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The Ascent, la recensione dell’atteso titolo per Xbox e PC

Disponibile fin dal dayone su Xbox Game Pass, The Ascent segna l'esordio di Neon Giant Games con un titolo maledettamente controverso, scopriamo nella recensione.

RECENSIONE di Emanuele Gregori   —   29/07/2021
The Ascent
The Ascent
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Diciamocelo chiaramente: fin dai primi video The Ascent ci aveva dato vibrazioni incredibilmente positive. Sarà l'ambientazione così dannatamente cyberpunk, la sua volontà di unire l'action RPG al twin stick shooter, e anche una serie di scelte stilistiche che avevano convinto tutti. Purtroppo non possiamo dirvi che l'amalgama sia delle migliori, ancorata com'è ad alcune scelte di design che abbiamo trovato davvero anacronistiche - o semplicemente azzardate, vedetela come meglio credete.

Sia chiaro, non è un brutto titolo. Si lascia giocare e regala anche più di una soddisfazione, ma nella recensione di The Ascent vedrete che quando si smette di sparare si manifestano tutti i limiti di un team giovane ed inesperto.

La dura vita nell’Arcologia

Che The Ascent prendesse a piene mani dalla letteratura e dal cinema cyberpunk ci era chiaro fin da subito. In questo senso i ragazzi di Neon Giant, negli anni della scuola, devono essere stati dei copiatori seriali straordinari. Di quelli furbi, capaci di unire la svogliatezza di creare qualcosa di nuovo alla capacità di aggiungere quei pochi dettagli atti a dare valore e originalità al compito svolto dagli altri.

Quanto appena detto si tramuta in un immaginario ben pensato e strutturato, sia stilisticamente che in termini di costruzione del mondo di gioco e delle sue politiche. A fianco a questo aspetto dannatamente positivo si posiziona però una scrittura di livello davvero troppo basilare. In questo specifico caso non si tratta di una questione di budget, sfruttato più che egregiamente un po' in tutte le direzioni, ma proprio della mancanza di attenzione alla sceneggiatura.

Il mondo, come detto, è quello classico della distopia cyberpunk. Il verde è quasi totalmente estinto, le città si sviluppano in giganteschi agglomerati verticali e le differenze sociali sono alla base del vivere quotidiano. Insomma un 2021 un po' più estremo, ci verrebbe da dire. D'altronde il cyberpunk è frutto di altri tempi, di una rivoluzione tecnologica e culturale quasi ai suoi albori, che con curiosità e timore guardava al futuro che noi stessi stiamo vivendo. In questo panorama si sviluppa la nostra storia, quella di un operaio della The Ascent, la società che detiene non solo la proprietà di tutta la struttura nella quale viviamo, ma anche degli individui stessi, figli di una rivoluzione interplanetaria che ha portato diverse razze aliene a convivere più o meno pacificamente sul pianeta nel quale il gioco è ambientato.

The Ascent 4

La vita vale quindi poco, difficilmente si può andare in giro certi di non finire ammazzati per mano di chiunque si incontri e le armi sono all'ordine del giorno. Nel mezzo di questo splendido idillio mentale e fisico, una serie di eventi sta sconvolgendo gli equilibri del potere e starà a noi scoprire la verità dietro tutto questo. La quest principale si snoda quindi tra diversi compiti di complessità e durata abbastanza simile, mettendo il giocatore di fronte ad una struttura abbastanza classica.

Vi verrà chiesto di raggiungere un obiettivo, raccogliere il vostro incarico e dirigervi verso la zona designata per portarlo a termine. Niente di nuovo sotto al sole, funzionale, ma certamente tutt'altro che originale. Nel corso della quindicina di ore scarse necessaria a chiudere la storia principale - ammesso che corriate e non vi stiate a preoccupare troppo dei soldi spesi in viaggi rapidi, così come delle quest secondarie e della gestione certosina dell'inventario - difficilmente vi capiterà di trasalire per ciò che avviene a schermo o di empatizzare con un protagonista muto ed inconsistente. È evidente che i ragazzi di Neon Giant abbiano puntato su altro, ma è altrettanto avvilente vedere come tanta beltà e tanto potenziale narrativo sia stato lasciato lì ai margini, quasi ignorato.

Sono un twin stick shooter

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L'anima di The Ascent, quella più ludicamente interessante e curata è quella da twin stick shooter, come abbiamo già avuto modo di dire in diverse occasioni. È proprio quando si mette mano agli analogici per muoversi e mirare che si torna a sentire il feeling di alcune produzioni Housemarque (per restare al recente passato), seppur mai riuscendo a raggiungere quelle vette di frenesia e gusto per ogni situazione ed ogni kill generata.

Fin dai primi attimi il gioco vi metterà nella condizione di afferrarne le basi, così come anche alcune peculiarità. Ciò che va tenuto a mente in The Ascent è che si tratta in tutto e per tutto di action RPG, con tanto di statistiche e miglioramenti. Questo lo porta a dover fare i conti con un sostrato strategico e di studio delle varie situazioni che dovrebbe richiedere una certa attenzione.

A breve parleremo di tutto quel che non va, ma soffermiamoci intanto sullo shooting. The Ascent è divertente, inutile girarci troppo intorno. Quando si imbraccia un'arma e si da inizio alle danze, difficilmente ci si annoia, gestendo le scorribande tramite l'ausilio dell'analogico sinistro per il movimento e del destro per la mira. Le particolarità di questo sistema si presentano con il passare dei minuti e delle ore, ovvero quando si scopre la possibilità di accucciarsi o di sparare cambiando mira da alta a bassa, potendo così colpire i nemici con il busto coperto, ma dovendo gestire anche quelle razze più bassine di statura, che necessitano la mira classica.

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A questo si aggiungo le abilità attive e ce ne sono per tutti i gusti. Pugni energetici, la creazione di cloni in grado di fare da esca, scudi che rallentano i proiettili nemici, assorbitori di danno per ricaricare i punti vita e diverse altre opzioni che permettono di modificare il proprio arsenale e l'approccio alle battaglie. Per utilizzare questi gadget è necessario spendere dell'energia che si ricarica con il tempo e che è direttamente dipendente dalla relativa caratteristica nella crescita del nostro alter ego.

Sparare è quindi un piacere, anche se il tutto non funziona sempre splendidamente, se in aggiunta il level design non aiuta ad evitare problemi di collisioni e pure se il pattinamento del personaggio sul terreno risulti a volte davvero estremo e fastidioso. È quando invece entra in gioco l'aspetto ruolistico e la navigabilità di mappe e menù che davvero si storce il naso.

Ma (purtroppo) sono anche altro

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È davvero un peccato dover constatare le problematiche di The Ascent. Chi scrive è sempre attento a mettere sul piatto anche gli aspetti produttivi, dando il beneficio del dubbio e la "condizionale" a chi tenta di azzardare e magari lo fa con il titolo di esordio. Anche un paio di mesi fa con Biomutant, o alla fine dello scorso anno con Immortals Fenyx Rising ci siamo trovati in questa condizione.

Oggi però è difficile chiudere gli occhi nei confronti di alcuni problemi importanti nella gestione del comparto ruolistico. Questo si tramuta in menù davvero poco intuitivi, anche bruttini da un punto di vista estetico, nei quali stare sempre attenti a mille parametri nella scelta di armi e armature che poi, all'atto pratico, cambiano davvero poco nell'economia del sistema. The Ascent come tutti i twin stick shooter è un gioco frenetico e nel quale si muore anche spesso, ma lo si fa per errore nel posizionamento, per la mancata conoscenza della minaccia o per una collisione infelice, non certo per aver scelto degli scarponi che fanno correre ad una frazione di secondo più veloce del normale.

Anche per quel che riguarda i vendor The Ascent non regala gioie, tanti, troppi e spesso inutili. Difficilmente troverete da loro oggetti in vendita davvero interessanti e la maggior parte delle volte li visiterete solo ed esclusivamente per vendere i vostri doppioni e fare crediti utili a spammare viaggi rapidi come non ci fosse un domani.

Questo è purtroppo l'incubo di design del gioco. La scarsa navigabilità dei menù si ripercuote anche e soprattutto sulla mappa e sulla sua versione mini sempre presente in alto a destra. Aprire il menù contestuale vi presenterà una situazione davvero poco chiara, con decine di punti di riferimenti non interagibili e una mappa difficile da decifrare.

Se questo non fosse sufficiente anche la gestione degli obiettivi risulta inspiegabile. Invece che permettere di tracciare e vedere istantaneamente una destinazione, è necessario uscire dal menù ed utilizzare un tasto dedicato al classico GPS sul terreno che, non contento, compare per un tempo talmente breve che sarete costretti a richiamarlo costantemente. Certamente potreste utilizzare anche la minimappa a schermo, peccato che essa sia totalmente "muta" e funzioni come una sorta di sonar.

The Ascent 5

Questa problematica, che sarà in grado di portarvi in più di un'occasione all'esaurimento, si accosta poi ad un'ulteriore scelta di design incomprensibile: quella della gestione dei viaggi rapidi. Come vi abbiamo già detto la mappa di The Ascent è suddivisa in macro aree, queste sono collegate tra loro da un ascensore che vi porta dai bassi fondi, fino ai piano più alti e ricchi. Il GPS sul terreno vi dirà sempre la distanza relativa al prossimo cambio di aree e mai all'obiettivo vero e proprio, che dovrete necessariamente andare a scoprire tramite il menù - ammesso che abbiate la pazienza e la fortuna di trovarlo.

Le distanza sono spesso siderali, complice anche un level design straordinario stilisticamente, che racconta in maniera molto riuscita la divisione sociale, ma che è tutt'altro che funzionale al gameplay e che non viene aiutato neanche dai viaggi rapidi. Cerchiamo di spiegarci: fate conto di dover andare da un ipotetico primo piano al quinto. Non avete ancora sbloccato la zona nella quale vi state recando, ma avete già trovato la stazione della metro più vicina o sapete di poterla raggiungere tramite i comodi taxi richiamabili in qualsiasi istante. Aprire il menù contestuale del viaggio rapido però non vi mostra la mappa, ma solo una lista di destinazioni tra decine e decine di possibilità. Come se non bastasse non avete neanche un indicatore accanto alla destinazione da scegliere, perché non l'avete ancora sbloccata e il gioco non è sufficientemente intelligente da indicarvi la più vicina. A quel punto spendete i vostri soldi per un giro in taxi solo per scoprire poco dopo che il vostro obiettivo, che credevate fosse a 500mt, si trova in realtà ad un paio di chilometri dopo aver cambiato zona. Imperdonabile e figlio evidentemente di una fase di testing e di controllo qualità poco approfondita.

Basterebbe davvero poco, e confidiamo che venga fatto, per risolvere tanto di quel che non funziona. Ed è per questo che siamo così dispiaciuti, perché The Ascent ha grandissimo potenziale e si perde spesso in un bicchiere d'acqua.

Tecnica e stile

The Ascent 4

L'abbiamo detto e lo ripetiamo, The Ascent è un gioiello stilistico. Non spaventa per conta poligonale o animazioni, ma la capacità di ricreare questo straordinario immaginario cyberpunk è certamente tra i migliori che ci sia capitato di vedere. Si respira Blade Runner, Jhonny Mnemonic e Atto di Forza ad ogni passo e questo non è che un piacere per tutti gli appassionati del genere. Se a questo aggiungete la possibilità di vivere il tutto in coop insieme ad un altro paio di amici, c'è davvero di che gioire.

Non altrettanto bene va per quel che riguarda il comparto audio, sicuramente non una punta di diamante della produzione, né tantomeno per le performance. Allo stato attuale ci è ancora impossibile testare al meglio il ray tracing con Direct X12 e anche avendo sotto il cofano una potentissima RTX 3080, il gioco non risulta sempre fluidissimo, perdendosi a volte in qualche scattino e in una pesantezza generale non esaltante.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, Xbox Store
Multiplayer.it
7.5
Lettori (69)
8.2
Il tuo voto

The Ascent è un titolo che sa divertire, ma per tutta una serie di scelte infelici nel design non riesce ad eccellere ed ergersi a quel capolavoro del genere che si sperava che potesse essere. Rimane quanto di buono fatto da Neon Giant in termini di immaginario e di shooting nudo e crudo: due elementi dai quali ripartire per affinare tutto quel che funziona meno in un ipotetico sequel. Il medium è sufficientemente maturo per capire cosa è considerabile grado di sfida e cosa invece generi solo frustrazione nell'utente. Purtroppo la mancanza dell'italiano anche nei testi potrebbe causare qualche problema vista la natura ruolistica, ma non si tratta certo di un'informazione che possa influire in alcun modo sul giudizio finale. Un plauso in ogni caso al team per la portata del progetto realizzato.

PRO

  • Il twin stick shooter funziona
  • Design Cyberpunk davvero ben riuscito
  • I boss sono interessanti

CONTRO

  • La navigabilità di "dungeon" e hub è abominevole
  • La personalizzazione lascia il tempo che trova