"Quando vedrete NX, capirete che Wii U è stato un passaggio obbligatorio": così disse Miyamoto qualche anno fa, e quindi non possiamo nemmeno lamentarci che non ci avessero avvisato. Naturalmente all'epoca non potevamo immaginare quanto queste parole fossero vere, e neanche che avrebbero assunto un involontario riflesso grottesco. NX, lo saprete già, era il nome in codice di quella piattaforma che sarebbe divenuta Nintendo Switch. Ciò che Miyamoto intendeva, ovviamente, è che Wii U ha rappresentato una necessaria transizione tra la console fissa e quella ibrida, con quel Gamepad il cui obbiettivo a lungo termine, nonostante all'epoca non fosse possibile, era quello di slegarsi dal televisore. Quella che era stata pubblicizzata come la caratteristica principale di Wii U, ovvero l'interazione tra lo schermo del Gamepad e quello del televisore, nonché il conseguente multiplayer asimmetrico, è una meccanica che è stata utilizzata pochissimo, e spesso in modo inappropriato. La console più sfortunata della storia Nintendo (escluso il Virtual Boy) e quella che potrebbe diventare una delle più vendute, la macchina dal concept più confuso e una di quelle delineate con maggior cura: Wii U e Switch rappresentano da un lato i poli opposti dell'universo Nintendo, dall'altro condividono uno strano legame. Ci troviamo di fronte a un fratello maggiore bruttino e sfortunato (nonché ripudiato dai genitori), e ad uno minore bello e talentuoso: tuttavia i due si vogliono bene, e si scambiano anche i giocattoli. Forse pure troppo spesso.
Affinità e divergenze
Le differenze principali tra Wii U e Switch, quelle che hanno decretato l'insuccesso dell'uno e l'attuale successo dell'altro, sono principalmente due. La prima, come abbiamo già detto, è costituita dalla chiarezza del progetto: Wii U è nato nel caos, con delle caratteristiche poco chiare e difficilmente comunicabili, tanto che in molti non hanno capito cosa rappresentasse in relazione a Wii (un successore? Una periferica?). Switch al contrario è stato pianificato alla perfezione, la sua unicità è immediatamente evidente, e quindi facilmente divulgabile. Aggiungete il fatto non trascurabile che l'ibrido Nintendo è piuttosto bello da vedere, e ha un logo d'impatto e riconoscibile: l'esatto opposto di Wii U. La seconda differenza fondamentale risiede nei giochi. O meglio: nei capolavori. Nintendo non può vantare la quantità e la completezza di generi offerta da PlayStation (ormai dalla metà anni '90), quindi deve convincere il proprio pubblico attraverso dei titoli particolarmente belli (in stile Ocarina of Time) o, per qualche ragione, interessanti (Wii Sports, ad esempio). Ecco, Wii U in questo senso è stato estremamente carente; sarà un parere impopolare, ma probabilmente, almeno da questo punto di vista, è stata la peggior console Nintendo (concetto che avevamo già espresso anni fa nella prima puntata della Bustina di Lakitu, e che ribadiamo oggi).
Il primo titolo eccezionale che ha avuto è stato Mario Kart 8, pubblicato dopo un anno e mezzo dal lancio della piattaforma, in un momento in cui la reputazione di una console (come diceva spesso Iwata) è ormai già affermata. E la reputazione di Wii U non era affatto buona. Ma la sua storia tragicomica non si esaurisce certo qui e, anzi, dà il massimo proprio col finale. C'è un gioco che è stato annunciato prima dell'uscita stessa della macchina, durante l'E3 2011; un titolo che doveva rivedere le proprie "convenzioni", a cui avremmo dato una prima sbirciatina solamente tre anni dopo, all'E3 2014. Un prodotto a cui, tornando alla metafora dell'introduzione, il nostro "fratello maggiore" ha donato tutto il suo tempo e il suo amore. Che senza di lui, vista la grandezza del mondo e la complessità del motore fisico, non sarebbe potuto esistere sulle precedenti console Nintendo. Ecco, il nostro fratello maggiore ha investito tutto sé stesso su di lui, ma quando hanno vista l'opera terminata, be', i genitori hanno semplicemente deciso che sarebbe spettato al fratello minore, quello bello e socievole, mostrarla al mondo. The Legend of Zelda: Breath of the Wild passerà alla storia, e lo farà come un titolo per Nintendo Switch. Tuttavia, noi conosciamo la verità: il gioco dell'anno 2017, ed è strano dirlo (e infatti non lo dice nessuno), è un titolo Wii U.
Remaster
In poche parole, Switch ha rubato il giocattolo tanto atteso a Wii U, e lo ha spacciato per suo. L'esito è stato dirompente: la console è stata lanciata con uno dei videogiochi più belli della storia, e i risultati non si sono fatti attendere (negli USA, alla fine dell'anno fiscale, erano state vendute più copie di Breath of the Wild che unità di Nintendo Switch). Ovviamente i giochi non si dividono in capolavori e "gli altri": esistono titoli brutti, titoli mediocri, ce ne sono alcuni carini che interessano solamente agli amanti di certi generi, ce ne sono altri belli e altri ancora bellissimi. Di queste ultime due categorie era ricca l'offerta software Wii U, quindi di giochi davvero belli, di quelli che "se avessi la console, lo prenderei subito". Quanto visto nel recente Mini Nintendo Direct quindi non dovrebbe stupire: Switch è stato un successo, negli USA addirittura un successo senza precedenti, ed è normale che Nintendo voglia monetizzare il più possibile con le produzioni Wii U. Molti possessori di Switch non possiedono la console precedente - e questa categoria è forzatamente destinata a crescere - quindi inizieranno questi titoli come se fossero inediti.
Va segnalato inoltre come questi giochi, con l'eccezione di Mario Kart 8 Deluxe (a tutti gli effetti un peso massimo), vengano rilasciati per riempire i periodi "vuoti": gli studi interni così hanno più tempo per lavorare ai nuovi progetti, senza correre troppo. La volontà per il 2018 è ripetere il 2017, quindi non lasciare alcun mese "scoperto". Se l'operazione è perfettamente sensata in ottica commerciale, è altrettanto normale che possa scontentare i pochi fedelissimi, coloro che hanno avuto sia Wii U che Switch: in effetti la line-up Nintendo da qui ad aprile propone - salvo sorprese - solamente due inediti, Kirby Star Allies e Mario Tennis Aces. Arriverà anche Dark Souls Remastered, che probabilmente risulterà particolarmente appetibile ai "fedelissimi" di cui parlavamo prima. Nel complesso quindi, da Wii U a Switch, sono stati convertiti Mario Kart 8 Deluxe, Pokkén Tournament, e presto arriveranno Bayonetta 1 e 2, Hyrule Warriors: Definitive Edition e Donkey Kong: Tropical Freeze. Finalmente questi giochi avranno la possibilità di "diffondersi" come meritano, svincolati da una piattaforma senza fortuna. La sensazione è che non sia finita qui. Probabilmente, in futuro, Nintendo ricorrerà ancora al "tesoretto" Wii U: quando ci sarà da pubblicizzare un seguito (stile Bayonetta), o semplicemente per colmare un gap tra le uscite. In attesa dell'E3, e di scoprire che sorprese ci riserveranno gli ultimi due quarti dell'anno, vi lasciamo con un curioso dettaglio: tra tutti questi remaster mancano due tra i giochi più venduti su Wii U, e cioè New Super Mario Bros. U e Super Smash Bros. Come mai, secondo voi?