Un giorno Square Enix magari ci spiegherà questa sua ostinazione a ripescare vecchi classici, stanziare budget risicati e farli uscire nei periodi peggiori possibili. Perché se vuoi testare un potenziale mercato e sviluppi un nuovo gioco con due spicci, non dovrebbe sorprenderti che ci restino male non solo i fan, ma anche i giocatori che si avvicinano alla serie per la prima volta. E il caso di Valkyrie Elysium è ancora più controverso, dato che Soleil Inc., che l'ha sviluppato al posto di tri-Ace, ha stravolto la formula JRPG originale per passare a una deriva completamente action.
Qualche giorno fa vi abbiamo parlato di Valkyrie Profile, una serie culto, ma di nicchia che è proseguita per qualche tempo prima di finire nel dimenticatoio e risorgere dopo quasi quindici anni. Nella recensione di Valkyrie Elysium vi spieghiamo perché, nonostante il seguito sia così diverso dall'originale, alla fine è andata meglio di quanto speravamo.
Valchirie a basso budget
Se pensavate che Valkyrie Elysium avrebbe proseguito la storia cominciata nel 1999 da Valkyrie Profile: Lenneth, temiamo che resterete delusi. Ad eccezione di alcuni riferimenti più o meno velati ai titoli precedenti, Valkyrie Elysium è un prodotto del tutto autonomo, e questo è un bene per chi si avvicina per la prima volta alla serie. La premessa è molto semplice: col Ragnarok alle porte, Odino crea una nuova Valchiria per salvare il regno dei mortali.
A dire il vero, all'inizio, la dimensione di questa minaccia e lo scopo della protagonista sono confusi e opachi, nonostante la storia sia lineare e condotta da cinematiche e dialoghi scritti in italiano e parlati completamente in inglese (ma è possibile scegliere anche il doppiaggio giapponese). La storia è infatti piuttosto blanda, ma migliora nettamente verso la fine del gioco, quando i nodi cominciano a venire al pettine e la narrativa prende ritmo.
Che poi, tra viaggi nel tempo e reincarnazioni, nessun Valkyrie Profile ha mai avuto una narrativa straordinaria, intendiamoci, ma il problema di questo nuovo Elysium sta tutto in quello che si definisce solitamente "world building", cioè un insieme di particolari scritti e non scritti che contestualizzano la trama e le danno un senso.
Valkyrie Elysium affida tutto alle suddette cinematiche e ai "fiori" che possiamo raccogliere nei vari capitoli e che rappresentano i pensieri dei mortali che hanno vissuto in quei luoghi. Mettendo insieme queste riflessioni, si inquadrano meglio le circostanze e gli antefatti che hanno condotto la Valchiria sul posto, ma è un giochino che non funziona come forse avrebbe voluto Soleil Inc. e i fiori spettrali assumono in pochi momenti un ruolo da semplici collezionabili che è molto meno nobile.
A impepare questa narrativa zoppicante ci pensano ancora una volta gli Einherjar, cioè gli spiriti dei valorosi guerrieri che la Valchiria incontrerà sul suo cammino, e che si uniranno a lei nella sua missione. Sebbene sia necessario completare alcune missioni secondarie per sbloccare i loro ricordi, e saperne di più sui retroscena che li hanno condotti alla morte, questi personaggi sono ben caratterizzati e garantiscono un livello di interazione soddisfacente sia nelle cinematiche che nel gameplay vero e proprio, dando alla trama una gradita coralità.
È chiaro che il budget limitato si avverte soprattutto nella presentazione. Se la regia fa quel che può per restituire una certa solennità alla narrativa, il quadro tecnico complessivo è poco più che sufficiente. Valkyrie Elysium non è un brutto titolo, e ha diverse frecce al suo arco che possono ribattere alle iperboli che si sono lette su Internet fin dai primi trailer: i modelli 3D, per esempio, sono dettagliati e animati più che dignitosamente, con una buona texturizzazione che fa risaltare ogni minimo particolare, al netto del discutibile contorno accentuato, che può piacere o non piacere.
Diciamo che è tutto il resto a gridare old-gen. Valkyrie Elysium esce anche su PlayStation 4, e questo si traduce in una serie di compromessi e limitazioni che abbiamo avvertito anche nella nostra versione PlayStation 5 del software. Se la pressoché totale assenza di PNG è giustificata dalla meccanica dei fiori spettrali, e la compartimentazione dei nemici è abbastanza tipica dei titoli d'azione di questa risma, è più difficile fare finta di nulla di fronte a una palette cromatica generalmente slavata, un livello di interazione ambientale ai minimi termini e qualche rallentamento più o meno evidente, specialmente quando si schierano molteplici Einherjar contemporaneamente tra attacchi, incantesimi e nemici a schermo.
Anche la colonna sonora è senza infamia né lode. È sicuramente evocativa, ma tutt'altro che memorabile. Il doppiaggio in lingua inglese è invece di ottima qualità, sebbene la sincronia labiale lasci a desiderare nella maggior parte delle cinematiche. Ma il solo fatto che il gioco non sia stato tradotto in italiano fa capire quanto poco Square Enix abbia investito su questo revival di Valkyrie Profile.
Combattimenti norreni
Per assurdo, Valkyrie Elysium eccelle proprio nell'aspetto che più lo distanzia dal resto della serie. A differenza dei precedenti Valkyrie Profile, che pur essendo atipici erano pur sempre GDR giapponesi con combattimenti a turni, il nuovo sequel è un gioco d'azione in terza persona, diviso in capitoli, cui è possibile accedere da un hub centrale.
Ogni capitolo si svolge in una grande mappa che si sviluppa orizzontalmente e verticalmente. Soleil Inc. ha lavorato bene sul level design generale: la progressione è fortemente lineare e ci sono ben pochi percorsi alternativi che conducono alla meta prefissata, ma la presenza di scrigni, fiori e collezionabili, nascosti più o meno dappertutto, spinge a esplorare ogni angolo dello scenario. Di solito si devia per pochi momenti dal sentiero principale e poi ci si ritorna sempre, ma l'esplorazione non è per niente scontata e alcuni collezionabili possono sfuggire facilmente alla vista, costringendoci poi a ripetere il capitolo per trovare proprio tutto.
La percentuale di completamento non sembra determinare i finali multipli, che dipendono piuttosto da alcune scelte compiute nelle ultimissime battute del gioco: Soleil Inc. consegna al giocatore tutti gli strumenti per spolpare Valkyrie Elysium in una sola partita, senza New Game+ o altre amenità che potrebbero anche essere aggiunti in un secondo momento via DLC o aggiornamenti gratuiti, ma che al lancio semplicemente non ci sono.
In questo senso, Valkyrie Elysium è un action game davvero dritto, che si completa in una ventina di ore scarse anche risolvendo la maggior parte delle missioni secondarie. Quest'ultime sono gestite in maniera intelligente: si sbloccano interagendo coi fuochi fatui nei capitoli e sono quindi aggiunte alla schermata di selezione degli stage giocabili nel Valhalla. A quel punto, il gioco carica solo un segmento del capitolo già completato, riposizionando obiettivi e nemici per ridimensionare un altrimenti fastidioso senso di déjà-vu.
In un gioco di questo tipo, dove si combatte continuamente dall'inizio alla fine, il problema della ripetitività è sempre dietro l'angolo, ma per fortuna Valkyrie Elysium è sorretto da un sistema di combattimento validissimo, il ché è ironico se si considerano le origini della serie. La demo pubblicata alcune settimane fa e che permetteva di completare il Capitolo 1 e poi importare i dati di salvataggio nel gioco finale, era puramente indicativa: nel giro di poche ore Valkyrie Elysium concede al giocatore una varietà di strumenti, armi, combo e funzionalità che hanno totalmente rovesciato le nostre tiepide aspettative.
Sia chiaro che Valkyrie Elysium non è né Devil May Cré né Bayonetta, né tanto meno Dark Souls. Il sistema di combattimento è più caotico - soprattutto a causa di una telecamera spesso imprecisa - e manca della perfezione nelle collisioni e nelle hitbox che caratterizzano i titoli degli sviluppatori più esperti e blasonati. Tuttavia, funziona benissimo ed è maledettamente divertente.
Le dinamiche che lo impreziosiscono sono davvero tante per menzionarle tutte, perciò ci concentreremo sulle più importanti. Tenete presente che la Valchiria comincia l'avventura con una spada e una manciata di combo che mescolano i due tipi di attacchi standard, ma col tempo si sbloccano armi aggiuntive che hanno caratteristiche e utilità diverse, che si possono equipaggiare in due slot diversi per scambiarle in qualsiasi momento. Ogni arma è contraddistinta da un grado di competenza che migliora con l'utilizzo e che permette di spendere le gemme accumulate nei capitoli in un potenziamento progressivo che non aumenta solo le statistiche di base, ma anche le combo a terra e in aria che la Valchiria può scaricare sui malcapitati nemici.
Le stesse gemme servono anche a sbloccare tutta una serie di bonus passivi e abilità secondarie a parte che il gioco suddivide in tre categorie: Attacco, Difesa e Supporto. Questi talenti espandono ancora di più il sistema di combattimento, introducendo meccaniche come i contrattacchi, le schivate e le parate perfette, le Soul Burst, i colpi di grazia e così via.
A tutto questo si aggiungono alcune funzionalità che, una volta padroneggiate, conferiscono al sistema di combattimento un livello di tecnicismo molto più interessante. La Soul Chain è una semplice manovra di spostamento che permette alla Valchiria di raggiungere in un attimo i nemici distanti, mentre schiva o interrompe i loro attacchi. Le Arti, cioè gli incantesimi, che si sbloccano trovando i tomi nei forzieri, si possono equipaggiare massimo quattro alla volta: essi consumano le cariche di un indicatore che si riempie a suon di combo e hanno caratteristiche uniche. Alcune Arti inseguono i nemici, altre li attirano alla Valchiria, altre ancora ripristinano l'energia vitale della protagonista.
Ogni incantesimo è contraddistinto da un elemento specifico - fuoco, fulmine, terra e così via - che consuma un indicatore sopra i bersagli che lo hanno come punto debole. Una volta azzerato questo indicatore, il nemico è indotto nel cosiddetto stato di Elemental Crush: paralizzato, incasserà molti più danni da ogni attacco.
Ma c'è di più. Ci sono gli Einherjar. Una volta incontrati e arruolati questi spiriti, è possibile equipaggiarne fino a quattro, uno per ogni tasto frontale del controller. La Valchiria li può richiamare anche tutti insieme, finché l'indicatore apposito della Soul Gauge glielo consente, e a quel punto ogni Einherjar persisterà sul campo di battaglia per un certo lasso di tempo, attaccando i nemici di concerto con la protagonista.
Fermo restando che gli Einherjar servono anche a risolvere dei semplici puzzle ambientali, la loro utilità in combattimento è importantissima: non solo possono attirare l'attenzione dei nemici e tenerli impegnati, ma conferiscono all'arma della Valchiria i loro poteri elementali. Scegliendo l'Einherjar giusto, è possibile quindi consumare più rapidamente l'indicatore della debolezza elementale nemica e indurre prima la condizione di Elemental Crush.
Mettendo insieme tutte queste meccaniche - che non sono finite: ci sarebbero anche le Rune, i consumabili e altro ancora - si ottiene un sistema di combattimento solido, che sviluppa in modo graduale le funzionalità complementari, senza soverchiare il giocatore fin dalle prime battute, ma anzi accompagnandolo nella scoperta di ogni possibilità. La bontà del gameplay allevia il senso di ripetitività di cui parlavamo prima, ma è chiaro che Valkyrie Elysium resta un gioco d'azione monocorde per tutta la sua durata.
Tuttavia, non essendo particolarmente lungo o complicato - che è diverso da complesso, attenzione - il titolo sviluppato da Soleil Inc. si completa con piacere. Forse sarebbe stato meglio un GDR più tradizionale, ma abbiamo temuto il disastro e invece lo abbiamo archiviato mediamente soddisfatti.
Aggiornamento: in una precedente versione dell'articolo si riportava erroneamente che i testi del gioco fossero in lingua inglese. Abbiamo aggiornato la recensione per segnalare correttamente la presenza di testi in lingua italiana.
Conclusioni
Si poteva chiedere di più? Si poteva fare meglio? Valkyrie Profile forse avrebbe meritato un revival di maggior spessore, ma tutto sommato dobbiamo ammettere di esserci divertiti parecchio con questo Valkyrie Elysium, che ha saputo sorprenderci con un gameplay assai convincente e un'atmosfera che richiama con forza quelle dei suoi predecessori. Svilito dai compromessi cross-gen e da evidenti problemi di budget, il titolo Soleil Inc. riesce però nella difficilissima impresa di reinventare una serie di JRPG con una specie di tabula rasa che funziona e che potrebbe sorprendere in positivo anche i vecchi fan.
PRO
- Sistema di combattimento solido e divertente
- È un'avventura lineare che dura il giusto e non stanca fino alla fine
CONTRO
- La narrativa ci mette un bel po' a decollare
- I limiti tecnici di un budget ridotto e della vecchia generazione