Shoot for the moon, even if you fail you'll land among the stars
Naturalmente lo stesso concetto di "non videogioco" richiederebbe una trattazione ben più approfondita di quella consentita da una recensione: per semplificare la questione ed estrapolare dal concetto ciò che è importante per parlare di Wii Music, accettiamo la comune convinzione che questo termine indichi quei titoli che, per scelta, non propongono un fine preciso e, conseguentemente, una sfida da superare. E' indubbiamente questo il fattore più rappresentativo di Wii Music, e cioè l'alienarsi da (quasi) tutti i giochi musicali usciti finora, rifiutare il concetto di punteggio, della versione giusta o sbagliata di una canzone, e porre al centro dell'esperienza proprio quella nota che, nella versione canonica di un pezzo, non ci sarebbe dovuta essere: interpretazione, non esecuzione. Quando si inizia a suonare uno dei cinquanta brani presenti in Wii Music si può attivare, naturalmente, una finestra che indica il normale percorso ritmico e melodico di una canzone: così facendo si può eseguire e registrare senza difficoltà una versione identica a quella originale, senza rimanere tuttavia minimamente soddisfatti o divertiti. Ripetere un brano così com'è nella sua forma iniziale significa non aver compreso lo spirito di Wii Music, che stimola il giocatore a prendere un motivo, utilizzarlo come punto di partenza e destrutturarlo a volontà. Si può alterare una composizione più o meno ferocemente a seconda dei propri desideri, ma la prerogativa per godersi il gioco è proprio questa, ovvero anteporre le proprie idee all'esecuzione stessa della canzone: gli obbiettivi non sono assenti, sono pressoché infiniti. Lo spettro di variabili che propone Wii Music può lasciare inermi: si può suonare un brano con strumenti diversi da quelli previsti inizialmente, lo si può velocizzare o rallentare, lo si può ribaltare completamente o addirittura rendere irriconoscibile. Per ogni composizione sono presenti sei tracce, che possono essere registrate separatamente, attivate e disattivate: due sono adibite alle linee melodiche (principale e secondaria), due alle percussioni, una al basso e una agli accordi. Ciascuna delle sei può essere realizzata utilizzando uno dei sessanta strumenti inseriti nel gioco, tutti inscrivibili in quattro tipologie (chitarre, percussioni, fiati e archi)e altrettanti sistemi di controllo: la sintesi funziona egregiamente nella maggior parte dei casi, e l'emulazione attraverso wiimote e nunchuk dei movimenti reali risulta, oltre che immediata e coinvolgente, anche molto precisa, forse fin troppo. In Wii Music non si crea musica da zero, si interpretano "solo" dei brani in maniera libera, si altera una struttura che, per quanto snaturata, è comunque presente: non si possono quindi scegliere le note da suonare, che tuttavia possono essere allungate, appoggiate, legate, eseguite più o meno frequentemente o intensamente. Per quanto si discosti da ciò che tradizionalmente etichettiamo come videogioco, Wii Music non rinnega completamente le sue radici, collocandosi in una posizione altrettanto distante rispetto ai software musicali: non si può infatti modificare solo una parte della propria esecuzione, se non si è soddisfatti si ripete tutto dall'inizio, rischiando quindi di rovinare quanto di buono prodotto fino a quel momento, in nome della sfida e a discapito della qualità del brano. Una volta soddisfatti della propria composizione, si salva (sotto forma di video stile MTV) e si passa a quella successiva.
Batterial
Attraverso la Balance Board, utilizzata insieme alla solita accoppiata wiimote-nunchuk, si può suonare la batteria in maniera decisamente approfondita. Sebbene regali svariate soddisfazioni, questa modalità richiede molti sacrifici, non essendo affatto facile da padroneggiare, anche a causa di controlli precisi ma poco intuitivi. Per chi volesse realmente creare delle composizioni ex novo (o quasi) è tuttavia un'opzione da prendere seriamente in considerazione.
Johann Sebastian Domisol
Vista la complessità di Wii Music è presente un tutorial che accompagna l'utente durante le prime ore di gioco, fornendogli delle lezioni, inizialmente obbligatorie, che spaziano dalle nozioni basilari sull'uso degli strumenti a quelle più avanzante che concernono ritmo, generi musicali e arrangiamento dei brani: in quindici ore saprete come elaborare una versione dell'Inno alla Gioia di Beethoven con una cifra stilistica tipicamente giapponese. Sebbene approfondire il titolo sia estremamente appagante e divertente, forse lo è ancora di più suonare in multiplayer, e registrare insieme a un amico le varie tracce che compongono una canzone. Per un neofita la curva di apprendimento è direttamente collegata alla qualità del proprio orecchio: chi sa suonare una batteria saprà come dare ritmo al brano in pochi minuti, al contrario chi ha meno esperienza o talento necessiterà di più tempo e di una maggiore dedizione.
La stessa natura di Wii Music preclude l'esperienza a molti possibili acquirenti: è adatto ai bambini che lo utilizzano come giocattolo e a chi vuole sperimentare attraverso i brani, tagliando di netto la categoria tra i due, ovvero la gente che si vuole divertire o riposare "eseguendo" la versione classica di una canzone senza eccessivi sforzi mentali. Per tutte queste persone ci sono alcune modalità secondarie ben realizzate (inserite ironicamente sotto la dicitura "giochi") che tuttavia da sole non giustificano minimamente l'acquisto di Wii Music. Tra queste la più originale è sicuramente quella che mette il giocatore nei panni di un direttore d'orchestra, nella quale si deve muovere il telecomando in alto e in basso, più o meno intensamente in base alla situazione. Un'altra modalità utilizza la struttura resa celebre da Guitar Hero, solo che, piuttosto che suonare una chitarra, si devono agitare a tempo delle campanelle; l'ultima, più affine al concept di Wii Music, è rappresentata da una sorta di quiz musicale che testa l'orecchio del giocatore.
Il ruolo di Miyamoto
Spesso si tende ad attribuire a Miyamoto la paternità di qualsiasi produzione Nintendo, che si tratti di Zelda, Mario, Wii Sports o Fit; sebbene possa sembrare sorprendente, il celebre game designer è stato più coinvolto in Wii Music, sia in fase ideativa sia realizzativa, che in progetti più tradizionali come Mario Galaxy o Twilight Princess. Non solo lui della "vecchia guardia" Nintendo si è impegnato a fondo con Wii Music, visto che l'intero progetto è stato prodotto e seguito da vicino dal fenomenale Takashi Tezuka (autore di Super Mario World e Yoshi's Island, per citarne due), e da Katsuya Eguchi, padre di Animal Crossing; insomma, tradizione nel nome dell'innovazione.
Stecche
Wii Music non è perfetto, anzi, ha diverse sbavature. La colonna sonora è troppo incentrata su canzoni popolari poco stimolanti, che avrebbero potuto lasciar spazio a un maggior numero di pezzi prestati dalla musica colta o da quella jazz; vista l'essenza del gioco, tuttavia, questo aspetto non pregiudica troppo la qualità dell'opera, dato che si può prendere un brano, anche il più banale, e frullarlo a piacimento. La stessa cosa non si può dire per la qualità dei sample sonori: obbligata a utilizzare i midi per garantire un alto grado di malleabilità musicale, Nintendo avrebbe comunque potuto e dovuto scegliere dei campionamenti meno primitivi. Alcuni strumenti ne risentono poco, altri, come il sassofono, perdono gran parte della loro bellezza, ed è un vero peccato.
La stessa grafica è piuttosto povera, come del resto quasi tutti i lavori che si focalizzano sulla valorizzazione dei Mii: alcune scelte stilistiche sono pregevoli, come i personaggi della band Domisol o la regia dei video, ma ogni tanto compaiono dei dettagli stucchevoli e poco levigati, che minano alla base la coesione estetica del gioco. L'unica, enorme, imperdonabile pecca tuttavia sta nell'online poco strutturato: si possono scambiare (e modificare) video con gli utenti della lista amici, ma si sente la mancanza di un server comune, in cui poter osservare le composizioni di talentuosi sconosciuti e inserire le proprie creazioni, soprattutto in un'epoca ormai dominata dalla personalizzazione e dalla condivisione dei contenuti.
Conclusioni
L'avvento della Touch Generation ha generato nei giocatori tradizionali un genuino sentimento di protezionismo, tanto da far nascere in loro l'illusoria convinzione che, se un software è profondo, allora può essere anche inserito nei canoni del gaming ortodosso. Wii Music mostra l'inesattezza di questo postulato: accessibile a tutti ma elitario come pochi, si rivolge principalmente a bambini e amanti della musica, risultando poco appetibile proprio agli "hardcore gamers". Originale, sperimentale e unico, ha vari difetti che però non ne minano le fondamenta, tranne uno: l'online poco elaborato, grazie al quale sarebbe stato l'epitome videoludico della "youtube generation".
PRO
- Unico e innovativo
- Variabili musicali infinite
- Buon multiplayer offline
- Accessibile a tutti...
CONTRO
- ... ma adatto a pochi
- Campionamenti di bassa qualità
- Online limitato