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Super Dodge Ball Advance

Arriva dal passato un classico - l'ennesimo - dell'era dei gloriosi 16 bit.
Forte dell'antico smalto ed ora con i dovuti ritocchi estetici, la Palla Avvelenata torna a mietere nuove, numerose, vittime su GameBoy Advance.

RECENSIONE di La Redazione   —   21/01/2002
Super Dodge Ball Advance
Super Dodge Ball Advance
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Ora, direttamente dalla mia personale esperienza di gioco, seguirà una disamina delle regole del Dodge Ball, così come il sottoscritto le ha intese (e forse fraintese). Due squadre di imberbi pseudo-adolescenti semi-deformed si affrontano su un rettangolo di gioco equamente suddiviso fra le stesse (il territorio di una è interdetto all'altra). Ogni formazione consta di sette elementi: quattro in campo e tre intorno all'area avversaria. Praticamente, il gioco consiste nel prendersi reciprocamente (e alternativamente) a pallonate in faccia finché una delle due squadre non capitola; ciò avviene quando tutti i suoi membri hanno esaurito la propria energia (visualizzata tramite una comunissima barra posta sopra la testa di ognuno). Durante l'azione potremo comandare soltanto uno alla volta dei nostri giocatori permettendogli di passare la palla ad un compagno oppure effettuare un tiro. Quest'ultimo può essere portato in due modi, per arrecare danni di varia entità all'avversario: normale (provoca poco danno) oppure speciale (per devastare allegramente e con disinvoltura il fronte nemico). Questi tiri speciali sono stati inseriti dai programmatori in un numero elevato e possono essere eseguiti combinando salti e passaggi in una certa sequenza, dalla quale scaturiranno; ovviamente i tiri più pericolosi sono anche quelli più complessi da eseguire. Nella realtà, la loro esecuzione può avvenire in maniera del tutto casuale e confusa, perciò difficilmente avremo modo di decidere o capire quale attacco scagliare; comunque, una volta memorizzate due o tre sequenze quelle saranno sufficienti ai nostri intenti. A riguardo, se ne avrete voglia, potrete consultare il famigerato, e denigrato, manuale a corredo per scoprire quante e quali tecniche segrete la vostra squadra annovera. Purtroppo vengono fornite poche, vaghissime indicazioni per tentare di determinare dal loro nome la sequenza esatta da compiere per produrle. Tuttavia, l'utilizzo di tali tecniche speciali pare funzionare bene a nostro vantaggio (anche nel caos più totale), con nostra stupefatta sorpresa. Vi darò una dritta: se imparerete ad intercettare bene i tiri degli avversari, non avrete di che temere e la partita sarà sempre in discesa per voi; tutto sta nel prendere il tempo giusto per afferrare la palla in ricezione così da neutralizzare l'attacco avversario.


Tecnicamente il gioco si presenta bene. I controlli sono precisi e funzionali e per quanto riguarda grafica e sonoro possiamo ritenerci soddisfatti. La grafica è pulita, fluida e colorata, le animazioni dei characters sono un po' scattose, ma la loro caratterizzazione risulta piuttosto convincente e simpatica (aspetto e abbigliamento sono numerosi e vari). Gli sfondi sono realizzati con un paio di piani di parallasse, per dare il giusto effetto di spazialità nello scrolling orizzontale. Purtroppo le arene sono in numero veramente esiguo e tutte tristemente inanimate. Il sonoro è mediocre, ma svolge diligentemente la sua funzione di accompagnamento dell'azione con buoni effetti ed un unico tema musicale allegro, ridondante, però mai fastidioso. 6

    Pro:
  • Controlli di semplice comprensione
  • Caratterizzazione dei personaggi riuscita
  • Può divertire

    Contro:
  • Longevità in singolo ai minimi storici
  • Manca di mordenti

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Il Dodge Ball, per gli anglofoni, è il corrispettivo della nostra Palla Avvelenata e lo scopo di questo gioco è quello di emularne regole, atmosfera e divertimento. Premetto di ignorare o non ricordare la benché minima regola del suddetto gioco, qualora mai ne avesse, pur avendo allietato - ricordo - lontani, fanciulleschi pomeriggi. Quindi, forte di questa mia ignoranza, mi sono fiondato direttamente sulla cartuccia, glissando bellamente il manuale a corredo, per sperimentare l'intuitività di questo pezzo di intrattenimento simulato sviluppato da Atlus. Debbo dire che sono rimasto soddisfatto dal lavoro svolto; i controlli del GBA si sa sono pochi e quindi benché vi siano diverse combinazioni o doppie funzioni dei tasti, ogni cosa risulta di facile accesso e di veloce comprensione e memorizzazione.
Il menù principale offre voci comuni alla quasi totalità dei videogiochi di genere sportivo; tralasciando ciò per quanto concerne l'ovvio sottomenù di configurazione, parleremo delle tre tipologie di gioco disponibili: Championship, Exhibition e Versus. Nella prima avremo la possibilità di creare una nostra squadra (oppure sceglierne una tra quelle "pre-confezionate") e farla progredire nel campionato del Dodge Ball. Raggiunta la vetta del campionato mondiale, grazie alle vittorie riportate sulle squadre meglio piazzate, dovremo necessariamente sfidare (sulla lunghezza di tre turni) una sorta di Dream Team del Dodge Ball per conquistare la Coppa Mondiale. Terminato il Campionato viene sbloccata la sua versione sostitutiva e, velleitariamente, più difficile, detta Special Championship. Questa dovrebbe rappresentare, secondo gli sviluppatori, una versione più impegnativa da completare rispetto alla precedente, ma in realtà necessita di tempo e sforzo minori, grazie all'esperienza già accumulata nel Campionato "liscio". Terminare il gioco in singolo, anche partendo da zero e senza avere nemmeno letto il manuale, richiederà circa un'ora e mezza, al massimo due. Avvilente, senza dubbio! Certo, rimane sempre la modalità Esibizione, a fare numero s'intende. Chiaramente la modalità Versus dovrebbe elevare l'altrimenti inesistente longevità del titolo; peccato che per godere delle sfide in multiplayer (in due al massimo) sia necessaria una cartuccia ciascuno. E' vero comunque che tali affermazioni sono relative al livello di difficoltà pre-impostato dalla casa e che elevando i cinque parametri del menù di configurazione, si può disporre di una sfida di gioco più esaltante e duratura, fino ai confini della frustrazione. Personalmente sono avverso alla possibilità di variare il livello di difficoltà in un videogame e ritengo ciò un espediente che gli sviluppatori utilizzano per supplire alla propria incapacità di arrangiare una curva di apprendimento lineare e stimolante. Nei videogiochi sportivi, tuttavia, fornire una personalizzazione dei parametri di gioco sembra essere l'unico metodo per soddisfare le capacità di ognuno e per innalzare la longevità del titolo.