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The Casting of Frank Stone, la recensione del gioco single player nell’universo di Dead by Daylight

Supermassive Games è alle prese con un titolo cinematografico ambientato nell'affascinante universo della serie Dead by Daylight.

RECENSIONE di Fabio Di Felice   —   09/09/2024
Un'immagine promozionale di The Casting of Frank Stone
The Casting of Frank Stone
The Casting of Frank Stone
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Circa un anno fa, Supermassive Games annunciava di essere al lavoro su un gioco horror ambientato nell'universo narrativo del fortunato Dead by Daylight. Pur essendo il franchise di riferimento un caposaldo dei videogiochi multiplayer online, con all'attivo ben 8 anni di servizio e una marea di collaborazioni con alcuni nomi importanti dell'horror come Silent Hill, Halloween e Resident Evil, il gioco in questione sarebbe stato un titolo totalmente single player.

Portando la firma dei Supermassive era facile immaginare che The Casting of Frank Stone sarebbe uscito fuori come un videogioco cinematografico, basato perlopiù sulle scelte durante i dialoghi e sui QTE. Sfruttare l'affascinante background di Dead by Daylight poteva essere l'occasione per evolvere una formula che sembra ormai aver detto tutto.

L’entità è a caccia

Nel mondo di Dead by Daylight esiste un mostro lovecraftiano chiamato l'Entità. Questo essere supremo è in grado di intrappolare dei poveri sventurati in scenari tra incubo e realtà per torturarli mettendo sulle loro tracce un serial killer e poi nutrendosi delle loro emozioni negative.

Lugubri magioni, acciaierie infestate... le ambientazioni di The Casting of Frank Stone sembrano perfette per un videogioco horror
Lugubri magioni, acciaierie infestate... le ambientazioni di The Casting of Frank Stone sembrano perfette per un videogioco horror

Proprio come fosse il regista di un film horror, o magari un'estensione del pubblico, l'Entità vive per vedere questi poveretti soffrire e, di volta in volta, ingaggia esseri provenienti da diverse dimensioni per dar loro la caccia. È una trovata interessante e meta-referenziale, che strizza l'occhio a quelle produzioni cinematografiche come Quella casa nel bosco, che tentano di decostruire il genere slasher e funzionano un po' come museo dei memorabilia per gli appassionati di horror.

Un esperimento consapevole e compiaciuto, che proprio per la forza del suo non prendersi troppo sul serio si posiziona a metà strada tra la parodia e l'omaggio. Valeva la pena, quindi, pensare a una origin story per contestualizzare l'eterno ciclo dell'Entità, e Supermassive non si è lasciata scappare l'occasione per farlo.

Murder Mill: un film maledetto

Come noto, i titoli di Supermassive Games cercano di infilarsi in un genere che ha conosciuto fortuna qualche anno fa: quello delle cinematic experience, un'interessante ibridazione tra cinema e videogioco, perfettamente incarnata dal loro primo grande successo di questo genere, Until Dawn.

The Casting of Frank Stone è pieno zeppo di citazioni dedicate al mondo di Dead by Daylight, come queste bamboline che riproducono i serial killer del gioco
The Casting of Frank Stone è pieno zeppo di citazioni dedicate al mondo di Dead by Daylight, come queste bamboline che riproducono i serial killer del gioco

Il videogioco del 2015 riusciva con gusto a mescolare un teen horror e uno slasher, con una certa volontà parodistica, abbracciando proprio quella voglia di decostruzione che, dopo anni di videogiochi horror molto simili, era riuscita a spezzare alcune regole non scritte del medium. Until Dawn era un titolo pieno di ingenuità e manovre goffe, ma era capace di dare l'illusione di porsi idealmente a metà strada tra un racconto cinematografico e uno videoludico. Puerile, forse, ma era un inizio. A lungo abbiamo aspettato che Supermassive facesse il passo in avanti in quella direzione. Un passo che con i titoli seguenti non c'è mai stato.

Anche The Casting of Frank Stone pesca a piene mani dalla cinematografia teen slasher. La narrazione del titolo si muove su due linee temporali diverse: negli anni '80 un gruppo di adolescenti vuole girare un film horror con una Super 8 rimediata in un emporio locale. Il film si intitola Murder Mill ed è basato su una serie di veri omicidi che sono avvenuti in città per mano di un serial killer chiamato Frank Stone.

Il comparto registico di The Casting of Frank Stone è molto piacevole, come da tradizione Supermassive Games. C'è sempre molta cura da questo punto di vista
Il comparto registico di The Casting of Frank Stone è molto piacevole, come da tradizione Supermassive Games. C'è sempre molta cura da questo punto di vista

Nel 2024, invece, una collezionista di cimeli dell'orrore vuole entrare in possesso di tutti i frammenti di pellicola di Murder Mill. Il film, infatti, è stato distrutto perché in grado di scatenare nel pubblico un'irrefrenabile furia omicida. Attraverso gli occhi dei personaggi vivremo quindi la creazione di questa pellicola maledetta, scoprendo la verità dietro alla sua leggenda e al suo destino, e a più di quarant'anni di distanza indagheremo sul modo in cui i personaggi sono legati all'Entità che tormenta il mondo di Dead by Daylight.

Il compito di un buon horror

Le premesse sono divertenti, l'idea del film maledetto è un espediente presente nel cinema, sia in pellicole famose come The Ring, che in esperimenti meno noti come lo splendido Cigarette Burns di John Carpenter. Sfiziosa è anche la doppia linea temporale, che permette da subito di fare congetture su come i personaggi siano legati tra loro.

Tutti i personaggi di The Casting of Frank Stone hanno una schermata simile che sintetizza il rapporto con gli altri protagonisti
Tutti i personaggi di The Casting of Frank Stone hanno una schermata simile che sintetizza il rapporto con gli altri protagonisti

Inoltre, come da tradizione Supermassive, il gusto estetico è molto ricercato: la grafica tende al realismo assoluto, il sonoro è curato, il doppiaggio è anche in italiano (sebbene in questo caso la qualità lasci parecchio a desiderare). C'è però un capitolo molto importante da non sottovalutare: quando un videogioco punta così tanto sull'aspetto narrativo e cinematografico, sacrificando le meccaniche ludiche, la sua qualità dipende quasi totalmente da quella dello script. E purtroppo in questo caso le cose non vanno proprio come previsto.

C'è un grande problema che affligge The Casting of Frank Stone, specialmente pensando al suo genere d'appartenenza, l'horror. Il nuovo titolo dei Supermassive si dimentica totalmente di costruire in maniera accettabile la tensione, con un andamento che diventa perfino noioso in alcune delle sue sezioni. L'introduzione dei personaggi è molto lunga, la parte centrale della storia scivola via senza alcuno scossone. Gli scenari che si affrontano sono pochi, non particolarmente inquietanti e, anzi, spesso anonimi. È soprattutto la qualità della scrittura a lasciare l'amaro in bocca, perché non riesce mai a proporre situazioni di vero pericolo. Fatta eccezione per poche parentesi nella parte finale, non ci si sente mai braccati, non ci si sente mai a rischio. E in un videogioco in cui dovresti temere per il destino dei tuoi personaggi, questo è un grande problema.

Molto spesso il destino dei personaggi viene deciso da rapidissimi QTE, capaci di prenderti di sorpresa
Molto spesso il destino dei personaggi viene deciso da rapidissimi QTE, capaci di prenderti di sorpresa

Until Dawn, per esempio, utilizzava spesso l'espediente dei jumpscare. Nulla di particolarmente raffinato, ma gli scossoni erano in grado di tenere attivo il giocatore per non farsi prendere di sorpresa. Qui non ce n'è nemmeno uno. E anche le situazioni in cui i nostri personaggi rischiano di lasciarci le penne sono poche nel corso delle sei ore scarse necessarie per portare a termine il titolo. Il peccato originale di The Casting of Frank Stone è che non sa fare paura.

Piccoli enigmi, piccole soluzioni

Come previsto, esplorazione, interazioni con l'ambiente, puzzle, tutto è quasi ridotto all'osso. Ci si muove poco, in scenari perlopiù lineari, e gli enigmi si consumano nel giro di una o due stanze, con la soluzione che la maggior parte delle volte è nascosta a pochi passi di distanza. C'è qualche breve biforcazione dal percorso principale che serve perlopiù per raccogliere gli easter egg dedicati al mondo di Dead by Daylight, come i bambolotti che replicano le fattezze dei serial killer.

Anche in questa direzione ci sembra che i titoli Supermassive tendano ad assottigliarsi nel tempo, aggiungendo possibilità per interagire con la storia da parte di altre persone (in questo caso è prevista sia l'interazione con gli spettatori attraverso Twitch che il co-op in locale), ma rendendo il gameplay sempre più effimero. La volontà di evolvere la formula, o di proporre un'innovazione è molto poca. Per farvi un esempio, nel gioco c'è un minigioco legato alla riparazione di un generatore di corrente (un'altra citazione a Dead by Daylight, chiaramente) che viene usato almeno 3-4 volte nel corso dell'avventura.

Conclusioni

Versione testata Xbox Series X
Digital Delivery Xbox Store
Prezzo 39,99 €
Multiplayer.it
6.0
Lettori (21)
7.7
Il tuo voto

The Casting of Frank Stone non è un brutto videogioco, è solo un altro prodotto pigro che segue una strada che Supermassive Games ha tracciato, e mai abbandonato, negli ultimi dieci anni. Nemmeno la sceneggiatura lo aiuta poi molto, con personaggi che non brillano e situazioni che non mettono il videogiocatore a disagio, incapaci di fargli provare tensione. È un horror che non fa paura, che non riesce a superare i confini da slasher teen che si è autoimposto, ma che vive in un universo narrativo affascinante, dove c'era margine di manovra per scrivere qualcosa di più consapevole e frizzante.

PRO

  • Graficamente e registicamente è sempre interessante
  • Divertenti le continue citazioni a film e racconti horror
  • Pieno di easter egg per i giocatori di Dead By Daylight

CONTRO

  • Non è in grado di presentare scene di tensione che siano convincenti
  • La scrittura dei personaggi, a parte pochissimi esempi, non brilla mai
  • Problemi di doppiaggio, missaggio e sottotitoli