La prima cosa che viene in mente guardando Emma, la ragazzina londinese dalla carnagione bianca cerulea con il pallino per l'investigazione, nonché la protagonista del gioco, è che sarebbe perfetta come eroina di un film di Tim Burton, con le sue gambette magre e lunghe vestite da un paio di calze a righe nere, nascoste sotto a un ampio vestito azzurro decorato con un grosso fiocco arancione e nero.
Sembra piccola, ma non è una che si tira indietro di fronte ai pericoli. La sua ultima indagine riguarda il mago Thomas Kane, sparito in circostanze misteriose. Mentre gira di notte per le strade di una Londra vittoriana quanto mai tetra, vede cadere da una carrozza un orsacchiotto, che invece di rimanere a terra immobile come dovrebbe, si alza in piedi e inizia a inseguire il suo padrone.
Emma lo riconosce perché lo ha già visto in una foto: appartiene a Kane. Decide quindi di inseguirlo, raggiungendo un'antica villa piena di trappole e mostri che sembrano usciti da una casa stregata. Per riuscire a superarli dovrà collaborare proprio con Fenton, l'orsacchiotto, che formerà con lei una coppia indissolubile per l'intera avventura. Questa a grandi linee è la storia che fa da sfondo a questo puzzle game con elementi platform realizzato da uno studio specializzato nella grafica 3D, Monochrome Paris, ma con il pallino per i videogiochi.
Scopriamo come è andata nella recensione di Tandem: A Tale of Shadows.
Puzzle in bianco e nero
Nonostante la convulsa introduzione, si nota subito che Tandem: A Tale of Shadows ha dei ritmi molto lenti e riflessivi. La particolarità del gioco non è tanto che si guidano due personaggi, ma il cambio di prospettiva che avviene passando dall'uno all'altro. Emma viene inquadrata dall'alto e agisce in quella che possiamo definire la nostra realtà, mentre Fenton viene inquadrato lateralmente e si muove in un mondo fatto di luci e ombre, dove queste ultime assumono uno stato solido e possono diventare una gabbia, come una rampa o una piattaforma che aiutano l'orsetto a raggiungere dei luoghi altrimenti inaccessibili.
L'idea fondamentale del gameplay è proprio quella di gestire in due personaggi in modo che Emma sfrutti e manipoli le fonti di luce della realtà per permettere a Fenton di avanzare e raggiungere leve, pulsanti e quant'altro serva a sgomberare la strada alla ragazzina. I due si aiutano reciprocamente per l'intero gioco, usando le rispettive abilità e scoprendo le peculiarità delle cinque ambientazioni che devono attraversare, a partire dal giardino della villa, passando per i sotterranei, l'interno e via via fino alla soluzione del caso.
In totale Tandem: A Tale of Shadows è formato da quaranta livelli differenti, che tengono occupati per più di qualche ora. Il tempo di gioco varia a seconda dell'abilità dimostrata nel risolvere i vari puzzle e alla voglia di cercare i segreti sparsi per i livelli, questi ultimi inizialmente abbastanza semplici, ma via via sempre più ostici. L'obiettivo di ogni livello è sempre lo stesso: far raggiungere a Fenton un frammento che poi lancerà a Emma per formare la chiave con cui aprire l'area successiva. La struttura di gioco è lineare, nel senso che bisogna risolvere i puzzle nell'ordine dettato dagli sviluppatori, seguendo quindi un percorso prestabilito. Poco male, visto che il focus non è sicuramente sull'esplorazione. In questo senso ci troviamo di fronte a un puzzle game puro, al di là della ricchezza dell'immaginario che fa da sfondo all'azione.
I controlli dei due personaggi sono molto semplici: Emma può camminare, correre e afferrare oggetti, spostandoli alla bisogna. Ad esempio alcuni puzzle richiedono di muovere dei bauli, mentre altri di attivare delle valvole.
Inoltre la ragazzina avrà spesso in mano una lampada, con cui dovrà imparare a proiettare le ombre nel modo corretto, per favorire Fenton. L'orsacchiotto, invece, può solo saltare e interagire con qualche pulsante o leva, in molti casi saltandoci sopra.
Andando avanti nell'avventura le cose si complicheranno un bel po', con l'aggiunta di elementi che introdurranno nuovi tipi di puzzle e nuove difficoltà. Inoltre, dopo i primi livelli relativamente tranquilli, arriveranno anche dei nemici, come ragni giganti e tentacoli d'ombra, anch'essi legati a dei puzzle. Affrontarli direttamente equivale a suicidarsi, quindi occorre armarsi di ingegno per capire come superarli senza farsi prendere.
Crescendo finale
Nonostante sia un puzzle game, Tandem: A Tale of Shadows offre anche dei momenti spettacolari, in particolare quando si affrontano gli ultimi livelli di ogni area, che presentano delle caratteristiche uniche. Ad esempio, nell'ultimo puzzle del giardino bisognerà utilizzare un lunghissimo pupazzo a molla per arrivare alla fine, mentre a conclusione dei sotterranei bisognerà vedersela con dei tentacoli giganti. In generale i puzzle sono di buon livello dall'inizio alla fine dell'avventura e sono stati costruiti con una certa capacità e con una grande consapevolezza, tra carrelli da spingere, nemici da bloccare, baratri da superare e quant'altro. Alcuni sono abbastanza difficili, ma mai davvero insormontabili, tanto che si avanza con relativa agilità, senza rimanere mai bloccati troppo a lungo. Dal punto di vita narrativo, invece, la storia si sviluppa molto lentamente per le prime due ambientazioni, per poi crescere di ritmo nelle successive, diventando più centrale nell'intera esperienza, supportata anche da una buona grafica 3D (per il livello produttivo del gioco).
Quest'ultima merita un piccolo plauso, perché tra ricercatezza stilistica, personaggi ben caratterizzati e un grande gusto scenografico, fa davvero la sua figura e aiuta non poco a immergersi in questa fiaba gotica dai risvolti imprevedibili.
L'unico vero problema di Tandem: A Tale of Shadows è che una volta esaurito offre davvero poche motivazioni per tornare a giocarci. Vero che ognuno dei quaranta livelli è ben strutturato e stratificato, tanto da proporre delle sfide multiple al giocatore, ma una volta conclusi non non c'è davvero più motivo per rigiocarli, a meno di non andare alla ricerca dei già citati segreti. Altro problema è che, per quanto sia ben fatto e confezionato, gli manca quel pizzico di entusiasmo che in un titolo del genere non guasta mai, qualcosa di davvero memorabile che il giocatore porti con se per il resto della vita. La sostanza è che ci troviamo di fronte un titolo solido e ben realizzato, che però non mostra mai guizzi creativi imprescindibili.
Conclusioni
Tandem: A Tale of Shadows è indubbiamente un buon gioco, che piacerà agli amanti dei puzzle game e a quelli delle fiabe gotiche. A mancargli è quel qualcosa in più che possa farlo ascendere fino all'Olimpo del medium, trasfigurandolo dal suo stato di esperienza valida a quello di esperienza imprescindibile, da fare a tutti i costi. Detto questo, gli amanti dei puzzle game non dovrebbero pensarci due volte prima di acquistarlo, perché ne vale davvero la pena. Troveranno pane per i loro denti.
PRO
- Puzzle ingegnosi
- Le due prospettive sono ben sfruttate
- Impegnativo il giusto
CONTRO
- Dopo averlo finito non dà grosse motivazioni a tornarci su
- Manca di guizzi particolari