Vi siete mai fermati a pensare a quanto la vita sia stata condizionata dalle storie che avete letto da bambini? Dagli eroi che avevate, dai loro insegnamenti, dal coraggio che hanno dimostrato nelle situazioni di pericolo e dal loro senso di giustizia. In qualche modo questi personaggi e le loro scelte ci hanno plasmati, ci hanno convinti a intraprendere carriere, a scegliere i nostri amici e a trasformarci in chi siamo oggi. Ma come sarebbero andate le cose se queste storie non fossero mai esistite? E cosa succederà al piccolo Sam, futuro scrittore di libri per ragazzi, se il coraggioso scudiero Jot viene eliminato dalla sua vita?
È di questo che racconta The Plucky Squire, una favola geniale sull'importanza delle storie e sul coraggio che ci infondono.
Lo scrittore coraggioso
Jot è un eroe senza macchia, un cavaliere che combatte contro il malvagio Humgrump grazie all'aiuto dei suoi amici: Violet la maga, Thrash il troll e Moonbeard lo stregone appassionato di disco music. Ma Jot non è solo un guerriero coraggioso e leale, è anche un ottimo scrittore. Anzi, non è che combattere gli piaccia poi così tanto; è scrivendo che delizia i suoi concittadini con bestseller che mettono in chiaro il suo cuore e la sua grande fantasia. Il che è paradossale, dal momento che Jot, Violet, Humgrump e tutti gli altri sono a loro volta i personaggi di un libro illustrato per bambini: The Plucky Squire.
L'opera è la storia preferita del piccolo Sam, che ha una vera e propria mania per Jot. Tanto è l'amore verso questo personaggio, e tanta la gratitudine verso la gioia che questo libro gli sta regalando nei suoi anni formativi, che grazie a una magia (siamo pur sempre in una favola) riusciamo a sbirciare il suo futuro: Sam diventerà uno scrittore di libri per l'infanzia e le sue storie, come un balsamo benefico, toccheranno le vite di moltissimi altri ragazzini, ispirandoli. Insegnando loro che il male non paga mai. In The Plucky Squire, infatti, non importa quanto spietato e machiavellico sia il piano di Humgrump, Jot riesce sempre a impedirlo.
Cosa succede se Humgrump, dopo aver preso coscienza di essere solo il personaggio - perdipiù il cattivo - di un libro per ragazzi, riesce a trovare il modo di eliminare Jot dalla storia? Di fronte a questo terribile scenario, Jot dovrà combattere, sia per tornare nel suo mondo natale, sia per impedire che il futuro di Sam cambi irrimediabilmente, e così quello di milioni di altri ragazzi.
Quella di The Plucky Squire è una storia semplice, ma capace di toccare corde profonde. Potreste immaginarla come una sorta di Toy Story che incontra Harry Potter, o il Piccolo Principe, o qualunque sia il vostro libro preferito di quando eravate bambini. La sua forza è proprio nella consapevolezza di come queste opere ci hanno toccato il cuore, e di come manipolarne, anche di poco, la direzione, avrebbe potuto fare una grande differenza nella nostra vita. L'idea geniale di The Plucky Squire è che questa "manipolazione" non si ferma al livello teorico, ma arriva sotto forma di decine di idee di gameplay che lasciano il giocatore continuamente a bocca aperta.
Plucky sei tu
Nei primi momenti, The Plucky Squire è uno Zelda su carta. Stampato sulle pagine patinate del nostro bellissimo librone, Jot si muove tra le tavole, come fosse in un magico flip book. Alberi e vegetazione florida, personaggi fantasy e colori così vibranti che sembrano uscire fuori dalla pagina. Siamo già in un mondo che è dentro a un altro mondo: come una finestra che affaccia su un universo che abbiamo il privilegio di vedere, il bordo del libro fa da cornice, lasciando intendere che esista altro fuori da quella storia. Un universo tangibile fatto di forbici, temperini e graffette.
Anche Il libro non è solo un libro, è piuttosto uno di quei progetti grafici sorprendenti nei quali, ogni volta che si gira pagina, si resta a bocca aperta di fronte alle invenzioni visive dell'autore: pagine che si leggono dall'alto verso il basso quando il nostro eroe scende in profondità in una caverna, altre totalmente buie (così nere che si vede la trama della stampa) che si colorano man mano che Jot le attraversa. È uno sfoggio di stili e di idee che rendono la navigazione unica.
The Plucky Squire è il libro di uno scrittore guerriero, così ingegnoso da poter cambiare il suo stesso universo. Una delle prime idee che vengono introdotte nel videogioco è infatti la possibilità di cambiare le illustrazioni grazie alla scrittura. Molti dei puzzle ambientali vengono risolti attraverso un sistema molto simile a quello visto in Baba is You. Scritte sulla pagina troveremo delle piccole frasi che descrivono l'ambiente, con alcune parole chiave che è possibile sostituire per alterare la situazione.
Così, un letto del fiume completamente asciutto può diventare un letto del fiume completamente pieno d'acqua, e un gigantesco insetto che sbarra la strada può essere trasformato in un minuscolo insetto che sbarra la strada. Cercare le parole all'interno della pagina ci coinvolge spesso in puzzle stratificati che prevedono le classiche leve e porte chiuse a chiave. È quando il nostro Jot diventa capace di viaggiare tra le dimensioni che le cose cambiano parecchio.
Un mondo a tre dimensioni
Quando Humgrump riesce a espellere Jot dalla storia e, letteralmente, dal libro, il nostro eroe si ritrova in un'altra dimensione: quella fuori, quella tridimensionale, che risponde a regole fisiche totalmente diverse. In questi frangenti, The Plucky Squire perde la sua identità 2D e diventa un adventure in tre dimensioni, dove le coloratissime ambientazioni fantasy vengono sostituite da un mondo fatto di giganteschi utensili, giocattoli e mobili, che ricorda la cameretta di Andy in Toy Story e i livelli casalinghi di Pikmin. In questo nuovo contesto, Jot quanto il giocatore devono cambiare il modo di affrontare gli enigmi ambientali e la navigazione: tutto diventa legato a salti più precisi o alla fisica, con oggetti da spostare o far cadere per utilizzarli come trampolino.
L'apoteosi creativa arriva nel momento in cui si acquista la capacità di entrare e uscire da queste due dimensioni attraverso speciali portali verdi che permettono, non solo di trasformare Jot di volta in volta dall'eroe del libro a una sorta di action figure animata, ma anche di far interagire in ogni modo possibile le due realtà.
È un espediente che abbiamo già visto e amato in The Legend of Zelda: A Link Between Worlds, e che per certi versi, specialmente per la capacità di giocare con la natura bidimensionale della carta, ci ha ricordato anche la serie Paper Mario. L'aspetto più interessante è che spesso, per risolvere gli enigmi nel libro, bisogna uscire, cercare un oggetto nel mondo "reale" e portarlo nella storia. Allo stesso modo, capita che nel mondo in tre dimensioni alcuni ostacoli possano essere superati soltanto grazie alle caratteristiche della carta, sfruttando espedienti come le pieghe nei libri e la verticalità dei poster. In un continuo dialogo tra due dimensioni che si parlano, si intersecano, giocano con una fisica che c'è e poi non c'è più. Quasi come se due giochi diversi si incontrassero continuamente in uno scambio continuo, arricchendosi.
A volte interagendo fisicamente, perché il nostro eroe trova potenziamenti per manipolare il libro in quanto oggetto tangibile, piegandolo, voltando pagina, scorrendo avanti e indietro nelle scene. Di nuovo: ogni pretesto è un'occasione speciale per sorprendere il videogiocatore in maniera creativa.
Un mondo pieno di gioia
Quello di The Plucky Squire è un approccio divertente e divertito, pieno di gioia, che in ogni sessione riesce a dare una scossa alla formula, proponendo meccaniche nuove e richiami a generi apparentemente lontani anni luce, specialmente negli scontri con i boss. Il primo, per esempio, è un omaggio a Punch-Out!!, ma ci sono anche situazioni in cui si affronta un combattimento simil-JRPG contro quella che è palesemente una carta di Magic: The Gathering, o dispute che sembrano uscite dal buon vecchio Rhythm Paradise di Nintendo.
In questi frangenti viene fuori quello che è il difetto più lampante di The Plucky Squire, e cioè la sua eccessiva facilità. Non c'è stato, nel corso delle circa 9 ore che sono state necessarie a portarlo a termine, nessun momento davvero impegnativo da superare. Nonostante i puzzle siano divertenti e ben congegnati, non risultano mai complessi da risolvere. Nel caso in cui si rimanga bloccati un po' troppo a lungo, si può chiedere aiuto a Minibeard, una riproduzione in miniatura di Moonbeard presente in ogni mappa, che elargirà suggerimenti per proseguire fino alla prossima pagina. Gli scontri fisici sono ancora meno impegnativi, tanto che quelli con i nemici più potenti sembrano solo un'occasione per presentare idee creativamente eccezionali, ma mai sfidanti.
Conclusioni
The Plucky Squire è Toy Story che incontra il vostro libro preferito di quando eravate bambini. Lo fa con tutto l'amore e la gratitudine possibile per quelle storie che da piccoli ci hanno ispirato a diventare chi siamo oggi, grazie al coraggio dei loro eroi, all'ingegno e alla capacità di parlare direttamente al nostro cuore. Ma è anche un videogioco fantastico, pieno zeppo di idee, invenzioni estetiche e di gameplay, che sa far comunicare due mondi in maniera eccellente, fondendoli in un'unica avventura indimenticabile.
PRO
- Stilisticamente è una meraviglia
- Tantissime idee, sempre sorprendenti
- È una lettera d'amore al nostro bambino interiore
CONTRO
- Non mette mai sul piatto una vera sfida
- Le sezioni stealth sono poco riuscite (ma per fortuna sono pochissime)