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Zone of the Enders: The 2nd Runner

Dopo il controverso e discusso primo capitolo, Konami ci riprova con Zone of the Enders: The 2nd Runner, sfornando finalmente un titolo coinvolgente e dotato di un comparto tecnico di pregevole fattura. Tutti i dettagli nella nostra recensione.

RECENSIONE di Antonio Fucito   —   03/11/2003
Zone of the Enders: The 2nd Runner
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Zone of the Enders: The 2nd Runner
Zone of the Enders: The 2nd Runner

Il finale del primo Z.O.E. era in realtà incompleto, si concludeva infatti con una fuga dal vero nemico, Anubis, nemesi indiscussa del Jehuty e unico in grado di rivalere in termini di efficienza e coefficiente distruttivo con il protagonista principale. Sulla scia dell’oav e della serie dedicati al gioco (rispettivamente I Dolo e I Dolores) Konami ha rimpolpato la storia di The 2nd Runner con filmati in stile anime e con una caratterizzazione di trama e personaggi decisamente migliore che nel prequel, per concludere con una finale che sarà finalmente all’altezza della situazione, ancorché struggente.Già dal filmato introduttivo, accompagnato dalla bellissima canzone "Beyond the Bounds", si nota questa inversione di tendenza, che si estende di riflesso su tutto il gioco.
Il fragile e psicologicamente provato Leo Stenbuck lascia il posto in questo sequel al più “rude” Dingo Egrett, ricercatore su Callisto che improvvisamente si troverà a comandare il Jehuty (da qui l’appellativo nel titolo del gioco, The 2nd Runner, laddove con Runner si identifica il pilota di un Orbital Frame) e a scontrarsi con il proprio passato. Saranno infatti ancora una volta Bahram e il pazzo Nohman a minacciare l’incolumità di Marte e della galassia intera, con un piano degno di un pazzo psicopatico alla conquista dell'universo.

Zone of the Enders: The 2nd Runner
Zone of the Enders: The 2nd Runner

Facciamo un po’ di mente locale per chi non dovesse conoscere Zone of the Enders: trattasi di un action con visuale in terza persona nel quale sarete al comando di un Orbital Frame (un robot, insomma) dotato di un sistema avanzato di intelligenza artificiale e di parecchie soluzioni d’attacco. Man mano che avanzerete nei livelli di gioco, il Jehuty acquisirà nuove abilità e armi secondarie, che andranno ad arricchire quella principale, vale a dire una potente spada a ioni.
In risposta alle critiche sollevate verso il precedente capitolo, Konami ha cercato di rendere la meccanica di gioco quanto più varia possibile, e nella maggior parte dei casi vi è riuscita: le tipologie di nemici da sconfiggere sono aumentate, i livelli vanno affrontati sempre in maniera diversa (spazieranno infatti dalla protezione di LEV alleati all’inseguimento di un particolare obbiettivo, passando per attacchi all’arma bianca a soluzioni di accerchiamento) e le strategie da seguire per sconfiggere i nemici variano da boss a boss, fino ad essere in alcuni casi completamente diverse. Una storia finalmente degna e alcuni passaggi veramente epici (come l’assalto alla fortezza di Bahram) completano un quadro decisamente più confortante del primo capitolo. Il sistema di controllo si rivela, come nel prequel, virtualmente perfetto ed intuitivo; unico neo rimane la telecamera, che in alcune situazioni non riesce a stare dietro all’azione, frenetica in più di un’occasione. Tra le nuove mosse a disposizione del Jehuty troviamo inoltre una maggiore interattività con l’ambiente e la possibilità di afferrare oggetti e nemici sullo schermo, allo scopo di utilizzarli come arma oppure come difesa dagli attacchi nemici. La durata della modalità principale in single player non raggiunge ancora purtroppo livelli molto alti, ma la rigiocabilità è per fortuna assicurata dalla possibilità di sbloccare diverse missioni segrete, nuovi livelli di difficoltà e una modalità Vs discretamente divertente.

Dal punto di vista tecnico, Z.O.E. 2 dimostra ancora una volta la bravura degli sviluppatori Konami nello sfruttare l’hardware Ps2: The 2nd Runner è uno dei titoli più spettacolari apparsi in questa stagione, grazie ad uno sfoggio sublime di effetti particellari, esplosioni e giochi di luce e ad un character design che raggiunge ugualmente vette molto elevate, soprattutto per quanto riguarda gli Orbital Frame principali. Tutto questo ben di Dio si ripaga mediante alcuni rallentamenti in situazioni particolarmente affollate, che per fortuna sono sporadici (e presenti in misura minore rispetto alla versione Usa) e non inficiano in maniera preoccupante la giocabilità del titolo. Lo stesso ottimo lavoro è stato profuso per quanto riguarda il comparto sonoro, che trova nei motivi di ispirazione finnica e nella splendida canzone Beyond the Bounds un degno accompagnamento per ogni situazione di gioco, raggiungendo punte di eccellenza in più di un'occasione (un solo esempio, lo scontro finale).

Zone of the Enders: The 2nd Runner
Zone of the Enders: The 2nd Runner

Commento

Zone of the Enders: The 2nd Runner è tutto quello che doveva essere il primo capitolo, ovvero un action 3d godibile e rigiocabile grazie alla maggiore varietà. La cura riposta da Konami in ogni singolo aspetto del gioco è evidente, così come la classe con cui è amalgamato il tutto. Certo, la meccanica di base è sempre quella, ma The 2nd Runner non è più quel titolo incompleto e dai propositi incompiuti. E’ la sintesi di stile, divertimento e frenesia, supportati da un comparto tecnico di pregevole fattura e da un impianto scenico non indifferente. Solo chi è rimasto completamente indifferente davanti al primo capitolo può non prendere in considerazione questo seguito.

    Pro:
  • Comparto tecnico eccellente
  • Missioni varie e ben congegnate
  • Ottima caratterizzazione di mech e personaggi
    Contro:
  • Qualche rallentamento
  • Longevità ancora non pienamente soddisfacente

Il titolo Zone of the Enders sarà conosciuto ai più forse perché nella sua prima incarnazione era venduto assieme ad una demo giocabile di Metal Gear Solid 2, che contribuì a far ottenere al gioco un discreto numero di vendite.
Z.O.E. racchiudeva un ottimo potenziale ed un sistema di controllo molto intuitivo, ma anche difetti abbastanza marcati, come una meccanica di gioco ripetitiva, una scarsa interazione con i fondali e una durata abbastanza risicata. Konami ci riprova quindi con The 2nd Runner, pronta a rimediare a tutte le critiche ricevute nella sua prima incarnazione.