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Super Mario Bros. Wonder, la recensione del ritorno dell'icona di Nintendo su Switch

La nostra recensione di Super Mario Bros. Wonder, il primo Super Mario 2D inedito degli ultimi undici anni, il più assurdo mai realizzato.

RECENSIONE di Alessandro Bacchetta   —   18/10/2023
Super Mario Bros. Wonder, la recensione del ritorno dell'icona di Nintendo su Switch
Super Mario Bros. Wonder
Super Mario Bros. Wonder
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Da undici anni non usciva un episodio inedito di Super Mario Bros., la ramificazione bidimensionale delle avventure dell'idraulico o, per meglio definirla, quella parte del suo DNA che compone le radici e il tronco della sua storia, dalla quale sono poi spuntate le fronde con kart e tennis, golf e party, oltre alla splendida chioma tridimensionale. Questo lungo iato è dovuto principalmente alla fama che si è fatto New Super Mario Bros. nel corso del tempo: non che sia mai uscito un brutto capitolo della serie, ma ne sono stati pubblicati troppi (quattro) in breve tempo (sei anni), con ambientazioni e contenuti e decorazioni reiterati senza ritegno, in una saga (quella "New", appunto) che, per sua natura e genesi, era manierista già prima di essere partorita. Quei tempi possono finalmente dirsi terminati: vi illustriamo il perché nella recensione di Super Mario Bros. Wonder, in uscita il 20 ottobre su Nintendo Switch.

Super Mario Bros. Wonder: il logo sintetizza bene la natura del gioco
Super Mario Bros. Wonder: il logo sintetizza bene la natura del gioco

Raramente il logo di un gioco è stato tanto esemplificativo e "parlante" quanto quello di Super Mario Bros. Wonder: lì dentro c'è la natura stessa dell'opera. La scritta "Super Mario Bros." è molto simile a quella degli episodi "New", e in effetti questa nuova avventura non ripudia i suoi parenti più recenti: la fisica e i controlli sono molto simili, e certi elementi grafici - superfici, architetture - fin troppo fedeli all'aspetto - proposto e riproposto - di quei titoli. Poco sotto, però, c'è l'ondulata e coloratissima scritta "Wonder". Ecco, quest'opera si potrebbe sintetizzare così: Nintendo ha preso una base estremamente convenzionale e l'ha condita in certi punti con una pozione allucinogena. Parleremmo di Bronzino sporcato da Magritte, si trattasse di pittura. Una combinazione strana, difficilmente immaginabile, e in effetti non sempre gli ingredienti di Super Mario Bros. Wonder si amalgamano perfettamente: allo stesso tempo certi momenti trasudano creatività, e in generale, potremmo dire "finalmente", siamo di fronte a un episodio coraggioso della serie bidimensionale.

Ci sentiamo di affermare che Super Mario Bros. Wonder, nonostante tutto, appartenga più alla famiglia dei "New" che a quella dei Super Mario Bros. per NES e SNES. Ma, pur parte della famiglia, è palesemente il cugino mezzo matto, il Paperoga dell'universo mariesco. Vi raccontiamo perché.

Ispirazioni e sorprese

Super Mario Bros. Wonder: l'esplorazione della mappa è ispirata a quella di Super Mario 3D World
Super Mario Bros. Wonder: l'esplorazione della mappa è ispirata a quella di Super Mario 3D World

È chiaro che i creativi di Nintendo abbiano ragionato molto su come rinnovare la serie e, allo stesso tempo, non rinunciare del tutto a quella base di estremo successo commerciale, e ormai pure fonte di nostalgia (per la generazione Z è stato uno dei Super Mario dell'infanzia/prima adolescenza), dei "New". Al posto di continuare a correre parallelamente alla serie tridimensionale, sviluppata a Tokyo (e dal prestigio critico nemmeno paragonabile), l'hanno studiata e presa come ispirazione. È un'operazione per certi versi simmetrica a quella praticata da Super Mario 3D World in passato: se quest'ultimo tentava di integrare le sensazioni e il ritmo dei Mario bidimensionali in un contesto 3D, Super Mario Bros. Wonder ne ha riciclato l'utilizzo della mappa. Che in certi casi è aperta, e presenta gli stage nello stesso modo: con un nome - non più un numero - e una riproduzione degli stessi in una miniatura poligonale. L'intento è palesemente quello di rendere unico ogni percorso.

Proprio nell'ottica di caratterizzare ciascuno stage, in questo gioco c'è molto di Super Mario Galaxy. Che per gli appassionati di videogame e Nintendo è un classico senza tempo, ma per molti possessori Switch qualcosa di sconosciuto: per questo certi contenuti ad alcuni sembreranno dei rimandi fin troppo diretti, pur traslati in un contesto diverso, ma alla maggioranza del pubblico - immaginiamo - appariranno comunque nuovi. Sia come sia, la vocazione di Wonder è quella di rendere memorabile ogni singolo livello, e non c'è cosa più "Galaxy" di questa.

Super Mario Bros. Wonder: dei tubi lombrichi!
Super Mario Bros. Wonder: dei tubi lombrichi!

In quasi tutti i percorsi sono presenti due Semi Meraviglia: uno lo si ottiene afferrando l'iconica bandierina di fine livello, l'altro è celato da un Fiore Meraviglia, che nella maggioranza dei casi è facoltativo. Proprio quest'ultimo rappresenta la principale via con cui Nintendo prova a sorprendere il giocatore: se i Super Mario Bros. tradizionali sono strutturati in una formula dal punto A al punto B (o C, in caso di uscite nascoste, presenti anche in Wonder), in quest'opera il tutto è alterato con un ulteriore sentiero interno (e, ribadiamo, facoltativo) da X a Y, attivabile proprio raccogliendo il Fiore Meraviglia. I vincoli che abbiamo nel descrivere gli effetti dei Fiori sono più che stringenti, per cui non possiamo fornirvi esempi pratici. Il punto è il seguente: se in questo momento della recensione iniziassimo a URLARE, E MAGARI COMINCIASSIMO A PARLARVI DI TENNIS E DI COME ROGER FEDERER SI SIA RITIRATO NELLO STESSO GIORNO IN CUI È STATA FONDATA NINTENDO, magari saremmo poco professionali, E SICURAMENTE ANDREMMO FUORI TEMA, ma risulteremmo divertenti. I Fiori Meraviglia funzionano sostanzialmente allo stesso modo.

In una struttura relativamente tradizionale, i Fiori originano qualcosa di inusuale e/o surreale. Spesso riescono nella loro impresa, a volte meno, ma la volontà di sbalordire è continua. Ogni livello di Super Mario Bros. Wonder è un piccolo uovo di Pasqua.

Mondi e level design

Super Mario Bros. Wonder: le ambientazioni del gioco sono più coraggiose del solito
Super Mario Bros. Wonder: le ambientazioni del gioco sono più coraggiose del solito

Le mappe dei vari mondi alternano dei momenti in cui i percorsi sono lineari, per cui è obbligatorio passare da un livello all'altro, ad altre aree in cui al protagonista è concesso di esplorare liberamente, accedendo ai vari stage nell'ordine che preferisce. Anche in questo caso, non ci è permesso parlarvi nel dettaglio dei Mondi, ma ci preme esternare un concetto chiave del gioco: non sempre le ambientazioni sono brillanti ma, a differenza degli episodi "New", Nintendo ha cercato in ogni modo possibile di creare una coerenza interna nel cammino di Mario, di dare la sensazione di un'avventura in un mondo fantastico (in questo caso il Regno dei Fiori, piuttosto simile effettivamente a quello dei Funghi, non fosse per gli abitanti, ostili o meno che siano). Ribadiamo: non tutte le nuove ambientazioni ci hanno esaltato, ma almeno non è stato ripetuto il solito pattern ormai arcinoto, e c'è una strutturazione interna che ricerca la coerenza.

Super Mario Bros. Wonder: le monete viola servono sia a completare gli stage, sia a comprare oggetti
Super Mario Bros. Wonder: le monete viola servono sia a completare gli stage, sia a comprare oggetti

La difficoltà dei livelli è segnalata dalla presenza di alcune stelle: da un minimo di una a un massimo di cinque. Non abbiamo colto particolari differenze tra quelli da due e tre, mentre c'è uno stacco piuttosto netto con quelli da quattro, e soprattutto coi rari stage da cinque, che sono veramente impegnativi. Oseremmo dire che Super Mario Bros. Wonder contiene il più difficile stage bidimensionale mai apparso nella serie, pur essendo un gioco mediamente abbordabile. Per variare l'esperienza, Nintendo ha affiancato ai livelli canonici dei brevi segmenti tematici: alcuni per presentare una Spilla (ne parliamo a breve), altri per creare un intermezzo surreale o per generare un'esperienza più riflessiva e basata sugli enigmi. Un'introduzione apprezzabile perché non sopperisce alla carenza di contenuti, ma va ad integrare una proposta già ricca e corposa, paragonabile ai precedenti episodi.

In ogni stage sono presenti tre monete viola, che è difficile raccogliere alla prima tornata, e servono a integrare il bottino di denaro violaceo di Mario, necessario ad acquistare oggetti e Semi negli empori dei Poplin, gli abitanti del Regno dei Fiori. Nintendo ha lavorato molto sui nemici che popolano gli stage: non propongono soluzioni straordinarie, ma sono comunque originali, e quasi sempre generano delle dinamiche funzionali al level design del percorso. Quelli riciclati dal passato sono soltanto una minoranza, e sarebbe stato sciocco esiliare koopa e goomba dalla serie.

Super Mario Bros. Wonder: i Castelli di Bowser sono tra i livelli meno ispirati del gioco
Super Mario Bros. Wonder: i Castelli di Bowser sono tra i livelli meno ispirati del gioco

I livelli più riusciti di Super Mario Bros. Wonder sono quelli che integrano le meccaniche certosine della saga con l'effetto sbalorditivo di un Fiore Meraviglia: quest'ultimo potrebbe sia approfondire il level design di uno stage, sia virarlo in un contesto surreale. Gli esiti peggiori invece, decisamente più rari degli eccellenti, sono quelli in cui il level design è fin troppo tradizionale, e l'effetto dei Fiori prevedibile. La maggioranza dei livelli si piazza comunque nel mezzo: alcuni propongono un level design amabile, ma un effetto Meraviglia un po' scialbo, altri l'esatto opposto. Tutti quanti comunque, e questo è ciò che maggiormente abbiamo apprezzato, tentano di essere unici in qualcosa a prescindere dal Fiore Meraviglia: che sia a causa di un nemico o di un certo tipo di piattaforma, o di balzi a tempo di musica. L'unica nota davvero negativa, in questo senso, è rappresentata dai Castelli di Bowser (e progenie): troppo simili tra loro e poco ispirati negli scontri col boss.

Power-up e Spille

Super Mario Bros. Wonder: a volte è bello giocare come elefante solo per ammirare le animazioni
Super Mario Bros. Wonder: a volte è bello giocare come elefante solo per ammirare le animazioni

I power-up di Super Mario Bros. Wonder sono tre: Elefante, Bolla e Trivella. Il migliore è sicuramente quello maggiormente iconico, ovvero l'Elefante: sia per l'aspetto esilarante e goffo, accompagnato da una variazione dell'arrangiamento musicale che abbiamo amato, sia per le tante funzionalità. Nessuna particolarmente pomposa, tutte ben strutturate: dalla proboscide che permette di rompere i blocchi lateralmente alla capacità di trasportare acqua e annaffiare fiori e oggetti. Trivella sembra uscito da Super Mario Galaxy, e permette di inserirsi in pavimenti e soffitti navigandoci all'interno: utile soprattutto a trovare percorsi secondari e uccidere determinati tipi di nemici. La Bolla invece consente (prevedibilmente) di sparare bolle di sapone, che inglobano i nemici (in stile Bubble Bobble) e possono fungere da trampolino al protagonista. Uno dei motivi per cui Trivella e Bolla risulteranno meno apprezzati dell'Elefante, funzionalità a parte, è l'aspetto: quest'ultimo è troppo più iconico e caratteristico, e fornisce una trasformazione completa all'idraulico. Forse sarebbe stato meglio agire in modo simile anche con gli altri, mentre la Bolla muta solamente la tuta del protagonista, e la Trivella aggiunge un semplice copricapo.

Super Mario Bros. Wonder: le Spille sono ben modellate, ma poco sfruttate per approfondire il gioco
Super Mario Bros. Wonder: le Spille sono ben modellate, ma poco sfruttate per approfondire il gioco

Le Spille sono la vera novità del gioco, in termini di poteri attribuiti al protagonista. A differenza dei power-up, ne va selezionata una (e una soltanto) all'inizio di ogni livello. Alcune sono pensate per rendere l'esperienza più semplice, altre per dare ulteriori possibilità agli utenti esperti. Che sia un balzo in più sulla parete, un rampino per aggrapparsi alle superfici, una Spilla che renda il personaggio immune al primo contatto con la lava. Sono davvero modellate molto bene. Purtroppo, oltre ai brevi stage che ne illustrano il funzionamento, raramente sono utilizzate in modo specifico nel level design: ogni livello è terminabile senza di esse, in pratica. Nella già detta vocazione a rendere unico ogni percorso, a noi è sembrato uno spreco: sarebbe potuta essere soltanto una nostra ipotesi, ma c'è un particolare stage che ha corroborato la tesi. Delle piattaforme e degli ostacoli inseriti in modo specifico per una singola Spilla avrebbero variato e approfondito il gioco, mentre sono utilizzate principalmente per diversificare orizzontalmente l'esperienza e scovare segreti.

Multiplayer, grafica e sonoro, longevità

Super Mario Bros. Wonder: i tanti personaggi giocabili
Super Mario Bros. Wonder: i tanti personaggi giocabili

In Super Mario Bros. Wonder si può prendere il controllo di tanti personaggi, oltre a Mario: Luigi, Peach, Daisy, vari tipi di Toad. Mutano "soltanto" nell'aspetto, non c'è differenza nella velocità o nelle capacità di salto, ad eccezione di Ruboniglio e Yoshi, che non subiscono danni (ma non possono sfruttare i power-up), e sono pensati per gli esordienti. Il dinosauro è al solito capace di planare e può essere usato come cavalcatura, ma solamente in multiplayer: nessuno stage è concepito, come accadeva originariamente in Super Mario World, per il suo utilizzo.

Il multiplayer offline arriva fino a quattro giocatori, ma differentemente dai "New" i personaggi non possono aiutarsi tra loro. Questa scelta rende l'avventura più limpida e precisa, nel senso che gli utenti condividono lo stage senza interagire fisicamente, e quindi senza vantaggi ma anche senza involontari (o volontari) fastidi. Giocare online significa, a meno di non raggiungere la stanza di un amico, incontrare casualmente altri utenti che stanno attraversando lo stesso livello: questo non solo rende più "viva" l'esperienza, ma è un modo intelligente per aiutare i giocatori a scovare segreti. È una specie di soluzione in tempo reale: se vedete un utente andare dove non ci sono piattaforme, probabilmente lì vicino si cela qualche segreto. Un po' come succede nei giochi di FromSoftware. Naturalmente, voleste scovare tutto da soli, vi consigliamo di disattivare la funzionalità. Avere un compagno in rete ha anche un'altra utilità: una volta morti, al posto di ripartire dall'ultimo check point, avrete pochi secondi, sotto forma di fantasma, per toccare un altro giocatore - o una sagoma lasciata dallo stesso, spesso in modo intelligente a suggerirvi un segreto - per tornare in vita.

Super Mario Bros. Wonder: c'è il multiplayer fino a quattro giocatori
Super Mario Bros. Wonder: c'è il multiplayer fino a quattro giocatori

A livello grafico, la qualità più evidente di Super Mario Bros. Wonder risiede nelle animazioni: si vede che Nintendo ha lavorato moltissimo su quelle dei protagonisti e dei nemici, e lo sforzo ha ripagato eccome. Il principale motivo per cui questo gioco risulta molto più bello dei "New" sta proprio in questo dettaglio: Mario che ride quando salta con la gamba alzata, il cappello che cade in fase di discesa, l'idraulico che raccoglie il copricapo quando entra in un tubo, la pancia che si gonfia in un salto particolarmente lungo, le chiappone dell'Elefante che rallentano il suo ingresso in un cunicolo. Alcuni sfondi, inoltre, sono davvero notevoli e la colonna sonora di ottima qualità: sia nelle musiche di accompagnamento (in alcuni livelli viene citata, o almeno così ci è sembrato, la composizione K525 di Mozart, come in Mario Bros. del 1983) che nelle melodie più orecchiabili, spesso associate agli effetti dei Fiori Meraviglia. In questo senso la vera eccellenza sta negli effetti sonori (la "sculata" con rullata di batteria e piatto allo schianto), ma soprattutto nei fiori parlanti piantati qua e là negli stage: a volte danno consigli utili, ma in generale la loro presenza è caratterizzante a livello estetico, sono loro a donare il tocco surreale più riuscito con commenti assurdi e divertenti. Il tutto funziona perché sono doppiati con una voce matura: fosse stata stridula o grottesca, non avrebbe sortito lo stesso effetto. La genialità dei fiori sta proprio nel contrasto tra commenti assurdi e voce da uomo maturo.

Super Mario Bros. Wonder: le animazioni sono pregevoli
Super Mario Bros. Wonder: le animazioni sono pregevoli

L'aspetto visivo del gioco ha anche alcuni punti deboli. In particolare i materiali plasticosi che rivestono ogni singolo elemento di Super Mario Bros. Wonder: Nintendo più volte si è dimostrata maestra nel riprodurre diverse superfici, e il fatto che tutto qui sembri lucido, esattamente come nei "New", e indipendentemente che l'effetto sia volontario o meno, crea un fossato con la qualità adamantina delle animazioni. Allo stesso modo le architetture e gli interni, troppo spesso ereditati proprio dai "New", non sono all'altezza dei personaggi e degli sfondi: porte, colonne, pareti, avrebbero meritato un'attenzione diversa.

Siamo riusciti a completare Super Mario Bros. Wonder al 100%. Non c'è un contatore delle ore di gioco, ma dovremmo essere intorno alle venti/venticinque. La durata varia molto in base all'abilità del giocatore ma la sua lunghezza, in pratica, è leggermente superiore ai più recenti Mario bidimensionali: a differenza di quest'ultimi tuttavia non ci sono sfide secondarie all'avventura principale e, essendo stato rimosso il "tempo", non ha troppo senso giocare tentando di finire il percorso più velocemente possibile.

Conclusioni

Digital Delivery Nintendo eShop
Prezzo 59,99 €
Multiplayer.it
9.0
Lettori (115)
8.6
Il tuo voto

Abracadabra: Super Mario Bros. Wonder tenta continuamente di sorprendere il giocatore e di rendere unico ogni suo percorso, nel level design e negli effetti, spesso assurdi e alcune volte magnifici, dei Fiori Meraviglia. Ha un carattere, un'identità e una cura per i dettagli che non vedevamo da molto in un Mario bidimensionale: non solo a livello ludico, ma anche nelle splendide animazioni, nel pregevole accompagnamento sonoro e negli adorabili, assurdi commenti dei fiori parlanti. È un coraggioso ibrido tra manierismo e surrealismo, il Paperoga della famiglia. È un bellissimo gioco, e sarebbe potuto essere un capolavoro, ma non lo è. Non sempre il rapporto tra level design ed effetti dei Fiori Meraviglia è ottimale, i Castelli sono poco ispirati, alcuni aspetti visivi ricordano i predecessori, una volta terminato al 100% non offre particolari incentivi ad essere rigiocato, e soprattutto le Spille sono pensate per variare l'esperienza e scovare alcuni segreti, non per plasmare e caratterizzare il level design degli stage. È il miglior gioco bidimensionale di Super Mario degli ultimi trent'anni, Yoshi's Island escluso, e soprattutto è strambo, particolare ed esilarante. TUTTO È BENE QUEL CHE FINISCE BENE!

PRO

  • Splendide animazioni dei personaggi
  • Controlli perfetti, ottimo level design
  • Gli assurdi commenti dei fiori parlanti
  • Grande carattere, spesso sorprendente

CONTRO

  • Alcune forzature
  • Le Spille non sono sfruttate al massimo
  • Interni e architetture non all'altezza del resto