Il mondo degli sparatutto in prima persona free to play è più affollato che mai e ogni nuovo arrivato, per non annegare, deve presentarsi al pubblico con un'identità forte e un gameplay solido. Questo non è il caso di World War 3 che, in entrambe le categorie, non riesce a raggiungere i traguardi dei suoi concorrenti a causa di alcuni problemi tecnici, ma soprattutto di una diffusa mancanza di originalità.
Sviluppato dai polacchi di The Farm 51, World War 3 ha una fortissima iconografia slava nelle personalizzazioni, nelle armi, nei soldati e soprattutto nelle mappe che ricostruiscono, in alcuni casi molto bene, alcune location iconiche dell'Europa dell'est e della Russia. Prendendo in mano le armi di World War 3, però, ci vuole poco ad accorgersi delle tante piccole cose che non funzionano nel gioco.
La sua premessa è semplice: cercare di unire Call of Duty e Battlefield per creare un'esperienza fluida come lo sparatutto di Activision e modulare come quello sviluppato da DICE. Il problema è che, allo stato attuale delle cose, il gioco non punta a creare qualcosa di nuovo o innovativo ma si limita a copiare funzioni e modalità da uno e dall'altro.
Essendo free to play e sfruttando elementi di giochi che possono costare decine di euro anche mesi dopo l'uscita, però, l'opera di The Farm 51 potrebbe ritagliarsi una sua nicchia di appassionati e con questa recensione di World War 3 potrete capire se si tratta di un'esperienza che fa per voi.
Le armi non mancano
World War 3 può contare su un discreto numero di armi, tutte con una pletora di accessori sbloccabili con l'utilizzo. Se avete presente il sistema dell'armaiolo di Call of Duty allora vi orienterete subito con quello di WW3. Ogni bocca da fuoco ha una serie di livelli, completati i quali vengono resi disponibili nuovi mirini, caricatori, tipi di munizioni, calci, impugnature e quant'altro. Armamenti più potenti e avanzati vengono sbloccati con l'aumentare del livello del giocatore tramite il consueto sistema dei punti esperienza a fine match. Vista l'inutile complessità che ha raggiunto il processo di sblocco di nuove armi nell'universo di CoD, tornare alla semplicità di WW3 è stata una boccata di aria fresca.
Se il gioco fa bene dal punto di vista della quantità e della varietà, lo stesso non si può dire della sensazione che tutte queste armi danno quando le si usa. Il paragone migliore possibile è quello con lo stato di Battlefield 2042 al lancio: non sembra esserci una connessione diretta tra i proiettili che escono dalla canna del vostro fucile e l'impatto che questi hanno sui soldati nemici. Lo sforzo nella direzione del realismo c'è, ma gli sviluppatori hanno scelto una strada incompatibile con lo stile che hanno dato al proprio prodotto. Nessuno sparerebbe con un fucile d'assalto in modalità automatica su un campo di battaglia reale: la maggior parte dei soldati usa M4 e AK47 in modalità colpo singolo per essere precisi e non sprecare munizioni. Ci sono giochi che hanno replicato questo tipo di guerriglia alla perfezione e WW3 vorrebbe fare lo stesso, ma le sue modalità di gioco sono rapide e frenetiche, raramente tattiche. Il risultato è un arsenale difficilmente controllabile nel mezzo di uno scontro a fuoco confusionario.
Loadout ben pensati
Dove World War 3 fa bene a livello concettuale è nella gestione del loadout, ovvero tutto ciò che un soldato si porta dietro quando è sul campo di battaglia. Oltre alla classica arma primaria e secondaria, ogni operatore di WW3 ha con sé un esplosivo (granata a frammentazione, claymore, mina anticarro, C4 ecc...) e un gadget a scelta tra un medikit, che ricarica completamente la salute di due soldati, un pacchetto di munizioni e un kit di equipaggiamento che rifornisce di armatura e granate. Ci sono poi 3 tipi di armatura che offrono una protezione sempre maggiore: in kevlar, in ceramica e in acciaio. Attenzione però al peso: ogni arma e ogni pezzo di armatura ha un impatto sulla mobilità del personaggio. Questo vuol dire una corsa più lenta, una scivolata più breve e una velocità ridotta nell'oltrepassare gli ostacoli.
Questo modo intelligente e bilanciato di gestire cosa il proprio personaggio si porta appresso presuppone un gameplay più ragionato, in stile Battlefield, dove l'obiettivo è coordinare un'avanzata di squadra piuttosto che un'accozzaglia di lupi solitari alla CoD. Qui WW3 si scontra nuovamente con la sua crisi d'identità: vuole essere tattico, ma anche rapido, preciso ma anche esplosivo e, purtroppo, il risultato finale è più simile a un Call of Duty con grandi mappe e veicoli più che a un Battlefield rifinito e movimentato. Questo si vede anche nel sistema di respawn, che è preso a piene mani da Battlefield (insieme al sistema di gestione della squadra) ma che del gioco DICE non ha la lettura intelligente di ciò che sta succedendo intorno a un compagno di squadra. Spesso ci è capitato di venire posizionati allo scoperto su una linea di fuoco (e non dietro la copertura che usava il nostro alleato) o di comparire dentro a un muro, incapaci di muoverci, perché non c'era abbastanza spazio in uno stanzino o su delle scale per il nostro corpo.
Disastro veicolare
Dove World War 3 ci ha delusi di più, però, è nella gestione dei veicoli. Sono legnosi nelle interazioni con la superfice di gioco e hanno un serio problema di lag per chi li guarda da fuori, soprattutto quelli più piccoli e agili. Questo problema ha raggiunto degli estremi tali per cui alcuni carri armati leggeri, dalla nostra prospettiva, si teletrasportavano di 3 o 4 metri in avanti o indietro quando cercavamo di colpirli con un lanciarazzi. Anche la gestione dell'audio di alcuni mezzi di trasporto è piena di magagne. Gli effetti sonori degli elicotteri e dei bombardamenti, per esempio, hanno un problema nella differenza di volume tra quando si è dentro un edificio e quando si è all'aria aperta. Lo sbalzo di volume nell'uscire da una porta è stato tale, a volte, da costringerci a toglierci in fretta le cuffie.
I carri armati pesanti, poi, hanno un bassissimo suono del motore quindi è difficile, mentre ci si corre a fianco, distinguere un mezzo nemico funzionante da quelli usati come scenografia. L'unica nota positiva della gestione dei veicoli di WW3 è che, a differenza di Battlefield, l'attrezzo per ripararli è a disposizione di tutti: per usarlo vi basterà avvicinarvi a un mezzo danneggiato e vi verrà offerto di equipaggiarlo per aggiustare il vostro carro armato. C'è anche un problema con le linee di dialogo degli operatori, che ci sono state fornite a volte in inglese, a volte in russo o a volte in cinese. Bella, però, l'idea di far contare al personaggio i secondi in cui sta "cucinando" una granata ovvero quando, tolta la spoletta, la si tiene in mano per anticiparne l'esplosione una volta lanciata.
Conclusioni
World War 3 può vantare una serie di utili innovazioni che purtroppo si perdono tra le imprecisioni fatte su alcuni elementi fondanti di ogni sparatutto in prima persona. Il gioco ha dalla sua, per esempio, una modalità a obiettivi in cui una squadra accumula punti solo se conquista e mantiene due obiettivi vicini; un ottimo modo per incoraggiare un gameplay più tattico. I puntatori laser sul fianco delle armi, poi, possono essere usati come miri sostituitivi ampliando il campo visivo. Le armi e le classi disponibili a chi comincia come utente free to play, però, sono pochissime (un fucile d'assalto, una mitraglietta e una mitragliatrice), la connessione non è stabile e gli sviluppatori parlano poco e niente con la community, quindi non ci sono certezze su come andrà avanti lo sviluppo. Tutti i problemi raccontati finora mettono in ombra le buone idee di World War 3 e restituiscono un prodotto che non convince. L'unica cartuccia su cui può contare World War 3 al momento, purtroppo, è quella di essere Free to Play.
PRO
- Buona gestione dei loadout
- Piccole innovazioni creative che non ti aspetti da un fps
CONTRO
- Armi difficili da controllare
- Veicoli da rifare
- Gestione dell'audio