L'ecosistema degli sviluppatori indipendenti può sembrare piuttosto statico a volte, ma tende in realtà a mutare anche più velocemente dell'industria tripla A. D'altro canto quando si ha a disposizione un team di abili creativi, la strada è sempre quella del "grande balzo", di solito con un passaggio dal 2D al 3D o un aumento esponenziale delle risorse dedicate alla produzione.
Alcune software house riescono ad evolversi con una naturalezza quasi disarmante, eppure non mancano quelle che falliscono miseramente, anche con alle spalle un pedigree di tutto rispetto. Inciampi simili di norma derivano da errori di calcolo, o dalla semplice incapacità di valutare a dovere gli sforzi necessari a cambiare buona parte della propria filosofia interna, eventualità tutt'altro che rara se fino a quel momento si è sempre scelto di affrontare il lavoro "in piccolo" (o con una struttura quasi da famiglia allargata).
Pur con tali difficoltà da superare, comunque, se un team noto tenta di intraprendere questa tortuosa via le aspettative sono prevedibilmente alte, poiché aumenta la probabilità di trovarsi per le mani una vera gemma. Quando gli Image & Form hanno presentato The Gunk, dunque, più di un appassionato ha drizzato le antenne, convinto di poter vedere il talento della squadra a cui dobbiamo la serie SteamWorld esplodere grazie a un action adventure in tre dimensioni.
Come già detto, però, alle volte si punta troppo in altro, e una solida miniera di talento alla base di un progetto può non essere abbastanza. Dopo aver completato il gioco, infatti, dubitiamo possa essere il titolo capace di far decollare il nome di questa squadra di programmatori svedesi. Vi spieghiamo il perché nella nostra recensione The Gunk.
Narrativa: in cerca di energia
Le differenze di The Gunk dai precedenti lavori di Image & Form si notano pressoché subito: si tratta, come accennato, di un action adventure linearissimo e marcatamente narrativo. Il gioco vi mette nei panni di Rani, una esperta di scavi spaziali che raggiunge un misterioso pianeta assieme alla sua compagna Beck, alla ricerca di fonti energetiche e/o ricchezze. Armata di un poderoso braccio meccanico in grado di risucchiare materiali di vario tipo, Rani si mette quindi ad esplorare il mondo appena scoperto, ma ad attenderla trova un paesaggio verdeggiante invaso da una strana sostanza oscura - subito battezzata Gunk dalla ragazza - che una volta tolta di mezzo lascia il posto a promettenti esplosioni energetiche e all'improvvisa rinascita della vegetazione nei paraggi. Ovviamente, la ricerca della fonte di tutto questo porta la coppia ad affrontare qualcosa di ben diverso da una semplice spedizione esplorativa.
Come avrete ben capito, siamo davanti a una premessa abbastanza malleabile, che può venir sviluppata in molti modi interessanti. The Gunk però, seppur molto guidato dalla sua trama, non brilla particolarmente per dialoghi o caratterizzazione dei personaggi e nel complesso non riesce mai ad esaltare. Per tutta la campagna infatti la storia dà l'impressione più di essere una giustificazione per avanzare che un reale sostegno dell'esperienza, e non mancano ingenuità pesanti nella scrittura. Niente di terribile, per carità, tuttavia il titolo avrebbe indubbiamente guadagnato da un po' di impegno in più in questo campo, dato che è tutt'altro che privo di difetti negli altri aspetti.
Si può infatti passare sopra facilmente a una narrativa non eccelsa se il gameplay lascia a bocca aperta, tuttavia in The Gunk le scelte fatte dagli sviluppatori non sono sempre le migliori.
Struttura e gameplay: tanta melma. Pure troppa.
Se si va ad analizzare la struttura del gioco in realtà non si trova niente di particolarmente errato: The Gunk è una sorta di "finto titolo esplorativo" in cui le mappe tridimensionali hanno bivi evidenti messi lì prevalentemente per risolvere qualche puzzle extra e ottenere risorse aggiuntive. I materiali recuperati deviando dalla strada consigliata sono utilizzabili poi per potenziare il guanto di Rani in vari modi e facilitarsi la vita nelle situazioni di pericolo.
Il problema risiede nella facilità dei puzzle e nella linearità perfino eccessiva dell'avanzamento: la campagna conta enigmi molto semplici e un tragitto fin troppo ovvio per la progressione per almeno tre quarti della durata; le cose si complicano leggermente solo nella fase finale, e anche in quello specifico caso rimanere bloccati per più di una dozzina di secondi davanti a un puzzle è una rarità. Giusto per farvi capire fino a che punto il livello di sfida è rasoterra: siamo rimasti davvero fermi solo un paio di volte durante l'avventura; entrambe non erano dovute a rompicapo astrusi, bensì a bug che ci hanno costretto a riavviare l'ultimo checkpoint per attivare delle piattaforme che non erano partite.
Le battaglie contro alcuni mostri presenti nel titolo non cambiano di molto la situazione: sono nemici poco variegati dai pattern molto semplici, che rappresentano per lo più un fastidio mentre si risolvono le varie situazioni in cui Rani si trova invischiata (la loro difficoltà generale si abbassa non appena si ottengono alcuni specifici potenziamenti). A indebolire ulteriormente il tutto, poi, ci si mette proprio il Gunk: una melma sparsa ovunque da ripulire costantemente per poter raggiungere le zone successive.
L'eliminazione di tale blob di per sé non è malvagia: l'effetto di risucchio del guanto di Rani è visivamente molto piacevole e ripulire le mappe tridimensionali risulta quasi rilassante il più delle volte. Il ritmo generale tuttavia è persino troppo compassato e la necessità di cancellare questi agglomerati oscuri dal tragitto di continuo non fa che abbassarlo ulteriormente, portando ad alcune fasi (soprattutto quelle iniziali, vista la facilità) noiosette.
Comparto tecnico e giudizio: morbido al limone
Sia chiaro, anche con tutte le critiche appena descritte questo non è invero un videogioco pessimo. The Gunk funziona, non dura moltissimo e fa il suo sporco lavoro offrendo anche qualche sprazzo di divertimento e intelligenza qua e là. Il problema è la sua qualità generalmente mediocre, che certo non bastano una manciata di momenti riusciti a risollevare.
Questo livello generale "appena sufficiente", peraltro lo si ritrova anche nel comparto tecnico, dove al di fuori degli effetti legati al Gunk che abbiamo prima descritto c'è davvero poco di nota di cui parlare. I modelli tridimensionali delle mappe e dei personaggi sono piacevoli, ma ben lontani dall'essere superlativi, le animazioni risultano legnosette e l'art direction è scialba. In generale la cosa più fastidiosa sono stati certi bug: alcuni minori - come delle piattaforme che diventano "solide" in leggero ritardo, o singhiozzi del motore fisico - altri sensibilmente più critici, come quelli che ci hanno costretto alcune volte al reset. Molti di questi bachi se non altro sembrano noti, quindi è plausibile che il team li eliminerà con le prime patch.
L'unico elemento che si distingue? La colonna sonora. Il sound design del gioco è notevole, e accompagna con sonorità assolutamente azzeccate gli eventi, passando da musiche incredibilmente rilassanti durante le fasi tranquille, a momenti più tesi sottolineati con chiarezza da melodie più ostili e inquietanti. Dal team alle redini di quest'opera, però, ci aspettavamo davvero molto di più.
Conclusioni
Sarebbe ingiusto definire The Gunk un passo falso per Image & Form. Nel complesso si tratta di un titolo sufficiente, rovinato da un ritmo fin troppo compassato (seppur a tratti rilassante) e da una progressione eccessivamente guidata. Da questo team ci aspettavamo però un punto di partenza significativamente migliore per un passaggio a una "seconda fase" più ricca di ambizione. Peccato, ma c'è tempo per superarsi e traslare il talento dimostrato in passato anche nelle tre dimensioni.
PRO
- Nel complesso è un titolo abbastanza godibile, che non dura più di quel che deve
- Eliminare il Gunk è a tratti rilassante
- Ottimo sound design
CONTRO
- Mediocre o appena sufficiente in fin troppi aspetti
- Problemi di ritmo
- Qualche fastidioso bug di troppo