Starship Troopers - Fanteria dello spazio è uno di quei film che non fece faville al cinema, nonostante la fama del regista Paul Verhoeven, che con Atto di Forza aveva fatto un colpaccio, e nonostante il grosso budget speso per produrlo. Anche la critica fu piuttosto tiepida nei suoi confronti, tanto che il destino della pellicola sembrava essere l'oblio. Grazie al mercato casalingo però, con gli anni riuscì a recuperare terreno e divenne un'opera di culto, rivalutata un po' da tutti, critica inclusa e capace di dare vita a diversi seguiti.
Non è riuscito a diventare un marchio enorme come uno Star Wars o altri, ma se oggi state leggendo la recensione di Starship Troopers: Terran Command è perché evidentemente anche la guerra tra umani e aracnidi è riuscita a trovare un suo posto nell'immaginario collettivo.
Chi sono i buoni?
Se abbiamo parlato del film e non del libro Fanteria dello spazio di Robert A. Heinlein, da cui il film è tratto, è perché il gioco si rifà direttamente alla pellicola, con la sua rappresentazione satirica di un certo militarismo di stampo nazista e la visione di un'umanità asservita fisicamente e mentalmente alle mire espansionistiche di governi totalitari. Non per niente la prima scena era un adattamento di una sequenza de Il trionfo della volontà di Leni Riefenstahl, il più famoso documentario di propaganda del Terzo Reich.
Ma stiamo divagando. Il titolo di The Aristocrats, studio specializzato in strategici, noto tra gli appassionati per la serie Order of Battle, è incentrato ovviamente sulla guerra dell'umanità contro gli aracnidi, una razza aliena che viveva pacificamente finché i terrestri non hanno deciso di colonizzare il pianeta Kwalasha per sfruttarne le risorse.
Da bravi parassiti, gli esseri umani non ci pensano due volte prima di dichiarare guerra a qualunque cosa gli sia da ostacolo nell'appropriarsi di risorse che non gli appartengono, cercando di farla passare per una battaglia di civiltà e democrazia. Così eccoci pronti a guidare la fanteria mobile in una campagna militare su vasta scala in cui cercheremo sostanzialmente di sterminare quella che è a tutti gli effetti la popolazione indigena del pianeta, così da poterne succhiare indisturbati la linfa vitale. Bello vero?
Le missioni
Starship Troopers: Terran Command è uno strategico in tempo reale single player in cui dovremo superare una serie di missioni che compongono la campagna principale, usando di volta in volta tutte le risorse messe a nostra disposizione. A differenza di altri titoli dello stesso genere, non dovremo andare in giro a raccogliere legna o sassi per costruire delle basi e accumulare truppe, ma dovremo girare per le mappe reagendo a ciò che ci troveremo di fronte e usando la nostra forza militare per spazzare via gli aracnidi, infilandoci nelle loro tane dopo averne sterminato la popolazione. In totale ci sono circa venti missioni, rigiocabili anche in modalità scenario dopo averle sbloccate nella campagna. Non c'è alcuna modalità multiplayer, ma ci sono cinque livelli di difficoltà selezionabili per ogni mappa, che incrementano non poco la vita del gioco, nel caso ci si lasci prendere dalla sua formula.
Le missioni vengono introdotte da filmati ben realizzati che servono per far acclimatare il giocatore con lo scenario, offrendogli scampoli della spietatezza della propaganda, il motore principale delle nostre azioni. Il gioco in sé di primo impatto sembra essere un RTS molto classico, ma la particolarità degli avversari principali lo rende abbastanza peculiare nelle sue dinamiche.
Di base abbiamo un certo numero di truppe a disposizione fin dall'inizio, aumentabili chiamando rinforzi tramite radio dopo aver conquistato centri di comunicazione e casse di rifornimento (queste ultimi consentono di aumentare il numero di unità richiamabili). Formato il nostro esercito, con la classica fanteria armata di fucili d'assalto, con unità armate di lanciafiamme capaci di piazzare anche delle torrette, con cecchini, con unità armate di lanciarazzi e con quant'altro, bisogna cercare di raggiungere gli obiettivi segnalati di volta in volta, spesso molteplici per ogni mappa. Di solito tra il dire il fare ci sono centinaia di aracnidi da abbattere.
In effetti la maggior parte delle battaglie, tranne quelle contro altri esseri umani (che si aggiungeranno ai nemici con l'avanzare del gioco), sono sostanzialmente giocate sul posizionamento e sulla resistenza. Ossia per respingere le ondate nemiche bisogna riuscire a fruttare le strozzature presenti nelle mappe, nonché le alture, così da avere una mira migliore sui bersagli. Sbagliare il posizionamento significa che i nemici avranno buon gioco di arrivare subito alla gola dei nostri soldati, facendoli fuori in un colpo solo. Gli aracnidi di loro possono essere dei guerrieri semplici, degli spitter, ossia degli insettoni capaci di sputare acido, dei tiger, sostanzialmente dei guerrieri ultra resistenti, dei tank, cioè degli insetti grossi, potenti e molto resistenti e altri ancora. Come dicevamo più avanti nel gioco spuntano anche delle truppe di umani ribelli a darci addosso, equipaggiate più o meno come i nostri uomini.
La forza del design
Il punto di forza di Starship Troopers: Terran Command rispetto agli altri strategici in tempo reale è nel design delle mappe, che mostra in modo evidente la concezione esclusivamente single player del gioco. Normalmente negli RTS le mappe sono dei campi di battaglia, in cui i diversi elementi servono per equilibrare le forze in campo. In single player l'attenzione va sempre sulla progressione della singola missione, che viene gestita per aree, mentre in multiplayer i designer vanno a cercare un maggiore equilibrio, ossia mirano a dare ai giocatori le stesse possibilità in termini di risorse e distanze da percorrere, così che non si sentano svantaggiati in alcun modo. Starship Troopers: Terran Command presenta delle mappa progettate essenzialmente per scandire i diversi eventi delle missioni e gestire la progressione del giocatore.
Ad esempio, in una mappa la fanteria dello spazio si ritrova a dover difendere un avamposto in rovina da ondate di aracnidi di forza crescente. L'avamposto è situato al centro dell'area, le ondate arrivano da sud, ossia da un'area in cui non ci spingeremo mai e che serve per ritmare le tempistiche degli attacchi (in modo da dare sempre al giocatore il tempo di riorganizzarsi), mentre a nord si trovano delle miniere che dobbiamo liberare, inviando alcune truppe in avanscoperta.
Dopo l'organizzazione iniziale, la mappa diventa un continuo ping-pong tra l'avamposto, che va riorganizzato per gli attacchi, e la squadra di assalto, che invece deve andare a caccia di nidi da ripulire. In un altro caso ci troviamo a difendere una prigione dagli attacchi degli aracnidi, in una mappa che mostra pienamente gli obietti di Starship Troopers: Terran Command. Inizialmente dobbiamo trovare un fuggiasco guidando un piccolo gruppo di marine, quindi dobbiamo scortarlo nella prigione.
Da qui dobbiamo organizzare le difese delle mura, facendo in modo che gli aracnidi non disturbino un certo evento (che non vi stiamo a raccontare). Tra un assalto e l'altro possiamo inviare delle truppe a recuperare risorse per aumentare il numero di truppe. In tutto questo si nota un'area della mappa a nord apparentemente inutilizzata. Lo sarà dopo aver respinto alcune ondate di insetti, quando ci verrà richiesto di ripulirla da dei ribelli. Quindi torneremo a difendere le mura della prigione da una vasta ondata finale. Il tutto avviene all'interno di una singola missione.
Il limite di questa impostazione è solo uno: non c'è quasi alcuna forma di continuità tra una mappa e la successiva, quindi tutto viene azzerato ogni volta. Anche le unità di élite (combattendo, ogni unità può acquisire il livello élite, che sblocca un'abilità supplementare) spariscono, sostituite da carne da cannone fresca. Il tutto ha un senso, vista la particolare strutturazione del gioco, ma è anche vero che così viene a mancare un po' il senso di continuità del tutto, complice anche il fatto che narrativamente Starship Troopers: Terran Command si impegna moltissimo a chiarire i suoi elementi chiave, meno a raccontare una storia che amalgami il tutto.
Grafica
Dal punto di vista tecnico quindi dalla grafica, non aspettatevi chissà cosa da Starship Troopers: Terran Command. L'azione è visualizzabile con diversi livelli di zoom e mostra dettagli in linea con il genere, sia per gli elementi delle mappe, sia per le unità. Vero è che la maggior parte del tempo si segue l'azione dalla distanza massima dello zoom, per avere una visione più chiara dell'azione, quindi non si fa molto caso alla presenza o all'assenza di chicche grafiche di sorta. Comunque sia si respira un'ottima atmosfera grazie all'azzeccata scelta di palette di colore diverse per ogni missione.
In termini di pulizia generale l'azione è sempre facilmente leggibile, ma abbiamo riscontrato qualche problema con il pathfinding delle unità, che in alcuni casi rimangono letteralmente bloccate. Immaginate che bello quando ci siamo ritrovati davanti a un tank senza le nostre unità armate di lanciarazzi, rimaste bloccate su di una roccia. Detto questo, non abbiamo registrato casi troppo frequenti in cui non siamo riusciti ad applicare le nostre tattiche per motivi che esulavano la nostra abilità, quindi il giudizio complessivo è comunque buono da questo punto di vista, considerando sempre che il gioco sarà aggiornato con il tempo.
Conclusioni
Starship Troopers: Terran Command ci è piaciuto molto, nonostante qualche limite nella campagna. È sicuramente un titolo particolare, che sarà apprezzato da chi cerca qualcosa di leggermente diverso in uno strategico in tempo reale, considerando che è incentrato completamente sul single player, una rarità di questi tempi. Quindi non possiamo che consigliarvelo, visto anche il prezzo di lancio davvero concorrenziale.
PRO
- Le missioni sono ben progettate
- Le atmosfere di Starship Troopers sono ricostruite benissimo
- Massacrare decine di aracnidi ha un suo perché
CONTRO
- Poca coesione tra le missioni della campagna
- Qualche bug di troppo, ma di quelli a cui non si può sparare