The Mandalorian 3 è arrivato a metà della sua corsa e ancora non abbiamo capito dove vuole andare a parare. Jon Favreau aveva anticipato che questa stagione si sarebbe concentrata su Mandalore, ma in realtà siamo stati sul pianeta d'origine dei Mandaloriani per un episodio e mezzo a malapena, mentre la scorsa settimana più di mezza puntata era incentrata sul dottor Pershing e la Nuova Repubblica.
Il nuovo episodio non sembra sviluppare orizzontalmente la narrativa di questa stagione: è quello che potremmo definire filler, un riempitivo, ma nonostante questo - e un'esigua durata di soli 33 minuti - risolve un mistero tutto sommato importante, riportando in scena un personaggio molto famoso nell'immaginario di Star Wars. Vi spieghiamo tutto nella nostra analisi di The Mandalorian 3x04, ricordandovi che ci saranno degli spoiler nelle prossime righe.
Il ritorno di Jar Jar Binks
L'attore che ha interpretato Jar Jar Binks e che per poco non ha tentato il suicidio a causa degli hater che hanno riversato su di lui le loro frustrazioni personali dopo l'uscita di Episodio I, Ahmed Best, torna nell'universo di Star Wars nelle vesti di Kelleran Beq. Dopo il 2005, Best si era ritirato dal palcoscenico per anni, doppiando il famoso Gungan negli episodi di Star Wars: The Clone Wars fino al 2014 circa. In seguito, intorno al 2020, Best ha condotto uno spettacolo televisivo per bambini intitolato Jedi Temple Challenge, in cui interpretava Kelleran Beq, un Maestro Jedi incaricato di addestrare i piccoli Padawan che partecipavano al programma insieme al suo droide AD-3.
Lo show è durato soltanto una stagione, ma Lucasfilm ha comunque creato una storia intorno al personaggio di Beq, soprannominato "Sabered Hand" per la sua bravura nello stile Jar'Kai a doppia spada laser: dato che Best interpretava anche una comparsa nella scena dell'Outlander Club in cui Obi-Wan e Anakin inseguono Zam Wesel all'inizio di Episodio II, le menti dietro Star Wars si sono inventate persino un fantomatico fratello di nome Achk Med-Beq.
Insomma, cosa c'entra tutto questo con The Mandalorian? Semplice: l'episodio 3, "Il trovatello", svela finalmente come Grogu sia scampato all'Ordine 66 in un ricordo richiamato dal rumore del martello dell'Armaiola, intenta a costruire una nuova componente dell'armatura in beskar del piccolo alieno. I Mandaloriani sembrano aver preso Grogu in simpatia, sebbene la scena dell'addestramento iniziale con le capriole della Forza e i dardi a vernice sia stata abbastanza imbarazzante. Il flashback, tuttavia, dovrebbe soddisfare i fan delle spade laser, perché si svolge la sera dell'Ordine 66, proprio mentre la Legione 501 - quella che comandavano Anakin, Ahsoka e Rex e che in seguito sarebbe stata soprannominata il Pugno di Vader - si sta introducendo nel Tempio dei Jedi per sterminarli tutti. Non sappiamo se i cloni stessero puntando proprio a Grogu, ma l'importanza che gli conferiscono i Jedi sembrerebbe suggerire che l'Ordine lo tenesse in grande considerazione.
In ogni caso, abbiamo scoperto che è stato proprio Kelleran Beq a portare Grogu - temporaneamente - in salvo, affrontando i cloni con le sue due spade laser insieme alle guardie giurate di Naboo: le riconosciamo dalle particolari uniformi e, soprattutto, dall'astronave cromata con cui lasciano Coruscant. Al netto di una computer grafica non sempre convincente, in particolare negli sfondi durante l'inseguimento, il flashback di Grogu era un momento attesissimo che non ci ha deluso. Nel presente, il piccolo indossa finalmente un nuovo pezzo della sua armatura mandaloriana, un rondello che... se ne sta sotto la tunica, dove non possiamo vederlo.
Che fine ha fatto Din Djarin?
Nel mentre che l'Armaiola fabbrica il rondello in beskar e Grogu si perde nei ricordi traumatici della sua fuga da Coruscant, Din Djarin, Bo-Katan Kryze, Paz Viszla e gli altri Mandaloriani erano impegnati a completare una missione secondaria per un pugno di punti esperienza e tre cavalcature volanti. È stata sicuramente la parte meno interessante dell'episodio, sebbene Carl Weathers - sì, proprio l'attore che interpreta Greef Karga, ma anche e soprattutto il mitico ispettore Callaghan - l'abbia girata con abilità, soprattutto nelle scene d'azione e nell'inseguimento coi jetpack lungo il canyon. Sotto il profilo tecnico, l'episodio 4 è più che soddisfacente, e riserva anche qualche breve parentesi di caratterizzazione: continua, per esempio, quello che potremmo definire un vero e proprio processo d'inserimento da parte di Bo-Katan, che comincia a imparare gli usi e i costumi del Credo, compreso l'assurdo modo con cui si nutrono i Mandaloriani come Din.
The Mandalorian 3 punta i riflettori su Bo-Katan Kryze anche questa volta, consegnandole un ruolo centrale nell'operazione di salvataggio che sottolinea ancora una volta le qualità da leader, peraltro già ampiamente dimostrate in Star Wars: The Clone Wars. La nostra impressione è che la stagione stia spostando l'attenzione su Bo-Katan per affidarle il compito di riunire la società Mandaloriana sotto una nuova sovrana, ma restano solo quattro episodi e il tempo comincia pericolosamente a scarseggiare, soprattutto se consideriamo l'incredulità con cui l'Armaiola ha reagito alla scoperta di un Mitosauro in carne e ossa sotto la superficie di Mandalore.
Conclusioni
Nonostante la sua breve durata e la natura di ovvio intermezzo, l'episodio 4 di The Mandalorian 3 è stato uno dei più equilibrati: è stracolmo di fanservice, ma invece di essere sparato a pieno regime per coccolare gli appassionati, è impiegato in modo intelligente e organico. I modelli delle astronavi, i nomi menzionati nei dialoghi, la ricostruzione del Tempio Jedi e di Coruscant... sono tanti piccoli dettagli che fanno sentire lo spettatore una parte dell'immaginario di Star Wars. Peccato che la narrativa principale abbia rallentato bruscamente, ma per il flashback di Grogu, tutto sommato, ne valeva la pena.
PRO
- Il flashback di Grogu nel giorno dell'Ordine 66
- La regia di Carl Weathers nelle scene d'azione
CONTRO
- L'operazione di salvataggio è un riempitivo bell'e buono
- I Mandaloriani qualche volta sembrano dilettanti allo sbaraglio