Negli ultimi anni si sono susseguiti videogiochi che avevano come filo conduttore la voglia di proporre un'esperienza rilassante, che permettesse di staccare completamente il cervello dai problemi quotidiani del singolo giocatore; esperienze affascinanti capaci di catturare sia a livello audiovisivo che ludico. La più recente proposta di questa macro-categoria è rappresentata da Unpacking, leggero e meditativo titolo sviluppato dal ristretto team di Witch Beam.
Tra scatoloni e oggetti ricorrenti, spacchettiamo una storia lunga una vita in questa recensione di Unpacking.
Una narrazione per oggetti
Unpacking porta i giocatori a cimentarsi con la vita di una ragazza, dalla sua infanzia alla costruzione del proprio nucleo famigliare, il tutto attraverso momenti cardine della sua esistenza, rappresentati dai traslochi in nuove località e abitazioni. Il fascino di Unpacking sta proprio nello scoprire le vicissitudini che hanno visto protagonista il nostro semi-alter ego (dato che l'interazione non coincide direttamente con la fisicità del personaggio) attraverso gli oggetti che ogni volta ci troviamo a spacchettare: una tazza sbeccata, un nuovo souvenir, delle foto da attaccare alla bacheca o sul frigorifero, nuove e vecchie console da gioco, con tutto il parco titoli che ne consegue.
Impariamo a conoscere i gusti stilistici, artistici e culturali della giovane donna attraverso gli elementi che si aggiungo man mano oppure che ricorrono a ogni trasloco. Gli oggetti diventano, così, lo specchio della personalità della protagonista, che si vanno poi a mescolare a quelli dei nuovi volti che si uniscono al suo percorso di crescita.
La durata di questa avventura coincide con quanto decidiamo di essere precisi e minuziosi durante la nostra partita, ma, in definitiva, l'intero arco narrativo non porta via più di cinque ore di gioco. Un risultato comunque abbastanza soddisfacente per un titolo come questo, in costante pericolo di risultare o troppo sbrigativo oppure eccessivamente tirato per i capelli. Tra le qualità di Unpacking si annovera senz'altro la consapevolezza di capire quando fermarsi.
Un gameplay ordinato
L'obiettivo del giocatore di Unpacking è quello di fare ordine nella propria abitazione dopo un trasloco. A seconda del periodo della vita della protagonista, ci si troverà a esplorare diversi spazi, alcuni più grandi, altri più contenuti, altri ancora condivisi. Un pacco alla volta, il gioco ci dà carta bianca per mettere in ordine gli oggetti. O, almeno, così sembra. Infatti, Unpacking è un titolo molto inquadrato rispetto al posizionamento degli oggetti, che non possono essere lasciati in qualsiasi posto (ad esempio, una console da gioco deve trovarsi per forza all'interno del mobiletto del televisore, o i piatti non possono essere lasciati sul bancone della cucina).
Finché non si sarà posizionato ogni singolo oggetto in un luogo adeguato, non si potrà procedere al livello successivo. Ciò tende a mettere in evidenza più le dinamiche puzzle del gioco, con incastri millimetrici e spesso forzati, che quelle da titolo "zen" che lascia piena libertà al giocatore. Non pensiamo sia necessariamente una colpa, ma sicuramente è un'opportunità mancata in termini di rigiocabilità (nonostante alla fine dell'avventura si sblocchino modalità che permettono al giocatore di gestire la scena come meglio crede, ma con il solo fine di una condivisione social del proprio lavoro).
Presente anche una sorta di progressione a obiettivi, sbloccabili svolgendo determinate azioni all'interno del gioco, come completare un livello o posizionare oggetti in un determinato modo o luogo. Questi obiettivi ricompensano con degli adesivi, che potete utilizzare per abbellire la vostra immagine nella "modalità fotografica" dedicata.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 11
- Processore: Intel Core i7-10700
- Memoria: 16 GB di RAM
- Scheda video: NVIDIA GeForce RTX 3070
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows 7 SP1+
- Processore: supporto a SSE2 instruction set
- Scheda video: Scheda grafica con supporto a DirectX 10.
- Memoria: 1 GB di spazio disponibile
Comparto tecnico
Se siete alla ricerca di freschezza audiovisiva, Unpacking forse non è il titolo che fa per voi. Infatti, a livello grafico ci troviamo difronte alla solita, abusata pixel art con visuale isometrica che ha fatto la fortuna dell'industria videoludica, sia nei suoi primi anni di vita, sia durante la ricerca nostalgica degli ultimi tempi. Attenzione, però: il fatto che non sia originale non sta a significare che non sia ben realizzata, anzi. L'unica pecca che ci sentiamo di attribuire al comparto tecnico è proprio la poca ricercatezza. Per il resto, rimane un ottimo esercizio di stile.
Anche a livello audio ci troviamo sulla stessa barca, ovvero un commento musicale 8-bit molto piacevole (con un brano per ogni quadro di gioco) e una quantità veramente stravolgente di effetti sonori (praticamente ogni oggetto presente ha suoni dedicati a seconda delle superfici con le quali interagisce o del modo in cui lo muoviamo).
Conclusioni
Unpacking è uno di quei giochi che non vuole strafare. Nel suo piccolo, è capace di affascinare, proponendo un'esperienza che sa di "già visto", eppure abbastanza peculiare da trovare una sua strada distintiva. Non è uno di quei titoli indipendenti rivoluzionari, in grado di dare uno schiaffo morale all'industria, ma rimane comunque un ottimo prodotto, realizzato con dedizione e, soprattutto, consapevolezza del linguaggio scelto per veicolare un racconto semplice, con cui chiunque può identificarsi, almeno in parte.
PRO
- Realizzato con minuzia
- Interessante la narrazione per oggetti
- Consapevole delle sue possibilità espressive
CONTRO
- Un po' di libertà in più non avrebbe guastato
- Poca rigiocabilità