Alla base della nozione di "sviluppo indipendente", c'è il concetto secondo il quale lavorare al fianco di un grande publisher limiti in qualche modo le capacità creative di uno studio, imbrigliando quella libertà che i piccoli team riescono spesso a conquistarsi, al riparo dalla bruciante necessità di vendere un gran numero di copie. Certo, se stringi una partnership con un colosso del calibro di Konami puoi aspettarti di dover scendere a qualche compromesso, ma osservando tutte le particolarità di un gioco come Super Crazy Rhythm Castle è evidente che Second Impact Games, un team piccolissimo di appena 10 persone, abbia potuto infondere tutta la sua inventiva in totale autonomia, modellando i contorni di un'avventura musicale decisamente insolita, a metà tra il rhythm e il puzzle game.
Avevamo già incrociato Super Crazy Rhythm Castle ad agosto, in occasione di un evento organizzato da Konami durante il quale rimanemmo discretamente folgorati da tutta la sua originalità. Adesso, a distanza di qualche mese, facciamo il punto su tutto quello che c'è di buono (e meno buono) all'interno della colorata avventura ritmica confezionata da Second Impact Games, nella nostra recensione di Super Crazy Rhythm Castle.
Una storia fuori tempo
Abbiamo parlato di esperimento non a caso, dato che la ricetta di gameplay alla base di Super Crazy Rhythm Castle implementa un buon numero di ingredienti, che prima di adesso non pensavamo potessero mescolarsi insieme in modo efficace. La creatura di Second Impact Games, infatti, è per prima cosa un rhythm game, tuttavia la sua struttura assomiglia più a quella di un puzzle game, condito da una storia senza particolari pretese, ma che basta a configurare il gioco anche come un'avventura dal forte taglio cooperativo, dal momento che è consigliato giocarla dall'inizio alla fine in compagnia di altri tre amici, online (ma senza crossplay) o in locale.
I giocatori prendono il controllo di un colorito gruppo di personaggi, i nuovi pretendenti al trono del Castello del Ritmo, la cui corona è nelle mani di Re Ferdinand, il principale antagonista di tutta l'avventura. Durante l'incontro di agosto era già sufficientemente chiaro che Super Crazy Rhythm Castle non avrebbe puntato poi molto sulla sua componente narrativa, sospetto che abbiamo ampiamente confermato nelle circa 7 ore necessarie per arrivare a concludere una storia che non si prende mai troppo sul serio, rimanendo leggera e poco avvincente per tutta la sua durata.
Non c'è ritmo, senza rompicapi
Non avevamo enormi aspettative in merito, proprio perché Super Crazy Rhythm Castle si configura esattamente come uno di quei puzzle game in cui la storia fa solo da sfocato sfondo a quello che in realtà è il grande protagonista del palcoscenico, il gameplay. Nel tentativo di impedire al party di raggiungerlo, Ferdinand ha infatti disseminato l'intero castello di prove, delle stanze che nascondono ognuna un rompicapo diverso, ma che sono tutti accomunati dallo stesso minimo comune denominatore: il ritmo, dalla cui corretta esecuzione dipende sempre o quasi il successo o il fallimento della sfida.
Le stanze, infatti, includono ciascuna quelle corsie tipiche dei classici rhythm game, sulle quali scorrono le note di una canzone di sottofondo a cui sono associati tre tasti (quattro, se giocate nella modalità Pro), che vanno naturalmente premuti col giusto tempismo. La particolarità dell'opera di Second Impact Games è che però non saremo mai realmente liberi di concentrare tutta la nostra attenzione sul ritmo, dato che tutti i rompicapi prevedono di svolgere altre attività che allontanano costantemente i giocatori dalle corsie musicali.
In alcuni casi, questi diversivi si rivelano delle semplici distrazioni volte a rendere più problematico seguire le note di una canzone, mentre la maggior parte dei livelli sono invece composti da fasi diverse, che contribuiscono al punteggio finale di una sfida, calcolato in stelle. Alcuni esempi? In un livello eravamo chiamati a sfruttare degli attrezzi per fare a pezzi lo scenario, e se da un lato la valutazione finale dipendeva in via esclusiva dalla quantità di oggetti distrutti, era comunque necessario azzeccare le note sulle corsie per ricaricare il più velocemente possibile gli utensili, prima dello scadere del tempo limite.
A conti fatti, abbiamo davvero apprezzato questo insolito dualismo tra fasi ritmiche e fasi puzzle, specialmente perché sembra studiato per incoraggiare la collaborazione tra i giocatori, dato che quasi in ogni livello è necessario aiutarsi o scambiarsi spesso di posizione, seguendo delle dinamiche cooperative che ci hanno ricordato da vicino un piccolo gioiello come Overcooked. L'altra faccia di questa ingegnosa soluzione di gameplay ci racconta però di un'esperienza significativamente meno godibile in solitaria, quando ogni mansione ricade sulle spalle di un giocatore singolo. Inoltre, ci sentiamo di sconsigliare Super Crazy Rhythm Castle agli amanti dei rhythm game puri, che potrebbero trovare straordinariamente frustrante l'idea di venire interrotti mentre cercano di incassare il punteggio perfetto.
C'è anche un comparto multigiocatore
A fronte di una storia con ben pochi spunti, la buona notizia è che per tutta la sua durata, le meccaniche delle stanze di Super Crazy Rhythm Castle dimostrano sempre una buona varietà, mettendo in scena situazioni sempre diverse e che si arricchiscono con una manciata di poteri che i protagonisti ottengono nel corso del gioco. Non possiamo però dire lo stesso sulle canzoni, che per un rhythm dovrebbero essere semplicemente essenziali, ma che qui mettono in risalto tutti i limiti di un team microscopico come Second Impact Games. Le tracce sono una trentina, ma non sempre sono di qualità e sembrano tutte tratte da playlist senza copyright ma, cosa ancor più grave, nelle fasi centrali e avanzate dell'avventura capita spesso di affrontare delle sfide incentrate su canzoni già incontrate in precedenza.
C'è da dire che le risorse a disposizione dello studio, al netto della partnership con Konami, sono quelle di un modesto team indipendente, ecco perché abbiamo gradito la presenza di un piccolo comparto multigiocatore PvP capace comunque di regalare dei momenti di divertimento. Al suo fianco, segnaliamo inoltre il reparto dedicato alla riproduzione libera delle canzoni, nella quale ci si può mettere alla prova con le note delle corsie senza alcuna distrazione. Si accumulano punteggi, si ottengono altre tracce, e c'è inoltre l'opportunità di sbloccare dei brani storici provenienti dalla libreria di videogiochi Konami, una chicca che farà la felicità di molti nostalgici.
Conclusioni
Super Crazy Rhythm Castle è un'avventura ritmica niente male, che però rimane sospesa tra le buone idee di un team di sviluppo piccolissimo, e i mezzi a disposizione dello stesso. La scelta di miscelare il genere dei rhythm e dei puzzle game è azzeccata e si adatta bene a una formula cooperativa, tuttavia il gioco mostra tutti i limiti dovuti alla sua natura di piccola produzione indipendente, come la colonna sonora non all'altezza del compito. Anche a fronte di un prezzo insolitamente alto, valutate bene se procedere all'acquisto.
PRO
- L'idea di miscelare il genere dei rhythm e dei puzzle game è davvero originale
- Giocato in cooperativa, ha davvero il suo perché
CONTRO
- La storia sembra esistere solo per fare da sfondo al gameplay
- Le canzoni non sono memorabili e si ripetono nel corso dell'avventura