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Tom Clancy's Splinter Cell: Chaos Theory

Toccare Sam Fisher non è mai stato così faticoso…

RECENSIONE di Michele Maria Lamberti   —   14/07/2005
Tom Clancy's Splinter Cell: Chaos Theory (Splinter Cell 3)
Tom Clancy's Splinter Cell: Chaos Theory (Splinter Cell 3)
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Teoria del Caos

Mentre secondo tanti con Pandora Tomorrow s’era fatto un passo indietro per quanto riguarda struttura di gioco e carisma complessivo della vicenda, Chaos Theory su PC e console è stato salutato dai fan come un gradito ritorno ai fasti del primo episodio, anche se (o forse proprio per questo) di modifiche e novità ne sono state apportate pochine: il caro vecchio Sam non ha mai smesso di muoversi furtivamente in un ambiente completamente in 3D, seguito da telecamere sotto il pieno controllo del giocatore, cercando di evitare come la peste di essere visto e/o udito da chicchessia. Il tutto in mezzo a discrete quantità di nemici armati fino ai denti ma un po’ scemotti, da far fuori (definitivamente o in maniera più soft, a voi la scelta) nella segretezza più assoluta per evitare che il resto della compagnia si allarmi, ma potendo contare sia su doti fisiche e acrobatiche tanto tanto degne di nota, sia su di un ipertecnologico arsenale di armi e gadget sfiziosissimi che solo un’agenzia segreta americana può elargire ai propri dipendenti (in realtà tante cose le trova in giro per i livelli, ma facciamo finta di nulla…).
E finalmente anche su un portatile Nintendo possiamo provare l’ebbrezza dell’appassionante meccanica di gioco testé brevemente descritta: in teoria, non manca veramente nulla. Anche la trama resta uguale alle versioni maggiori, sempre vagamente realistica, anche se ambientata in un prossimo futuro, e incentrata sui misfatti di una fittizia ma non troppo organizzazione terroristica internazionale. Il modo di narrare le vicende è in SC completamente diverso dalla grandiosità compiacentemente esagerata di Metal Gear (e su DS l’understatement è ulteriormente accentuato dall’assenza di filmati e dialoghi parlati, niente Luca Ward per i due schermini), e come al solito il pubblico si divide tra amanti di Kojima e sostenitori di Clancy; ma la storia è certamente solida e a suo modo appassionante.

Tom Clancy's Splinter Cell: Chaos Theory
Tom Clancy's Splinter Cell: Chaos Theory
Tom Clancy's Splinter Cell: Chaos Theory

Sam Fisher Junior

La struttura dei livelli, però, è completamente ridisegnata, si basa sulla versione N-Gage. Lascia pochissimo agli spazi aperti per concentrarsi quasi esclusivamente su stanze e corridoi, ed elimina quasi del tutto le “strade”, o comunque le opzioni, alternative che un po’ su home console si incontravano di tanto in tanto. Il risultato è un design ancora più lineare di quello originale che ogni tanto si lasciava andare a digressioni: su DS invece nel 95% dei casi c’è un solo modo di risolvere la questione, e la sfida tante volte sta proprio nel trovarlo piuttosto che lavorare di fantasia ed escogitare diverse alternative. L’IA dei nemici è ridotta ma non troppo, giusto perché anche nell’originale non è che fosse chissà che… Anche qui in linea di massima ogni sbaglio si paga mettendo in allarme i terroristi, sembra però leggermente più facile evitare gli sbagli, e, in caso, sfuggire ai cattivi o affrontarli, vincendo, in una sparatoria che in un design del genere c’entra come la nutella sul branzino…

Dove i Gameloft, stavolta, si son sforzati è nello sfruttamento delle peculiarità del DS.

Sam Fisher Junior

Dove i Gameloft, stavolta, si son sforzati è nello sfruttamento delle peculiarità del DS. Sullo schermo inferiore son sempre presenti il radar e i tasti per accedere a inventario, visore notturno e visore ad infrarossi; se ne deduce che a queste tre possibilità è delegata la funzione tattile di tal schermino, oltre che alla navigazione dei menu. Ma, soprattutto, il touch screen ci permette l’importante operazione del controllo della telecamera, fondamentale per ricreare feeling e meccaniche del gioco originale. La realizzazione del tutto, purtroppo, lascia a desiderare, anche se in tutta onestà non riusciamo a pensare ad una soluzione migliore di quella escogitata dal team: il problema sta innanzitutto in una certa lentezza nella risposta alle sollecitazioni sullo schermo, e poi nel semplice fatto che, che scegliate di controllare la camera col pennino o col “Thumb strap” non fa differenza, sarete costretti a spostare continuamente la mano dallo schermo alla pulsantiera con conseguente dilatazione dei tempi di gioco, che già da parte loro tanto dinamici non sono (anzi…) e generale avvertibile scomodità del setup, che a lungo andare potrebbe trasformarsi in vera e propria stanchezza fisica. Il touch screen serve anche a controllare mirini vari, e si ripropongono nella loro interezza i problemi analizzati poche righe fa.
Oltre alla questione del setup, sui controlli pesa anche una piccola quantità di disattenzioni (ad esempio: si può uscire dalla modalità “Cavo ottico” di fronte ad una porta solo premendo B; ma B è il pulsante per abbassarsi/rimettersi in piedi, e così sarete costretti a premerlo una seconda volta per tornare alla posizione originaria) che sono solo fastidiose ma avrebbero veramente potuto risolversi con una linea di codice in più…

Tom Clancy's Splinter Cell: Chaos Theory
Tom Clancy's Splinter Cell: Chaos Theory
Tom Clancy's Splinter Cell: Chaos Theory

Ti voglio agile e scattante

Otto lunghi livelli sono più che sufficienti al Single Player per tenerci impegnati quanto si deve; la lentezza notevole dell’azione di gioco probabilmente vi spingerà a fare solo piccole sessioni, e a questo viene incontro il sistema dei checkpoint, abbastanza numerosi nel corso degli stage. Come nelle versioni da TV, però, non mancano le modalità multiplayer: sono due, entrambe sfruttabili solo se avete a disposizione tante cartucce quanti sono i giocatori. Niente da dire sulla modalità cooperativa per due giocatori, dalla quale potete aspettarvi esattamente quello che dice il nome; la modalità 2 contro 2, invece, soffre di una particolarissima scelta che vede diventare il gioco dalla parte dei cattivi niente di più niente di meno che un FPS, con conseguente miglioramento esponenziale del controllo. Peccato che il team dei “buoni” resti in terza persona coi controlli macchinosi e scomodi… Indovinate chi vince nove volte su dieci?
Aspetto sempre importante di Splinter Cell è la realizzazione grafica: su DS scordatevi anche un minimo accenno ai meravigliosi effetti di luce/ombra che da sempre contraddistinguono la serie, ma a parte questo in generale l’effetto è reso bene e l’impronta “da Splinter Cell” è inconfondibile. Il livello di dettaglio di ambientazioni e personaggi è buono, sempre considerando che stiamo parlando di un DS, e le texture, spesso “pixellose”, non lo sono comunque mai in eccesso. Quello che non va è il framerate, normalmente in bilico sul confine del fastidio, che lo supera ampiamente sconfinando nell’ingiocabile quando si attivano, e non succede di rado, il visore a infrarossi e soprattutto quello notturno, peraltro ben realizzati. Cosa spiegabile solo con una fase di ottimizzazione non sufficientemente attenta e/o lunga, giacché anche se si è visto ancora poco di 3D su DS, possiamo ben dire che la mole di poligoni di SC non dovrebbe essere di tanto impaccio.
Poco da dire infine sul sonoro: le musiche non sono mai state il fiore all’occhiello della saga, e quindi qui la loro minore qualità tecnica si fa osservare poco: discorso diverso per gli effetti, ben realizzati anche se in numero notevolmente ridotto, comunque d’atmosfera quei pochi che ci sono. Parlato completamente assente, peccato…

Tom Clancy's Splinter Cell: Chaos Theory
Tom Clancy's Splinter Cell: Chaos Theory
Tom Clancy's Splinter Cell: Chaos Theory

A differenza della loro opera prima su DS, Asphalt Urban GT, stavolta i Gameloft si sono impegnati per sfruttare tutto quello che il DS mette a disposizione di sviluppatori e giocatori. I risultati però lasciano a desiderare in quanto, per le scelte di design, i problemi del controllo e lo scarso framerate, l’azione di gioco risulta lenta, macchinosa, priva di mordente. Il gioco c’è, è uno Splinter Cell più lineare e a senso unico, e funziona sufficientemente bene da tenerlo lontano dall’insufficienza. Solo però se non vi spaventa un gioco che, già lento e riflessivo di per sé, presenta anche i problemi citati, potrete veramente divertirvici, altrimenti meglio lasciar perdere. Aiuta poco, poi, una modalità multiplayer che presenta un curioso e vistosissimo sbilanciamento a favore di una parte nella sezione Vs.

    Pro
  • Tutte le feature del DS sono sfruttate
  • Buon dettaglio poligonale
  • Level design ripensato, piuttosto bene
    Contro
  • Framerate scarso
  • + controlli scomodi
  • = Lentezza e poco mordente

Cosa si può dire nel cappello introduttivo della recensione di Splinter Cell? Si potrebbe fare una breve riflessione sull’elevatissima fama raggiunta dal franchise in pochi anni (ma ormai non pochi giochi) d’attività e relativi complimenti a UbiSoft, ci si potrebbe soffermare sul fatto che ormai è l’incarnazione di un modo d’intendere gli stealth che si contrappone nettamente a Metal Gear, ancora si potrebbe constatare che finora sui portatili, N-Gage a parte, il buon Sam Fisher aveva dovuto rinunciare a tanta parte della sua essenza ma che finalmente su DS può presentarsi con quasi tutte le sue abilità al posto giusto. Sì, si potrebbe fare tutto questo, ma forse è il caso di passare subito al sodo; a noi agenti speciali e segretissimi di Third Echelon piace così. Ehm…