Dopo il successo di Sunless Sea, i ragazzi di Failbetter sono finalmente riusciti a pubblicare il terzo capitolo della saga di Fallen London. Sunless Skies era stato annunciato sin dal 2016 e lanciato in Accesso Anticipato su Steam dodici mesi più tardi. All'alba dello scorso anno i problemi finanziari della software house britannica sembravano aver messo la parola fine al progetto, ma con un colpo di coda Paul Arendt, dopo aver perso lo sceneggiatore Alexis Kennedy nel frattempo ingaggiato da BioWare per il nuovo capitolo di Dragon Age, è riuscito nell'impresa. Del resto, con il nome che si sono dati, non potevano certo chiudere in disgrazia. Non è facile descrivere Sunless Skies: se volessimo liquidarlo in poche righe potremmo dire che è una sorta di shoot 'em up esplorativo miscelato con una struttura da gioco di ruolo testuale (come in effetti è il capostipite Fallen London), ambientato in una futuristica Londra vittoriana. Insomma, il mix perfetto da servire nelle migliori sale da tè inglesi. Tutto questo però sarebbe riduttivo e non renderebbe giustizia al lavoro di cesello svolto dagli sviluppatori, tanto in ambito artistico, con scenari desolati (gotici, li definirebbero i ragazzi di Failbetter), a tratti paurosi, in cui il nostro treno dei desideri si perderà per ore, quanto in quello della sceneggiatura, grazie all'indiscussa abilità nel saper raccontare decine e decine di storie, semplicemente abbozzando una situazione, ponendo la parola giusta, visualizzando un'immagine curiosa.
Orfani per poco
Si parte, appunto, a bordo del treno Orphean, ormai ridotto a brandelli. L'attuale capitano sta per morire e il primo ufficiale (il giocatore) ne prenderà il posto una volta giunto alla stazione di New Winchester, lo spazioporto più vicino. Da qui si crea il profilo (letteralmente) dell'eroe, scegliendone in primo luogo la professione da un menù tutt'altro che scontato e composto da otto stereotipi. C'è l'ispettore ministeriale, abile nell'investigazione e nelle deduzioni; il sacerdote, capace di rincuorare la ciurma; il marinaio, esperto nelle battaglie. Le abilità si dividono in quattro voci: cuore, velo, ferro e specchio; non potendo essere tradotte in modifiche "fisiche" dell'avatar, si limitano ad aprire scelte di dialogo e quest. Nel secondo passaggio si determina il background del comandante e la sua affiliazione a una delle gilde del mondo di gioco; infine si deve decidere persino l'obbiettivo finale della propria partita. In Sunless Skies si può giocare per l'oro, la fama o persino per la scoperta della verità, che poi sarebbe anche la "vera" main quest progettata dagli sviluppatori che però suggeriscono di affrontarla solo dopo aver avuto successo in una di quelle precedenti. Dopo aver iscritto all'anagrafe il nostro beniamino, possiamo finalmente esplorare New Winchester. Tutto avviene sotto forma di dialoghi e di racconti: non ci sono personaggi da muovere o luoghi da visitare, ma solo righe di testo da sfogliare e da scegliere. Troveremo sin da subito un'insolente ispettrice che pagherà per essere arruolata; con i soldi guadagnati potremmo quindi ingaggiare un navigatore che migliorerà le statistiche della Orphean. Non tutto sarà chiaro sin dall'inizio; anzi, si farà fatica a capire il contesto in cui ci si muove (aver giocato a uno dei due titoli precedenti in questo caso può aiutare) e quindi non resterà che levare le ancore e salpare verso l'ignoto.
Inizio difficile
Va da sé che questo sottile gioco di equilibri sia particolarmente importante nelle prime ore di gioco, quando potenziamenti ed esperienza sono ai minimi termini. Queste sono anche le fasi di maggior frustrazione perché Sunless Skies è molto poco permissivo: bisogna adottare la strategia "giusta" per far crescere il proprio equipaggio e anche la più piccola incertezza può condurre al game over. La morte è un punto davvero cruciale perché, perlomeno nei tentativi iniziali, sarà praticamente impossibile terminare l'avventura con il capitano che si è scelto originariamente. Uno scontro a fuoco troppo ravvicinato, il carburante che termina a chilometri dalla stazione successiva, i denari che non bastano a riempire le scorte della stiva provocando il cannibalismo nei membri della ciurma sono tra le più comuni cause di morte. Per non del terrore che fa diminuire il self-control dell'equipaggio man mano che si esplora l'ignoto o quando si incontrano creature spaventose: insomma ogni scusa è buona per fare una capatina ai campi elisi e questo significa dover cominciare daccapo. Alcune scelte fatte dal capitano precedente saranno permanenti, altre decisioni si potranno ripercorrere e modificare. Una parte dell'esperienza viene trasmessa al nuovo comandante, in modo da non trovarsi di volta in volta di fronte ad un foglio bianco, ma la permadeath, come la chiamano i giocatori anglosassoni, è uno degli elementi più contraddittori del titolo. A chi ritiene che faccia parte della filosofia del gioco corrisponde una parte d'utenza che ne farebbe volentieri a meno: per fortuna i programmatori hanno ben pensato ad una modalità in cui c'è un salvataggio da cui ripartire in caso le cose prendano una brutta piega.
Take me to the clouds above
Come il precedente Sunless Sea, anche questo Sunless Skies tradisce le origini da gioco di ruolo testuale, e non è un caso che dia il meglio di sé nel comparto dei dialoghi che, come nel precedente, sono tantissimi. E altrettanti sono i personaggi secondari, tutti ottimamente caratterizzati, ciascuno con la propria storia da sviluppare proprio come accadeva nei migliori titoli BioWare. La bravura di Failbetter risiede nella capacità di non dover utilizzare filmati o animazioni per creare coinvolgimento ed empatia. È ugualmente ammirevole come certe scelte possano scatenare i propri effetti tanto nell'immediato quanto dopo ore di gioco, per cui ogni risposta va ponderata con cura. L'ostacolo più grosso è rappresentato, paradossalmente, proprio dal livello qualitativo dello scritto che è sicuramente al di sopra della produzione letteraria media dei videogame. Il che significa che potrebbe non essere sufficiente un buon livello di conoscenza dell'inglese per poter apprezzare in fondo la monumentale opera degli sceneggiatori britannici. Dal punto di vista grafico il lavoro è lodevole: le tavole sopra cui si muove la locomotiva sono ben realizzate e rispettano il taglio gotico/steampunk che oramai è un marchio di fabbrica degli sviluppatori, mentre avremmo preferito un'interfaccia leggermente più intuitiva e snella (per esempio ci sarebbe piaciuto vedere, soprattutto nelle risoluzioni più elevate, tutte le opzioni di dialogo contenute in un'unica schermata, senza la necessità di scorrerla verso il basso), ma si tratta di nei su cui si può agevolmente soprassedere. Il lavoro sulla colonna sonora è un po' deludente, non tanto per la qualità, molto elevata come il resto della produzione, quanto perché è una sorta di remix di quella di Sunless Sea.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 10 Pro
- Processore: AMD Ryzen 7 2700X
- Scheda video: NVIDIA GeForce RTX 2080
- Memoria: 16 GB di RAM
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows 7
- Processore: Intel Pentium 2Ghz
- Memoria: 4 GB di RAM
- Scheda video: DX9 (shader model 3.0) o DX11
- Memoria: 4500 MB di spazio disponibile
- Scheda audio: DirectX 9.0c compatible
Conclusioni
Sunless Skies è un eccellente gioco di ruolo, caratterizzato da ritmi lenti e da una grande quantità di testo ottimamente scritto. Solo una nicchia di appassionati potrà apprezzarlo adeguatamente, ma chiunque decida di lasciarsi abbandonare nei cieli senza sola della Londra vittoriana vivrà un'esperienza difficilmente dimenticabile.
PRO
- Ottimi dialoghi
- Interessante gestione delle risorse
- Storia
CONTRO
- Ritmi molto lenti, sin troppo
- Molto poco permissivo nelle fasi iniziali
- Fasi di combattimento