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The Gray Man, la recensione di un viaggio disturbante all’interno della mente di un serial killer

La recensione di The Gray Man dice che l'avventura grafica horror di Richard Haraším ha alcune buone intuizioni, ma il suo messaggio risulta molto problematico.

RECENSIONE di Giulia Martino   —   07/10/2023
The Gray Man, la recensione di un viaggio disturbante all’interno della mente di un serial killer
The Gray Man
The Gray Man
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Negli ultimi anni, i serial killer sono diventati oggetto di innumerevoli serie televisive, documentari, podcast. L'assassino seriale si è trasformato in un oggetto di intrattenimento. I nomi di Richard Ramirez, Ted Bundy, Jeffrey Dahmer e molti altri sono diventati familiari al pubblico, mentre molto meno centrali sono le vittime, relegate sullo sfondo di storie narrate spesso in maniera morbosa, con una attenzione particolare verso i dettagli più macabri. Fa poi discutere la scelta di attori attraenti (come Zac Efron nel ruolo di Ted Bundy nel film Ted Budy - Fascino Criminale) - per aumentare l'interesse del pubblico nei confronti di queste storie, talvolta romanticizzate per essere rese ancora più appetibili a spettatori e ascoltatori.

Se non altro, The Gray Man, avventura grafica firmata dallo sviluppatore indipendente Richard Haraším, non tenta di indorare la pillola. L'assassino non si riflette neppure negli specchi, mostrando solo una nuvola grigia, mutevole e caotica quanto il suo subconscio. Con uno stile visuale sicuramente originale e accattivante, l'avventura dell'assassino seriale Anthony è però piagata da notevoli limiti tecnici, e ci fa anche interrogare sulla natura problematica della rappresentazione del killer come mostro ("sul ciglio dell'umanità", scrive lo sviluppatore nella descrizione di The Gray Man sulla piattaforma Steam).

Vi proponiamo questa e altre riflessioni nella nostra recensione di The Gray Man.

La coscienza di un serial killer

The Gray Man non si discosta minimamente dagli stereotipi associati agli assassini seriali, puntualmente dipinti come 'mostri' per essere privati di una natura umana che, specie in alcuni casi, risulta molto problematica da accettare
The Gray Man non si discosta minimamente dagli stereotipi associati agli assassini seriali, puntualmente dipinti come "mostri" per essere privati di una natura umana che, specie in alcuni casi, risulta molto problematica da accettare

Dopo un video introduttivo che ci proietta nel mondo disturbato della mente di Anthony, risoltosi a chiedere aiuto a causa dei suoi problemi di salute mentale, iniziamo un viaggio tortuoso, fatto di salti temporali avanti e indietro, all'interno della vita tormentata di un assassino seriale. La prima vittima è una ragazza adescata in un parco, chiusa dall'uomo nello squallido scantinato di una casa che - come si può scoprire interagendo con gli elementi presenti nello scenario - ha giocato un ruolo molto importante nello sviluppo psichico alterato del protagonista.

The Gray Man dura circa quattro-cinque ore, ma è possibile concludere l'avventura molto prima. A nostro avviso, è discutibile la scelta dello sviluppatore di informare i giocatori di questa circostanza tramite la descrizione del prodotto su Steam. Se si decide di resistere agli istinti omicidi dell'uomo, infatti, egli sarà spinto verso il suicidio, portando la storia a una prematura conclusione. Ciò può avvenire grazie alla Coscienza di Anthony, controllata dal giocatore, mentre un lato della personalità del protagonista (chiamato Sussurratore) tenterà di trascinarlo verso l'abisso della violenza.

È chiaro che, in possesso di questa informazione, le scelte dei giocatori potrebbero essere portate a venire rivolte verso il risultato considerato da molti più desiderabile, ossia il prolungamento dell'esperienza. E, in effetti, la scelta di aiutare Anthony a resistere ai suoi tremendi istinti non sembra portare ad altro se non a una cesura netta dell'avventura, con un discutibile - ma probabilmente non inteso dallo sviluppatore - messaggio di fondo: cercare di porre un freno alla mostruosità che viene da dentro di noi è inutile, e potrà solo condurci verso l'autodistruzione. Il dualismo tra Coscienza e Sussurratore è solo eventuale e dipende dalle scelte del giocatore nel ruolo di Coscienza, ma di certo risulta eccessivamente semplicistico nella trattazione di un tema complesso come quello di una compromessa salute mentale.

La presentazione di Anthony come un mostro incapace di dire di no alla violenza se non al costo della sua stessa vita porta con sé i ben noti corollari problematici associati alla relegazione degli assassini seriali nel mondo non umano. Da sempre la società tenta di isolare le tendenze omicide, fornendo spiegazioni rassicuranti per la società, capaci di estromettere l'assassino dal consesso civile: è il caso delle teorie di Cesare Lombroso, che con i suoi studi tentava di dimostrare la presenza di tratti belluini, diversi da quelli dell'essere umano "ordinario", per collocare i criminali al di fuori del perimetro dell'umano.

Concentrandosi sul dato biografico del killer e tralasciando il contesto sociale e politico in cui opera, The Gray Man - come molte rappresentazioni dei seriali killer nei media - risulta ossessivamente incentrato sull'assassino, tralasciando del tutto il suo ambiente
Concentrandosi sul dato biografico del killer e tralasciando il contesto sociale e politico in cui opera, The Gray Man - come molte rappresentazioni dei seriali killer nei media - risulta ossessivamente incentrato sull'assassino, tralasciando del tutto il suo ambiente

È comune definire i serial killer come "mostri": abbiamo Jeffrey Dahmer, "il mostro di Milwaukee", in Italia Pietro Pacciani, "il mostro di Firenze", giusto per citare un paio di esempi. La narrazione del mostro è rassicurante, e serve a spingere l'assassino fuori dalla nostra quotidianità, tralasciando le meccaniche sociali e di potere che consentono al killer di agire indisturbato: nel caso di Dahmer, il razzismo nei confronti delle persone di colore e la discriminazione verso gli omosessuali.

The Gray Man si muove in questo solco e, pur con alcune intuizioni interessanti, non rinuncia mai alla tradizionale costruzione della figura dell'assassino seriale tramite storie di trauma. In ultima analisi, l'opera di Richard Haraším non riesce a uscire dai binari tradizionali in cui il serial killer viene rappresentato dai vari media, con il risultato di riproporre, una volta in più, lo stereotipo del "mostro" completamente isolato dalla società - e anzi, estraneo alla stessa.

Scarabocchi mentali

Dal punto di vista visivo, lo stile grezzo e brutale di The Gray Man risulta sorprendente ed efficace nel rafforzare il messaggio problematico dell'opera, ossia la natura mostruosa della mente dell'assassino seriale
Dal punto di vista visivo, lo stile grezzo e brutale di The Gray Man risulta sorprendente ed efficace nel rafforzare il messaggio problematico dell'opera, ossia la natura mostruosa della mente dell'assassino seriale

L'avventura grafica creata da Richard Haraším spicca sicuramente dal punto di vista visivo. Spesso con grande inventiva, lo sviluppatore rappresenta il mondo materiale e mentale percorso dal killer sotto forma di scarabocchi, ora in bianco e nero, ora a colori, ora appena abbozzati, ora più dettagliati. Lo stile grezzo e crudo è perfetto per la storia raccontata e per veicolare il messaggio di cui sopra: Anthony è un soggetto dalla mente deviata, intrappolato tra gli istinti bestiali del Sussurratore e la (possibile) svolta "umana" impressa dal giocatore, nel ruolo della Coscienza dell'uomo.

Il problema sta tutto nella mancanza di leggibilità degli scenari e in una cattiva implementazione degli indicatori. Comprendere quali siano gli oggetti interattivi è spesso complesso, ed è necessario passare il cursore su tutta la schermata per rintracciare elementi (talvolta confusi o del tutto invisibili) che potrebbero rivelarsi decisivi per proseguire e/o per ricostruire la biografia del protagonista. Lo sviluppatore si è dimostrato consapevole dei limiti tecnici del titolo ed è al lavoro su varie patch correttive, di cui alcune sono già state rilasciate al momento di questa recensione, ma The Gray Man resta confusionario e frustrante da navigare, senza che ciò aggiunga nulla rispetto al messaggio che il videogioco vuole veicolare.

L'aspetto forse più affascinante di The Gray Man è il suo continuo cambiamento nell'approccio visivo adottato dallo sviluppatore: in linea di massima, la costruzione del mondo è tutta basata su disegni a penna, ma c'è una grandissima variabilità nelle situazioni proposte
L'aspetto forse più affascinante di The Gray Man è il suo continuo cambiamento nell'approccio visivo adottato dallo sviluppatore: in linea di massima, la costruzione del mondo è tutta basata su disegni a penna, ma c'è una grandissima variabilità nelle situazioni proposte

Altro tasto dolente sono le scritte, caratterizzate da un massiccio effetto di sfocatura (raggiunto tramite l'aggiunta di pixel grigi ai margini delle stesse) e, nel complesso, poco leggibili. È altresì problematica la navigazione all'interno degli scenari: orientarsi è complesso e anche solo raggiungere una determinata stanza all'interno di una struttura può rivelarsi un'impresa difficile.

Storie di orrore

Tra situazioni disturbanti, sangue e spaventi, The Gray Man è un'esperienza horror in piena regola, con buona pace di chi crede che solo una grafica fotorealistica possa veicolare l'orrore
Tra situazioni disturbanti, sangue e spaventi, The Gray Man è un'esperienza horror in piena regola, con buona pace di chi crede che solo una grafica fotorealistica possa veicolare l'orrore

È indubbio che l'elemento horror sia particolarmente forte, in The Gray Man. Anche se lo stile grafico non permette di esprimere gli orrori di violenze e abusi in maniera realistica, non mancano spaventi, un abbondante utilizzo di sangue e situazioni particolarmente violente, anche a seconda delle scelte fatte dal giocatore.

Peccato che i margini di interazione non siano sempre chiari. Nel corso dei vari atti del gioco, cambieranno le prospettive sugli eventi raccontati e anche le meccaniche di gioco. Nella gran parte dei casi, si tratta di recuperare oggetti dallo scenario, combinarli e utilizzarli al momento opportuno; in altre occasioni, si deve premere un tasto al momento giusto per imprimere una particolare svolta agli eventi. Talvolta non è facile discernere se la scena cui stiamo assistendo è o meno interattiva, e se sì, come: iniziando una seconda partita, abbiamo scoperto che alcuni momenti, inizialmente ritenuti semplici scene d'intermezzo, erano in realtà aperte all'intervento del giocatore tramite la pressione ripetuta di un tasto. The Gray Man manca quindi di chiarezza, di confini chiari, e per questo rischia di non risultare fruibile in maniera consapevole da parte dei giocatori.

Gli scenari mancano di chiare indicazioni sugli elementi interagibili, e trascinare il cursore sulla totalità delle ambientazioni risulta talvolta frustrante
Gli scenari mancano di chiare indicazioni sugli elementi interagibili, e trascinare il cursore sulla totalità delle ambientazioni risulta talvolta frustrante

Quanto al comparto sonoro, abbiamo trovato abbastanza efficace il semplice accompagnamento, adeguato rispetto alle situazioni proposte, mentre un lavoro migliore avrebbe potuto essere fatto sul design sonoro delle interazioni, che spesso non offrono un feedback chiaro all'utente. Segnaliamo che, al momento, i testi di The Gray Man non sono tradotti in italiano: pertanto, la nostra prova si è svolta nella versione in lingua inglese, spesso segnata da un utilizzo non ottimale di lessico e punteggiatura.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Prezzo 14.79 €
Multiplayer.it
5.5
Lettori (2)
7.5
Il tuo voto

The Gray Man non aggiunge nulla rispetto alla narrazione tradizionale sulla natura dei serial killer. Anthony è presentato come un mostro, e il tutto viene rafforzato dallo stile grafico grezzo, basato su scarabocchi, come se la mente malata dell'assassino fosse un foglio violato da disegnacci osceni, schizzi spesso privi di senso. È una scelta affascinante a livello visivo, ma mal realizzata sul fronte del gameplay, dotato di confini e margini di interattività mal delineati. Discutibile la scelta di affidare a un paratesto (la descrizione del gioco sulla piattaforma Steam) una informazione fondamentale sugli sviluppi e i possibili finali del gioco, con l'effetto di distorcere le scelte dei giocatori verso la direzione considerata "ottimale" in ottica di durata del gioco e di fruizione dei contenuti. In sintesi, The Gray Man ci ha dato tanti spunti di riflessione, ma si è rivelato un'esperienza poco rifinita sul fronte ludico, oltre che problematica nel messaggio veicolato.

PRO

  • Gli scarabocchi che rappresentano il mondo mentale e materiale di Anthony sono spesso memorabili
  • Alcuni momenti sono fortemente evocativi

CONTRO

  • Interazioni male implementate e non chiare
  • Altamente problematica la rappresentazione del serial killer come "mostro"
  • Una determinata scelta non fa altro che precludere il contenuto del gioco, invece di offrire percorsi alternativi
  • Testi praticamente illeggibili