Considerata la finestra di lancio diluita per via della disponibilità incostante sul mercato e avendo dedicato ampio spazio alla prima prova concreta del geniale ibrido tra console e PC portatile di Valve, abbiamo scelto di passare diversi mesi in compagnia di Steam Deck prima di dedicarci a questa lunga recensione dell'hardware creato dalla società di Half-Life. Si è trattato di un periodo essenziale per poter comprendere e valutare al meglio le caratteristiche che rendono questa macchina così originale rispetto a tutto quello che è già possibile trovare sul mercato.
Perché se è vero che la miniaturizzazione ha permesso al mondo PC di specializzarsi al punto tale da diventare appetibile anche in situazioni estreme di mobilità, bisogna rendersi conto che le numerose soluzioni hardware disponibili oggi per giocare partono sempre e comunque da due presupposti: cercare di comprimere in uno chassis il più piccolo possibile CPU, GPU o interi System on Chip già disponibili per altri compiti, e adattare un sistema operativo nato con altri scopi rispetto alle esigenze del gaming in portabilità.
I risultati altalenanti li abbiamo visti e in alcuni casi li abbiamo anche recensiti sulle nostre pagine. Ci sono soluzioni che entrano direttamente in competizione con Steam Deck come l'AYANEO Air, l'Odin di AYN, ONEXPlayer e una marea di altre "cinesate" dalle qualità più o meno comprovate, e macchine che invece cercano delle loro precise nicchie di mercato offrendo ambienti e modalità di gioco estremamente specifici: ad esempio Playdate, Pocket o, ancora, Evercade EXP.
Insomma: c'è davvero l'imbarazzo della scelta ma, ad oggi, nessuno è ancora riuscito a trovare il compromesso perfetto ed è per questo che il tentativo di Valve di "creare" una nuova idea di PC portatile, ci ha stuzzicato fin dal principio nonostante i clamorosi errori compiuti dalla società di Steam con i suoi prodotti fisici. Prima di entrare nel concreto di questa nostra recensione, è fondamentale giungere subito ad una prima conclusione: Steam Deck è un esperimento estremamente interessante, con un grandissimo potenziale, che mostra con forza come l'azienda di Gabe Newell sia in grado di centrare i suoi obiettivi, ma proprio in funzione del suo essere un primo tentativo, è colmo di imperfezioni, imprecisioni e di una certa mancanza di focus. Come abbiamo già detto all'inizio della recensione di Steam Deck, non è ben facile definire questo device per collocarlo con precisione in uno spettro ideale che presenta ai suoi estremi PC e console: nel tentativo di fare un po' tutto, non riesce a fare nulla davvero bene.
Caratteristiche tecniche
Prima di addentrarci in quello che concretamente c'è all'interno della scocca in plastica di Steam Deck, cerchiamo di fare chiarezza in merito al punto di vista con cui abbiamo affrontato questa recensione. A nostro parere Steam Deck è un PC, un vero e proprio computer da gaming con un form factor talmente ridotto e un'autonomia sufficiente per essere considerato una sorta di alternativa, geniale, di un laptop. Chiaramente bisogna tenere in considerazione l'integrazione dei tipici comandi di un joypad direttamente nello chassis, così come rendersi conto delle enormi difficoltà che si vivono nel volerlo utilizzare come hardware d'ufficio o anche soltanto per lo svago che vada oltre il gaming, però voler utilizzare a tutti i costi la definizione di console non farebbe altro che sminuire le reali potenzialità del Deck e tradire quell'esperienza d'uso che rimane fortemente collegata al modo di giocare su un PC.
Ora ipotizziamo di smontare virtualmente la macchina per dare un'occhiata a quello che c'è al suo interno. Dentro allo chassis troviamo innanzitutto un System on Chip, anzi per essere particolarmente precisi con la terminologia, una APU prodotta da AMD in funzione delle necessità e delle richieste portate avanti da Valve. Pur basandosi infatti sul mix di due recenti architetture della casa di Santa Clara, Zen 2 per quello che concerne la CPU e RDNA 2 per gli elementi relativi alla GPU, tutta una serie di elementi inerenti al design delle interconnessioni e dei chipset dediti alla gestione dei dati e delle informazioni, oltre ai valori relativi alle frequenze e ai consumi, sono stati direttamente decisi dalla società di Gabe Newell proprio con l'obiettivo di rendere Steam Deck una macchina costruita intorno alla massima efficienza del suo cervello.
Il processore centrale è un quad core con 8 thread complessivi, capace di raggiungere i 3,5 GHz di clock in boost sostenuto, mentre la scheda video presenta 8 compute unit in grado di tirare fuori dal silicio 1,6 TERAFLOPS di potenza bruta nei calcoli in virgola mobile a 32 bit viaggiando a 1,6 GHz di clock. Per gestire la mole di dati necessari ai calcoli di CPU e GPU troviamo 16 GB di RAM di tipo LPDDR5 con 5500 MT/s di transfer rate più una quantità variabile di spazio a disposizione dell'utente, da 64 a 512 GB, a seconda del modello che si decide di acquistare.
Le memorie utilizzate, sia che si parli della RAM, sia che si parli dell'SSD o delle eMMC della versione più economica di Deck, sono sempre risultate più che sufficienti per gestire il passaggio di dati tra CPU e GPU e non rappresentano mai un collo di bottiglia; le uniche limitazioni nelle performance sono sempre e soltanto causate dalla potenza bruta che l'APU è in grado di erogare: su questo fronte è davvero encomiabile il lavoro fatto da Valve in combo con AMD per spremere ogni grammo di prestazioni dal silicio cercando di tenere sempre a bada i consumi che, per una macchina di questo tipo, non sono assolutamente un elemento da trascurare.
Parlavamo di spazio poco sopra e difatti l'unico elemento che contraddistingue i tre modelli di Steam Deck che possono essere acquistati sui canali ufficiali di Valve, è la capienza dell'archiviazione e della tecnologia utilizzata per il collegamento del supporto alla scheda madre. La variante più economica, quella base, costa 419€ e presenta 64 GB di spazio ricavati da un chip eMMC collegato alla scheda madre attraverso il PCIe 2.0; c'è poi un modello intermedio da 549€ con 256 GB a disposizione dell'utente e alloggiati su un SSD di tipo NVMe con collegamento PCIe 3.0 e, al top della gamma, troviamo la versione recensita in questo articolo: 512 GB di SSD, sempre PCIe 3.0 e sempre NVMe ma con prestazioni leggermente superiori rispetto al taglio precedente, il tutto alla modica cifra di 679€.
In realtà la variante più costosa viene offerta in bundle anche con una custodia rigida esclusiva (la custodia c'è anche negli altri due modelli ma è meno pregiata) e presenta un rivestimento dello schermo con uno strato acidato antiriflesso che restituisce una migliore resa dei colori quando è essenziale tenere la luminosità al massimo, ovvero in situazioni di gioco sotto una luce diretta molto forte. Tutti optional di cui potrete tranquillamente fare a meno come spiegheremo più avanti nel paragrafo dedicato all'esperienza d'uso e alle nostre considerazioni.
Sempre parlando di caratteristiche tecniche, Steam Deck offre un doppio collegamento wireless supportando sia il Bluetooth 5.0 che il Wi-Fi con entrambi i protocolli 2,4 GHz e 5 GHz; presenta due altoparlanti in grado di riprodurre il suono con stereofonia e due microfoni per l'acquisizione della voce del giocatore con una riduzione attiva del rumore ambientale. Per quanto riguarda invece le porte di I/O, troviamo un'unica USB-C di tipo 3.2 Gen 2 che supporta anche il Power Delivery e implementa la DisplayPort 1.4 con il supporto della risoluzione massima di 8K a 60 Hz. Questa rappresenta sia il punto di aggancio per lo Steam Dock o per qualsiasi altro hub USB, sia l'unico punto di collegamento per caricare il device. Sempre parlando di I/O troviamo anche una mini-jack per cuffie e auricolari ed uno slot microSD compatibile con schede fino al massimo teorico del protocollo microSDXC, ovvero 2 TB, anche se nei nostri test non siamo mai andati oltre il singolo TB di capienza.
Concludiamo il nostro excursus hardware con la questione autonomia: Steam Deck presenta una batteria da 40 Wattora che può essere ricaricata con un qualsiasi alimentatore USB-C di almeno 45 Watt, come quello incluso nella confezione. È veramente complesso parlare nel dettaglio della durata di questa batteria visto che persino Valve si è messa al riparo dichiarando una forbice estremamente ampia di 2-8 ore; d'altra parte l'APU di AMD può essere configurata per consumare da un minimo di 4 W ad un massimo di 15 W a cui vanno sommati i consumi relativi al display, all'SSD e alla ventola.
Più avanti cercheremo di darvi qualche reale dato sulla base della nostra esperienza ma qui ci limiteremo a dire che per caricare il device da zero sono richieste circa un'ora e 40 minuti per arrivare fino all'80% e circa un'ora e 30 minuti aggiuntivi per il restante 20% con il quale raggiungere la carica piena. Siamo quindi poco al di sopra delle 3 ore complessive per avere il 100% dell'autonomia del Deck: un tempo abbastanza lungo purtroppo, ma nulla vieta di usare la macchina mentre la si tiene sotto carica con una qualsiasi fonte di alimentazione, power bank comprese.
Scheda tecnica di Steam Deck
- SoC: APU AMD
- CPU: Zen 2 4c/8t, 2,4-3,5GHz (fino a 448 GFlops FP32)
- GPU: 8 RDNA 2 CU, 1,0-1,6 GHz (fino a 1,6 TFlops FP32)
- Potenza dell'APU: 4-15 Watt
- RAM: 16 GB di RAM LPDDR5 (quattro canali da 23 bit, 5500 MT/s)
- Memoria:
- eMMC da 64 GB (PCIe Gen 2 x1)
- SSD NVMe da 256 GB (PCIe Gen 3 x4)
- SSD NVMe ad alta velocità da 512 GB (PCIe Gen 3 x4)
- Display:
- 7 pollici di tipo LCD IPS Touch
- Risoluzione 1200 x 800
- Frequenza di aggiornamento 60 Hz
- Rapporto di aspetto 16:10
- Luminosità 400 nit
- Sensori: Giroscopio, IMU a 6 assi, Sensore di luce ambientale
- Connessione:
- Bluetooth 5.0
- Wi-Fi dual-band, 2,4 GHz e 5G Hz, 2 x 2 MIMO, IEEE 802.11a/b/g/n/ac
- Audio:
- Stereo con DSP incorporato
- Doppi microfoni
- Porte:
- Jack cuffia/auricolari stereo da 3,5 mm
- USB-C 3.2 Gen 2 con DisplayPort 1.4 fino a 8 K a 60 Hz o 4K a 120 Hz
- Alimentazione: caricatore USB-C da 45 Watt
- Batteria: 40 Wattora per 2-8 ore di gioco
- Slot microSD: UHS-I supporta SD, SDXC e SDHC
- Dimensioni: 298 mm x 117 mm x 49 mm
- Peso: 669 grammi
- Sistema operativo: SteamOS 3.0 (basato su Arch) e Desktop KDE Plasma
- Prezzo:
- Versione con 64 GB eMMC: 419€
- Versione con 256 GB SSD NVMe: 549€
- Versione con 512 GB SSD NVMe: 679€
Display
Dedichiamo un piccolo paragrafo a parte per quello che concerne il display di Steam Deck. La macchina di Valve presenta uno schermo da 7 pollici touch, di tipo IPS, capace di gestire una risoluzione massima di 1200 x 800, ovvero un semplice 720p ma con rapporto d'aspetto di 16:10. La frequenza di aggiornamento è di 60 Hz mentre la luminosità tipica dichiarata è di 400 nits senza alcun tipo di supporto all'HDR. Secondo i nostri test siamo al di sopra dei 500 nits reali, 520 per l'esattezza, mentre la calibrazione dei colori è tarata in modo tale da rendere più leggibili i testi spingendo in modo marcato sul contrasto e su di un ottimo bilanciamento dei bianchi, tutti elementi utili per tenere a bada l'effetto negativo dovuto alle ridotte dimensioni della superficie di visualizzazione.
È chiaro che in un'epoca in cui è molto facile trovare display di queste dimensioni con tecnologia OLED o comunque con risoluzione e refresh rate superiori, il display del Deck rappresenta anche una delle sue principali limitazioni. Se è pur vero che, anche in questo caso, la valutazione di Valve nell'optare per un pannello con specifiche così basse è tarata in funzione dell'effettiva potenza di rendering del device, avere qualcosa di più brillante, luminoso o con una resa dei colori migliore non ci sarebbe dispiaciuto. Così come avere un'area visiva leggermente maggiore che potesse restituire una migliore leggibilità delle interfacce di giochi più complesse e stratificate, come ad esempio gli strategici e un certo tipo di avventure grafiche, avrebbe sicuramente giovato a un device portatile di questo tipo. Di spazio ce ne sarebbe in abbondanza senza alterare di una virgola il design della macchina: le cornici che circondano lo schermo sono infatti enormi in rapporto alla diagonale dello schermo: un centimetro nei bordi superiori ed inferiori e mezzo centimetro in quelli laterali.
Ricordate comunque che Steam Deck può sempre essere collegato a un monitor esterno per offrire anche un'esperienza di gioco da "studio" o da "salotto", ma oltre a diventare necessario avere una periferica esterna come il Dock o un hub capace di scindere la singola porta USB-C in multiple porte adatte all'uso, l'esperienza risultante va a braccetto con le ridotte capacità di calcolo della macchina che la rendono estremamente lontana dall'ipotesi di utilizzare Steam Deck a mo' di desktop replacement come ci è capitato di fare con i più recenti laptop da gaming (che costano però, nella migliore delle ipotesi, almeno 3 Deck).
Le ultimissime parole sul display le spendiamo per dirvi la nostra sulla questione riflessi. Come già detto poco sopra, la versione utilizzata a lungo per poter confezionare questa recensione è quella migliore in assoluto con lo speciale rivestimento acidato antiriflesso. Abbiamo avuto la fortuna di provare per diverse ore anche il modello base del device, quello da 419€ e ci sentiamo molto tranquilli nel consigliarvi la spesa superiore solo se contate di utilizzare il PC di Valve per la stragrande maggioranza del tempo all'aperto. E con "all'aperto" intendiamo proprio in zone senza ripari fortemente irradiate dal sole come spiagge, radure o in tratti di strada molto esposti. Solo in queste condizioni l'antiriflesso può effettivamente mitigare in parte la luminosità non eccelsa del display. Se pensate di usare Steam Deck soprattutto al chiuso, che sia in casa, in ufficio o su un qualsiasi mezzo di trasporto, il nostro consiglio è di optare per il modello base anche tenendo conto delle prestazioni delle microSD odierne che non fanno assolutamente rimpiangere l'SSD NVMe presente sulle varianti media e top. Considerato il prezzo già basso dello Steam Deck, poter risparmiare ulteriori 250€ non è cosa di poco conto.
Design
Ormai è ben chiaro a tutti quanto Valve abbia dovuto raggiungere molti compromessi per cercare di portare sul mercato una macchina potente ma versatile, portatile ma con un'autonomia sufficiente a supportare questa sua natura. E tutte queste esigenze sono confluite in un design davvero massiccio: Steam Deck è un PC che si può portare in giro, è vero, ma lo si fa con un po' di fatica.
Parliamo infatti di una macchina le cui misure, 298 mm x 117 mm x 49 mm, la rendono di fatto il device portatile per giocare più grande che ci sia sul mercato, abbondantemente più alto, largo e spesso, di qualsiasi modello di Switch, pesante più del doppio della console Nintendo e pochissimo meno di un iPad Pro da 12,9 pollici: 669 grammi. Sono dimensioni a cui chiaramente vi potrete abituare, ma con cui dovrete fare i conti se puntate a portarvi il Deck in giro all'interno di un piccolo zainetto per laptop o se siete abituati a giocare in posizioni che vi costringono a scaricare tutto il peso dell'oggetto sui polsi.
Parlando di materiali, la macchina è interamente realizzata in una plastica particolarmente dura e con una trama liscia al tatto, ma leggermente trattata per aumentare la resistenza ai graffi e alle impronte che pur rimanendo impresse sulla scocca, specie nella parte posteriore, risultano sempre poco visibili. Non ci sono zone gommate o più ruvide ma ciononostante la presa risulta sempre stabile e mai scivolosa ed è apprezzabile anche la disposizione di porte e tasti: sono tutti sulla parte superiore con il tasto di accensione e i due pulsanti del volume agli esatti opposti così da non trarre mai in inganno, mentre a rappresentare l'unica eccezione è lo slot microSD posizionato sulla parte inferiore della macchina, anche in questo caso per risultare sempre lontano da tocchi accidentali.
Ottimo anche il posizionamento delle griglie di aerazione: quella grande posteriore sulla parte destra serve a generare la pressione negativa per la movimentazione dell'aria all'interno della scocca e tende a rimanere sempre poco calda nonostante sia esattamente dietro il SoC, mentre la grata di aerazione superiore che occupa circa i 3 cm centrali della cornice, serve ad espellere l'aria calda attraverso l'unica, piccola ventola inserita nello chassis. Aria che rimane sempre lontana dalle estremità e dal viso dell'utilizzatore generando la costante sensazione di avere tra le mani una console fredda, ma non silenziosa.
Steam Deck presenta poi una quantità enorme di input: 2 analogici con click, 2 trackpad utili a simulare il puntamento di un mouse, anche questi con click, una croce digitale, quattro pulsanti frontali con lo stesso layout del pad Xbox, 2 pulsanti menu e visualizza, ulteriori 2 bottoni non in rilievo per le funzioni specifiche di Steam e di accesso rapido e, sul retro, 2 dorsali, 2 grilletti e 4 palette, Tutti i pulsanti hanno la pressione digitale ad eccezione, ovviamente, degli analogici e dei grilletti. La disposizione di questi input è un'altra cosa con cui dovrete fare i conti e prendere le misure.
Al di fuori infatti del feeling tattile e del feedback della pressione che risulta sempre in linea con gli standard odierni per tutti i pulsanti presenti sul Deck, con l'unica eccezione dei trackpad per cui spenderemo due parole più avanti, è l'effettiva posizione degli analogici, dei 4 bottoni frontali e della croce a lasciare interdetti sulle prime. Questi input sono infatti tutti nella parte molto alta della macchina con addirittura il d-pad e A-X-Y-B appoggiati praticamente agli angoli superiori della scocca. Il risultato è sicuramente poco familiare (tra l'altro i due analogici sono in linea come i pad PlayStation) ma basta davvero pochissimo per farci l'abitudine.
Il problema, semmai, è nell'uso combinato dei dorsali con le 4 palette posteriori. Queste ultime infatti risultano sempre o troppo alte o troppo basse se contemporaneamente vogliamo tenere gli indici sui due dorsali. Chiaramente molto dipende dalla conformazione delle proprie mani ma è indubbio che su questo fronte Valve non sia riuscita a portare sul mercato la migliore configurazione possibile di tasti.
Tra l'altro di mezzo ci sono anche i trackpad già visti sullo Steam Controller che rappresentano indubbiamente l'unico elemento davvero negativo dell'intero setup: poco reattivi, con uno strano feedback aptico e un click leggerissimo, richiedono tantissima pratica per essere usati al meglio e, se escludiamo il loro utilizzo quasi essenziale nella modalità desktop, tenderete a non usarli praticamente mai preferendo persino il touch dello schermo.
Esperienza d'uso
E qui si arriva al punto nevralgico del giudizio relativo a Steam Deck: la parte più complessa in assoluto perché così fortemente dipendente dal software utilizzato e dalle proprie abitudini di gioco.
Partiamo innanzitutto dalle note positive.
Cosa ci è piaciuto di Steam Deck
Steam Deck è, senza paura di smentita, il modo migliore per approcciarsi al gaming su PC. Costa pochissimo in rapporto alle sue potenzialità di utilizzo, offre un accesso privilegiato e immediato a quello che è, di fatto, il migliore store digitale per computer e anche a quella che è la libreria di titoli più vasta sul pianeta Terra. Tutto è integrato, tutto funziona con relativa semplicità e selezionare un gioco, installarlo e farlo partire richiede davvero pochissimi controlli, per un'esperienza finale fluida ed a prova di incapace. Chiaro che ci sono ancora delle strane storture, come la necessità di non spostarsi con troppa audacia tra le varie categorie di Steam per evitare di sbattere la testa su titoli non pienamente supportati o completamente esclusi dal funzionamento su Deck, così come alcuni giochi tendono a fare un po' troppe richieste sulle versioni da installare o su eventuali procedure di installazione che si dipanano per più fasi, però in media iniziare a giocare con il PC portatile di Valve è immediato.
Sulla questione ergonomia e sul reale uso, fisico, della macchina, abbiamo già detto molto nei precedenti paragrafi. Volendo qui sintetizzare il tutto, non possiamo che applaudire, anche in questo caso, il lavoro svolto dalla casa di Gabe Newell. I controlli a disposizione del giocatore sono tanti tra una miriade di pulsanti, i trackpad, il touch dello schermo, i giroscopi e chiaramente il supporto totale a mouse, tastiere e joypad aggiuntivi. Davvero c'è l'imbarazzo della scelta quando si vuole affrontare un titolo e anche quei generi smaccatamente di derivazione PC, hanno un loro profilo compatibile con il Deck.
Anche in questo caso però ci sono un po' di inciampi: innanzitutto c'è tutta la questione del peso e delle dimensioni della macchina che la rendono veramente molto scomoda da usare anche per sessioni di gioco brevi se non si hanno delle basi d'appoggio per braccia e polsi. Inoltre a livello software non tutti i titoli si coordinano correttamente coi comandi del device. Capiterà di dover impazzire tra le varie impostazioni di Steam per far digerire correttamente la disposizione dei tasti del Deck, o anche solo usare una configurazione che non sia quella di default.
E poi c'è la questione delle performance.
Nel momento in cui si opta per un titolo indipendente o comunque poco esigente a livello prestazionale, oppure si punta a uno di quei giochi etichettati come verificati da Valve stessa (è notizia di questi giorni che tra verificati e giocabili si è superato il traguardo dei 7100 giochi), Steam Deck è in grado di offrire prestazioni più che buone, talvolta persino sorprendenti, soprattutto quando ci si adatta al preset dei 30 frame al secondo. Ci sono ovviamente titoli che riescono a girare perfettamente anche a 60 FPS, ma è chiaro che il target di questo PC portatile sia quello inferiore che, in alcuni casi, si raggiunge soltanto dopo aver scartabellato a dovere con le opzioni di gioco.
In tutti i casi migliori, tra l'altro, le ottime performance sono accompagnate anche da una buona autonomia della batteria che può essere aumentata, anche in questo caso, smanettando con le impostazioni dei consumi che possono essere gestite rapidamente, insieme a buona parte dei settaggi del device, con lo speciale pulsante di accesso rapido. Non ci è capitato di rado con uno Stacklands, con un Citizen Sleeper o con un Vampire Survivors di arrivare indisturbati alle 5 ore di gioco. Ma anche un Pentiment o un Immortality permettono abbastanza agilmente di toccare le 3 ore di gameplay con qualche lavorazione di fino sulle impostazioni.
Però vogliamo anche che sia chiaro che queste sono eccezioni, non la consuetudine con Steam Deck: nel momento in cui si comincia a puntare a qualcosa che preveda dell'azione più movimentata in prima o in terza persona, l'autonomia cala drasticamente e riuscire a tenere Deck acceso per più di 2 ore, talvolta anche solo 90 minuti, è un'impresa. Contiamo di pubblicare un approfondimento nelle prossime settimane per passare in rassegna nel dettaglio una decina di giochi più recenti, ma speriamo di aver già reso l'idea di cosa aspettarsi dal Deck in termini di longevità.
L'ultimo elemento positivo della macchina di Valve, a nostro parere, è uno di quelli che meglio evidenzia quanto questo device sia divisivo in fase di giudizio. Noi abbiamo chiaramente apprezzato la natura aperta del Deck. In fin dei conti, a voler mettere le mani sul metallo, il prodotto della società americana permette persino di installare Windows 11, con un riconoscimento quasi immediato di tutte le sue componenti o, più semplicemente di accedere alla sua modalità desktop, particolarmente ostica a dirla tutta. Così facendo, ad esempio, ci si può "divertire" a installare software di terze parti come svariati emulatori o le applicazioni per gestire in remoto Xbox e PlayStation, con tanto di Game Pass in cloud nel primo caso. Però questa componente ha chiaramente un importante rovescio della medaglia che funge alla perfezione da gancio per raccontarvi quelli che, secondo noi, sono gli elementi che non funzionano di Steam Deck.
Cosa non ci ha convinto di Steam Deck
La natura aperta della macchina mostra il fianco a una lunghissima serie di opzioni che, a nostro parere, dovevano rimanere nascoste all'utente. O al limite accessibili con una sorta di modalità "Avanzata" o persino "Debug". Perché dare accesso così facilmente al desktop se poi, per usarlo, c'è bisogno di guide su guide da cercare su Internet visto che persino l'installazione delle applicazioni è particolarmente complessa essendo su base Linux e prevede numerosi comandi da inserire a mano dal prompt dei comandi? Persino l'attivazione della tastiera virtuale è un qualcosa che deve essere tramandata tra utenti esperti visto che Valve non si è preoccupata neanche di inserire un tooltip per spiegare la combinazione di tasti da premere per farla apparire su schermo.
Ma considerate che questa idea di dare, in fin dei conti, un vero e proprio PC in mano all'utente si declina anche in altri elementi più visibili. Se togliamo una manciata sparuta di giochi che si auto-configurano o addirittura prevedono un preset "Steam Deck" delle impostazioni grafiche, per gran parte dei titoli bisognerà passare minuti su minuti ad accendere e spegnere le singole opzioni grafiche nel tentativo di raggiungere il miglior compromesso possibile in merito alle prestazioni e toccare così il famigerato traguardo dei 30 o 60 FPS. Perché non lavorare fin da subito con gli sviluppatori per "bloccare" le impostazioni grafiche così da dare la migliore esperienza al giocatore con ogni titolo supportato e verificato? O al limite offrire giusto un paio di preset come capita su console? In fin dei conti è proprio questa l'esperienza che si voleva simulare, no?
E lo stesso vale per la gestione granulare dei consumi. È sicuramente facile apprezzare la possibilità che viene offerta premendo un semplice tasto, di bloccare gli FPS massimi, di gestire l'ombreggiatura, di permettere il tearing, di impostare a mano il TDP dell'APU o il clock della GPU, ma l'utente meno smart e smanettone, che magari non ha un passato decennale sul mondo PC, ha bisogno di accedere così facilmente a quei settaggi? Non era più user-friendly dare magari quelle stesse impostazioni che troviamo su un PC laptop con installato Windows per scegliere al volo il massimo risparmio energetico o le massime prestazioni?
Per dirla davvero con poche parole: la volontà di Valve di non prendere una posizione precisa in merito alla questione se il Deck sia una console con componentistica PC o un PC da portarsi in giro, ha generato tutta una serie di funzionalità ibride e avanzate che non rendono mai davvero immediato l'uso del device Valve e lo espongono, tra l'altro, a tutte quelle imperfezioni in termini di bug, instabilità, configurazioni non compatibili, opzioni da dover gestire con un infinito trial and error.
Della qualità infima dei trackpad e di uno schermo che è stata chiaramente la vittima sacrificale di Valve sull'altare del ribasso di prezzo, ne abbiamo già parlato nei primi paragrafi dedicati alla componentistica tecnica della macchina. Così come speriamo di essere stati abbastanza chiari nelle righe poco sopra in merito alla questione autonomia e alla sua estrema variabilità in funzione dei giochi fatti girare sul device e delle impostazioni configurate dal giocatore. In ogni caso questi 3 questi elementi appartengono sicuramente agli aspetti più criticabili del Deck.
Aggiungiamo quindi all'elenco soltanto la questione rumorosità. Steam Deck non è neanche lontanamente paragonabile a un laptop da gaming mentre spara tutte le sue ventole a più di 55 decibel di suono prodotto, tantomeno può essere considerato rumoroso quanto una NVIDIA GeForce RTX 3080 sotto sforzo all'interno di un case poco isolato, però guardando a tutte le console portatili presenti sul mercato, agli smartphone e ai tablet, è chiaro che il device di Valve, sia ben lontano anche da questi ultimi e si piazzi, anche qui, un po' nel mezzo con la sua esperienza ibrida.
Mentre siamo lì a navigare lo store, oppure stiamo leggendo qualche sito online o magari stiamo guardando un qualche video, Steam Deck potrebbe persino apparire un prodotto fan-less. Ma nel preciso momento in cui si inizia a giocare e talvolta persino quando si stanno installando dei titoli, la ventola parte e il silenzio è rotto. E non parliamo di sottili sibili o di una rumorosità appena percepibile come Nintendo Switch o come le più recenti console casalinghe arrivate sul mercato. La ventola si ode chiaramente nella sua rotazione media e diventa persino rumorosa quando un qualsiasi videogioco entra nel vivo del suo funzionamento portando la ventolina al massimo della sua rotazione.
Siamo perfettamente consapevoli delle due diverse ventole montate da Valve sui Deck arrivati sul mercato e, per quanto esista un modello decisamente più quieto, non bisogna assolutamente far passare il messaggio di avere tra le mani un device portatile silenzioso. Nel buio del vostro bagno o della vostra camera da letto, ma anche in un ufficio particolarmente tranquillo, giocare con questo oggetto tra le mani senza una cuffia vi farà percepire chiaramente il suo rumore che, in condizioni di forte stress, ha toccato anche i 52 decibel secondo il nostro fonometro risultando particolarmente fastidioso considerata anche la distanza a cui viene tenuto rispetto alle orecchie. E questo, chiaramente, ha conseguenze negative anche sul fronte dell'autonomia.
Conclusioni
Multiplayer.it
7.5
Non è assolutamente facile analizzare gli aspetti positivi e negativi di una macchina così atipica, a tratti geniale, sicuramente visionaria e capace di posizionarsi sul mercato in totale solitudine (o quasi). Ma soprattutto è difficile dare il giusto peso a questi aspetti visto che sono tutti estremamente dipendenti dalle aspettative e dalle reali abitudini di gioco dell'utilizzatore finale e quindi potrebbero o meno rappresentare delle barriere contro cui si potrebbe sbattere.
In conclusione quindi, Steam Deck è un prodotto che merita di essere acquistato? Sì, ma solo se siete pronti a convivere con le sue limitazioni e soprattutto ad accettare le conseguenze più negative dell'avere a che fare con quello che, in fondo, è un PC. Insistendo e non demordendo, ne siamo certi, potrete superare questi scogli e, a quel punto, non ne potrete più fare a meno.
PRO
- Il prezzo del modello base, quello che consigliamo, è eccezionale
- Quando i titoli sono compatibili e verificati, l'esperienza d'uso è perfetta
- Con i titoli poco esosi non farete fatica a giocare per 4-5 ore
- Alla fin fine è un PC, non una console
CONTRO
- Lo schermo è il minimo sindacale per un prodotto del 2022
- I trackpad non sono piacevoli da usare e i controlli richiedono un po' di pratica
- Una così vasta granularità di opzioni, su tutti i fronti, può spaventare
- Alla fin fine è un PC, non una console