Halloween 2018 si avvicina, ed è normale che i publisher abbiano puntato proprio a questo periodo per lanciare i propri giochi più macabri, inquietanti o più in generale a tema horror. NIS America da parte sua possiede ancora due frecce semplicemente perfette per il proprio arco, e ha deciso di scoccarle nello stesso momento. Yomawari: Night Alone e Yomawari: Midnight Shadows torneranno in questi giorni su PlayStation 4 e per la prima volta anche su Nintendo Switch, in una collection dal titolo molto chiaro ed evocativo: Yomawari: The Long Night Collection. E ad attendere le protagoniste dei titoli ci sarà appunto una lunga notte, apparentemente senza fine, dalla quale potrebbero non tornare mai più. Se avete paura del buio vi sconsigliamo di continuare a leggere la nostra recensione.
Trama: bambine ed incubi orientali
Yomawari: The Long Night Collection include due titoli relativamente recenti, Yomawari: Night Alone (2016) e Yomawari: Midnight Shadows (2017), entrambi frutto del lavoro di Nippon Ichi e della mente visionaria della sviluppatrice Yu Mizokami. Sebbene ambientati in tempi e luoghi diversi, i due titoli sono tematicamente simili: entrambi partono da un punto ben preciso, la paura del buio e delle creature che vi si nascondono, e lo sviluppano raccontando la storia di due diverse bambine alla ricerca di una persona a loro cara. In Yomawari: Night Alone la piccola protagonista senza nome ha appena perso il suo cane Poro, quando la sorella maggiore decide di correre a cercarlo. Finisce così col perdere anche lei, e per ritrovarla si ritroverà immersa in un incubo ad occhi aperti: la piccola cittadina rurale giapponese dove vivono sembra abitata, dopo il tramonto, da creature ostili, tratte dalle più orrende fiabe della tradizione nipponica.
Tra fughe precipitose, diversivi astuti ed esplorazioni al cardiopalma, la protagonista impiegherà tra le sei e le sette ore di gioco a ritrovare la sorella. Mentre Yomawari: Night Alone possiede un'idea centrale originale e una realizzazione nel gameplay anch'essa decisamente fresca (o almeno, lo era due anni fa), lo stesso non può dirsi per il suo successore, ovvero Yomawari: Midnight Shadows. Di quest'ultimo la premessa narrativa non può non sembrare troppo simile a quella del precedessore, con due amiche separate al calare del sole che devono ritrovarsi in un villaggio nipponico altrettanto riconoscibile. Metà della situazioni proposte sembreranno familiari al giocatore e non ci sono davvero nuove idee, ma questo non vuol dire che anche la storia di Haru e Yui non meriti di essere vissuta, considerando il titolo un'evoluzione e potenziamento dell'idea del precedente.
È dal punto di vista delle atmosfere di gioco inquietanti e del carisma di luoghi macabri delicatamente disegnati a mano, sempre conditi poi da quel tocco di tenerezza delle sagome delle protagoniste, che Yomawari: Night Alone e Yomawari: Midnight Shadows risultano ancora una volta vincitori. Tutto questo prima ancora di considerare un gameplay basato su poche idee, ma solide e decisamente vincenti: stiamo parlando pur sempre di due giochi che vengono vissuti tutti d'un fiato, con il groppo costantemente alla gola.
Gameplay: osserva, esplora, nasconditi
La formula di gioco di Yomawari: The Long Night Collection è identica per entrambi i titoli presenti e consiste in un survival horror sapientemente mescolato ad alcuni elementi da puzzle game. Le protagoniste di Yomawari: Night Alone e Yomawari: Midnight Shadows si ritrovano all'improvviso immerse in un ambiente da incubo, abitato da mostri orribili ed estremamente letali; non esiste alcuna barra della salute, basta appena un tocco da parte dei nemici ed è game over. Il giocatore si ritrova quindi alle prese con un'ambientazione discretamente ampia e variegata, che andrà svelandosi e registrando via via nuovi luoghi e percorsi poco alla volta, durante le sessioni esplorative. Una rapida occhiata alla mappa di gioco è fondamentale per non perdersi o incappare in vicoli abitati da nemici troppo rapidi e violenti; d'altro canto gran parte di essi andrà sbloccandosi proseguendo nella storia principale, dunque se una particolare strada vi sembra impossibile da percorrere probabilmente è proprio perché per ora deve essere cosi, e il vostro obiettivo è da un'altra parte.
Di tanto in tanto ci sarà qualche oggetto chiave importante da trovare per poter proseguire, all'interno di una narrazione che tutto sommato non presenta chissà quale profondità o punto di svolta importante. Il piatto forte dell'esperienza è rappresentato invece dalla perenne tensione in cui viene avvolto il giocatore, garantita tra l'altro in modo eccellente da alcune scelte importanti del comparto sonoro. Non c'è alcun tema musicale portante, né tracce audio vere e proprie: l'audio di Yomawari: The Long Night Collection gioca invece sui rumori del vento tra il fogliame, sui passi della protagonista sui viali lastricati, sul battito accelerato del suo cuore, unico vero indicatore di un pericolo imminente o di un mostro in avvicinamento. Questa idea si accompagna efficacemente ad un gameplay basato anche sul trial and error nella sua accezione più basilare: imparare i movimenti dei nemici all'interno di un preciso percorso per non morire una seconda volta al momento di affrontarlo. Peccato che nonostante i primi momento di gioco davvero affascinanti e intriganti (per alcuni anche frustranti, dato che il gioco spiega davvero poco delle sue meccaniche), l'offerta dei titoli vada pian piano a stabilizzarsi senza grandi idee aggiuntive o variazioni di sorta, a parte quelle degli scenari e degli ambienti di gioco.
Conclusioni
Yomawari: The Long Night Collection è un'occasione quasi imperdibile per riscoprire due piccole perle del survival horror. Il loro livello di sfida accessibile e la narrazione leggera possono rappresentare un pro o un contro a seconda della diversa tipologia dei giocatori, ma le atmosfere molto ispirate, il comparto artistico subito riconoscibile e i mostri annidati nel buio dietro ogni angolo potrebbero letteralmente rapirvi all'interno di un mondo di gioco davvero peculiare. La collection arriva su Nintendo Switch senza ritoccare i titoli contenuti, ma ottimizzandoli al meglio per la console Nintendo, anche con un sistema di vibrazioni intelligenti per la "barra dell'ansia" delle protagoniste. Date una possibilità all'opera di Yu Mizokami, perché ne vale la pena.
PRO
- Atmosfera angosciante
- Artisticamente valido
- Poche idee nel gameplay, ma ben realizzate
CONTRO
- Molto materiale riciclato nel secondo capitolo
- In qualche situazione non è difficile, bensì frustrante
- Sfrutta poco le caratteristiche di Nintendo Switch