La storia dello sviluppo di Superliminal nasce da lontano, più precisamente all'inizio del 2014, quando un piccolo team di studenti della Carnegie Mellon Univesity realizzò il concept di un puzzle game focalizzato sull'utilizzo della prospettiva e delle illusioni ottiche. I primi filmati evidenziavano chiari punti di contatto con titoli apprezzati come Portal e Antichamber, costruiti di fatto su una meccanica di gioco univoca. Nella breve dimostrazione qualsiasi oggetto con cui era possibile interagire si poteva rimpicciolire o ingrandire a piacimento sulla base delle differenti angolazioni dell'inquadratura. Questa demo si è poi evoluta fino a trasformarsi in un'esperienza interattiva denominata Museum of Simulation Technology. Il lavoro è stato finalizzato da Pillow Castle Games, nuova realtà indipendente stanziata a Seattle, che ha concluso il progetto convertendolo nella sua veste attuale. Prima di procedere con la recensione, ricordiamo che Superliminal è disponibile dallo scorso 12 novembre in esclusiva su Epic Games Store.
Tutta una questione di prospettive
La formula ludica di Superliminal si focalizza interamente sulla risoluzione di rompicapo che devono essere interpretati attraverso la gestione della prospettiva. La rotazione della telecamera contribuisce ad alterare forma e dimensioni degli oggetti con cui il giocatore può interagire. È principalmente una questione di percezione, considerato che il materiale a propria disposizione può essere ingrandito o rimpicciolito esponenzialmente per poi essere impiegato nella risoluzione degli enigmi che il gioco ci mette di fronte.
Diversamente da quanto accade in altre esperienze della stessa natura, in questo caso il supporto del pad non è stato previsto ed è indispensabile servirsi di mouse e tastiera. Utilizzando il pulsante sinistro del mouse si possono afferrare e spostare gli oggetti, mentre tenendo premuto quello destro li si può ruotare a piacimento. La peculiarità del contesto nel quale si viene calati si coglie fin dalle prime interazioni, quando in una piccola stanza asettica ci si deve cimentare nell'alterazione di oggetti come cubi e pezzi di scacchi. Non trascorre molto tempo prima che ci si possa rendere conto di trovarsi a tutti gli effetti immersi in una dimensione onirica controllata, nella quale il soggetto è stato sottoposto a un misterioso quanto singolare percorso terapeutico.
Attraverso il Protocollo d'Orientamento Standard, una voce femminile dai toni distaccati ci fornisce indicazioni sugli obiettivi che devono essere raggiunti nel corso della partita. Chiaramente ispirata a GLaDOS di Portal, la guida mette subito in chiaro un concetto: non è stata programmata per offrire assistenza nella risoluzione dei puzzle, perciò bisognerà agire senza avere in concreto alcun sostegno. Il fruitore viene stimolato a ragionare su quei pochi elementi che di volta in volta gli vengono messi dinanzi, senza ricevere suggerimenti ad eccezione di quelle semplici indicazioni che gli consentono di contestualizzare, per quanto possibile, ciò che sta accadendo davanti ai suoi occhi. Ad esempio il fatto che durante il cosiddetto I-LIDS non ci si possa svegliare dal sogno, anche dopo essersi resi conto di trovarsi all'interno di una dimensione fittizia.
In Superliminal vanno a instaurarsi una moltitudine di paradossi che giocano per sulla percezione sensoriale del fruitore. Capita così di doversi collocare in una certa posizione della stanza per riuscire a ricostruire un cubo a partire da un disegno presente su una parete, di dover interpretare come posizionarsi in relazione a un determinato oggetto per poterlo spostare altrove servendosi della prospettiva, o ancora di allargare o restringere passaggi portali di collegamento tra punti differenti di una stessa stanza per raggiungere il punto di uscita. L'interazione rimane molto essenziale: si possono afferrare cubi e dadi, ma anche improbabili fette di formaggio, mele, porte, insegne luminose e altri oggetti assortiti, apparentemente privi di qualsiasi costrutto eppure indispensabili per garantirsi l'ingresso all'area seguente del percorso. Ci sono poi le indicazioni impartite dal Dr. Glenn Pierce, affidate a una serie di registratori che possono essere attivati in vari momenti del walktrough. Il messaggio sotteso all'esperienza di gioco è in buona sostanza una metafora delle avversità che qualsiasi individuo è chiamato ad affrontare durante la propria esistenza. A prima vista determinati problemi sembrerebbero non essere risolvibili, tuttavia ponendosi da una differente prospettiva si possono individuare soluzioni alternative che magari fino a un attimo prima non erano state nemmeno lontanamente prese in considerazione.
La longevità di Superliminal è piuttosto ridotta - nell'ordine delle 3-4 ore di gioco, a seconda della rapidità nell'individuare la corretta soluzione dei singoli rompicapo - ma ci è sembrata commisurata alle caratteristiche e ai ritmi blandi che caratterizzano l'opera. Una durata maggiore avrebbe infatti rischiato di diluire eccessivamente l'esperienza fino a renderla stucchevole.
Conclusioni
L'uso della prospettiva che viene fatto in Superliminal è senza dubbio uno spunto interessante dal quale partire per proporre un puzzle game dall'atmosfera straniante. L'esperienza di gioco si è rivelata piacevole da fruire, per quanto caratterizzata da una durata circoscritta e da alcuni alti e bassi nella complessità dei puzzle che si è chiamati a risolvere. In funzione di un prezzo congruo all'offerta, ci sentiamo comunque di consigliarne la prova agli appassionati del genere di riferimento.
PRO
- Giochi di prospettive e paradossi
- Atmosfera efficace, anche a livello musicale
CONTRO
- Ritmo compassato
- Alcuni puzzle sono fin troppo semplici da risolvere