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The Flower Collectors, la recensione

Gli autori di The Lion's Song ci portano nella Barcellona del 1977, sfruttando l'escamotage de "La finestra sul cortile" per mettere in scena un piccolo thriller che racconta uno spaccato buio della storia spagnola

RECENSIONE di Alessandra Borgonovo   —   26/04/2020
The Flower Collectors
The Flower Collectors
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Se volete avere un'idea generale di The Flower Collectors, secondo titolo sviluppato dal team austriaco Mi'pu'mi Games già autore di The Lion's Song, vi basta pensare a "La finestra sul cortile": il film di Alfred Hitchcock è infatti alla base di questo piccolo thriller, che dalla New York degli anni '50 ci porta invece nella Barcellona del 1977, pochissimi anni dopo la morte di Francisco Franco e il termine di un regime durato ben quarant'anni. Gli sviluppatori toccano dunque un tema ancora più delicato di quello affrontato con il loro titolo di debutto, raccontando anni di una nazione nella quale persistono i tratti di un regime decadente che si rifiuta di cedere alle pressioni degli aperturisti - intenti a promuovere la transizione alla democrazia. La storia messa in scena è piuttosto semplice e probabilmente il suo intreccio narrativo non coglierà alla sprovvista chi vive di romanzi gialli e polizieschi, ciononostante The Flower Collectors sembra più intenzionato a mostrare cosa significasse vivere in anni dove la dittatura, nonostante fosse prossima a scomparire, cercava di stringere le proprie maglie sui cittadini opprimendoli forse con ancora più ferocia di quanto non venisse fatto prima della morte di Franco.

La finestra sul cortile

Protagonista di questa storia è l'ex poliziotto Jorge, ritiratosi dal servizio a causa di un incidente che l'ha costretto su una sedia a rotelle: vive all'ultimo piano di un palazzo, le sue giornate passano all'insegna della noia e degli antidolorifici, e la sua unica finestra sul mondo è il balcone dal quale, munito di binocolo, scruta la piazza sottostante e ne immortala le scene di vita quotidiana sul suo album da disegno. Già dalle prime battute scopriamo un uomo (o forse è meglio dire un orso, essendo The Flowers Collectors ambientato in una realtà antropomorfa) disilluso, amareggiato e anche piuttosto refrattario a quel cambiamento sociale cui sta andando incontro la Spagna, sebbene nelle sue parole non ci sia la stessa violenza che permea altri personaggi presentati nel corso del gioco. Finché, durante una delle tante notti insonni, Jorge si trova coinvolto in un caso di omicidio: qualcuno è stato platealmente ucciso in piazza e una ragazza bussa alla sua porta, terrorizzata, chiedendogli asilo per una notte.

Inizia così una collaborazione bizzarra tra i due, dove un recalcitrante Jorge si scopre lentamente coinvolto in un caso che lo porterà a mettere in discussione tanto il presente quanto il passato e se stesso, portando la storia a virare verso la redenzione, più che la rivelazione di un crimine e delle losche macchinazioni dietro, a un perdono che accompagna la voglia di definire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato in una Spagna che tende alla democrazia ma è ancora trattenuta dalle catene di un regime durato troppo a lungo perché le sue radici vengano cancellate tanto facilmente. Attraverso una graduale realizzazione del mondo che lo circonda, spunti di riflessione e attimi di genuino conflitto interiore, The Flowers Collectors sfrutta il cliché della corruzione e dell'intrigo politico per raccontare uno spaccato buio, ma ancora molto vivo, della storia; lo fa con un ritmo che per la maggior parte del tempo si mantiene stabile, salvo dei rallentamenti nella parte centrale che tuttavia, data la brevità del gioco, non si fanno sentire granché. C'è la sincera volontà di seguire le orme di un maestro del cinema come Hitchcock ma, complice anche un comparto tecnico piuttosto grezzo, gli sviluppatori non riescono a concretizzarla fino in fondo dando vita a un thriller discreto e tuttavia acerbo sotto alcuni aspetti.

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Spettatore (quasi) passivo

Dal punto di vista del gameplay, gli sviluppatori si sono posti una sfida non da poco scegliendo di farci impersonare solamente Jorge e non la sua improvvisata assistente: proprio come nel film di Hitchcock, il giocatore ha delle azioni limitate ed è spesso osservatore passivo degli eventi, filtrati dalle lenti del binocolo o dall'obiettivo di un macchina fotografica grazie ai quali può offrire supporto e consiglio alla sua giovane partner: il senso d'impotenza dovuto alla condizione di Jorge viene trasmesso molto bene soprattutto dalle attese, quando i personaggi si prendono il proprio tempo per muoversi da un luogo all'altro della piazza lasciando il giocatore sulle spine in merito a quanto succederà, o dal fatto di non potersi prendere alcuna libertà e dover dare indicazioni precise a Melinda (la sua "collega") su cosa fare. In una situazione normale, probabilmente qualsiasi giocatore avrebbe cercato di origliare il possibile, in questo caso si è tuttavia limitati e si deve sottostare ad alcuni binari narrativi che non permettono di fare come si vuole. Allo stesso modo, un'impotenza forse ancora più opprimente si sente quando si è costretti ad assistere ai metodi sbrigativi della polizia, la stessa di cui Jorge faceva parte e che tuttavia si rifiuta di riconoscere come tale. Mi'pu'mi Games ha voluto enfatizzare molto la condizione del giocatore, in generale riuscendoci attraverso un mix di azioni limitate e situazioni al di là della sua portata: oltre a spiare dal balcone e guidare Melinda nelle proprie azioni si può a volte interagire con alcuni elementi nella stanza di Jorge ma, soprattutto, fare il punto della situazione a mano a mano che il caso si sviluppa.

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Si tratta semplicemente di dare un senso agli indizi raccolti nel corso dei vari capitoli, nulla di complesso per un gioco che di fatto non vuole esserlo: The Flower Collectors è una storia molto guidata, dove il game over non è contemplato, che però ha i suoi piccoli segreti: ci sono infatti diverse storie secondarie che gettano una luce diversa sui personaggi e si possono completare solo dimostrandosi degli ottimi osservatori, o anche prendendo piccole decisioni morali che determineranno il futuro di qualcuno di loro, e arrivare alla fine del gioco avendo sbrogliato l'intera matassa non sarà tanto immediato come si pensa. Nel suo piccolo, dunque, il gioco enfatizza l'osservazione e la ricerca del dettaglio offrendo storie nella storia, che troveranno la propria conclusione solo se ci si sarà dimostrati abili a sufficienza. Non mancheranno anche dei brevi momenti in cui la moralità del giocatore sarà messa alla prova, invitandolo tanto a un approccio onesto quanto omertoso e sebbene avessimo preferito che alcune risposte non venissero palesate subito come bugie, lasciando ancora più nel dubbio, nel complesso funziona.

The Flower Collectors 5

Comparto tecnico

Per quanto riguarda il comparto tecnico il doppiaggio sopperisce alla scarsità delle animazioni, un punto molto debole di Mi'pu'mi Games: la gran parte delle animazioni è ridotta all'osso e le situazioni che si andranno a spiare si riducono a un massimo di tre diverse espressioni sulla falsa riga dei Sims. I personaggi battono con enfasi le mani sulle ginocchia per mostrare la loro ilarità, pestano i piedi se sono furiosi e, alla fine, s'immobilizzano totalmente prima di voltarsi e andare per la loro strada. A volte è possibile vederli muovere le braccia durante un discorso per dare l'idea di essere "vivi" ma al di là di questo, non c'è nient'altro: alcuni dialoghi sono svolti tanto rapidamente che ci si chiede se abbiano davvero avuto il tempo di dirsi quanto poi viene riportato da Melinda. Quando poi si tratta di trovarsi faccia a faccia con uno di questi personaggi (sarà soprattutto Melinda ma non solo) emerge con ancora più forza l'incertezza delle animazioni, ma The Flowers Collectors è comunque capace di mantenere parte del suo fascino quando si studiano le persone dall'alto, vedendole svolgere le proprie mansioni quotidiano come un piccolo rituale all'interno di un altrettanto piccolo diorama. Le musiche, infine, non sono molto memorabili e spesso si impongono con troppa forza sulla scena andando a sovrastare il parlato.

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Conclusioni

Multiplayer.it
6.8
Lettori (2)
9.4
Il tuo voto

Con The Flower Collectors, Mi'pu'mi Games cerca di fare proprio uno dei più grandi pregi di Hitchcock, ovvero un controllo misurato della storia e dell'ambiente per far emergere il lato più umano delle situazioni sfruttando magistralmente i dettagli. Ci riesce solo in parte, trasmettendo da un lato il senso d'impotenza di un personaggio costretto nella propria immobilità mentre inscena un intrigo politico semplice ma efficace, dall'altro presentando animazioni fin troppo grezze e un occhio di riguardo parziale per quelle situazioni di contorno che concorrono a dipingere gli anni bui della Spagna post-franchista. Nonostante si presenti molto realista, amaro persino e in grado di presentare conflitti interiori interessanti, il gioco non riesce del tutto a cogliere nel segno e si presenta come un discreto ma ancora acerbo thriller.

PRO

  • Intreccio narrativo interessante
  • Buono lo spunto "hitchcockiano"
  • Interamente doppiato

CONTRO

  • Animazioni molto grezze
  • Sviluppo a tratti ancora acerbo