecchio (sembra un gioco di un paio d'anni fa) e per giunta il frame rate è ingiustificatamente basso, giocabile ma basso.

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Configurazione di prova

Per provare Starship Troopers abbiamo usato una macchina che si colloca in una fascia medio/alta, a renderla media è la presenza di una scheda video non proprio dell'ultima generazione, ma che resta comunque un'onestissima macina poligoni dotata di un buon quantitativo di memoria.
Ecco le specifiche tecniche:

  • CPU: Athlon 64 3200+
  • RAM: 2 GB
  • Video: Radeon 9800Pro 256

Commento finale

Chi si aspettava una rivelazione resterà deluso. Starship Troopers è uno shooter onesto che non aggiunge nulla ma, piuttosto, rimescola quanto di buono è stato fatto in passato, alternando alti e bassi ma, tutto sommato, con risultati abbastanza convincenti.
I pregi e i difetti sono quelli già visti, il gioco offre momenti di spettacolarità e poi si ritrae su sè stesso mostrando le sue debolezze. Alternando adrenalina e noia, purtroppo, la ripetitività dello schema di gioco può facilmente prendere il sopravvento e stancare il giocatore. Per noi italiani, poi, l'esperienza di gioco subisce un'altra mazzata a causa di un doppiaggio inadeguato, in cui si distingue solo la buona voce narrante del nostro superiore, mentre si raggiungono momenti imbarazzanti con alcune voci talmente caricaturali da risultare grottesche (ascoltate i tecnici e l'ufficiale Psi-Ops). Più che un valore aggiunto, il doppiaggio è un valore sottratto. Amen.
In conclusione, Starship Troopers è un gioco onesto e piacevole, ma costantemente in bilico fra divertimento e ripetitività ed afflitto da qualche magagna di troppo nel comparto grafico.
Farà felici i fan dei film, ma potrà far storcere il naso ai giocatori più esigenti, che magari si aspettano qualcosa di più, soprattutto in questo periodo ricco di grossi calibri del genere.

Pro

  • E' come il film
  • Begli effetti speciali
  • Tanti nemici da massacrare
Contro
  • Troppo ripetitivo
  • Grafica pesante e spigolosa
  • Doppiaggio (ahimè) insufficiente
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Gli ingredienti ci sono tutti: marine supercorazzati, milioni di orribili alieni dalla forma di insetto, astronavi ed uno scenario bellico completo e strutturato. Se mescolati con bravura, il cocktail sarà sicuramente esplosivo.