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Stronghold: Warlords, la recensione di un gioco arroccato nel suo castello

La recensione di Stronghold: Warlords, uno strategico in tempo reale davvero ben fatto, ma che non offre grosse novità rispetto ad altri titoli del genere.

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   08/03/2021
Stronghold: Warlords
Stronghold: Warlords
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Gli strategici in tempo reale hanno sempre avuto un grosso problema d'identità. Durante il periodo del boom del genere ne furono pubblicati a decine, tutti molto simili tra loro, tanto da creare velocemente una forte stanchezza concettuale, che ha portato a un vero e proprio tracollo commerciale.

La sostanza è che dopo anni in cui ogni editore sembrava non poter esistere senza avere un suo RTS, è iniziato un periodo di allontanamento del grande pubblico, in cui le uscite si sono fatte più rade e le dimensioni delle produzioni si sono ridotte. Comunque sia, negli ultimi tempi c'è stata una rinascita all'interno di una nicchia abbastanza ampia e attiva, che ha portato al successo titoli quali le riedizioni degli Age of Empires, Northgard e Iron Harvest, per non parlare dei Total War, comunque mai decaduti (forse proprio perché dotati di un'identità forte che li caratterizza e li rende riconoscibili al di là del genere cui appartengono). Probabilmente sono le condizioni di mercato apparentemente favorevoli ad aver suggerito a FireFly Studios che un ritorno della serie Stronghold fosse una buona idea. Quindi, a sette anni da Stronghold Crusader 2, ecco Stronghold Warlords, un'opera riuscita, ma non molto coraggiosa, come vedremo nella recensione.

Modalità di gioco

Un assedio in Stronghold: Warlords
Un assedio in Stronghold: Warlords

Il primo dettaglio che si nota avviando Stronghold: Warlords è lo scenario orientale, completamente inedito per la serie, solitamente ambientata nel Medioevo europeo, pur con qualche sortita nel fantasy. Il gioco offre cinque campagne single player, quattro ambientate in Cina e una in Giappone, per un totale di trentuno missioni, disposte su di un lungo arco temporale che va dal III secolo a.C. fino all'arrivo dei Mongoli. Di queste, quattro sono campagne militari, mentre una viene definita "campagna economica" perché pone l'accento su altri aspetti del gameplay, come la ricerca di risorse per la popolazione o la ricostruzione di strutture distrutte. Oltre alle campagne, Stronghold Warlords offre anche altre modalità per giocatori solitari, come quella Schermaglia, che mette a confronto contro uno o più avversari controllati dalla CPU su mappe dedicate, o la modalità sandbox concentrata sulla costruzione libera dei castelli. Oltre alle modalità single player c'è anche la possibilità di giocare online le mappe da schermaglia.

Gameplay

Lo sviluppo delle città dà ottimi risultati, ma è un po' limitato
Lo sviluppo delle città dà ottimi risultati, ma è un po' limitato

Il gameplay di Stronghold Warlords è quello tipico degli RTS, con alcune varianti importanti determinate dalla saga di appartenenza e dal tentativo di introdurre dei nuovi sistemi di gioco che lo differenzino dalla concorrenza. Le basi sono comunque quelle classiche, con il giocatore che deve iniziare per prima cosa a raccogliere risorse (legname, ferro, rocce e vari tipi di cibo) per costruire gli edifici che gli daranno accesso ad altri edifici o ad unità più forti. Il sistema economico messo su da Firefly Studios è abbastanza leggero, nel senso che basta avere una certa struttura per iniziare a raccogliere in automatico il materiale a esso collegata, con i lavoratori che sono tranquillamente in grado di gestirsi da soli.

Al massimo ogni tanto bisogna costruire delle nuove case per rifornire il regno di manodopera e bisogna ampliare le colture per dare da mangiare ai nuovi arrivati. Volendo si può agire su tasse e razioni per modulare meglio le necessità impellenti del nostro regno. Ad esempio se si è a corto i soldi si possono raddoppiare o triplicare le tasse, recuperando il supporto della popolazione aumentando le razioni di cibo pro capite. Il fine, tranne nelle mappe dove viene specificato altro, è sempre quello di avere abbastanza risorse da costruire una roccaforte per difendersi dalle aggressioni e di generare l'esercito più potente che sia possibile, così da partire alla conquista dei signori della guerra e, in ultima istanza, del nemico di turno.

I signori della guerra

Un artwork di Stronghold: Warlords
Un artwork di Stronghold: Warlords

Descrivere i signori della guerra è abbastanza facile:, si tratta di personalità che controllano dei territori più o meno estesi, standosene nella loro torre, protetti da un certo numero di soldati. Conquistarli non solo amplia i nostri possedimenti, ma ci garantisce la possibilità di ottenere risorse extra dai loro territori, tramite degli editti che possono essere emessi solo se si hanno abbastanza punti diplomazia a disposizione (generati dalla benevolenza del popolo e da edifici dedicati). Le torri dei signori della guerra sono anche degli ottimi punti di avvistamento per anticipare le mosse degli avversari con arcieri e altre truppe che attaccano dalla distanza. In alcune missioni, quelle in cui manca completamente la parte economica (dato un certo numero di truppe, bisogna conquistare la mappa senza perderle tutte), sono anche l'unico modo per ottenere rinforzi. Se vogliamo hanno anche una funzione più profonda: quella di determinare il ritmo di esplorazione e di espansione delle mappe, dato che spesso fanno parte degli obiettivi principali da raggiungere (conquistare un certo numero di territori), vengono contesi dalle forze in campo e sono inevitabili da incrociare mentre si lavora per accumulare uomini e risorse.

Roccaforti e castelli

Imparare a costruire le fortezze è fondamentale per vincere
Imparare a costruire le fortezze è fondamentale per vincere

Una delle parti più interessanti del gioco è quella dedicata alla costruzione dei castelli, tramite un editor integrato, che consente di erigere in men che non si dica delle potenti roccaforti, fatte di mura, cancelli e torri, utili per difendersi dalle aggressioni e per creare delle difese più complesse di un semplice schieramento di truppe in punti strategici. La presenza di fortificazioni è inoltre fondamentale per giustificare l'esistenza di unità dedicate a superarle o distruggerle, come i soldati con scale o le catapulte, che aggiungono varietà alle battaglie. In termini di progettazione, i castelli sono legati a stretta mandata alle mappe in cui vengono costruiti. Diciamo che nella maggior parte delle missioni delle campagne il loro è un ruolo meramente funzionale, ossia conviene erigerli pensando alla loro utilità, mentre nella modalità sandbox ci si può sbizzarrire di più con la creatività, senza stare a badare a conquiste, eserciti e battaglie. I castelli sono anche il fulcro delle missioni difensive, quelle in cui si vince accumulando risorse e truppe, perché consentono di rallentare in modo drammatico l'avanzata del nemico, dando delle sponde tattiche davvero interessanti.

Un gioco classico

Alcune missioni sono incentrate sull'economia
Alcune missioni sono incentrate sull'economia

In termini di flusso di gioco, Stronghold: Warlords si presenta come un RTS classico, in cui conta moltissimo la velocità con cui si ottiene l'accesso alle risorse e si accumulano abbastanza truppe per difesa e attacco. L'intelligenza artificiale dei nemici guidati dalla CPU è ben sviluppata e riesce a produrre delle tattiche decenti, in particolare nella difesa dei castelli, ma non aspettatevi niente di troppo elaborato. Le battaglie vanno dalle semplici schermaglie tra le unità ai più spettacolari assalti ai castelli, dove tra scale, proiettili esplosivi e mura crollate non mancano momenti notevoli, pur a fronte di una grafica che lascia complessivamente a desiderare per stile, meno per dettagli (sempre relativamente al genere). La sostanza è che ci troviamo di fronte a un gioco complessivamente molto valido, ma che, nonostante qualche tentativo di differenziazione, non riesce a far fare alcun passo in avanti al genere, limitandosi a proporre una formula pensata soprattutto per gli appassionati dello stesso. In fondo è così che si ragiona per nicchie, ossia dandogli esattamente ciò che vogliono. Peccato che così si rischi un lungo immobilismo, ma è inevitabile in un epoca in cui produrre un videogioco è diventato un affare milionario.

Conclusioni

Digital Delivery Steam, GoG
Multiplayer.it
8.0
Lettori (2)
4.9
Il tuo voto

Stronghold: Warlords è proprio come ce lo aspettavamo: un RTS solido, ben fatto, dotato di qualche elemento distintivo (signori della guerra e roccaforti in particolare), ma con un occhio sempre puntato sulla tradizione del genere, da cui non si discosta di un millimetro, né nelle campagne single player, né in multiplayer. Sicuramente si tratta di un titolo riuscito, che fa quello che gli appassionati si aspettano e che rivitalizza il franchise Stronghold, ma non aspettatevi molto di più.

PRO

  • Gameplay solido
  • Cinque campagne per molte ore di gioco
  • Signori della guerra e castelli

CONTRO

  • Le innovazioni sono complessivamente poche
  • Approccio molto classico al genere