"Una lettera d'amore a 1 bit a Junji Itō e H.P. Lovecraft". Così lo sviluppatore panstasz descrive la sua creatura, l'avventura horror con elementi RPG e roguelite World of Horror, fresca d'uscita da circa tre anni di accesso anticipato. Se i riferimenti a Lovecraft ormai abbondano nel mondo videoludico - andando da Bloodborne fino a Dredge, attraversando generi anche diversissimi tra loro - meno attenzionato è l'immaginario del fumettista giapponese (e odontotecnico) Junji Itō, autore di manga horror celebri nel Paese del Sol Levante e non solo, tra cui il brillante Tomie.
L'uscita di World of Horror dall'accesso anticipato, però, è accompagnata da diverse controversie: numerosi artwork degli avversari, ispirati al folklore giapponese e ai lavori di Itō, sono stati rimossi e sostituiti con altri, probabilmente a causa delle polemiche generatesi in questi anni circa l'eccessiva "vicinanza" di alcuni design con quelli del mangaka nipponico. Inoltre, panstasz non ha rispettato le promesse fatte circa l'implementazione di opzioni di accessibilità: World of Horror risulta ancora oggi molto ostico da navigare a causa del design poco chiaro (se non del tutto confusionario) dei suoi menu, e giocarlo è praticamente impossibile per persone con problemi di visione. È poi paradossale che l'avventura si sia arricchita maggiormente con alcuni aggiornamenti usciti negli scorsi mesi, piuttosto che con l'uscita della sua versione definitiva.
Vi parliamo degli orrori cosmici di questo videogioco a 1 bit nella nostra recensione di World of Horror.
Forbici, pentacoli e altri orrori assortiti
Già avviando World of Horror si comprende come panstasz abbiamo voluto costruire un'esperienza inusuale sotto ogni aspetto: l'interfaccia di gioco è costituita dallo schermo di un PC, all'interno del quale troviamo varie storie che possiamo vivere con i nostri personaggi. È consigliato di partire dalla Spine-Chilling Story of School Scissors, una sorta di tutorial in cui prenderemo dimestichezza con il complesso universo ludico di World of Horror.
Complessità più apparente che reale, sia chiaro: alla prova dei fatti, i combattimenti sono spesso semplici e ripetitivi, essendo necessario impostare delle azioni, riempire la relativa barra del turno (con un peso diverso di ciascuna azione, da valutare in ottica strategica) per poi compierle e subire la reazione dell'avversario. È presente anche un selettore di difficoltà per rendere la propria partita più semplice o difficile, a seconda della nostra voglia di metterci in gioco.
Fortuna che le varie missioni sono di durata tutto sommato breve - il tutorial dura circa una ventina di minuti, mentre negli altri casi si impiega circa un'ora - perché la morte, in World of Horror, è sempre dietro l'angolo. Spesso a causa di eventi casuali: percorrere il corridoio verso la palestra potrebbe portarci a essere assaliti da una strana donna che vuole essere aiutata a maneggiare materiale medico. Solo che lo spavento che conseguirà alla scoperta degli orrori che lei definisce "materiali medici" ci porterà a perdere energia, e questo potrebbe portare alla conclusione prematura della nostra avventura.
Orrore cosmico?
Per la gran parte del tempo gli orrori che si vivono sono perlopiù legati alle opere di Junji Itō, anche se la trama del gioco intesa in senso ampio pesca a piene mani dall'orrore cosmico di matrice lovecraftiana. World of Horror è, quindi, un prodotto innanzitutto giapponese, ben ancorato all'immaginario J-horror urbano del cinema del Sol Levante, nato dall'ibridazione di elementi della società contemporanea con gli yōkai, i mostri del folklore tradizionale nipponico.
Più che spaventi, World of Horror offre una carrellata di aberrazioni solitamente umanoidi, contraddistinte da un body horror anche molto spinto, mitigato in un certo qual modo dal carattere assolutamente non fotorealistico della produzione. Non capita praticamente mai di avvertire quella sensazione di panico che può essere presente nelle produzioni in cui è necessario reagire in tempo reale, dato che World of Horror è impostato su un sistema di opzioni (esplorative, di gestione dell'inventario, di combattimento) che non mettono fretta e urgenza, forse depotenziando la portata orrorifica di certi incontri.
C'è poi da dire che i risultati delle varie partite sono determinati in larga parte dal caso: ad esempio, scegliendo di esplorare un particolare luogo avremo, di solito, una varietà di possibili eventi, tutti con risultati differenti tra loro. La durata breve delle varie avventure disponibili mitiga il senso di frustrazione, ma spesso si ha la sensazione di avere risultati indipendenti dalla nostra abilità e attitudine nei confronti del gioco.
Conclusioni
World of Horror è un gioco fatto di contraddizioni non sempre risolvibili: da un lato, abbiamo una trama basata sulla presenza nel mondo di orrori indicibili; dall'altro, si passa il gioco a gestire oggetti e statistiche, tentando di assumere un controllo su ciò che dovrebbe essere, per antonomasia, incontrollabile. Nei suoi momenti migliori, World of Horror è un po' come Dark Souls per una persona alle prime armi: un'esperienza difficile e piena di pericoli, in cui stare sempre all'erta, sul chi vive. Nei momenti peggiori, l'opera di pnastasz è fastidiosa per i suoi menu onnipresenti, le sue opzioni mostrate in maniera invasiva, le sue interfacce prolisse, capaci di oscurare quasi del tutto gli scenari, i personaggi, i terribili nemici presenti, talvolta modificati in maniera assolutamente infelice in questa versione definitiva del gioco, a causa delle polemiche legate alla derivatività - o, per i più critici, al vero e proprio plagio - di alcuni lavori del mangaka Junji Itō. World of Horror viaggia tra gli opposti e non trova un bilanciamento, ma resta un'opera interessante per chi vuole sperimentare un'avventura horror fortemente ancorata a certi stilemi dei giochi di ruolo da tavolo e ha una passione per gli orrori squisiti provenienti dal Paese del Sol Levante.
PRO
- Graficamente splendido da vedere
- Una trama frammentata da ricostruire con attenzione e partecipazione
- Alcune situazioni sono davvero memorabili
CONTRO
- Opzioni di accessibilità promesse dallo sviluppatore ma del tutto inesistenti
- Menu onnipresenti e fastidiosamente intrusivi nell'esperienza
- Spesso ingiusto a causa di una forte casualità degli eventi