L'artista messicana Frida Kahlo si è spesso raffigurata immersa nella natura lussureggiante, viva e virente del suo amato Messico, circondata da scimmiette, colibrì, libellule, fiori e piante, a simboleggiare l'intimo legame che la pittrice provava non soltanto con la propria terra, ma più in generale con ogni forma di vita animale e vegetale. Ritroviamo questa stessa spinta alla comunione dell'uno con il tutto in un'opera videoludica nata prima di tutto dall'urgenza di esprimere visioni su una serie di tematiche filosofiche e ambientali. Hugo Bille, game designer e programmatore di Ultros, è stato fondatore dell'International Game Developers Association Climate Special Interest Group (IGDA Climate SIG), organizzazione che promuove strategie affinché lo sviluppo di videogiochi possa diventare sempre più sostenibile nel contesto dell'attuale crisi climatiche.
In Ultros si uniscono esigenze e istanze artistiche variegate, amalgamate in un tutto coerente e originalissimo, spinto da un gameplay che si dischiude a mano a mano che i giocatori proseguono nell'avventura insieme a Ouji, la misteriosa protagonista dell'avventura. Spicca su tutto la presentazione visiva eccentrica e stupefacente partorita dalla mente di Niklas "El Huervo" Åkerblad, musicista e artista visuale già noto per il suo lavoro sui due Hotline Miami, ma a nulla servirebbe una presentazione eccellente se Ultros non fosse, in realtà, ben più della sua splendida copertina.
Senza svelarvi troppi fra i tanti segreti del Sarcophagus, vi accompagniamo in questo utero galattico brulicante di vita nella nostra recensione di Ultros.
Il risveglio dell'eroina
Non sappiamo il motivo per cui Ouji si risveglia all'interno del Sarcophagus, subito dopo l'apertura di un enorme occhio che emana una luce accecante. Quel che è certo è che non è sola: intorno a lei prosperano piante, funghi ed esserini luccicanti, talmente numerosi e affastellati l'uno sull'altro da creare uno sfondo caotico ed esuberante per ogni suo movimento. Ultros mette sì l'agire della protagonista al centro, ma lo colloca in una cornice più ampia, facendo presto comprendere al giocatore che le sue azioni saranno gravide di conseguenze, di possibilità dischiuse e negate.
Questo perché lo sviluppo narrativo e l'esplorazione del Sarcophagus non sono lineari. È possibile intraprendere strade differenti e, grazie a un particolare sistema di salvataggio della partita, si può scegliere di tornare indietro nel tempo per compiere scelte diverse o percorrere altre vie. Si era recentemente visto un approccio analogo nell'ottimo Saltsea Chronicles. In Ultros, però, è presente un focus davvero importante sulle conseguenze dell'agire del giocatore, che porteranno a vari cicli temporali ricorsivi collegati alla presenza di un buco nero all'interno del Sarcophagus.
Osservando attentamente la schermata d'avvio del gioco, sulla destra del titolo vediamo una scritta che recita "Ultros Ouroboros". L'uroboro è il simbolo della natura ciclica della vita, fatta di un eterno ritorno di morte e di rinascita, e questo, a conti fatti, è proprio il tema principale dell'opera di Hadoque. In questa più che in altre occasioni ci sembra importante non dire troppo sulla narrativa del gioco, articolata in dialoghi ottimamente scritti, in visioni da cercare negli angoli più remoti del Sarcophagus e nelle descrizioni di oggetti, parti di animali alieni, semi. I cicli del loop temporale impatteranno anche sui rapporti tra Ouji e gli altri membri dell'eccentrico cast di personaggi che popolano il Sarcophagus, ciascuno mosso da motivazioni credibili e ben inserite nella cornice fantascientifica creata dal team. Ciò spinge a rigiocare l'avventura più volte, anche perché Ultros promuove attivamente la sperimentazione da parte dell'utente, e lo fa su più livelli.
Interagire con l'ambiente
Il Sarcophagus sembra sulle prime un luogo affascinante ma pericoloso, pieno di animali alieni pronti a fare a fette Ouji senza troppi complimenti. Avventurandoci nelle sue profondità troveremo un pugnale con cui ricambiare la cortesia e apprendere i rudimenti del sistema di combattimento, improntato sulla velocità e la reattività: schivare i colpi dei nemici premia con la possibilità di infliggere danni importanti portandoci alle spalle dell'avversario, e le abilità offensive di Ouji possono essere sviluppate sempre di più grazie alla corteccia cerebrale, accessibile nei punti di salvataggio sparsi nella mappa di Ultros. Non mancano varie battaglie contro i boss, tutti strutturati in maniera stravagante e sfidanti al punto giusto.
Divorare le parti del corpo strappate ai nostri nemici ci permetterà di sbloccare abilità connesse al combattimento, all'esplorazione e... al giardinaggio. Le meccaniche connesse alla crescita di piante un po' dovunque nel Sarcophagus permettono a Ouji di accedere a frutti nutrienti per potenziarsi, ma anche di esplorare le aree più recondite dell'ambientazione cosmica creata da Hadoque. Sono presenti semi di vario tipo, e proseguendo nell'avventura si guadagnerà un numero sempre crescente di approcci alla coltivazione di alberi e arbusti, permettendo a Ouji di navigare i vari settori del Sarcophagus in maniera sempre nuova.
Ecco: di Ultros colpisce la capacità di creare a ogni loop un senso di sviluppo e di novità, inserendo anche degli elementi rogue-lite nell'esperienza. Le abilità di Ouji si resettano ogni volta in cui lei si risveglia nuovamente al punto di partenza. Tramite particolari oggetti - rari e preziosi, da scovare avventurandosi nelle profondità del Sarcophagus - potremo "consolidare" determinate capacità acquisite dalla protagonista per preservarle anche una volta catapultati nel loop successivo. Ciò spinge a cercare nuove strade e a tentare nuovi approcci, anche nei confronti degli alieni che abitano il Sarcophagus. Provate a dare loro del buon cibo: chissà che non si rivelino più amichevoli...
L'immenso Sarcophagus
Sappiamo che Ultros è in sviluppo da circa sei anni. Si tratta di un tempo piuttosto lungo, e giocando l'avventura di Ouji si può avere il polso dell'ambizione e della cura certosina (anche nel playtesting) richieste per realizzare la visione del team di Hadoque, formato da sole nove persone. Girovagare nel Sarcophagus è un'esperienza che colpisce per l'economia dei mezzi ludici utilizzati e, al contempo, per l'incredibile varietà di approcci possibili all'esplorazione e all'interazione con il mondo di gioco, che col progredire del percorso di Ouji diventerà sempre più aperto al contributo attivo della protagonista, capace di cambiare sensibilmente l'ambiente in cui si trova.
La semplicità della struttura ludica alla base di Ultros si trova innanzitutto nell'Estrattore, una sorta di catalizzatore di tutte le abilità che la protagonista acquisirà nel corso del suo percorso. Come da tradizione in ogni buon metroidvania, Ouji sbloccherà varie capacità nel prosieguo dell'avventura: si parte dal classico doppio salto per arrivare a competenze decisamente più eccentriche. Lasciamo ai giocatori il piacere di scoprirle, data la loro originalità.
Peccato soltanto per una gestione a nostro avviso non ottimale della mappa, talvolta piuttosto ambigua: non è sempre chiaro quali vie siano aperte e quali no, e quali tipi di porte chiudano i vari percorsi. Ciò è legato forse più alle scelte artistiche del team che a una scelta di consapevole ermetismo. Ultimamente ci ha colpito quanto fatto in Prince of Persia: The Lost Crown, dove oltre alla possibilità di inserire segnalini sulla mappa vi era anche l'opzione di scattare foto agli ambienti per ricordare la collocazione di particolari oggetti o ostacoli ambientali. Nulla di tutto questo è presente in Ultros: serve impratichirsi attraversando più e più volte le varie sezioni dell'enorme Sarcophagus per riuscire a raccapezzarsi in un luogo che vuole far sentire il giocatore piccolo e, talvolta, forse fin troppo sperduto. Il che va benissimo, ma potrebbe non piacere a tutti e creare difficoltà non indifferenti in chi non ha un eccelso senso dell'orientamento.
Psichedelia in movimento
Fin dalla scoperta della sua esistenza, Ultros ci ha impressionati per la direzione artistica, nata dalla mente eclettica del musicista e artista visuale svedese Niklas "El Huervo" Åkerblad, direttore artistico e creativo del gioco. Gli artisti Yvette Schudeck, Kai Hänström e Roberto Kontosić hanno realizzato una vera e propria alchimia visiva massimalista, esuberante ed espressionista. Guardando a visioni artistiche come quelle dei pittori Alex Grey, Pablo Amaringo, Hana Alisa Omer e la già citata Frida Kahlo, Hadoque stupisce costantemente i giocatori con un mondo meraviglioso, un utero cosmico sensuale e vibrante di vita. Protagonisti sono i colori acidi ben conosciuti a chi ha apprezzato il lavoro svolto da El Huervo nei due Hotline Miami, e le forme di vita sconvolgenti e stravaganti che abitano il Sarcophagus, tutte uniche e mai banali.
In tutto ciò si inserisce meravigliosamente la colonna sonora creata da Oscar "Ratvader" Rydelius, frutto dell'ibridazione di strumenti musicali classici con apparecchi più esotici della tradizione del Centro e del Sud America. Pezzi lenti e rilassati vengono dedicati all'esplorazione, mentre le battaglie contro i boss lasciano spazio a sonorità più aggressive e sfrenate. Ultros è un'esperienza indimenticabile per gli occhi e per le orecchie, oltre che per la mente del giocatore, costantemente sollecitata da continue scoperte e rivelazioni sugli enigmi del gigantesco Sarcophagus al cui interno Ouji è stata catapultata da forze sconosciute.
Rigiocabilità e accessibilità
La nostra prima partita è durata circa tredici ore. Ultros ha tre diversi finali, ottenibili a seconda dell'approccio nei confronti del Sarcophagus, dei suoi segreti e dei suoi abitanti. Rigiocare Ultros più volte è caldamente consigliato e, a nostro avviso, è difficile non venire tentati dalla seduzione di un'avventura che ha davvero tanto, tantissimo da dire, grazie a una narrazione ambientale che lascia costantemente a bocca aperta e a meccaniche che, a partire da un certo punto del gioco, riusciranno a veicolare efficacemente i messaggi di unione e cooperazione tra esseri viventi che sono cari al team di Hadoque, che ha voluto puntare anche sull'accessibilità.
Ultros non è un metroidvania intransigente come altri esponenti del genere - pensiamo a Hollow Night su tutti - ma è sempre possibile alleggerire il livello di difficoltà aggiustando manualmente la percentuale dei danni subiti, che può essere diminuita dal 100% di default fino a essere, volendo, anche annullata. Sono presenti opzioni legate all'esuberanza visiva del gioco, regolabile desaturando i colori vivacissimi degli sfondi o inserendo un alone che fa saltare maggiormente all'occhio la protagonista rispetto all'ambientazione. Segnaliamo che Ultros è dotato di una eccellente traduzione in lingua italiana di tutti i testi e dei menu di gioco.
Concludiamo con un plauso per le prestazioni di Ultros, eccellenti su tutta la linea dal punto di vista tecnico su PC. E anche su Steam Deck: è stata espressa volontà degli sviluppatori quella di curare in maniera certosina la resa della loro creatura sulla console portatile di Valve, e i risultati si vedono. I frame per secondo scendono sotto i 60 solo in situazioni particolarmente concitate (molto rare nel corso dell'avventura) anche mantenendo settaggi molto alti per tutti i parametri grafici, e i colori accesi di Ultros risultano favolosi anche sul modello non dotato di schermo OLED.
Conclusioni
Ultros è l'abbraccio vischioso dei rami di pino di un bosco, è il brulicante micelio dei funghi che percorre il sottosuolo, è la vita ostinata che pullula anche negli angoli più impensati della Terra. Ambientato nello spazio, comunica tantissimo sul rapporto degli esseri umani col mondo e con gli animali non umani, sulla nostra tendenza alla risoluzione conflittuale dei problemi, e sui benefici che un cambio di prospettiva potrebbe portarci. Ultros è un metroidvania che fa proprie alcune convenzioni del genere solo per renderle strumentali alla realizzazione di qualcosa d'altro e di ulteriore, ad esempio con l'inserimento delle meccaniche di giardinaggio, mirabilmente integrate con ogni aspetto del gioco, dallo sviluppo della protagonista all'esplorazione. Il nostro augurio è che il pubblico si riveli ricettivo verso un prodotto di assoluta eccellenza sotto ogni punto di vista, figlio di una visione artistica, ludica e filosofica che merita di essere diffusa e apprezzata per coraggio e originalità, oltre che per la sua totalizzante carica sensuale.
PRO
- La visione artistica di El Huervo fa toccare nuove vette di meraviglia ai videogiochi
- Le possibilità di interazione con l'ambiente sono spesso originalissime
- Trama interessante e raccontata in maniera arguta e affascinante
- Design eccezionale del Sarcophagus
- Il loop temporale ha esiti dirompenti e spinge a rigiocare l'avventura più volte
CONTRO
- Mappa poco leggibile sotto alcuni aspetti, capace di creare confusione