L'umanità è ormai estinta, ma dalle sue ceneri è nata una civiltà di robot che si definiscono umani e che ne hanno recuperato parte della cultura, cercando di comprenderne gli errori per non ripeterli. Il giocatore è il millesimo dei nuovi umani prodotti all'interno di una città futuristica, l'ultimo pianificato, accolto con grande festa dalla comunità. Senonché, durante i festeggiamenti per la sua nascita, l'apparizione di un simulacro virtuale chiamato Prometeo lo invita a recarsi su di un'isola segreta, dove troverà ad aspettarlo una mega struttura concepita come un immenso puzzle, che accogliendolo nei suoi labirintici corridoi lo inviterà a riflettere sulla natura dell'esistenza ponendogli domande su sé stesso, sulla civiltà che l'ha generato e sulla natura dell'universo.
Per scoprire se valga la pena o meno di affrontare la sfida, leggete la recensione di The Talos Principle 2, un seguito eccellente che riparte dal suo predecessore per ampliarlo e migliorarlo, pur cercando di renderlo più accessibile.
L’isola
L'immagine che ci è venuta in mente provando The Talos Principle 2 è quella di due vecchi filosofi che giocano a scacchi argomentando tra una mossa e l'altra, in cui mosse e parole si mescolano in un tutt'uno inscindibile, formando un discorso unico. Del resto, la storia è stata scritta da Jonas Kyratzes (The Eternal Cylinder, Clash: Artifacts of Chaos), Tom Jubert (The Swapper, Subnautica) e Verena Kyratzes (The Hand of Merlin, Serious Sam 4) come se fosse un dialogo tra le varie posizioni in campo, in cui la risposta non è mai né scontata, né definitiva e in cui l'adesione del giocatore avviene attraverso una serie di dialoghi a risposta multipla, in cui può scegliere tra i diversi punti di vista espressi su alcuni quesiti di natura generale. C'è ovviamente uno sviluppo preciso da seguire, ma il tutto viene diluito in una struttura che ammette il tempo della riflessione e apre a quello della ricerca, in cui l'ampiezza delle mappe è connaturata al tema di fondo dell'esperienza.
Giocato sempre in prima persona, The Talos Principle 2 inizia da dove The Talos Principle si era fermato, sia perché i suoi presupposti sono contenuti proprio nel capitolo precedente, sia perché la fase di ingresso avviene in un'area che ricalca l'originale, con tanto di ripresa del tema egizio nelle architetture e negli elementi decorativi, in cui dobbiamo risolvere alcuni puzzle in sequenza per apprendere come giocare e, quindi, "nascere" all'interno di quella che sarà l'esperienza di gioco vera e propria. Ci ritroviamo quindi a girare per la città dei nuovi umani, dove parlando con gli altri robot e accedendo ad alcune strutture, in particolare un enorme museo, possiamo ricollegare i fili tra i due capitoli e, quando soddisfatti, decidere di partire per il nostro nuovo viaggio. Si tratta di una fase cui abbiamo dedicato più tempo di quanto pensavamo perché costruita in modo davvero interessante, tra la riproposizione di alcuni dei puzzle originali a scopo esemplificativo e la costruzione di un vero e proprio percorso espositivo che apre da subito determinate questioni.
Soddisfatti dalla visita, decidiamo di affrontare il viaggio per capire cosa ci aspetta sull'isola di Prometeo. Qui scopriamo che per accedere alla mega struttura dobbiamo attivare le torri che la circondano, usando un sistema di trasporto automatizzato per spostarci tra le varie zone e risolvendo almeno otto puzzle in ogni area, al netto di alcuni rompicapo segreti. Fatto questo, dobbiamo costruire dei ponti usando dei grossi tetramini per raggiungere le torri. Da notare che non siamo da soli nel nostro viaggio. Certo, la risoluzione dei puzzle spetta a noi, il millesimo, ma i nostri compagni si occuperanno di altre faccende che assumeranno la loro importanza con lo sviluppo della storia. Inoltre potremo parlarci, sia per questioni strettamente operative, sia per discutere su quanto trovato. Alcune questioni saranno poi affrontate anche all'interno delle chat tra robot, accessibili dal datapad d'ordinanza, in cui spesso saremo chiamati a prendere posizione su argomenti sollevati dall'esplorazione o dalla vita in città.
In tutto questo, troveranno spazio anche associazioni segrete, drammi personali, dubbi esistenziali e quant'altro.
Gameplay
Come avveniva in The Talos Principle, anche nel seguito il game design segue la filosofia del kishōtenketsu. Quindi per ogni insieme di puzzle abbiamo generalmente uno schema introduttivo che consente al giocatore di accedere alle nuove meccaniche/strumenti seguendo dei suggerimenti integrati (visivi, compositivi, architettonici e altri ancora, comunque sia niente tutorial scritti o altro di esplicito), di conseguenza le stesse vengono sviluppate con alcuni puzzle successivi, fino a quelli avanzati che propongono un ribaltamento nel modo di usare gli strumenti, con la fine della sezione che risolve l'insieme con un puzzle più ampio e ingegnoso, che per essere risolto costringe il giocatore a mettere in pratica tutte le competenze sviluppate fino a quel momento.
Niente di miracoloso: è un modo di concepire i videogiochi introdotto nel discorso videoludico da Shigeru Miyamoto negli anni '80, come direbbe qualcuno la "lezione 1" del game design, che abbiamo visto all'opera in tempi recenti con Cocoon, ma che ritroviamo anche in giochi come Little Inferno, Super Mario Galaxy e tanti altri (in particolare proprio i puzzle game), ovviamente declinato in accordo con il genere dell'opera.
In Talos Principle 2, che è fondamentalmente un puzzle game con una cornice adventure, funziona particolarmente bene perché, prologo a parte, la fase di apprendimento è diffusa lungo l'intera esperienza, considerando l'introduzione costante di nuovi strumenti per i puzzle. La stessa struttura generale del gioco è pensata in chiave kishōtenketsu, con gli strumenti che vengono riproposti nelle fasi avanzate e incrociati con gli altri, per produrre dei ribaltamenti nella logica del loro utilizzo praticato fino a quel momento. Questo modo di concepire i videogiochi è funzionale a dare l'illusione di una progressione naturale all'interno dell'avventura, per cui il giocatore non sa di essere comunque guidato e aiutato dal design dei vari elementi.
Più esplorazione
A differenza del primo capitolo, in The Talos Principle 2 il mondo di gioco è più ampio ed esplorabile con maggiore libertà. Volendo è possibile spostarsi tra le varie aree, dopo averle sbloccate, risolvendo i puzzle nella sequenza desiderata. Gli stessi sono ben circoscritti all'interno di spazi dedicati, che vanno però cercati districandosi in labirinti di corridoi, ponti, piattaforme sospese e quant'altro. Niente di complicato, perché la navigazione è supportata da dei cartelli che riportano dove andare per trovare un certo puzzle e mostrano chiaramente quali sono quelli già risolti e quali aspettano ancora una nostra visita. Dal punto di vista dell'esperienza utente il lavoro fatto da Croteam è davvero impeccabile, con il gameplay che riesce allo stesso tempo a trasmettere un certo senso di smarrimento, senza però farci mai perdere davvero.
In questo senso, The Talos Principle 2 è riuscito a coinvolgerci in modo costante per le circa trentacinque ore che abbiamo impiegato per arrivare alla fine. C'è però da dire che abbiamo trovato i puzzle generalmente più semplici di quelli del primo capitolo, nonostante i picchi di difficoltà degli speciali.
Il risultato è che, a fronte di un livello di sfida comunque accettabile, non siamo mai stati frustrati dal gioco, il che è un bene per il flow, ma allo stesso tempo c'è rimasta in testa la sensazione che alcuni strumenti potevano essere sfruttati più a fondo, per realizzare, cioè, dei puzzle più intricati. Va detto che molti giocatori furono frenati dall'arrivare alla fine di The Talos Principle proprio dalla difficoltà di alcuni puzzle; quindi, immaginiamo che la scelta di rendere il seguito più accessibile da questo punto di vista sia stata motivata dalla volontà di rendere il gioco fruibile fino in fondo da più persone. È vero poi che i puzzle sono davvero tanti e che in alcuni casi, pur essendo alla portata di tutti, le soluzioni da adottare sono brillanti e trovarle dà grande soddisfazione.
The Talos Principle 2 è ottimo anche dal punto di vista tecnico, tra scenari ricchi di dettagli, architetture che mescolano passato e futuro, integrandosi alla perfezione con il paesaggio naturale dell'isola, e un uso assennato dei vari effetti moderni (in fondo è un puzzle game), per un'esperienza visivamente davvero ricca e affascinante. Anche i modelli dei robot sono davvero ben fatti, nonostante siano ricalcati su di un unico modello. Del resto è uno dei temi del gioco, quindi può starci. Un plauso va anche alla colonna sonora, che accompagna delicatamente il giocatore nel suo viaggio verso la mega struttura, lasciandogli il giusto spazio nei momenti più riflessivi.
Conclusioni
The Talos Principle 2 è il seguito perfetto, che amplia il gioco originale e ragiona sui problemi che aveva per migliorarsi quanto più possibile. È scritto bene, ha dei puzzle ingegnosi, anche se in qualche caso un po' troppo facili, e coinvolge dall'inizio alla fine, mescolando sapientemente i suoi elementi. Come il primo capitolo, non lascia indifferenti, aprendo moltissime questioni interessanti che meritano di essere affrontate. In alternativa può essere anche solo una bella passeggiata tra un puzzle e l'altro... In fondo, che male c'è?
PRO
- Storia intrigante
- Puzzle ingegnosi
- Design eccellente
CONTRO
- Per chi ha finito il primo, i puzzle possono risultare un po' facili