La recensione di Warhammer Quest: Silver Tower sottolinea la volontà di Perchang di continuare a percorrere la strada battuta finora, quella degli strategici basati sui boardgame di Games Workshop, sempre capaci di esercitare un fascino straordinario tanto fra gli appassionati quanto fra i novizi di queste esperienze.
Non è ovviamente un errore, fintanto che la formula viene rinfrescata quanto serve per evitare un eccessivo grado di ripetitività. Del resto chi ha già dedicato diverse ore a Warhammer Quest e Warhammer Quest 2 potrebbe non impazzire dalla voglia di cimentarsi con un nuovo capitolo completamente identico ai due precedenti. Un'esigenza che Silver Tower riesce a soddisfare? Scopriamolo.
Gameplay
La formula di base di Warhammer Quest: Silver Tower è quella che ben conosciamo: uno strategico a turni molto tradizionale in cui, nell'ambito di una campagna composta da quasi trenta atti, ognuno diviso in un numero variabile di missioni, ci viene chiesto di portare a termine obiettivi specifici muovendo e attaccando con le unità a nostra disposizione.
È proprio la presenza di target di volta in volta differenti a segnare un primo passo nella direzione di una maggiore varietà, seguito dalle condizioni variabili legate alle ambientazioni, ad esempio portali da cui fuoriescono nemici infiniti oppure aree soggette a scariche d'energia che inceneriscono chiunque si trovi nei paraggi alla fine del turno.
La sensazione che si prova è quella di un gameplay per certi versi semplificato, con stage molto più brevi e un repertorio di azioni ben chiaro: i nostri combattenti possono muoversi e attaccare, oppure eseguire manovre speciali una volta trascorso il tempo necessario al loro caricamento, ma ulteriori aspetti strategici vengono gestiti automaticamente.
La differenza più grande sta però nell'interfaccia, che abbiamo trovato poco intuitiva e funzionale, in particolare per quanto concerne l'equipaggiamento di armi e oggetti, nonché il potenziamento del personaggio. Mancano piccole accortezze come un suono, un effetto visivo che sottolineino ciò che stiamo facendo e forniscano un minimo di soddisfazione legata alla progressione.
Struttura
Veniamo quindi alla struttura, che nel caso di Warhammer Quest: Silver Tower presenta un fulcro rappresentato dalla già citata campagna, molto corposa e discretamente sfaccettata, con un ampio contorno di eventi speciali e incarichi opzionali che a un certo punto, per forza di cose, dovremo sfruttare al fine di far crescere i componenti della nostra squadra.
L'approccio freemium, inedito per la serie, si avverte infatti già dopo una manciata di missioni, quando ci si trova di fronte un primo, potente evocatore e bisogna disporre delle capacità minime per sopravvivere ai suoi mortali attacchi. Tentare di eliminarlo senza effettuare un po' di grinding o mettere mano al portafogli è quasi impossibile.
Bisogna dunque a passare un po' di tempo fra missioni secondarie inevitabilmente simili a quelle che abbiamo già completato, ulteriormente semplificate nelle meccaniche, allo scopo di racimolare i crediti necessari ad acquistare armi più potenti, evocare nuovi guerrieri o potenziare quelli già in nostro possesso: una pratica che potrebbe annoiarvi.
Realizzazione tecnica
Sul fronte della realizzazione tecnica ci sono aspetti positivi e altri meno entusiasmanti. Fra i primi segnaliamo senz'altro l'abbandono della visuale dall'alto, che sacrificava in maniera sostanziale il dettaglio dei personaggi, in favore di una telecamera a tre quarti che anche in questo caso può essere liberamente zoomata.
I vari cavalieri, arcieri e bombaroli traggono grande vantaggio da questa impostazione visiva, facendo sfoggio di un buon set di animazioni e dei vari dettagli delle loro armi e armature.
Non ci si trova però di fronte a quell'evoluzione tecnologica che ci si aspetterebbe da un franchise dopo tre differenti capitoli, e anzi per quanto concerne gli scenari sembra quasi sia stato fatto un passo indietro.
Conclusioni
Warhammer Quest: Silver Tower si conferma uno strategico di ottima fattura, caratterizzato da un'ambientazione ricca di fascino, da personaggi interessanti e da una campagna lunga e impegnativa, ma non rappresenta quell'evoluzione che ci aspettavamo di vedere dal terzo capitolo della serie targata Perchang. In particolare alcune semplificazioni sul fronte del gameplay e un approccio freemium discretamente aggressivo tarpano le ali a un'esperienza che potrebbe risultare pesante e ripetitiva per chi ha già dedicato tante ore ai due precedenti episodi.
PRO
- Impianto strategico solido e immediato
- Ambientazione e personaggi affascinanti
- Campagna lunga e impegnativa...
CONTRO
- ...ma i meccanismi freemium si fanno sentire
- Qualche mancanza dell'interfaccia
- Può diventare ripetitivo