The House of the Dead Remake procede di pari passo con la nostalgia. C'è stato un periodo, tra la fine degli anni Novanta e i primissimi anni Duemila, in cui era facile imbattersi nel cabinato originale. Alcuni di voi ne avranno visto uno nella sala giochi cittadina, quando ancora ce n'era una; altri nei bar frequentati durante le vacanze estive, magari proprio in quelli balneari. Comunque, era facile da riconoscere quel bel pilastro verticale tutto nero e munito di schermo, anche perché sfoggiava nella parte frontale due accattivanti pistole in plastica, una blu e l'altra rossa, le cosiddette "light gun".
Gira e rigira si inventa di tutto e non si inventa davvero mai niente: era solo questione di tempo, prima di ritrovarsi alle prese con il remake del primissimo The House of the Dead. E perché no, in fondo? Gli sviluppatori di MegaPixel Studio hanno subito trovato la console perfetta, l'unica in grado di restituire la sensazione d'impugnare le pistole, mirare e fare fuoco. Parliamo di Nintendo Switch, ovviamente, e dei suoi Joy-Con muniti di giroscopio, sensori di movimento e tante altre belle cose. La recensione di The House of the Dead Remake che state per leggere si basa esattamente sulla versione testata su Nintendo Switch. Tenete conto, però, che qualcuno ha già adocchiato The House of the Dead Remake anche su PlayStation 4.
La trama dei bei vecchi tempi
La trama: al giorno d'oggi i videogiochi devono per forza averne una, perché all'esigentissima folla di giocatori basta un qualsiasi pretesto per imbracciare i forconi. Anche The House of the Dead Remake ha la sua narrazione, ma risale ai "bei vecchi tempi" in cui l'offerta ludica - soprattutto quella degli arcade - si accontentava di storie molto più modeste. È bene sottolineare come, a parte minimi elementi contenutistici e una grafica aggiornata (che poi tanto aggiornata a conti fatti non è), MegaPixel Studio si sia dimostrato fedelissimo al contenuto di partenza. Qualche richiamo forse può tornare utili, perché di acqua sotto al ponte ne è passata.
Ricorderete forse i momenti iniziali di The House of the Dead: la colonna sonora incalzante, le inquadrature rapidissime, i nemici già belli pronti sullo schermo, la telefonata da parte di una donna, la macchina che sfreccia sul selciato della villa; poi si inizia a sparare, e buona fortuna nella ricostruzione del contesto.
Perché il titolo, oggi come allora, pretende la sua buona dose di attenzione: bisogna rimettere assieme tutti i tasselli uno alla volta, giocandolo e se necessario rigiocandolo di nuovo, anche perché tra bivi e finali alternativi non è che basti raggiungere i titoli di coda (impiegherete meno di un'ora) per aver compreso tutto di The House of the Dead Remake.
Chi scrive ricorda bene la storia in questione, ma ha anche rinfrescato la propria memoria con il doveroso studio; lo scorrere del tempo aveva cancellato, per esempio, i nomi di tutti i personaggi. Comunque, la donna di cui si diceva è Sophie Richards. Sophie lavorava per uno scienziato pazzo, Roy Curien, il quale è riuscito a creare un esercito di zombi per conquistare la Terra. Sul posto (la villa-laboratorio) arrivano Thomas Rogan, il fidanzato della donna, e il collega G. Di lì in poi si spara come se non ci fosse un domani, salvando (o lasciando morire, a voi la scelta) gli scienziati presenti, fino al confronto con Curien. Il destino di Sophie dipenderà da voi. Un po', in verità, anche dal sistema di puntamento su Nintendo Switch. Continuate a leggere per passare ai "dolori" di questa storica riproposizione.
I problemi del remake
È bene che sappiate che cosa state acquistando. Partiamo da una premessa doverosa: la condizione di The House of the Dead Remake su Nintendo Switch non è disastrosa. Il titolo è godibile e per i veri cultori del genere, siamo pronti a scommettere, si rivelerà nuovamente un'esperienza esaltante. Ma bisogna pur essere obiettivi e ammettere che si poteva fare molto di più, proponendo - con tutta probabilità - un ritorno migliore sotto qualsiasi aspetto. Sarebbe bastato un po' più impegno da parte del team di sviluppo, chiaramente a fronte di una gestazione più lunga.
Tra i problemi del remake, il primo da segnalare riguarda il sistema di gioco. Il cabinato aveva le sue belle pistole colorate, mentre qui stringerete tra le mani un singolo Joy-Con, nella mano che preferite: con ZL o ZR si apre il fuoco sui nemici, mentre i tasti L ed R (oppure con B) si ricarica la pistola. Non è più necessario "puntare" al di fuori dello schermo, come avveniva in passato, e questo semplifica molto la situazione. Se puntare allo schermo del televisore e massacrare tutto ciò che si muove a schermo è divertente, però, lo stesso non può dirsi dell'implementazione di giroscopio e sensori di movimento.
Anche se la sensibilità, in ogni suo aspetto, può essere modificata a piacimento, The House of the Dead Remake non è preciso, e anche quando tutto va come dovrebbe andare restituisce una sensazione di legnosità. Non vi venga in mente, poi, di giocare in modalità portatile, cioè con i due Joy-Con collegati alla console e inclinando la stessa per puntare sui nemici, perché a quel punto entrereste proprio nel regno dell'anarchia. Certo, sia in Modalità TV che tabletop potreste comunque utilizzare lo stick sinistro per spostare manualmente il mirino sullo schermo, ma a quel punto il gioco in sé perderebbe completamente senso.
Pessimo anche il comparto tecnico: sinceramente ci aspettavamo molto di più, anche perché le foto pubblicate in questi mesi dagli sviluppatori sui social network erano più che discrete, o comunque lasciavano ben sperare. The House of the Dead Remake, invece, è proprio bruttino da vedere, compresi modelli poligonali più trascurati e compenetrazioni. D'accordo, anche l'originale non era questo capolavoro di tecnica e animazione, ma sono pure passati venticinque anni e Nintendo Switch è perfettamente in grado di offrire titoli ben più corposi, vasti e dettagliati.
A controbilanciare questa generale mediocrità ci pensano, per fortuna i contenuti. Da questo punto di vista non è possibile accusare gli sviluppatori di pigrizia: di nuovo annotiamo la presenza della Modalità Orda (tanti, tantissimi zombi in più!), di una galleria contenente i modelli 3D di tutti i mostri eliminati lungo nella modalità Storia, di molteplici obiettivi (dovrete sviscerare il titolo in tutti i suoi segreti per completare la collezione), e persino di una foto con tutti gli scienziati della villa, i quali non aspettano altro che di essere salvati da voi. Quindi badate bene a dove mirate: vanno colpiti i mostri, non quei poveracci in camice bianco!
Conclusioni
Se The House of the Dead Remake raggiunge la sufficienza, il merito è tutto dei contenuti aggiuntivi: collezionabili, obiettivi, modalità secondaria con numero superiore di nemici a schermo, punteggi e classifiche. Tutto il resto - almeno su Nintendo Switch, sperando che la situazione possa migliorare più avanti su altre piattaforme - sembra appartenere più a un titolo ancora in sviluppo, che a uno appena pubblicato. Il sistema di puntamento sfrutta sia il giroscopio che i sensori di movimento, ma vi accorgerete di quanto raramente l'uno e gli altri funzionino come dovrebbero; il comparto tecnico, invece, appare del tutto mediocre, quando non si arriva a vere e proprie sbavature. Questo senza contare i lunghissimi e apparentemente inspiegabili caricamenti. The House of the Dead Remake, insomma, abbonda di situazioni inquietanti e angosciose... ma non sempre sono causate da zombi e mostri.
PRO
- Fedeltà totale al titolo originale
- Contenuti aggiuntivi interessanti
- Con un amico rende ancora di più
CONTRO
- Giroscopio e sensori di movimento così così
- Tecnicamente mediocre
- Tempi di caricamento lunghi e fastidiosi