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La guida di Football Manager 2015

Consigli e dritte per diventare il miglior allenatore della stagione!

SOLUZIONE di Claudio Magistrelli   —   23/01/2015
Football Manager 2015
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La guida è basata sulla versione americana per PC del gioco. Potrebbero esserci divergenze rispetto alla versione italiana.

Primi passi nel club

Molti di voi probabilmente hanno già una certa confidenza con Football Manager e le sue meccaniche, eppure siamo sicuri che non pochi avranno ceduto alla tentazione di gettare ugualmente un occhio su questa nostra guida in cerca di qualche utile consiglio per dare un'impennata alla propria carriera e trasformarsi da allenatore di provincia a Special One. Se vi ritrovate in questa descrizione dunque non abbandonate le speranze, di sicuro troverete anche qui qualcosa di interessante in questa guida, un dettaglio o una dritta cui non avevate mai pensato... ma non in questo primo paragrafo. Qui intendiamo dedicarci a tutti i novelli allenatori, giovani dalle belle speranze che per la prima volta si imbarcano nella meravigliosa avventura della panchina, carichi di idee ed entusiasmo, ma bisognosi di linee guida per sopravvivere in un ambiente di non facile gestione (Inzaghi, se ci stai leggendo, ormai è troppo tardi, ci spiace!). Per prima cosa bisogna rassegnarsi all'idea che c'è molto da imparare e il primo passo è fare le cose con calma, prendere il tempo che serve a leggere e comprendere, e andare per gradi. Anche le prime schermate, quelle in cui si impostano i dettagli della propria carriera e della partita che si sta avviando, possono riservare poco piacevoli sorprese se affrontate con superficialità. La decisione di simulare troppe leghe, ad esempio, allungherà sensibilmente i tempi morti di ogni partita, mentre esagerare nell'assegnarsi patentini ed esperienza ricompenserà inizialmente con più punti da distribuire tra le abilità, ma farà salire di molto le aspettative della dirigenza, complicando il vostro compito di neo-allenatore alle prime armi. Per facilitarvi la vita, approfittate dell'ampia disponibilità dei vostri collaboratori, disposti a sobbarcarsi alcuni dei compiti più noiosi. La riunione ad inizio mandato con alcune figure chiave della squadra (assistenti, osservatori, capitano e giocatori) servono proprio a impostare questi ed altri aspetti, come la frequenza con cui dovrete prestare attenzione a report ed offerte, organizzazione delle amichevoli, gestione delle giovanili e degli allenamenti. Durante le prime partite potreste convincervi di non avere bisogno di collaboratori e di essere perfettamente in grado di occuparvi da soli di ogni aspetto della gestione del team. Fidatevi di noi: vi sbagliate. Delegare compiti e mansioni alleggerirà enormemente la mole di lavoro che dovrete sobbarcarvi, liberando tempo e risorse preziose da investire per curare aspetti delicate della prima squadra. Le giovanili ad esempio sono certo una risorsa da cui attingerete con sicuro profitto nel corso della vostra carriera, ma curare settimanalmente due diverse formazioni si rivelerà snervante. Lasciate che sia un allenatore in seconda a curarsi di loro, ma attenzione: ciò non vuol dire mandare i vostri giovani allo sbaraglio. Gli assistenti sono figure preparate ed utili in Football Manager, i cui consigli andrebbero tenuti in altissima considerazione. Spesso nel corso della stagione riceverete indicazioni circa punti deboli di un prospetto che necessitano di un potenziamento, offerte allettanti o contratti in scadenza. Ricordatevi dunque di frequentare con costanza la sezione dei consigli per essere sicuri di non perdere nessuna indicazione. La frequenza di aggiornamenti e le deleghe affidate agli assistenti sono impostazioni che possono ad ogni modo essere modificate in ogni istante nel corso della partita, cosa che purtroppo non è possibile fare per le prime impressioni. Questa semplice massima dovrebbe suggerirvi dunque di comportarvi il meglio possibile durante la conferenza stampa per accattivarvi la stampa e di riflesso i tifosi. Basteranno pochi passi falsi per finire sotto la lente d'ingrandimento, perciò cercate di partire col piede giusto!

Allenamento

Il calcio moderno è diventato decisamente più fisico rispetto a quello di qualche anno fa. Le idee dell'allenatore contano ancora, ma affinché attecchiscano devono trovare una squadra fisicamente pronta a metterle in pratica. Nel caso poi abbiate in mente tattiche particolarmente moderne, come il pressing a tutto campo di Guardiola o il sacrificio collettivo che richiede Mourinho imponendo anche agli attaccanti di ripiegare in aiuto ai terzini, l'esplosività fisica dei giocatori a vostra disposizione diventa un requisito fondamentale.
Prerogativa di ogni buon allenatore dunque diventa la comprensione delle diverse categorie di allenamento e gli effetti delle stesse sulla preparazione dei giocatori. Andiamo dunque a dare un'occhiata più nel dettagli:

Bilanciato: la scelta ideale per i primi tempi in un nuovo club, soprattutto se non avete ancora un'idea precisa della disposizione tattica che avete intenzione di tenere perché conoscete poco gli elementi a vostra disposizione, o se avete in programma di stravolgere l'assetto della formazione rispetto a quello con cui gioca di solito. Nulla di particolarmente focalizzato dunque, ma nemmeno dannoso: l'allenamento si concentra su uno sviluppo coerente di tutte le qualità del singolo, tattiche, fisiche e tecniche.

Fitness: l'obiettivo è il miglioramento della condizione fisica, molto utile sia all'inizio della preparazione estiva, quando i giocatori tornano da quasi due mesi di inattività, sia durante gli allenamenti invernali in quei campionati in cui è previsto un periodo di pausa. Questo programma è inoltre l'ideale per riaccogliere in gruppo giocatori di ritorno da un infortunio che per durata ne ha compromesso la condizione atletica.

Tattiche: un ripasso ogni tanto può essere utile; in realtà questo programma è davvero indispensabile in quei momenti in cui imponete un nuovo modulo alla vostra formazione.

Controllo di palla: programma di allenamento estremamente tecnico che si concentra su un fondamentale da cui dipende la buona riuscita di ogni azione, offensiva e difensiva.

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Come per le tattiche può essere una buona idea stabilire uno o più turni di ripasso per l'intera squadra nel corso della stagione, tuttavia ci sono momenti in cui la sua applicazione diventa inevitabile. Il campanello d'allarme in questo senso è la crescita del numero di palle perse nel corso delle partite. In particolare consigliamo di tenere particolarmente sotto controllo le prestazioni del centrocampo e di sottoporre più di frequente i giocatori impegnati sulla mediana a questo tipo di allenamento nel caso in cui non riescano a risultare incisivi sul campo di gioco.

Difesa: il pacchetto d'allenamento dedicato al reparto difensivo. Se la vostra squadra prende troppi goal, però forse è il caso di assegnare a tutti i suoi componenti un bel ripasso. Il funzionamento del pacchetto arretrato infatti risulta estremamente facilitato dalla partecipazione alla fase difensiva di tutti gli undici in campo.

Attacco: vale qui lo stesso concetto usato per l'allenamento difensivo. Quando una squadra ha difficoltà a segnare, i problemi non coinvolgono solo il reparto avanzato, ma l'intera propensione offensiva della squadra. Migliorare le capacità di tiro dalla distanza di un centrocampista ad esempio potrebbe togliervi le castagne dal fuoco in tutte quelle gare in cui gli avversari parcheggiano il bus in area e per voi segnare diventa particolarmente complicato.

Coesione: la summa dei concetti espressi in precedenza trova in questo programma d'allenamento la sua naturale conclusione. Tutti i membri della squadra devono lavorare all'unisono, ciascuno ingranaggio di un macchinario più complesso che può funzionare solo se tutti lavorano, coordinando i propri movimenti sulla base degli altri. Creare e rinsaldare i legami nel gruppo è preciso compito dell'allenatore.

Oltre alla qualità dell'allenamento dovrete badare anche alla quantità. Se ad inizio stagione carichi di lavoro abbondanti sono necessari per entrare in condizione, durante il campionato bisogna stare attenti a non esagerare, perché troppo allenamento può stancare eccessivamente i giocatori che risulteranno poi fiacchi in campo. Nel caso alleniate una grande squadra, impegnata ogni tre giorni tra campionato e coppe, dovrete essere ancora più attenti. In generale se vi sembra di essere afflitti da troppi infortuni probabilmente state pretendendo troppo dai vostri uomini sul piano atletico. In questi casi adottate un buon turnover ed assicuratevi che i giocatori impiegati in campo per più di un'ora possano godere di una giornata di riposo prima e dopo la partita. Curate con particolare attenzione anche l'allenamento pre-partita, ovvero quello che vi consente di impostare la posizione in campo dei giocatori e concentrarvi su movimenti e punti deboli degli avversari da sfruttare a vostro vantaggio. In questo senso le indicazioni dei vostri assistenti sono materiali preziosi da studiare con attenzione.

Preparazione alla partita

Il modo migliore per comprendere quali mosse intraprendere in vista di una partita è studiare con estrema attenzione le segnalazioni dei vostri assistenti. Si tratta di informazioni preziose che verranno recapitate direttamente nella vostra casella di posta la mattina che precede il match. All'interno troverete indicazioni sullo schema di gioco dei vostri avversari e sulle caratteristiche dei giocatori chiave, analisi sugli ultimi incontri disputati, cenni sulle principali caratteristiche tattiche e previsioni sullo stile di gioco che adotteranno per fronteggiarvi. Ovviamente non si tratta di un manuale per vincere facile, ma ottimi consigli da tenere in seria considerazione nel momento in cui ci si mette a tavolino per preparare la miglior formazione possibile. Al momento di mettere gli uomini in campo, però bisogna tenere conto anche del materiale che si ha a disposizione e partire da questo. Snaturare posizione e ruolo dei propri giocatori per costringerli ad adattarsi alla vostra idea tattica non è mai una buona soluzione, anzi bastano pochi esperimenti in questa direzione per capire quanto possa rivelarsi improduttivo un simile atteggiamento. Certo è possibile che col tempo riusciate ad adattare un giocatore a un ruolo non suo, ma piegare l'intera squadra ai vostri dettami tattici è un'utopia. Per questo motivo è il caso di tenere sempre sott'occhio nella schermata della formazione l'indicatore che chiarisce senza possibilità di dubbio quanto un giocatore sia adatto al ruolo in cui l'avete posizionato e quanto può contribuire al gioco della squadra. Il passo successivo vi richiede di impartire le vostre indicazioni tattiche alla squadra, ovvero spiegare ai vostri uomini come devono comportarsi sul campo di gioco. All'interno delle cinque diverse categorie (possesso, attacco, distanze, difesa e generale) troverete un gran numero di possibili ordini, alcuni in contraddizione tra di loro. È precisamente in questo istante che ringrazierete le indicazioni fornite dal vostro assistente, indispensabili per prendere decisioni ragionate. Se non le avete lette, dunque tornate indietro e mettete una pezza: l'alternativa è trasformarvi in uno di quegli allenatori cocciuti e testardi, convinti di avere in tasca una verità universale da utilizzare in ogni situazione, che regolarmente finiscono per essere sbeffeggiati quando si trovano di fronte allenatori più preparati (nel caso abbiate le idee confuse però non preoccupatevi, il gioco non vi lascia spuntare due indicazioni in contrasto tra loro, ma in caso di conflitto provvede da solo a deselezionare quella scelta per prima considerando valida solamente l'ultima). Più nel dettaglio, prima di entrare in campo potrete suggerire anche comportamenti specifici nei confronti dei singoli giocatori avversari. Ancora una volta - non ci stancheremo mai di dirvelo! - le indicazioni degli assistenti sono vitali per affrontare consapevolmente ogni situazione. Qualunque appassionato di calcio internazionale può avere un'idea su come impedire i tagli verso l'interno di Robben o le sgroppate sulla fascia di Bale, averne una sensata è un altro discorso. Estendendo il concetto, conoscere le caratteristiche di giocatori che militano nelle torbide acque della serie B norvegese o le doti dei titolari della formazione uzbeka finita nel nostro girone di Europa League non è esattamente alla portata di tutti.

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In linea generale può essere una buona idea spingere i giocatori di fascia verso il piede più debole e limitare il flusso di palloni verso colui che si occupa di impostare il gioco, ma anche contromosse basilari come queste necessitano di informazioni per poter essere applicate correttamente. Ultima tappa del percorso d'avvicinamento ai 90 minuti più importanti della settimana (o degli ultimi tre giorni se la vostra squadra gioca più spesso) è il discorso pre-partita, quel momento in cui caricate i vostri giocatori, li rassicurate o li scuotete. Insomma, l'ultima occasione per trasmettere il giusto messaggio alla vostra squadra in relazione alla partita che stanno per affrontare, alla loro situazione mentale e al risultato che vi serve per ritenervi soddisfatti. Non è sempre semplice trovare le parole giuste, alle volte capita che ci siano giocatori o interi reparti che necissitano di un discorso a parte. Fidatevi del vostro istinto: la sola caratteristica che deve avere il vostro discorso per suscitare la giusta reazione è la sincerità. Il vostro lavoro come allenatore richiede una lunga e ponderata costruzione di un personaggio, a partire da quella fondamentale prima intervista con la stampa a cui abbiamo accennato in precedenza, fino alla somma di tutti i discorsi motivazionali tenuti di partita in partita. Bene, finché le vostre parole suoneranno sincere ed in linea con quelle pronunciate finora, nella vostra carriera dovreste riuscire a trasmettere ai giocatori il giusto stato d'animo. Provare a forzare la mano per apparire più duro (o più tollerante, perché no) rispetto alla vostra vera natura invece non può che finire in catastrofe. Nel dubbio però ricordate che è meglio tacere e dare l'impressione di non capire nulla piuttosto che parlare a sproposito e darne la certezza. In questi casi evitate di esprimervi e lasciate che sia l'allenatore in seconda a farlo per voi.

Consigli di calciomercato

Naturalmente, il metodo più veloce per ottenere buoni risultati è infarcire la vostra squadra di campioni, o di top player come si dice oggi. Certo, avere in squadra Messi, Robben e Bale non vi assicura la conquista della Champion's, ma rispetto a una formazione composta da scarti ultra-trentenni raccattati a parametro zero le probabilità sono leggermente più alte. Affacciarsi sul mercato dunque può essere una buona strada per migliorare le sorti sportive del vostro club, ma la modalità con cui farlo, dipende dalla panchina su cui sedete. Se avete scelto il PSG o il City difficilmente avrete grossi problemi di budget e vi basterà scegliere un obiettivo e presentarvi coi soldi di Paperon De Paperoni per concludere a vostro favore la trattativa. In tutti gli altri casi però (o qualora non vogliate rischiare il licenziamento da PSG o Man City per aver dilapidato tutta la liquidità senza risultati sportivi) è meglio presentarsi al tavolo delle trattative avendo ben salde in mente alcune regole chiare.
Prima di tutto però è il caso di spendere qualche parola sulla nuova barra di ricerca introdotta in questa edizione di Football Manager che facilita la vita a tutti i provetti allenatori. Se avete in mente dunque un nome specifico, un obiettivo particolare che secondo il vostro giudizio garantirebbe un immediato e sensibile salto di qualità alla vostra squadra, tutto quello che dovete fare è scriverne il nome nella barra posta nella parte alta dello schermo e cliccarci sopra per giungere subito alla sua scheda. Nel caso in cui invece siate consapevoli di una lacuna in una zona specifica del campo, che può essere un terzino che non vi garantisce la spinta necessaria ai vostri schemi o un centrocampo composta da troppi uomini abili in interdizione senza la presenza di un vero leader in grado di imporre il gioco, la soluzione ideale è inviare gli osservatori in giro per il mondo, non prima però di aver loro esposto le caratteristiche del calciatore di cui siete alla ricerca.
A prescindere dalla strada percorsa per arrivare al vostro obiettivo, vi ritroverete in ogni caso di fronte alla schermata in cui dovrete formalizzare la vostra offerta alla società proprietaria del cartellino del giocatore che volete ingaggiare. Con ogni probabilità la trattativa si rivelerà più costosa di quanto previsto, a meno che non vi interessiate a giocatori messi in vendita o esclusi per motivi vari dai piani della società a cui appartengono. In tutti gli altri casi bisognerà trovare un punto di accordo che soddisfi tutti. Come regola generale, evitate di inviare una prima offerta il cui contenuto ecceda quello del valore del giocatore che state trattando. Non illudetevi, non acquisterete quasi mai il vostro obiettivo a un prezzo inferiore al suo valore di mercato, ma la prima offerta deve essere intesa come una dichiarazione di intenti, un'affermazione che faccia capire che non siete disposti a svenarvi. Vi toccherà comunque sborsare un buon 20-30% in più del valore per concludere l'affare, ma mostrandovi arcigni fin dall'inizio potrete sperare di mantenere un certo controllo sulla trattativa. In fondo ci sono diverse clausole che potreste utilizzare per gonfiare la vostra offerta senza dove aprire subito il portafoglio. Si tratta di bonus che dovrete corrispondere a venditore in seguito a particolari eventi come il raggiungimento di un certo numero di presenze o di convocazioni in nazionale, o ancora la salvezza della squadra a fine campionato. Anche in questo frangente gli assistenti possono rivelarsi preziosi, indicandovi particolari necessità della società con cui state andando a trattare che potreste offrirvi di colmare, offrendo loro giocatori in cambio, magari pescando tra quelli in esubero nella vostra rosa: due piccioni con una fava!
Quando invece orientate le vostre mire verso giovani di grande prospettiva, il modo migliore d'uscire vincitori da un'inevitabile asta è offrire garanzie alla società che sta per privarsi del ragazzo. Poniamo il caso che il vostro obiettivo sia un giovane centravanti, particolarmente promettente per la sua età, ma non ancora pronto per il grande salto, intorno a cui tuttavia una serie di club si sta già muovendo. Per anticipare la concorrenza potreste ad esempio offrire alla società di appartenenza del ragazzo di acquistare subito il cartellino lasciando però che il giovane giochi ancora in prestito presso di loro per qualche tempo. Nel mondo del calcio tuttavia spesso contano più i soldi dei piedi, così se la vostra proposta non dovesse trovare terreno fertile provate a metterla sul piano economico e proponete una percentuale sulla prossima vendita del giocatore, oppure (perché no?), l'organizzazione di un amichevole rinunciando al ricavato. Nel caso la trattativa sfumi e il tempo stringa, non vi resterà che un'alternativa: la caccia al prestito. Non sono rari i casi di top team con rose che strabordano.

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In quelle situazioni troverete facilmente un giocatore dalla caratteristiche che fanno al caso vostro, disposto a cambiare aria per qualche tempo e mettere minuti nelle gambe. Se la squadra che allenate è un team satellite di una società più grossa (nel caso specifico, la vostra) potete avvantaggiarvi di questa relazione e sfruttare i buoni rapporti per ottenere condizioni migliori. Altrimenti anche in questo caso dovrete trattare sulla percentuale di ingaggio a vostro carico. Prima di chiudere l'affare, assicuratevi bene le date di inizio e fine prestito: non vorrete mica che il fenomeno che vi ha garantito il salto di qualità vi pianti in asso nel momento clou della stagione.
L'ultimo scoglio da superare una volta trovato l'accordo tra società è il compenso economico per il calciatore. In questa situazione se possibile dovete munirvi di ancora più flemma,giocare bene le vostre carte e non lasciarvi attirare nella rete predisposta dall'avido procuratore. Partite bassi, ma non troppo, e non distaccatevi mai troppo dalla vostra offerta precedente. Fate attenzione ai bonus, rischiano di rivelarsi armi a doppio taglio. Soprattutto, pensate a lungo termine: l'impatto degli ingaggi sul vostro bilancio determinerà la quantità di denaro che avrete a disposizione ogni stagione per tutte le altre operazioni.

Vita da allenatore

Inseguendo acquisti, cessioni e prestiti, formazioni titolari, allenamenti e rinnovi contrattuali è facile dimenticarsi della propria carriera. Ora le cose sembrano andare bene, e il futuro appare come una bella coppa che ci sorride, ma la storia del calcio è piena di declini improvvisi, stagioni iniziate in trionfo e concluse nella polvere, perciò è sempre meglio tenersi una porta aperta e non trascurare le proprie qualifiche. Ovviamente il modo migliore per convincere i presidenti della propria abilità è accumulare trofei in bacheca, ma non sempre ciò è possibile, in particolare quando si decide di partire dalle serie minori. A questo scopo dunque nella sezione del profilo è possibile iscriversi a dei corsi che vi permetteranno di ottenere più facilmente ingaggi nelle categorie superiori. Attenzione però perché la frequenza porterà via del tempo agli allenamenti e la dirigenza potrebbe non gradire.
Lo stress comunque può essere una brutta bestia, e non va sottovalutato, soprattutto in quelle situazioni in cui vi trovate coinvolti in uno scontro con la società, le cose sul campo non vanno bene e la situazione di tana libera tutti spinge i giocatori a rifiutare la vostra autorità o avanzare pretese eccessive. In questi casi non abbiate timore e concedetevi un bel periodo di ferie. La vacanza vi offrirà l'opportunità di osservare le vicende del vostro club dall'esterno, con un animo più rilassato, ricaricando le batterie mentre pensate a come risolvere i problemi.

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Al posto vostro sarà l'allenatore in seconda ad assumere le redini del club, seguendo ovviamente le indicazioni che gli avete lasciato prima dell'addio circa la possibilità di accettare o meno offerte e il modulo con cui la vostra formazione dovrebbe essere schierata. Fatto ciò, potete decidere la data del rientro o prendervi un indeterminato periodo sabatico da interrompere a vostro piacere. In realtà, nulla vi vieta di cercare un altro team e trasformare le vacanze in dimissioni.
La principale fonte di stress di solito è l'andamento economico del club, pozzo nero da cui emerge solo preoccupazione anche quando i risultati sportivi sono incoraggianti. Per allentare la tensione potete provare a mettere in atto qualche mossa riparatrice, prima di fare le valigie e fuggire alle Bahamas come detto prima. La prima che vi proponiamo può sembrare una follia, ma a volte funziona: proporre un ritocco dell'ingaggio al ribasso ai vostri giocatori. Una proposta secca vi tornerà sicuramente sul muso, ma preparando il terreno con una serie di discorsi motivazionali potreste ottenere inattese adesioni. Nel caso non funzionasse, beh, non vi resta che cedere gli esuberi, magari in prestito, o tagliare quei giocatori da cui potreste ottenere il maggiore ritorno economico. L'alternativa è organizzare una serie di amichevoli per beneficiare degli incassi, ma l'aumento degli impegni potrebbe condizionare negativamente lo stato di forma dei vostri giocatori. Alle volte più semplicemente potete risolvere la situazione ridistribuendo i vostri fondi. Il budget per gli acquisti e quello per gli ingaggi sono strettamente legati, perciò prima di mettere mano è bene chiarire a se stessi che tipo di campagna acquisti avete in mente. Se volete acquistare un solo giocatore, ma fortissimo, lasciate nel cesto dell'ingaggio la cifra massima che avete intenzione di offrirgli ed usate tutto il resto per strappare un sì alla società. Se con i soldi a vostra disposizione invece non c'è verso di portare a casa un cartellino, dirottate tutto sul monte ingaggi e dirigetevi verso giocatori svincolati e prestiti. In tutti i casi, un club satellite può rivelarsi utile: alle grandi squadre servono per parcheggiare gli esuberi o lasciare spazio di crescita alle promesse, mentre per le piccole l'accordo spesso regala vantaggi in termini di disponibilità di giocatori. Senza girarci attorno però, il modo migliore per garantire la salute economica del club (e di conseguenza la propria) è ottenere buoni risultati. Con le vittorie aumenterà il pubblico e di conseguenza gli incassi, gli sponsor saranno lieti di associare i loro brand al vostro nome e le tv aumenteranno la vostra quota di diritti. Senza dimenticare che le vittorie vengono premiate economicamente dalle federazioni internazionali. Il primo passo verso la stabilità economica dunque consiste nel far giocare bene la vostra squadra ed ottenere di conseguenza buoni risultati. Non c'è ovviamente un consiglio universale che possiamo darvi, se non quello di non prendere la vostra formazione preferita come un dato immutabile. Non impuntatevi, abituatevi a leggere le situazioni che vi vengono poste di fronte ed agite di conseguenza, con l'apertura mentale di chi è sicuro delle proprie qualità e non ha paura di mettersi in discussione.

Video della guida